fabiofeli
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mercoledì 3 maggio 2017
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la felicità è il luogo dove si ritorna
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Lorenzo (Renato Carpentieri) è un avvocato70enne che vive a Napoli in un grande appartamento al quinto piano di un palazzo gentilizio. Ha appena avuto un infarto ed è in ospedale, ma non esita a staccare la flebo per tornare a casa. Sua moglie è morta; non l’amava ed aveva una relazione con un’altra donna. Lorenzo schiva i figli: Saverio (Arturo Muselli) si arrangia come può e cerca sempre denaro; la figlia (Giovanna Mezzogiorno) fa l’interprete in tribunale con la sua preziosa conoscenza della lingua araba e con doti psicologiche non richieste; con lei il padre non parla più; non le perdona di aver rivelato alla madre la sua relazione, ma la verità è un’altra.
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Lorenzo (Renato Carpentieri) è un avvocato70enne che vive a Napoli in un grande appartamento al quinto piano di un palazzo gentilizio. Ha appena avuto un infarto ed è in ospedale, ma non esita a staccare la flebo per tornare a casa. Sua moglie è morta; non l’amava ed aveva una relazione con un’altra donna. Lorenzo schiva i figli: Saverio (Arturo Muselli) si arrangia come può e cerca sempre denaro; la figlia (Giovanna Mezzogiorno) fa l’interprete in tribunale con la sua preziosa conoscenza della lingua araba e con doti psicologiche non richieste; con lei il padre non parla più; non le perdona di aver rivelato alla madre la sua relazione, ma la verità è un’altra. Lorenzo non vuole essere compatito, né sorvegliato sulla salute – fuma come una ciminiera! -; per lui è meglio morire piuttosto che essere custodito da una collaboratrice familiare, una di quelle persone che con malcelato disprezzo vengono chiamate “badanti”, un termine offensivo anche per il “badato”; ama la sua autonomia, anche se scalare cinque piani col pieno di acqua minerale è micidiale per un infartuato. Una vicina sbadata, Michela (Micaela Ramazzotti), che perde sempre le chiavi di casa, fa breccia nella sua vita da orso, che si concede solo fuggevoli sorrisi a un bimbo che a sua volta gli sorride sulla funicolare o tentativi infruttuosi di sodalizio con il nipote, “rubato” alla scuola prima del doposcuola. Michela e la sua famiglia, composta da Fabio (Elio Germano) e due figli piccoli, sono sradicati per via del lavoro del marito ingegnere, costretto a trasferirsi spesso come accade ai carabinieri. Cresce un rapporto non solo formale ma anche affettivo: Lorenzo prepara per loro un sartù, uno dei must della cucina napoletana, ma la tragedia è in agguato …
Gianni Amelio confeziona uno dei suoi più bei film, forse il più bello, con la complicità dello sceneggiatore Taraglio; lascia parlare le immagini più delle parole, seguendo la regola delle “sottrazioni” di Eduardo. Ritrova uno straordinario attore, Renato Carpentieri, cinque lustri dopo Porte aperte nel quale recitava assieme a Gian Maria Volonté, e lo sceglie come “alter ego”. E cosa dire di Elio Germano tra scatti furiosi e pentimenti o di Giovanna Mezzogiorno, figlia d’arte, o della dolcissima Ramazzotti, e giù giù fino all’ultimo attore di contorno? E Napoli è mille colori, ma anche luci ed ombre, bianco e nero, tra umanità affollata e disumanità di pericolosi motorini e skateboard, tra disordine e perfetto allineamento fotografico minimalista di interni di moderni ospedali o palazzi acciaio e vetro. La voglia di tenerezza, acuta in un uomo di 70 anni ma altrettanto cocente in ogni età, non è una manifestazione di debolezza ma di forza. Ci si sente vicini, ci si riconosce nell’uomo che fa il bilancio della sua vita, un uomo né perfido né santo, che ama più i nipoti dei figli smarriti nel corso della vita. Il posto delle fragole è una carezza ad una mano. Un film da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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mauriziomeres
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sabato 6 maggio 2017
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autentica realtà
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Film strutturalmente perfetto,tutto girato in presa diretta,con i suoni della vita come colonna sonora,attraverso una magistrale recitazione di tutti gli attori,dialogato con estrema efficacia e nei tempi teatralmente costanti ed espressivamente reale,i tagli scena perfetti che non si soffermano sulla staticità del periodo ma lasciano allo spettatore l'interpretazione di ciò che ognuno di noi vuole vedere,il tutto incastonato in una cornice di una Napoli,vera,reale,autentica non violenta ma passiva allo scorrere della vita,bellissimi sono alcuni scorci dei vicoli che scenograficamente parlando danno l'autenticità a tutta la sceneggiatura del film.
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Film strutturalmente perfetto,tutto girato in presa diretta,con i suoni della vita come colonna sonora,attraverso una magistrale recitazione di tutti gli attori,dialogato con estrema efficacia e nei tempi teatralmente costanti ed espressivamente reale,i tagli scena perfetti che non si soffermano sulla staticità del periodo ma lasciano allo spettatore l'interpretazione di ciò che ognuno di noi vuole vedere,il tutto incastonato in una cornice di una Napoli,vera,reale,autentica non violenta ma passiva allo scorrere della vita,bellissimi sono alcuni scorci dei vicoli che scenograficamente parlando danno l'autenticità a tutta la sceneggiatura del film.
Il racconto e di una realtà vera che purtroppo viviamo tutti i giorni,in qualsiasi angolo della terra,problematiche adolescenziali che si ripercuotono nella vita di ognuno,la debolezza e il rifiuto nel capire gli altri,tutti i drammi di una incomunicabilità sociale con tragedie che spesso potrebbero essere evitate.
Il fulcro principale del film e la vita di un avvocato in pensione che ormai anziano e malato,e soprattutto solo con due figli che rifiuta di capire,riscopre il valore della vita dando tutto se stesso ma soprattutto ciò che non è mai stato,attraverso l'affetto ad una famiglia vicina di casa,e diventando partecipe alla loro tragedia che per certi versi diventa annunciata.
Un neorealismo attuale che può diventare statico alla visione del film in quanto la quotidianità dei fatti spesso spinge la gente all'indifferenza sociale,ma questo è quello che accade purtroppo spesso,e il bravissimo e sensibilissimo Amelio come suo solito riporta con una grandissima umanità,fatti di assoluta realtà è entrando dentro i personaggi nel più profondo intimo.
Film sicuramente crudo e severo,ma da vedere senza nasconderci da facili sentimentalismi e ipocriti giudizi senza senso,ricordandoci che aiutare è uno dei primi doveri civici della vita.
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rosso malpelo
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sabato 6 maggio 2017
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accarezzati dall'idea
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Dal titolo ingannatore, la Tenerezza, vista da Gianni Amelio, in questo cupo mondo di sentimenti buoni inevitabilmente falliti, al macero da tempo nelle anime dei protagonisti, non esiste, e la si cerca, per disperazione, senza saperne neanche il nome: solo tradimenti, rabbia senza scopo e senza perdono. Due famiglie, una molto vecchia l'altra molto giovane, accomunate dalla incapacità di amarsi, ma salde nel farsi del male, sullo sfondo di una Napoli stracciata cadente e faticosa, si specchiano nel sorriso, unico in tutto il film , della mamma Michela , giovane,ma un pò svitata. La tragedia senza senso,che rimarrà scolpita nelle menti dello spettatore, compiuta dal giovane padre ossessionato da problemi parapsichiatrici, si matura con angoscia e senso di smarrimento generale lasciando una domanda: ma perchè? Perchè noi dobbiamo andare al cinema accarezzati dall'idea di riflettere su di un sentimento raro, e prezioso, per doverne sorbire invece tutta la amara perdita e assenza nelle incapaci personalità di questi filosofici personaggi? La grande bravura e convinzione degli attori, di un Lorenzo Carpentieri,patriarca poco onorevole e avvezzo a non amare nessuno, lo spezzarsi dell'integrità psichica nel giovane padre delineato da Elio Germano, il sorriso evanescente fragile ed imbarazzante di Micaela Ramazzotti, la ricerca senza bussola di un equilibrio nella avvocato disegnata con pesantezza da Giovanna Mezzogiorno, per non parlare dei ritratti secondari, non ne giustificano la penitenziale visione.
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Dal titolo ingannatore, la Tenerezza, vista da Gianni Amelio, in questo cupo mondo di sentimenti buoni inevitabilmente falliti, al macero da tempo nelle anime dei protagonisti, non esiste, e la si cerca, per disperazione, senza saperne neanche il nome: solo tradimenti, rabbia senza scopo e senza perdono. Due famiglie, una molto vecchia l'altra molto giovane, accomunate dalla incapacità di amarsi, ma salde nel farsi del male, sullo sfondo di una Napoli stracciata cadente e faticosa, si specchiano nel sorriso, unico in tutto il film , della mamma Michela , giovane,ma un pò svitata. La tragedia senza senso,che rimarrà scolpita nelle menti dello spettatore, compiuta dal giovane padre ossessionato da problemi parapsichiatrici, si matura con angoscia e senso di smarrimento generale lasciando una domanda: ma perchè? Perchè noi dobbiamo andare al cinema accarezzati dall'idea di riflettere su di un sentimento raro, e prezioso, per doverne sorbire invece tutta la amara perdita e assenza nelle incapaci personalità di questi filosofici personaggi? La grande bravura e convinzione degli attori, di un Lorenzo Carpentieri,patriarca poco onorevole e avvezzo a non amare nessuno, lo spezzarsi dell'integrità psichica nel giovane padre delineato da Elio Germano, il sorriso evanescente fragile ed imbarazzante di Micaela Ramazzotti, la ricerca senza bussola di un equilibrio nella avvocato disegnata con pesantezza da Giovanna Mezzogiorno, per non parlare dei ritratti secondari, non ne giustificano la penitenziale visione. Sconsigliato a bambini e ragazzini, ripete il diffuso clichè "alla larga dalla famiglia! nido di oscure paure e legami soffocanti". Il finale timido della mano del vecchio padre nella mano della non più giovane figlia sola,sullo sfondo della Napoli più luminosa e moderna, non potrebbe riscattare certo lo stato d'animo generale ormai sotto i tacchi.
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daniela
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sabato 12 agosto 2017
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quando si ritrova un giocattolo...
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Film che si regge sulla bravura degli attori, su una location fantastica come Napoli, su una regia attenta a non giudicare. È la controcartolina della famiglia felice del Mulino Bianco, una storia sulle difficili relazioni famigliari, sulle "solite" verità nascoste, sulle parole non dette con epilogo tragico. Il titolo "La tenerezza" non aderisce perfettamente alla trama del film, che lascia lo spettatore più con la sensazione di aver ricevuto un pugno nello stomaco che pervaso da sentimenti dii tenerezza; mentre invece il titolo del romanzo, dal quale il film è tratto, "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone, calza maggiormente alla trama del film e svela più in profondità il tema di fondo, la fragilità delle persone normali di fronte a un obiettivo così grande come quello di essere felici.
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ninopellino
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martedì 25 aprile 2017
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un dramma sulla solitudine e sull'incomprensione
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Questo film del regista Gianni Amelio è ambientato nella città di Napoli che generalmente si pensa essere luogo di vita e di solarità nell'ambito dei rapporti umani e sociali. Ed invece il regista focalizza l'attenzione su una serie di personaggi e delle loro solitudini esistenziali con relative frustrazioni per desideri che sono stati compressi perché forse mai veramente realizzati. Il protagonista principale è Lorenzo, interpretato dallo straordinario attore Renato Carpentieri che si cala perfettamente nel ruolo di un anziano avvocato in pensione alle prese con la sua solitudine a causa di incomprensioni familiari e dove accanto a lui s'intrecciano le vicende dei suoi due figli e di una famiglia costituita da alcuni suoi vicini di casa, la cui iniziale armonia verrà presto rovinata da un gravissimo dramma.
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Questo film del regista Gianni Amelio è ambientato nella città di Napoli che generalmente si pensa essere luogo di vita e di solarità nell'ambito dei rapporti umani e sociali. Ed invece il regista focalizza l'attenzione su una serie di personaggi e delle loro solitudini esistenziali con relative frustrazioni per desideri che sono stati compressi perché forse mai veramente realizzati. Il protagonista principale è Lorenzo, interpretato dallo straordinario attore Renato Carpentieri che si cala perfettamente nel ruolo di un anziano avvocato in pensione alle prese con la sua solitudine a causa di incomprensioni familiari e dove accanto a lui s'intrecciano le vicende dei suoi due figli e di una famiglia costituita da alcuni suoi vicini di casa, la cui iniziale armonia verrà presto rovinata da un gravissimo dramma. Fabio, infatti, il capo famiglia è affetto da scatti di ira senza dubbio determinati da problemi psichici mai curati sin dall'adolescenza e ciò causeranno la rovina della sua famiglia. Anche Fabio, oltre che carnefice, lo si potrebbe definire anche vittima, appunto, delle sue frustazioni esistenziali in quanto ad un certo punto della sua vita si rende conto di non essere veramente felice della propria vita. "La tenerezza" è pertanto un film complesso ed intimista che ci fa comprendere come solitudine, egosimo e incapacità di comunicazione restano tuttora ancora forti e attuali in questa società contemporanea. Adatto per un pubblico che ama riflettere su certi aspetti della vita.
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flyanto
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venerdì 28 aprile 2017
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i sentimenti che vanno esternati
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"La Tenerezza" del regista Gianni Amelio è un film con una drammaticità sempre più crescente man mano che la vicenda si dispiega ed è basato principalmente sulla tematica dei rapporti affettivi che legano le persone tra loro. Il protagonista principale è un signore anziano, ex-avvocato, molto burbero e ormai solo perchè praticamente non ha più alcun rapporto con i due figli per motivazioni legate al passato e non ancora risolte. Quando viene a contatto con una famiglia composta da una coppia di giovani e due bambini, suoi vicini di casa, l'esuberanza e lo spirito positivo che soprattutto anima la donna lo contagiano e lo coinvolgono in un rapporto amicale in cui nemmeno lui sperava di poter più credere e che potesse conseguentemente ancora succedere.
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"La Tenerezza" del regista Gianni Amelio è un film con una drammaticità sempre più crescente man mano che la vicenda si dispiega ed è basato principalmente sulla tematica dei rapporti affettivi che legano le persone tra loro. Il protagonista principale è un signore anziano, ex-avvocato, molto burbero e ormai solo perchè praticamente non ha più alcun rapporto con i due figli per motivazioni legate al passato e non ancora risolte. Quando viene a contatto con una famiglia composta da una coppia di giovani e due bambini, suoi vicini di casa, l'esuberanza e lo spirito positivo che soprattutto anima la donna lo contagiano e lo coinvolgono in un rapporto amicale in cui nemmeno lui sperava di poter più credere e che potesse conseguentemente ancora succedere. Un evento tragico trasformerà poi completamente l'esistenza di questa persona anziana che nel frattempo avrà appreso la lezione di condividere ed esternare gli affetti pubblicamente senza più "barricarsi" in un isolamento quanto mai innaturale per ciascun individuo.
Gianni Amelio presenta una storia alquanto reale e quotidiana riguardante delle persone comuni appartenenti ad ogni fascia d'età, evidenziandone la natura ed il loro modo di rapportarsi agli altri. Ma il pregio della pellicola sta proprio in questa veridicità che comunque, per quanto fortemente drammatica, non sconfina in un pessimismo cupo ma è leggermente intrisa di un barlume di positività e speranza. Pertanto i veri protagonisti del film sono, appunto, i sentimenti o, meglio, il sentimento della tenerezza, del lasciarsi andare, del sorridere e della comunicazione attraverso ogni modo. Gianni Amelio per rendere più efficace il suo pensiero si è anche avvalso della scelta di ottimi attori, quali Renato Carpentieri che spicca su tutti, Micaela Ramazzotti sorridente, sognatrice e fiduciosa del futuro, Elio Germano con un'inquietudine di fondo ed in lotta con svariati e contrastanti suoi stati d'animo e Giovanna Mezzogiorno seria e e rassegnata ad un'esistenza piuttosto grigia, divisa tra i rancori familiari e la conseguente solitudine e le "brutture " della vita quotidiana nei processi in tribunale dove ella lavora come interprete degli accusati appartenenti a nazionalità straniera.
Altamente consigliabile seppure un poco triste.
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[+] la tenerezza, strumento infallibile per la felicit
(di no_data)
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flaw54
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sabato 29 aprile 2017
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lentissimo e tristissimo, ma da vedere
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Un film da vedere nonostante il tema e la drammaticità della vicenda. Tutto giocato sui sentimenti ( anche se talvolta quelli del protagonista appaiono non chiari ). Amelio riesce a toccare le corde dello spettatore affrontando drammi interiori purtroppo esistenti e non lasciandosi andare al gusto estetizzante e narcisisistico di altri registi ( ad esemp io Sorrentino ilcui film Youth appare falso e ipocrita in confronto a questo ). Ottimi gli attori che recitano con estrema naturalezza creando così un' atmosfera credibile e realistica. Da vedere
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silvanobersani
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sabato 29 aprile 2017
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frammenti di manutenzione sentimentale
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Opera che affonda le mani nei sentimementi, nei legami famigliari, nella incompiutezza dei medesimi e nella abissale solitudine esistenziale che ne consegue. Temi non nuovi in certa cinematografia contemporanea, diciamo così, "d'autore". Ma è proprio il ripercorrere temi già svolti che alza l'aspettativa su questa opera, che pure si ammanta di una notevole dignità autoriale. Un film, quindi, da vedere, proprio in quanto rappresenta uno degli episodi più felici e più intensi di questa stagione. Costruito come opera corale dove il punto di vista della regia non sovrasta ma armonizza il contributo di un gruppo di attori che senz'altro, ne mettono tanto del loro nei personaggi incarnati.
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Opera che affonda le mani nei sentimementi, nei legami famigliari, nella incompiutezza dei medesimi e nella abissale solitudine esistenziale che ne consegue. Temi non nuovi in certa cinematografia contemporanea, diciamo così, "d'autore". Ma è proprio il ripercorrere temi già svolti che alza l'aspettativa su questa opera, che pure si ammanta di una notevole dignità autoriale. Un film, quindi, da vedere, proprio in quanto rappresenta uno degli episodi più felici e più intensi di questa stagione. Costruito come opera corale dove il punto di vista della regia non sovrasta ma armonizza il contributo di un gruppo di attori che senz'altro, ne mettono tanto del loro nei personaggi incarnati. Ed è questa coralità senz'altro il maggiore pregio del film, dove si certo, lo stratosferico Carpinteri sovrasta con un personaggio intenso e doloroso delineato con grande maestria ed esperienza in lunghi e trattenuti silenzi, in sguardi obliqui e in parole espresse con un trattenuto dolore. Ma non sottovalutare neppure la bella prestazione di Giovanna Mezzogiorno, di Micaela Ramazzotti e di un Elio Germano che, se pure ingabbiato in un personaggio forse un po' troppo rigido ed inespresso, si conferma come uno degli attori più interessanti del nostro cinema.
Le premesse sono dunque interessanti, eppure il film alla fine rimane leggeremente esangue. Si disperde in tante tracce narrative, senza riuscire a dare un senso unitario alla narrazione. Perciò quelli che sono veri e propri frammenti destrutturati di un discorso sui sentimenti e sul dolore che comportano, purtroppo alla fine rimangono tali. Il pretesto narrativo, che pure si consuma dentro un ambito circoscritto nel tempo e nello spazio, non trova la dignità di una maggiore coesione interna, ma rimangono fili, tracce lasciate cadere qua e là con un po' di distrazione.
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ilconformista
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lunedì 1 maggio 2017
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pretenzioso, vacuo e irrispettoso
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Un altro film italiano pompato dalla critica italiana per narcotizzare il pubblico e convincerlo a vedere un brutto film. Amelio non fa alcuno sforzo, da per scontato che al pubblico debbano piacere i suoi personaggi e una storia che non ha senso. Dialoghi imbarazzanti. Germano che parla con un accento veneto ridicolo, la Ramazzotti fa sempre la bambina scema. La misoginia del regista mette in scene due ex belle donne rovinate dal tempo: Giovanna Mezzogiorno invecchiata di 10 anni mal vestita e mal pettinata e Greta Scacchi irriconoscibile. Pretenzioso e vacuo.
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giovedì 4 maggio 2017
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deludente
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Al contrario di quanto decantato dalla critica, La tenerezza ha ampiamente disatteso le mie aspettative. La storia si dipana inizialmente in modo confuso, tant'è che non capisci perché Elio Germano arriva a fare ciò che farà. In seguito il racconto vorrebbe farsi profondo senza realmente riuscirci. Gli attori recitano in modo forzato e non riescono a trasmettere empatia. In sostanza non mi ha emozionato come avrebbe dovuto e pertanto il voto è insufficiente. E' stato promosso in pompa magna, ma di film come questo se ne può fare a meno. Laura
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