blualessandro
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lunedì 13 novembre 2017
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vorrei ma non posso.
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Sono uscito fortemente insoddisfatto dalla sala. QUesto film non convince per nulla, manca di ritmo, costringe Mastrandrea ad uno sforzo disumano ma, soprattutto, ha una sceneggiatura che fa acqua.
L'idea forse sarebbe potuta essere intrigante ma, nei fatti, il film in verità risulta palloso. Alcuni personaggi (Muccino ad esempio) recitano "stonati", la credibilità del rapporto fra alcuni (Giallini-Muccini) striide, la Ferilli completamente senza senso. Insomma secondo me è un film da bocciare.
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lunedì 13 novembre 2017
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senza parole
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Praticamente una volta visto volevo chiedere il rimborso ...ma dico?... a chiamarlo film ci vuole davvero tanta fantasia e coraggio il peggior film che ho visto....e non ero sola!!!...non so chi scrive il contrario ma vi garantisco che è un vero flop!!!...ina volta accese le luci in sala ci siamo guardati un pp tutti!!!!...poi ovviamente loro devono far credere il contrario!!!...MAI PIU!
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lunedì 13 novembre 2017
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la solita congrega di attori che si sono creati un monopolio
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film deludente con attori ormai spremuti tipo Sabrina Ferilli .Quando ci si chiede se esistono le lobby,per quanto riguarda il cinema italiano sicuramente si.Patetico anche l'accento romano di tutti gli attori sembrava di stare seduti al Bar dello Sport di Trastevere mancavano solo Totti e la Blasi con Mammuccari sotto la sapiente regia di Caressa!!!!
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giampituo
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lunedì 13 novembre 2017
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ci sediamo a un tavolo con noi stessi
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Ma perché fare un secondo film dopo un successo deve trovare tanti ostacoli da parte dei critici di mestiere o occasionali. Il film è godibile. Offre allo spettatore la possibilità di pensare. Di porsi delle domande. Di abbozzare una risposta. Chi è questo che se ne sta seduto tutta la giornata fino s notte a ricevere la gente è a fare patti con loro. E che patti poi. Chi sarà uno psicologo? Un demone? Un imbroglione di mago? Un mistificatore qualsiasi? Ma no! siamo solo noi a sederci davanti a un tavolo soli con noi stessi e a dover scegliere un comportamento da attuare.
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Ma perché fare un secondo film dopo un successo deve trovare tanti ostacoli da parte dei critici di mestiere o occasionali. Il film è godibile. Offre allo spettatore la possibilità di pensare. Di porsi delle domande. Di abbozzare una risposta. Chi è questo che se ne sta seduto tutta la giornata fino s notte a ricevere la gente è a fare patti con loro. E che patti poi. Chi sarà uno psicologo? Un demone? Un imbroglione di mago? Un mistificatore qualsiasi? Ma no! siamo solo noi a sederci davanti a un tavolo soli con noi stessi e a dover scegliere un comportamento da attuare. Insomma siamo noi con la nostra volontà di esseri umani o con il libero arbitrio della Fede (per chi ce l’ha) a decidere la nostra vita. Ancora un bravo al regista e a tutti gli attori che hanno lavorato degnamente.
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francescacorallo
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lunedì 13 novembre 2017
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il posto banale del male
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Un personaggio misterioso, freddo e pacato, riceve con distaccata professionalità, al tavolino di un bar senza troppe pretese, una serie variegata di personaggi ognuno con il proprio desiderio da esaudire... Ridicolo, banale o drammaticamente umano... Ed è appunto l'umanità al centro del film e fino a quanto siamo disposti a rinunciarci pur di ottenere ciò che vogliamo... Bravo il protagonista Mastrandrea, quasi sempre in scena che con un'espressione degli occhi riesce a rendere a sprazzi la sofferenza di un uomo, forse appesantito anche lui da un compito ingrato: offrire alla sua variegata "clientela" un'opportunità pagata al prezzo della propria anima... Emozionante il momento dell'incontro con il padre che ha ricevuto il "miracolo" anche se clamorosamente "inadempiente".
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Un personaggio misterioso, freddo e pacato, riceve con distaccata professionalità, al tavolino di un bar senza troppe pretese, una serie variegata di personaggi ognuno con il proprio desiderio da esaudire... Ridicolo, banale o drammaticamente umano... Ed è appunto l'umanità al centro del film e fino a quanto siamo disposti a rinunciarci pur di ottenere ciò che vogliamo... Bravo il protagonista Mastrandrea, quasi sempre in scena che con un'espressione degli occhi riesce a rendere a sprazzi la sofferenza di un uomo, forse appesantito anche lui da un compito ingrato: offrire alla sua variegata "clientela" un'opportunità pagata al prezzo della propria anima... Emozionante il momento dell'incontro con il padre che ha ricevuto il "miracolo" anche se clamorosamente "inadempiente"... Negli occhi dell'impassibile funzionario del male, traspare il consapevole riconoscimento di un potere superiore che non accetta contratti... Un film teatrale, basato sulle prove dei validi attori, che costringe a domandarci quale sia il prezzo per ognuno di noi e come il libero arbitrio ci renda veramente umani.
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(di palamit0)
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stefano73
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lunedì 13 novembre 2017
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viaggio nella suscettibilità umana
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Anche se è un film negativo va giudicato positivamente perché riesce a non annoiare anzi mantiene l'attenzione viva sui dialoghi per tutta la durata. Si svolge tutto su di un piccolo tavolino di un bar attorno ad una cerchia di attori davvero bravi. L'argomento gira attorno alla suscettibilità delle persone che si fanno incantare dallo "stregone" Valerio Mastrandrea e sembra farsi gioco della stupidità delle persone. Davvero ben costruito attorno ai dialoghi, alle espressioni e alla capacità di immaginare le situazioni che si creano nella vita delle persone coinvolte. Nella vita del protagonista invece rimane saldamente il mistero.
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andreaerre
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lunedì 13 novembre 2017
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irritante tentativo di imitazione malriuscito..
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Film pretenzioso ed irritante.
Nella descrizione iniziale si legge: "tratto liberamente da.." ma poi scopri che tornando a casa e vedendo la serie originale "The Booth and the End" (presente e visibile attualmente su Netflix la prima stagione) il "regista" (virgolette in questo caso d'obbligo) abbia scelto di imitare passo passo la stesura originale compreso almeno l'80% dei dialoghi, per lunghi tratti incredibilmente identici.
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Film pretenzioso ed irritante.
Nella descrizione iniziale si legge: "tratto liberamente da.." ma poi scopri che tornando a casa e vedendo la serie originale "The Booth and the End" (presente e visibile attualmente su Netflix la prima stagione) il "regista" (virgolette in questo caso d'obbligo) abbia scelto di imitare passo passo la stesura originale compreso almeno l'80% dei dialoghi, per lunghi tratti incredibilmente identici.
A parer mio imitazione mal riuscita, decontestualizzata, il soggetto originale era interessante, particolare, ben descritto, costruito e sorretto da dialoghi pertinenti mentre nella versione italianizzata tutto viene banalizzato in modo irritante, dialoghi privi di trasporto emotivo ma soprattutto musiche dal tenore che vanno dal melenso all'inverecondo, per non parlare di attori come il redivivo Muccino e Papaleo davvero poco credibili o del sempre più bofonchiante e monocorda Giallini..
In sostanza consiglio di vedere la serie originale da cui questa brutta copia è stata purtroppo realizzata e spendere questi 9,50 euro in altro modo più costruttivo.
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genoa1952
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lunedì 13 novembre 2017
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copia e incolla
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il film e' originale, ben recitato, un'atmosfera di mistero, quindi sarebbe da 4 stelle per me, peccato che e' una copia smaccata della serie tv che viene brevemente indicata nei titoli, stessi personaggi, tranne uno, stesse situazioni e , soprattutto, stessi dialoghi con stesse parole, in larga parte. Solo il finale e' diverso, e forse, piu' intrigante dell'originale.
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no_data
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lunedì 13 novembre 2017
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una sfida
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PRETENZIOSO e intrigante il film di Genovese Il regista ha avuto coraggio nel realizzare un film in cui le storie i personaggi non sono reali ma rappresentano un’Idea Il personaggio di Valerio Mastandrea impersona la Coscienza la coscienza di ogni uomo che con essa si relaziona in un dialogo privato Ogni essere umano ha i suoi desideri da realizzare ma a volte per realizzare tali desideri è necessario compiere un’azione malvagia Così ognuno di noi mette in scena il proprio Libero arbitro e decide nel segreto della sua coscienza se compiere tale azione o rinunciare al proprio desiderio per non commettere peccato mortale
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PRETENZIOSO e intrigante il film di Genovese Il regista ha avuto coraggio nel realizzare un film in cui le storie i personaggi non sono reali ma rappresentano un’Idea Il personaggio di Valerio Mastandrea impersona la Coscienza la coscienza di ogni uomo che con essa si relaziona in un dialogo privato Ogni essere umano ha i suoi desideri da realizzare ma a volte per realizzare tali desideri è necessario compiere un’azione malvagia Così ognuno di noi mette in scena il proprio Libero arbitro e decide nel segreto della sua coscienza se compiere tale azione o rinunciare al proprio desiderio per non commettere peccato mortale
È necessario scegliere da che parte stare dalla parte del Bene o da quella del Male nell’intuizione che per una Legge cosmica se staremo dalla parte del Bene il Bene ci accadrà se ci schiereremo nell ‘esercito del Male il Male ci tornerà.
Ed ancora: tutti i personaggi che appaiono sulla scena sembrano essere legati da un fil rouge perché pare suggerirci il regista noi non siamo “monadi “ ma tutte molecole di uno stesso mare.Dunque prendiamo consapevolezza che solo nostra è la responsabilità dei nostri atti e poniamo attenzione alle scelte che facciamo perché le conseguenze di ogni scelta di ognuno ricadrà sugli altri.
Genovese ha il potere di metterci di fronte alla nostra coscienza In questo film il regista ha trattato gli stessi argomenti del suo precedente film Perfetti sconosciuti con la differenza che qui non so quanto volutamente non ha annebbiato la coscienza spalmandoci sopra miele di ironia ma costringendo lo spettatore a guardare nello specchio della propria anima Nella maggior parte dei casi questo è un atto doloroso che richiede coraggio ed è comprensibile che non tutti siamo disposti a compiere questo passo ;immagino che da qui scaturiscano commenti negativi sul film ELENA
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kimkiduk
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domenica 12 novembre 2017
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mah
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Non penso basti un cast con dieci nomi da Multisala ed una storia accattivante per fare un buon film. Non serve ideare un personaggio forse simile a Faust per fare cinema. Come spesso succede in Italia si parte ma si arriva poco lontano. Forse perchè come ho detto i nostri "grandi attori" sono da Multisala e non da cinema inteso come arte (Muccino, Giallini e la Ferilli direi inguardabili, Mastandrea mono espressione, la Rohrwacher soltanto passabile).
Evitiamo di criticare la storia impossibile e diamo al cinema la giustificazione della fantasia e dell'ironia; quindi evito di dire come fa uno a vivere in un bar di altri senza mai uscire o giustificare una strage o l'uccisione di una bambina (licenza cinematografica), ma intrecciare tutte le storie in modo a dir poco noioso e farraginoso al solo scopo di far capire che tutti possono fare tutto se ritenuto utile compreso una strage o far capire che il bene vince sempre ed il male spesso no, mi sembra un pò riduttivo e soprattutto rappresentato malissimo.
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Non penso basti un cast con dieci nomi da Multisala ed una storia accattivante per fare un buon film. Non serve ideare un personaggio forse simile a Faust per fare cinema. Come spesso succede in Italia si parte ma si arriva poco lontano. Forse perchè come ho detto i nostri "grandi attori" sono da Multisala e non da cinema inteso come arte (Muccino, Giallini e la Ferilli direi inguardabili, Mastandrea mono espressione, la Rohrwacher soltanto passabile).
Evitiamo di criticare la storia impossibile e diamo al cinema la giustificazione della fantasia e dell'ironia; quindi evito di dire come fa uno a vivere in un bar di altri senza mai uscire o giustificare una strage o l'uccisione di una bambina (licenza cinematografica), ma intrecciare tutte le storie in modo a dir poco noioso e farraginoso al solo scopo di far capire che tutti possono fare tutto se ritenuto utile compreso una strage o far capire che il bene vince sempre ed il male spesso no, mi sembra un pò riduttivo e soprattutto rappresentato malissimo. Forse Genovese si sentiva forte dopo il successo di Perfetti Sconosciuti ed ha peccato o di presunzione od ha esagerato, ma per me ha fallito.
Film addirittura noioso.
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