Titolo originale | O gios tis Sofias |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Grecia, Bulgaria, Francia |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Elina Psikou |
Attori | Victor Khomut, Valery Tscheplanowa, Thanasis Papageorgiou, Artemios Havalits, Areti Seidaridou Ivonni Maltezou, Maria Filini, Marinos Veslemes, Christos Stergioglou, Kyriakos Hatzimihailidis. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 novembre 2020
Arrivato in Grecia dalla Russia, Misha, 12 anni, scoprirà una situazione che non si aspettava.
CONSIGLIATO SÌ
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2004. Il decenne Misha arriva ad Atene in pieno clima di Olimpiadi per raggiungere, dopo due anni di separazione, la madre che, dopo la morte del padre, è andata a cercare lavoro in Grecia. La donna lo informa che andranno a vivere presso l’abitazione di un anziano signore di cui lei è la badante. Misha non tarderà molto a scoprire che in realtà i due sono sposati e che l’uomo è molto rigido nelle sue pretese, in particolare sul fatto che il bambino impari rapidamente la lingua greca.
Elina Pyskou con questo suo film pluripremiato non intende porsi dei limiti nell’affrontare un tema che di per sé sarebbe già più che visitato: quello cioè dello spaesamento causato dal cambio di cultura e della improvvisa costrizione a una crescita accelerata a causa delle difficoltà impreviste da affrontare.
Perché Misha non reincontra solo, e in maniera piuttosto fredda, una madre che non vede da due anni ma è costretto a scoprire aspetti non graditi di quella che si annuncia come la sua vita futura. A ciò si aggiunge il contesto sociale in cui viene inserita la vicenda individuale (cioè le Olimpiadi nel luogo in cui nacquero).
Come se non bastasse del vecchio militare scopriamo non solo le rigidità e le nostalgie politiche ma anche il fatto che conducesse nel passato un programma televisivo in cui interpretava tutti i personaggi delle favole e che abbia conservato tutto quanto concerneva il programma stesso. La nota in parte stonata è fornita dal rapporto con un ambiguo adolescente che sembrerebbe anche, si spera non volutamente, adombrare un improprio legame tra omosessualità e pedofilia. C’è poi il piano onirico, favorito anche dal lavoro materno in una fabbrica di peluches di varie dimensioni, per cui Misha si sente a suo agio nel pensarsi come un enorme orso che incontra nell’appartamento animali insoliti.
In una intervista recuperabile in rete la quarantenne regista Elina Psykou rende espliciti alcuni passaggi di questo piccolo suo film che possiede una sua spiccata personalità, però non scevra da una certa ambiguità di assunti come si proverà a verificare. Il cinema greco di questi anni sembra dovere necessariamente riaffermare, con i toni forti di una sua esplicita spietata e iperbolica messa in scena, [...] Vai alla recensione »