luigi chierico
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mercoledì 15 marzo 2017
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le due facce dell’america-ossia il voltafaccia
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I visi pallidi e i pellerossa, poi i bianchi e i negri,oggi la gente di colore! Questa l’ America di ieri e di oggi che questo straordinario film ricorda rappresentando una vicenda vera che ha mutato la Storia dell’ America e del mondo. Accanto agli americani Kevin Costner e Kirsten Dunst tre africane : Tarai P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae. L’ottimo regista Theodore Melfi sottolinea il contrasto tra le due razze mostrando a confronto tanti impiegati alla Nasa in camicia bianca ed uno stuolo di donne di colore al loro servizio. I fatti narrati si svolgono agli inizi degli anni ’60 cioè circa mezzo secolo fa quando ancora la discriminazione non conosceva limiti : scuole,bagni,posti in mezzi pubblici.
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I visi pallidi e i pellerossa, poi i bianchi e i negri,oggi la gente di colore! Questa l’ America di ieri e di oggi che questo straordinario film ricorda rappresentando una vicenda vera che ha mutato la Storia dell’ America e del mondo. Accanto agli americani Kevin Costner e Kirsten Dunst tre africane : Tarai P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae. L’ottimo regista Theodore Melfi sottolinea il contrasto tra le due razze mostrando a confronto tanti impiegati alla Nasa in camicia bianca ed uno stuolo di donne di colore al loro servizio. I fatti narrati si svolgono agli inizi degli anni ’60 cioè circa mezzo secolo fa quando ancora la discriminazione non conosceva limiti : scuole,bagni,posti in mezzi pubblici. Il film non si risparmia nulla di tutto questo andando anche oltre per sottolineare il cambiamento, la trasformazione che è avvenuta dopo John Fitzgerald Kennedy e la presenza nella NASA delle tre afro-americane Katherine Johnson,Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre geni nei calcoli e nell’ingegneria. Una trasformazione a cui assistiamo da tempo anche per la presenza notevole tra gli attori di Holliwood, fino al potere a cui è giunto Barack Obama dopo 43 bianchi. La novantottenne Katherine Johnson è interpretata da Tarai P. Henson, Dorothy Vaughn,morta nel 2008 a 98 anni, è interpretata da Octavia Spencer, Mary Jackson da Janelle Monae.Il film al di là del coraggio dimostrato nel dire al mondo intero come l’America abbia cambiato volto dopo essere stata umiliata dal coraggio e dalla genialità di tre donne di colore ostentate dai maschi, anche dalla propria gente,dalle donne perché bianche, resta un ottimo film per dialoghi, musica, fotografia, interpretazione, ritmo e suspense. Non si può assistere a questa pagina di storia senza scindere il fatto come tale, una vicenda che sa dell’incredibile, del fantastico che trascina lo spettatore a puntare sulle capacità di queste tre donne, da un chiaro messaggio socio-politico, soprattutto in questo periodo. Il Ku Klux Klan è lontano ma non dimenticato quindi prende massimo risalto il momento in cui nel film il responsabile della NASA Al Harrison,la cui parte è stata assegnato al bravo e noto attore Kevin Costner, aprendo le porte delle toilettes apre le porte all’uguaglianza, alla civiltà. Lo scontro tra Mary Jackson(Janelle Monae) ed il Giudice sul diritto a frequentare l’università è di una potenza impressionante. La verità e la presa di coscienza di quelli che erano i diritti inviolabili di qualunque cittadino americano a prescindessi dal colore della pelle e delle sue origini. Altrettanto forte è la reazione che ha Katherine Johnsonche ha nei confronti di Al Harrison, proclamando quelli che avrebbero dovuto essere i diritti di uguaglianza. Colei di cui la NASA non più fare a meno non ha diritto di ingresso perché non ha il cartellino NASA: è il protocollo! Sebbene non manchino momenti dedicati agli affetti più cari e all’amore quello che sovrasta è il rapporto di amicizia che lega le tre donne a confronto di un popolo che brancola al buio senza arrivare alle stelle. In una competizione tra cento matematici, fisici, ingegneri soltanto tre donne di colore mettono tutti in crisi portandosi così in alto da poter dire oggi che hanno accompagnato Neil Armstrong quando per primo il 20 luglio 1969 posò il piede sulla Luna. Quando al termine qualcuno applaude non si sa bene se per il successo scientifico raggiunto dagli americani, ovvero per il film piaciuto sino al suo epilogo di vero cinema.
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torredipisa
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mercoledì 5 aprile 2017
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un film piacevole ma semplicione
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La vicenda raccontata nel film è quella 'classica' della segregazione razziale americana. Sappiamo tutti la vergogna ed il degrado morale ai quali una nazione libera e democratica come gli Stati Uniti d'America si è esposta fino ancora ai giorni d'oggi, nei confronti di una classe sociale che ha avuto come colpa solo quella di essere stata 'importata' come schiava dall'Africa per arricchire l'economia di quella nazione.
Il nero ha dunque, come unica possibilità di essere accettato, quella di essere eccezionale ogni oltre misura.
Quindi nientemeno che formidabili ragazze di colore talenti di matematica.
Ma il film le pone in una prospettiva quasi buffonesca.
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La vicenda raccontata nel film è quella 'classica' della segregazione razziale americana. Sappiamo tutti la vergogna ed il degrado morale ai quali una nazione libera e democratica come gli Stati Uniti d'America si è esposta fino ancora ai giorni d'oggi, nei confronti di una classe sociale che ha avuto come colpa solo quella di essere stata 'importata' come schiava dall'Africa per arricchire l'economia di quella nazione.
Il nero ha dunque, come unica possibilità di essere accettato, quella di essere eccezionale ogni oltre misura.
Quindi nientemeno che formidabili ragazze di colore talenti di matematica.
Ma il film le pone in una prospettiva quasi buffonesca. Risolvere calcoli matematici in pochi attimi, magari sedute in bagno,
e nello stesso momento in cui John Glenn sta per partire per un viaggio orbitale ed attende proprio la conferma delle
coordinate di rientro, tutto in tempi ed in modi irreali, come se quasi la matematica fosse sconosciuta alla razza bianca e
solo miracolosamente rivelata a quella negra come una quasi forma di riscatto divino nei confronti di una razza
sfortunata e vilipesa dalla storia. Un calcolatore IBM vienne programmato grazie ad un libriccino (linguaggio FORTRAN) sottratto in biblioteca
senza nessuna conoscenza della complessa manualistica di base hardware di quella macchina, ma sempre grazie
ad una fantastica ed irreale capacità innata di una sola donna...
Io ho programmato negli anni 60 questo tipo di macchine e vi garantisco che ci voleva altro che un libretto di istruzioni ed
altro che pochi minuti.
Insomma la vicenda, per quanto realmente accaduta, è qui posta in veste circense e le povere ragazze di colore appaiono piu come
animali ammaestrati che come persone di grande cultura tecnica come invece esse sono state realmente.
Un film godibile e piacevole (tutto sommato) per tutto il resto...
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elgatoloco
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domenica 25 giugno 2017
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grande film, anche se politically correct
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"Hidden Figures", ossia"figure nascoste", ma è efficace anche il titolo italiano, "Il diritto di contare", in quanto ha il doppio significato, riferendosi sia al"diritto di contare socialmente" per delle donne di colore, sia a quello di affermarsi in campo scientifico-matematico(dove bisogna ricordare che la matematica non è solo calcolo...cosa che si sa da sempre ma volutamente si è voluto dimenticare). NASA, guerra fredda, viaggi spaziali(quello sulla Luna, abbastanza assurdamente negato da certe persone)anche in funzione anti-URSS, quindi anche con tutto il fanatismo anti-comunista di certe epoche(ma il pericolo era comunque reale, durante la"guerra fredda".
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"Hidden Figures", ossia"figure nascoste", ma è efficace anche il titolo italiano, "Il diritto di contare", in quanto ha il doppio significato, riferendosi sia al"diritto di contare socialmente" per delle donne di colore, sia a quello di affermarsi in campo scientifico-matematico(dove bisogna ricordare che la matematica non è solo calcolo...cosa che si sa da sempre ma volutamente si è voluto dimenticare). NASA, guerra fredda, viaggi spaziali(quello sulla Luna, abbastanza assurdamente negato da certe persone)anche in funzione anti-URSS, quindi anche con tutto il fanatismo anti-comunista di certe epoche(ma il pericolo era comunque reale, durante la"guerra fredda"...), diritti delle donne, per di più appunto"afroamericane", dunque...Una miscela esplosiva, che il regista Theodore Melfi padroneggia con efficacia, con le straordinarie interpreti e un Kevin Costner, che spesso cade in una recitazione forzata, qui invece bravissimo. Film"politically correct"(forse in epoca pre-o post-Obama avrebbe incontrato difficoltà)ma non per questo meno valido . El Gato
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marionitti
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domenica 26 febbraio 2017
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ottima storia, buon film
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Il regista ha tra le mani una storia molto interessante e un’ottima squadra di attori e li usa in modo corretto, forse senza acuti, ma anche senza commettere errori. Non era facile perché doveva unire la descrizione di due delicati passaggi nella storia dei diritti civili: sono in gioco sia il diritto delle donne di contare, avere promozioni e occuparsi di “robe” da maschi come la matematica, sia quello degli uomini di colore di poter veder riconosciuta la propria assoluta parità. Il rischio della retorica è evitato facendo avanzare l’emancipazione a piccoli passi, lungo un arco temporale abbastanza lungo, senza salti ma inesorabile; un processo determinato soprattutto dal valore professionale delle tre protagoniste che, in un luogo in cui l’eccellenza conta, pian piano garantisce loro il giusto riconoscimento.
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Il regista ha tra le mani una storia molto interessante e un’ottima squadra di attori e li usa in modo corretto, forse senza acuti, ma anche senza commettere errori. Non era facile perché doveva unire la descrizione di due delicati passaggi nella storia dei diritti civili: sono in gioco sia il diritto delle donne di contare, avere promozioni e occuparsi di “robe” da maschi come la matematica, sia quello degli uomini di colore di poter veder riconosciuta la propria assoluta parità. Il rischio della retorica è evitato facendo avanzare l’emancipazione a piccoli passi, lungo un arco temporale abbastanza lungo, senza salti ma inesorabile; un processo determinato soprattutto dal valore professionale delle tre protagoniste che, in un luogo in cui l’eccellenza conta, pian piano garantisce loro il giusto riconoscimento. Come ho lavoro onesto che merita sicuramente di essere visto; in sistesi ottima storia, buon film.
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tom51
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domenica 16 aprile 2017
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deludente !
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Storia abbastanza scontata e raccontata male, il tutto è molto romanzato sullo stile di "12 anni schiavo" (il top della bruttezza). non capisco perchè si debbano rappresentare i neri d'america in un modo totalmente avulso dalla realtà, poco credibile e quasi ridicolo in certi casi....quanto siamo lontani dai fasti de "il colore viola" !!!! brave comunque le protagoniste, Costner assolutamente incapace !!!!
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misesjunior
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venerdì 3 marzo 2017
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falsificare la storia... a fin di bene!
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La "political correctness" sostenuta dai neocomunisti autobattezzatisi "liberal", in America (e più recentemente anche da noi), ha lottato per imporre la censura o incluso proibire lo studio dei classici della letteratura (mondiale e americana) perché considerati razisti, o maschilisti, o entrambe le cose. Ormai anche in Europa (per esempio la Boldrini) cercano d'imporre la neolingua "progressista", già prevista e temuta da Orwell (in "1984"), e in generale tentano la censura degli intellettuali che non la pensano come loro vietando loro intervenire nei dibattiti universitari, ecc. Questo da noi dovrebbe essere noto, ma non gli si da sifficiente peso.
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La "political correctness" sostenuta dai neocomunisti autobattezzatisi "liberal", in America (e più recentemente anche da noi), ha lottato per imporre la censura o incluso proibire lo studio dei classici della letteratura (mondiale e americana) perché considerati razisti, o maschilisti, o entrambe le cose. Ormai anche in Europa (per esempio la Boldrini) cercano d'imporre la neolingua "progressista", già prevista e temuta da Orwell (in "1984"), e in generale tentano la censura degli intellettuali che non la pensano come loro vietando loro intervenire nei dibattiti universitari, ecc. Questo da noi dovrebbe essere noto, ma non gli si da sifficiente peso.
Questo film falsifica la Storia, pur prendendo spunto da problemi reali, per fare quel tipo di operazione commerciale che, in anticipo, si sa che manderà in deliquio gli autoritenuti "progressisti", i quali felicemente si ritroveranno riconfermati nei loro pregiudizi "umanitari" (sic). Secondariamente è una operazione di propaganda che garantiza la buona critica dello establishment hollywoodiano di sinistra, e buoni incassi, sapendo che esiste un largo pubblico sotto l'influenza delle menzogne del progressismo che nulla farà cambiare modo di vedere, salvo singoli casi che poi sono quelli che vengono al solito accusati di "tradimento".
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