mariaf.
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venerdì 12 maggio 2017
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evviva i buoni film!
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E’ difficile esprimere un’opinione su questo film, il vederlo mi ha talmente preso che non saprei da dove iniziare.
L’argomento è allo stesso tempo delicato e complesso, tutti i personaggi ricoprono un ruolo da protagonisti a prescindere dalla quantità delle battute. Proverò nel mio piccolo a riferire, descrivere quello che mi ha lasciato, e chiaramente ciò che proverò a riferire è solo una parte infinitesimale di sentimenti ed emozioni che la sua visione ha prodotto.
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E’ difficile esprimere un’opinione su questo film, il vederlo mi ha talmente preso che non saprei da dove iniziare.
L’argomento è allo stesso tempo delicato e complesso, tutti i personaggi ricoprono un ruolo da protagonisti a prescindere dalla quantità delle battute. Proverò nel mio piccolo a riferire, descrivere quello che mi ha lasciato, e chiaramente ciò che proverò a riferire è solo una parte infinitesimale di sentimenti ed emozioni che la sua visione ha prodotto.
Cosa si nasconde nell’angolo più recondito della nostra mente, del nostro cuore?:
Il bisogno indiscusso di essere amati anzi più semplicemente di essere voluti bene!
La mancanza di tenerezza può segnare un’esistenza, e a volte proprio per quest’assenza di affetto la vita è sconvolta, così, continuiamo all’infinito a proporci bambini per bissare quel percorso.
Succede che per “non” aver vissuto quella fase, che ci avrebbe dovuto fare incamerare a più non posso amore e ci avrebbe dovuto indiscutibilmente fortificare, non abbiamo sviluppato le ali per librarci e potere spiccare il volo, quel salto di qualità che rende liberi e autonomi.
Molti hanno la necessità vitale di sentirsi scelti, come figli, come nipoti, come amici, questa è la condizione irrinunciabile per sentirsi non esclusi da un mondo di amore.
Il consenso è il requisito per andare avanti, perché nella vita “ tutto quello che facciamo, è una scusa per farci volere bene” dice Fabio.
Fabio nonostante abbia un lavoro di responsabilità e una moglie e due figli in grado di potere soddisfare il suo bisogno di attenzioni, gioca ancora da solo con aeroplani telecomandati e si commuove riconoscendo in un mercatino un vecchio camion giocattolo che lui aveva posseduto da piccolo.
Lorenzo, figura centrale del film, vecchio volpone, avvocato presso il tribunale di Napoli conosciuto per cause vinte con raggiri, assapora anche lui, dopo un infarto, cosa vuole dire la solitudine pur avendo due figli grandi che avrebbero ancora bisogno di un padre. Lui però non riesce a stabilire un rapporto vero con persone adulte, forse perché sarebbe costretto ad ammettere troppe mancanze dovute al suo narcisismo e al suo comportamento truffaldino?
Si lascia andare solo con il nipotino, un interlocutore amorevole ma per la giovane età non in grado di stanarlo.
Lorenzo alla fine consegna se stesso alla figlia che non ha mai abbandonato l’idea di recuperare l’affetto del vecchio azzeccagarbugli che stremato si farà condurre a nuova vita.
Gli attori sono stati tutti convincenti e la performance di ognuno è stata di grande livello. Ringrazio questo cast dal quale non mi aspettavo di meno.
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mario.scazzosi
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martedì 25 aprile 2017
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cinema d'autore profondo e commovente
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Lezione di cinema, di dialoghi, di luci, di atmosfere e di recitazione; bello e riuscito questo film, grazie anche all'interpretazione magistrale di Carpinteri che riesce a stare sul filo dell'equilibrio fra espressione, movenze, scatti repressi, arroganza, tenerezza sconosciuta e tutto ciò che poteva stare nella rappresentazione del personaggio. Grande cinema, da godere, credo a basso costo, senza effetti, pura regia, scena, luci, recitazione. Anche la musica è di sfondo, delicata ma secondaria, per non togliere spazio alla rappresentazione e influenzare la percezione delle scene e dei sentimenti. Grande cinema Italiano, come sempre complesso, commovente ma riuscito.
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pintaz
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sabato 29 aprile 2017
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il rammarico
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Non mi dilungherò sulla trama dell'ultima opera di Gianni Amelio in quanto penso che lo stato d'animo che prova lo spettatore al termine della pellicola sia molto più importante.
Volutamente girato a Napoli che fa da coltraltare a gioia, spensieratezza e umanità alla tragedia che si realizza lentamente e si va a consumare.
Lorenzo, interpretato da una prossima statuetta Renato Carpentieri, avvocato brusco e burbero rifiuta l'affetto dei figli Saverio (Arturo Muselli) ed Elena (Giovanna Mezzogiorno) incolpando soprattutto quest'ultima della morte della moglie causata dalla rivelazione su una relazione extra-coniugale. Nell'appartamento di fronte si trovano Fabio (Elio Germano) e Michela (Micaela Ramazzotti) trasferiti da poco con i loro due figli piccoli.
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Non mi dilungherò sulla trama dell'ultima opera di Gianni Amelio in quanto penso che lo stato d'animo che prova lo spettatore al termine della pellicola sia molto più importante.
Volutamente girato a Napoli che fa da coltraltare a gioia, spensieratezza e umanità alla tragedia che si realizza lentamente e si va a consumare.
Lorenzo, interpretato da una prossima statuetta Renato Carpentieri, avvocato brusco e burbero rifiuta l'affetto dei figli Saverio (Arturo Muselli) ed Elena (Giovanna Mezzogiorno) incolpando soprattutto quest'ultima della morte della moglie causata dalla rivelazione su una relazione extra-coniugale. Nell'appartamento di fronte si trovano Fabio (Elio Germano) e Michela (Micaela Ramazzotti) trasferiti da poco con i loro due figli piccoli. Una tragedia sconvolgerà e cambierà la vita di ognuno.
Il regista gira un capolavoro! Toglie e mette a tutti gli attori; da segnalare l'interpretazione di Greta Scacchi, madre di Fabio, che in un flashback di emozioni passa dalla tristezza a una insolente ilarità. La sincerità fortemente irrequieta e talvolta insofferente di Lorenzo lo porta a mettere noi tutti davanti a uno specchio dell'anima, oltre che della memoria, per farci rispecchiare nella nostra più intima sgradevolezza e nella nostra totale incapacità di amare fino in fondo e sopra ogni cosa nascondendo anche il coraggio dell'ammissione. La bellezza immensa dei personaggi, i dialoghi straripanti di verità, alle volte disarmanti, ci mettono di fronte alle aspettative non rispettate fin dall'età della fanciullezza. E' molto più semplice parlare agli sconosciuti proprio perchè privi di conoscenza dello stato interiore e ammettere di "non aver mai amato la propria donna" piuttosto che "non aver nulla da dire ai propri bambini", provando, al massimo, solo una timida vergogna.
E' un film sul rammarico.
L'aggressione in cui Germano prende di mira un extracomunitario fa da coltraltare, dopo il pentimento, all'umanità con cui ricerca spasmodicamente il ragazzo di colore guardandolo solo negli occhi senza dire una parola ma facendo capire il conflitto all'interno del personaggio. Si passa in maniera quasi irrazionale a una mortificante pulsione di sentimenti all'interno di ogni protagonista. Da segnalare gli occhi mefistofelici di Elio Germano nella scena all'interno del cantiere navale piuttosto che dentro il negozio quando abbraccia il modellino ricordando un passato di bimbo mai goduto appieno. La Ramazzotti solare. Ingenua, porta lo spettatore oltre l'ostacolo; non possiamo non amarla per quello che rappresenta ai nostri occhi. Si immola strappando un sorriso a Carpentieri facendo leva su una famiglia che non deve essere necessariamente quella anagrafica. Infine Giovanna Mezzogiorno. Ultima ma non certamente l'ultima. Gli occhi, le guance, il sopracciglio: una mimica facciale da considerarla una delle più grandi attrici di sempre.
Un film delicato, sublime che ci fa capire il pensiero di ognuno andando oltre a quello che ogni personaggio dice realmente. Tanto vero perchè corre su quel binario doloroso di verità unito al desiderio di amore per quello che realmente rappresentiamo. La commozione si insinua forte quando Lorenzo afferma che "ai bambini si può dire tutto"; peccato che a molti adulti, quando erano bambini, non è mai stato detto nient'altro che ciò che dovevano diventare e ciò, invece, che non avrebbero mai potuto essere.
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guidodino
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mercoledì 3 maggio 2017
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bella storia buttata via
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Alla fine ho provato perfino irritazione di fronte a bravi attori, bella location e bella storia ma a un pessimo risultato complessivo; come dire: buttare via un'opportunità filmica interessante e i sentimenti di una storia complessa, probabilmente fidandosi solo della propria storia registica e di generosi aiuti al cinema da parte di MIBACT e sponsor vari.
Un film mal sviluppato e male esposto, con momenti di drammatico e ruscito realismo alternati ad altri improbabili e mistificanti, col risultato di quasi annullare e i primi.
Ho fatto un sogno: chissà come lo stesso soggetto, la sceneggiatura e la regia sarebbero stati proposti da un grande come Ken Loach, con tutto il rispetto dovuto ad "un altro" Amelio.
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uppercut
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mercoledì 14 giugno 2017
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finalmente un film peripatetico!
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Oh, era da tempo che lo cercavo: un bel film peripatetico! non so come mai ci abbiano messo tanto a farlo, data la pressante richiesta collettiva... Finalmente una sceneggiatura magnifica dove per 100 minuti non succede niente e in tre minuti, circa a metà, scopriamo che è successo il finimondo. Perché? Ci risponde un magnifico, verbosissimo spieghino dove, come in una sceneggiatura peripatetica degna di questo nome deve avvenire, è la madre a rivelarci: "Non mi ricordo niente di mio figlio... non so perché, mi ricordo giusto di quella volta che confessò di aver buttato dal burrone l'amichetto...!". I dialoghi sono effettivamente peripatetici dall'inzio alla fine, belli letterari come il miglior cinema peripatetico impone.
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Oh, era da tempo che lo cercavo: un bel film peripatetico! non so come mai ci abbiano messo tanto a farlo, data la pressante richiesta collettiva... Finalmente una sceneggiatura magnifica dove per 100 minuti non succede niente e in tre minuti, circa a metà, scopriamo che è successo il finimondo. Perché? Ci risponde un magnifico, verbosissimo spieghino dove, come in una sceneggiatura peripatetica degna di questo nome deve avvenire, è la madre a rivelarci: "Non mi ricordo niente di mio figlio... non so perché, mi ricordo giusto di quella volta che confessò di aver buttato dal burrone l'amichetto...!". I dialoghi sono effettivamente peripatetici dall'inzio alla fine, belli letterari come il miglior cinema peripatetico impone. Parole, non fatti: chissà ad Hollywood come ce lo invidieranno il nostro cinema peripatetico! Speriamo ne seguano tanti altri di film così: le pagine di un libro appiccicate sulle spalle di bravi attori e via andare! Tenerissimamente, of corse.
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jackbeauregard
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giovedì 27 aprile 2017
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minestrone abbastanza insipido
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Troppi personaggi, poco più che abbozzati. Troppo parlato e poco approfondito.
Questi sono i difetti principali di un film che non riesce a sfruttare l'ambientazione (Napoli resta solo una cornice sullo sfondo che non interagisce mai coi protagonisti), mette troppa carne al fuoco (senza dare il tempo di metabolizzarla), passando da un personaggio all'altro, da un dramma all'altro in pochi minuti di racconto, quasi sempre parlato e poco supportato dalle immagini, un bignami di emozioni solo riferite e poco vissute, incapaci di scuotere nel profondo lo spettatore.
Clint Eastwood diceva che se hai una buona storia, un buon cast di attori e dei bravi tecnici, ci devi mettere del tuo (come regista) per non riuscire a fare un buon film.
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Troppi personaggi, poco più che abbozzati. Troppo parlato e poco approfondito.
Questi sono i difetti principali di un film che non riesce a sfruttare l'ambientazione (Napoli resta solo una cornice sullo sfondo che non interagisce mai coi protagonisti), mette troppa carne al fuoco (senza dare il tempo di metabolizzarla), passando da un personaggio all'altro, da un dramma all'altro in pochi minuti di racconto, quasi sempre parlato e poco supportato dalle immagini, un bignami di emozioni solo riferite e poco vissute, incapaci di scuotere nel profondo lo spettatore.
Clint Eastwood diceva che se hai una buona storia, un buon cast di attori e dei bravi tecnici, ci devi mettere del tuo (come regista) per non riuscire a fare un buon film. Ecco credo che Amelio ci abbia messo parecchio del suo, perchè con alcuni dei più bravi attori italiani a disposizione e con una storia che avrebbe avuto bisogno di un maggior respiro e/o di soluzioni registiche all'altezza (anche a livello di script), è riuscito a fare solo un compitino abbastanza insipido.
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[+] È proprio così!
(di ilconformista)
[ - ] È proprio così!
[+] meglio clint al suo peggio che amelio al suo megli
(di biagiodimonluc)
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cardclau
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martedì 2 maggio 2017
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come i sogni ma siamo sull'orlo di un incubo
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I film sono come i sogni. Non vanno letti come una storia coerente, ma come pezzetti che vanno presi singolarmente. Vediamo l'ultimo film di Gianni Amelio, la tenerezza. Intanto il titolo, la tenerezza, che è un sentimento particolarmente complesso ed estremamente vitale. Cimentarsi con essa può essere impresa formidabile, può bastare uno sguardo, ma forse non è sufficiente la mano del protegonista che cerca alla fine, in modo che non si comprende, di accarezzare la figlia. Difficoltà generazionali fra padre e figli, ma da dove partono? Il protagonista si affeziona ad una coppia di giovani, sposati con due figli, ed uno si illude per una storia semplice, edificante, effettivamente tenera.
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I film sono come i sogni. Non vanno letti come una storia coerente, ma come pezzetti che vanno presi singolarmente. Vediamo l'ultimo film di Gianni Amelio, la tenerezza. Intanto il titolo, la tenerezza, che è un sentimento particolarmente complesso ed estremamente vitale. Cimentarsi con essa può essere impresa formidabile, può bastare uno sguardo, ma forse non è sufficiente la mano del protegonista che cerca alla fine, in modo che non si comprende, di accarezzare la figlia. Difficoltà generazionali fra padre e figli, ma da dove partono? Il protagonista si affeziona ad una coppia di giovani, sposati con due figli, ed uno si illude per una storia semplice, edificante, effettivamente tenera. Per poi scoprire che sono entrambi sghiandati (giustamente più il maschio, ma lascio agli spettatori di scoprire il come ed il perché). Mi chiedo, è mai possibile che noi italiani, piuttosto spesso, abbiamo bisogno di storie trucide, estremamente complicate, e non possiamo nella semplicità esprimerci? La pantomima durante il coma appare particolarmente improbabile, perfino fastidiosa, ma sono stato graziato col decesso. Ma non tutto è problematico, mi è piaciuto molto il vecchio avvocato, sapiente nella recitazione, ricco di battute di quella visione del mondo propria di Napoli che lo rede impagabile e che mi ha donato, numerose volte, delle fresche e allegre risate.
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