alejazz
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giovedì 22 novembre 2018
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sembra assurdo ma dietro c'è una bella morale
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Un bar. Una persona anonima con aria autorevole se ne sta seduto ogni giorno nel bar “The place” con un quaderno su cui prende appunti e riceve sempre persone. Queste vanno da lui per esaudire alcuni desideri in cambio di azioni che in pratica non sono impossibili….ma vanno oltre ogni soglia etico-morale. “Vuoi salvare tuo figlio?..Bene….uccidi una ragazza!”, “Vuoi guarire tuo marito? Metti una bomba in un locale a tuo piacere”, ”[Ad una suora] Vuoi ritrovare Dio? Devi rimanete incinta!" e così via….
Dunque, in un primo momento, il film mi è sembrato surreale al limite con l’assurdo e privo di ogni significato.
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Un bar. Una persona anonima con aria autorevole se ne sta seduto ogni giorno nel bar “The place” con un quaderno su cui prende appunti e riceve sempre persone. Queste vanno da lui per esaudire alcuni desideri in cambio di azioni che in pratica non sono impossibili….ma vanno oltre ogni soglia etico-morale. “Vuoi salvare tuo figlio?..Bene….uccidi una ragazza!”, “Vuoi guarire tuo marito? Metti una bomba in un locale a tuo piacere”, ”[Ad una suora] Vuoi ritrovare Dio? Devi rimanete incinta!" e così via….
Dunque, in un primo momento, il film mi è sembrato surreale al limite con l’assurdo e privo di ogni significato. Ma poi, andando avanti capisci che un senso in fondo ci sta: noi tutti siamo coinvolti psicologicamente e siamo disposti a fare qualsiasi cosa pur di ottenere qualcosa che per noi è caro…ma questo è quello che pensa la psiche umana! Infatti, il film dimostra che le cose desiderate succedono lo stesso anche senza aver fatto ciò che ci viene imposto di fare. In altre circostanze il film insegna anche che noi crediamo in qualcosa ma conduciamo la nostra vista con il fumo negli occhi ignorando delle emozioni che possiamo ancora provare e che ci fanno cambiare la nostra vita radicalmente.
Infine ho molto apprezzato l’interpretazione di Mastrandrea, autorevole più che mai!
Cosa mi è piaciuto:
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la trama
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il cast: Mastrandrea, Giallini, Muccino, Ferilli, Papaleo, ecc….tutti nomi noti nel cinema italiano
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il significato del film molto nascosto che suscita interesse per lo spettatore
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la bravura di girare 120’ nello stesso luogo
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i silenzi di durata giusta al momento giusto, dove l’espressività ha fatto da protagonista
Cosa non mi è piaciuto:
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mi è sembrato a volte un po’ atroce nelle richieste che venivano fatte
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pensavo che tra la barista del bar e l’anonimo sarebbe nato qualcosa….mi ha lasciato un po’ deluso
Consigliata la visione per tutti.
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ancocco
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domenica 7 ottobre 2018
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tra coscienza e scenografia, domande e risposte...
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Nell'assenza della scenografia si da risalto al dialogo, elemento ormai perso nella nostra quotidianità e che nei film stessi non ha più neanche il suo peso specifico. Credo che questo film, anche se ripreso da un'idea americana nella sua finciton, riportato in film, con questi attori, abbia suscitato la coscienza di chiunque ne è abituato ad ascoltarla, non di certo di chi è vuoto e felice di esserlo...e lo vedo dalle altre tristi recensioni.
La bravura degli attori hanno permesso all'utente di riflettere sulla propria vita, sui desideri che a volte lasciano spazio al male pur di raggiungerli, ma la cosa che mi ha colpito di più è che mentre mi ponevo le mie domande, trovavo risposta nei silenzi alternati dei dialoghi.
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ancocco
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domenica 7 ottobre 2018
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finalmente un film profondo!
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Nell'assenza di eventi e scenografia ho trovato una profondità pazzesca! Spazio all'immaginazione e al dialogo, quest'ultimo ormai una cosa che non viviamo più nel nostro tempo a causa dei social e della tecnologia. Attori bravissimi hanno lasciato molti interrogativi in me e nei silenzi a volte trovavo le mie risposte. In questo film si impara a pesare anche i desideri e a. Capire che spesso per raggiungere un desiderio si nasconde il male e quindi forse sarebbe opportuno rifletterci di più ad ogni nostra mancanza nella vita. Complimenti a Genovese!
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vivi85
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giovedì 4 ottobre 2018
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sei disposto a convivere con te stesso?
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Il nucleo centrale del film prende le mosse da un tema (letterario ma non solo) antico ma sempre attuale: il patto col diavolo, ovvero il passo estremo che l’uomo è disposto a fare pur di soddisfare i propri desideri. Se nell’immaginario collettivo il diavolo è un grande affabulatore, in grado di ingannare con false lusinghe chi si rivolge a lui posticipando la riscossione di ciò che gli è dovuto (l’anima delle sue vittime), in questo caso chi può far avverare sogni e desideri è un Valerio Mastandrea dall’aria stanca e dimessa (un povero diavolo insomma), che mette subito i suoi interlocutori di fronte al prezzo delle loro ambizioni: spetta a loro decidere se accettare o meno.
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Il nucleo centrale del film prende le mosse da un tema (letterario ma non solo) antico ma sempre attuale: il patto col diavolo, ovvero il passo estremo che l’uomo è disposto a fare pur di soddisfare i propri desideri. Se nell’immaginario collettivo il diavolo è un grande affabulatore, in grado di ingannare con false lusinghe chi si rivolge a lui posticipando la riscossione di ciò che gli è dovuto (l’anima delle sue vittime), in questo caso chi può far avverare sogni e desideri è un Valerio Mastandrea dall’aria stanca e dimessa (un povero diavolo insomma), che mette subito i suoi interlocutori di fronte al prezzo delle loro ambizioni: spetta a loro decidere se accettare o meno. Per alcuni il prezzo è equo e accettano senza troppe difficoltà l’incarico assegnato mentre altri sono più combattuti.
Il compito del personaggio interpretato da Mastandrea non è tanto quello di avverare i desideri di chi gli si presenta davanti dunque, quanto di aiutarli a prendere coscienza della loro natura: sei disposto a pestare a sangue una persona pur di trovare dei soldi? Sei disposta a piazzare una bomba e fare una strage pur di riavere con te tuo marito? Sei disposto a sacrificare la vita di una bambina innocente pur di salvare quella di tuo figlio? E la domanda più importante di tutte: sei disposto a convivere per sempre con la tua scelta?
L’intera vicenda si svolge al The Place, bar o tavola calda che potrebbe trovarsi ovunque nel mondo, un non luogo, che conferisce uno stampo teatrale al film e un respiro universale alla vicenda narrata. Vediamo una miriade di personaggi entrare al The Place, ne seguiamo le vicende tramite i loro stessi resoconti, immaginiamo le loro vite sfiorarsi, intrecciarsi, talvolta con risvolti inaspettati, perché se l’uomo misterioso senza nome né identità sembra orchestrare i destini di tutti, mettendoli in relazione nei modi più disparati, in realtà concede sempre una scelta.
Non avendo visto la serie “The Booth at the End” a cui la pellicola si ispira, non entrerò nel merito della questione “remake vs. plagio”, tuttavia ritengo “The Place” uno dei film italiani più interessanti degli ultimi tempi.
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tizianapescia
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domenica 23 settembre 2018
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un film che smuove,letteralmente,le montagne.
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La Pellicola non è per tutti.Necessitano conoscenza teologica e immaginazione che come ricorda Einstein è più importante della conoscenza stessa. Coraggioso Genovesi a sfidare numeri ed ascolti per un tema mai così attuale.Questo film è l esempio di come certi personaggi vengano adoperati per trasmetterci messaggi vitali..E poco importa se possa essere una copia,magari c è chi della serie non ne era a conoscenza,e s è accostata a questo tema adesso con The Place..
Ringrazio il regista Genovesi,il film guardato per caso di recente su Sky, è piombato sulla mia strada al momento giusto.Ha contribuito ai pezzi mancanti alla mia evoluzione,trasmettendomi messaggi importanti.
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La Pellicola non è per tutti.Necessitano conoscenza teologica e immaginazione che come ricorda Einstein è più importante della conoscenza stessa. Coraggioso Genovesi a sfidare numeri ed ascolti per un tema mai così attuale.Questo film è l esempio di come certi personaggi vengano adoperati per trasmetterci messaggi vitali..E poco importa se possa essere una copia,magari c è chi della serie non ne era a conoscenza,e s è accostata a questo tema adesso con The Place..
Ringrazio il regista Genovesi,il film guardato per caso di recente su Sky, è piombato sulla mia strada al momento giusto.Ha contribuito ai pezzi mancanti alla mia evoluzione,trasmettendomi messaggi importanti.
Non penso lei sia solo un intermediario.Per esprimere ed esternare l essenziale,come ha fatto lei,in maniera magistrale,significa non far parte della massa..Parlare un altra lingua...che la maggioranza non tradurrà.
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angeloumana
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giovedì 20 settembre 2018
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umanità dolente
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Niente male questo film di Paolo Genovese, dato che lui è lo sceneggiatore lo ha ben pensato, deve avere qualche dote di psicologo o, comunque, buon osservatore dei comportamenti umani (Perfetti sconosciuti lo dimostrava). Guarda le azioni dei suoi personaggi, fa che agiscano apparentemente in modo libero alla ricerca di un risultato. Le loro azioni possono diventare violente o sconsiderate, tutto sta a quanto tengono al perseguimento dei loro interessi. The Place è un bar-caffetteria-ristorante, la tenutaria ne è Sabrina Ferilli, dolce, paziente e buona scrutatrice. Scruta moltissimo infatti Valerio Mastandrea nel ruolo di psicologo, consulente, indagatore, diavolo, motivatore, trafficante di anime, uno che forse realizza i sogni della gente, un santone: in tutti questi modi viene visto dalle persone che in The Place vengono a cercarlo e lo interpellano, lui sempre allo stesso tavolo, a volte stà consumando una breve colazione.
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Niente male questo film di Paolo Genovese, dato che lui è lo sceneggiatore lo ha ben pensato, deve avere qualche dote di psicologo o, comunque, buon osservatore dei comportamenti umani (Perfetti sconosciuti lo dimostrava). Guarda le azioni dei suoi personaggi, fa che agiscano apparentemente in modo libero alla ricerca di un risultato. Le loro azioni possono diventare violente o sconsiderate, tutto sta a quanto tengono al perseguimento dei loro interessi. The Place è un bar-caffetteria-ristorante, la tenutaria ne è Sabrina Ferilli, dolce, paziente e buona scrutatrice. Scruta moltissimo infatti Valerio Mastandrea nel ruolo di psicologo, consulente, indagatore, diavolo, motivatore, trafficante di anime, uno che forse realizza i sogni della gente, un santone: in tutti questi modi viene visto dalle persone che in The Place vengono a cercarlo e lo interpellano, lui sempre allo stesso tavolo, a volte stà consumando una breve colazione. Ognuno racconta il suo scopo, la sua speranza, qualcosa da ottenere e il “motivatore” dà ad ognuno dei compiti consultando un quaderno pieno di sue annotazioni; i compiti dovrebbero essere il mezzo perché le anime dolenti che a lui si rivolgono ottengano ciò che cercano, ma i compiti non sembrano entrarci nulla con gli scopi dei suoi “pazienti”, a volte si tratta di target strampalati. Non pagano la seduta costoro, questo consulente sembra stare al solito tavolo tutti i santi giorni per guarire un'umanità disperata.
Nel film Mia Madre di Nanni Moretti veniva detto, dal personaggio “regista” Margherita Buy, che “l'attore non si annulli nel suo personaggio, resti attore”: nel caso di Mastandrea in The Place attore e personaggio coincidono, poche parole, essenziale, asciutto, non particolarmente amichevole, nessuna insistenza nei compiti che assegna, mai indulge a sorrisi o toni accesi. Le persone che a lui si rivolgono sono libere di seguire le sue istruzioni e anche no, ma i compiti dati sono secondo il motivatore necessari se lo scopo è importante o vitale: “non affido incarichi impossibili a nessuno”. Chiede ad ognuno come si sente, se è contento di avere un obiettivo, dice che i loro pensieri sono le cose importanti, sembra che li aiuti a realizzare i propri sogni, sa leggere nei loro desideri.
In realtà – e questo potrebbe essere il senso di questo film-opera teatrale (la location è solo una) – questo “psicologo” mette ognuno di fronte a sé stesso, fa' riflettere il “paziente” su quanto il suo scopo è davvero importante o, ancora, fà scoprire ad ognuno il vero obiettivo: nei fatti, quando ci diamo delle motivazioni, ve n'è una vera e una buona. La buona è quella che diciamo pubblicamente, la vera è quella per cui davvero agiamo.
E' la scrutatrice-barista però che lo osserva a sua volta, con parole molto semplici mette lui di fronte a sé stesso. Sei infelice?, e lui non vuol rispondere, E' come chiedere l'età!dice. E lei ancora: Sei triste, tu mi incuriosisci, sembri stanco come se non dormissi da anni... non ti pesa questa cosa?... E' molto bello come ascolti le persone...tutte vanno via convinte(motivate)...tu realizzi i sogni della gente. Indaga sulla sua situazione familiare, se ha qualcuno. Dovermi occupare di qualcuno mi spaventa. E' affranto e stanco alla fine, quando la barista gli si siede accanto una sera dopo le pulizie del bar, è un uomo solo e i mali del mondo pesano. Pare quasi che due solitudini si uniscano. Film interessante, opera corale di tanti buoni attori sulla cresta dell'onda italiana.
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red
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venerdì 14 settembre 2018
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eh già
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L'Arte deve smuovere, emozionare, colpire, dare fastidio, far riflettere.
E questo film ci è riuscito. In svariate sfaccettature.
Se si riesce a smettere di obnubilarsi tramite giudizi del resto inutili, prendendo invece quello che il film ha da offrire, intoccati non si rimane, se non altro per lo sguardo asettico sul buio profondo che abbiamo dentro, tutti, e che arriva potente.
Finalmente che è cinema italiano, Genovese, Mastrandrea e Rohrwacher sono dei fuoriclasse indiscutibili.
E chissenefrega se è copiato, o immaginato, inventato, tradotto e bla bla bla.
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fabio
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martedì 26 giugno 2018
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delusione
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Il film delude sotto molti aspetti; i dialoghi sono banali, la tensione ed il ritmo sono blandi. Anche la prova d'attore scarseggia: Mastandrea insolitamente piatto, La Ferilli sempre uguale film dopo film, idem Giallini. Salverei solo Borghi, gli altri non pervenuti.
"Perfetti sconosciuti" mi aveva convinto di più, anche se è stato sopravvalutato. La sensazione è che l'autore abbia voluto sterzare verso un qualcosa di nuovo ma senza conoscere la materia. Un Uomo misterioso seduto al tavolo ascolta il tuo desiderio e ti assegna il compito per ottenerlo; a suo dire offre "possibilità". La scelta e la responsabilità restano totalmente in capo a te.
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Il film delude sotto molti aspetti; i dialoghi sono banali, la tensione ed il ritmo sono blandi. Anche la prova d'attore scarseggia: Mastandrea insolitamente piatto, La Ferilli sempre uguale film dopo film, idem Giallini. Salverei solo Borghi, gli altri non pervenuti.
"Perfetti sconosciuti" mi aveva convinto di più, anche se è stato sopravvalutato. La sensazione è che l'autore abbia voluto sterzare verso un qualcosa di nuovo ma senza conoscere la materia. Un Uomo misterioso seduto al tavolo ascolta il tuo desiderio e ti assegna il compito per ottenerlo; a suo dire offre "possibilità". La scelta e la responsabilità restano totalmente in capo a te. Il ruolo dell'Uomo sembra più che altro quello di mettere alla prova le persone: cosa sei disposto a fare per...? Devi guardarti dentro e scoprire chi sei veramente. E fino alla fine hai ancora la possibilità di rinunciare, di cambiare...
Tutto è chiaro fin dall'inizio: le nostre scelte, la nostra vita è strettamente collegata a quella degli altri; l'Uomo non ti assegna mai un compito impossibile anche se in apparenza certi desideri sembrano confliggere con quelli degli altri.
Genovese continua ad avere una visione bonariamente pessimistica dell'essere umano, ma non chiude totalmente la porta alla speranza.
Il finale è improbabile: le parti che si invertono e sarà la donna liberare L'Uomo dalla pena del suo compito?!?!
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sabato 31 marzo 2018
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peccato
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a che serve fare un film intelligente (anche se dopo ho letto che è stato "ispirato" da altro)se il finale lo fai così insulso?
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tullioibba
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lunedì 26 febbraio 2018
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l'essere vergine può aver fatto la differenza
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Presumibilmente favorito dal non aver visto la serie da cui trae spunto mi ha conquistato. Le quasi due ore sono volate, ho apprezzato il filo che collegava le vicende tra loro e ritengo che in parte ognuno possa dare una chiave di lettura al film. Ho letto critici che etichettavano la pelliccola come scontata e superficiale, non pensdo che la morale fosse solo chi non morde la mela sarà salvato....ho visto qualcosa in più.
ma magari non ho capito io. Lo consiglio
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