nina82
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lunedì 5 agosto 2019
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un affresco intimo della mia età
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Un affresco intimo della mia età. Più guardavo il film e più mi sentivo trascinata dentro la vicenda dei personaggi, mi sentivo più vicina a loro. Il film ha delle pecche dato il basso budget con cui è evidentemente stato girato, ma si merita cinque stelle per il coraggio degli attori e del regista. Finalmente un film dove il sesso non è usato per erotizzare. Qua non ci sono dettagli, non c'è una costruzione per arrivare all'erotismo o al porno. Qua si raccontano i corpi così come sono nella vita vera. E questo mi è piaciuto molto
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nina82
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lunedì 5 agosto 2019
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indipendente coraggioso e non scontato
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Mi è sembrato un affresco intimo della nostra generazione. Il film ha qualche pecca dato il basso budget, ma si merita 5 stelle per il coraggio che hanno messo nel realizzarlo. Più lo guardavo e più mi sentivo trascinata nella vicenda e nella vita dei personaggi. Un film davvero particolare.
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lindab
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venerdì 2 agosto 2019
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attori coraggiosi e bravi
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un film da vedere molto indie come atmosfera e sono rimasta molto colpita dagli attori. davvero molto bravi entrambi, si sente la chimica tra di loro.
e adoro i tatuaggi dell'attrice.
secondo me è una bella storia d'amore, il sesso è naturale e fa da sfondo
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mariosss
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lunedì 29 luglio 2019
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film gradevole diverso dalle solite commedie
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a me il film è piaciuto. l'ho trovato fresco e divertente. mi hanno fatto simpatia i personaggi e le scene di sesso le ho trovate molto reali. bravi gli attori.
ovvio si vede che è a basso budget, ma secondo me ha un bello stile nel complesso.
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marione
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sabato 27 luglio 2019
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brutto e insignificante
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Incuriosito dalle recensioni generalmente positive ho deciso di vedere questo "film", per fortuna molto breve.
Veramente bruttissimo, regia, sceneggiatura e recitazioni davvero pessime, una noia mortale, assolutamente i significante.
Ma una roba del genere si può chiamare "film"?
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astromelia
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sabato 15 giugno 2019
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francamente.....
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chiamatelo come volete l'ho trovato sterile inconcludente morale zero cosa vuol dire quello che voglio me lo prendo ? mah come insegnamento zero anzi, poi se qualcuno vuol vederci cultura dentro un quasi porno artefatto faccia pure
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conyr
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mercoledì 30 gennaio 2019
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sex cowboys calling!
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Da una prateria sconfinata di film, di cui in buona parte ne farei a meno, irrompe - nelle sale cinematografiche di Roma e Milano - agli occhi dello spettatore, quello che si può senza esitazione considerare davvero un film nuovo: Bello, selvaggio come un destriero, come un purosangue in corsa da osservare ed ammirare nella sua libertà come in terra di Maremma o in quella di Camargue.
Il film di cui parlo è un raro esempio di opera cinematografica che giunge a noi all’alba di una sorta di tramonto stagnante che il cinema italiano vive, poiché da tempo non più sperimentale e raramente di qualità.
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Da una prateria sconfinata di film, di cui in buona parte ne farei a meno, irrompe - nelle sale cinematografiche di Roma e Milano - agli occhi dello spettatore, quello che si può senza esitazione considerare davvero un film nuovo: Bello, selvaggio come un destriero, come un purosangue in corsa da osservare ed ammirare nella sua libertà come in terra di Maremma o in quella di Camargue.
Il film di cui parlo è un raro esempio di opera cinematografica che giunge a noi all’alba di una sorta di tramonto stagnante che il cinema italiano vive, poiché da tempo non più sperimentale e raramente di qualità. Un film da ammirare per il coraggio del regista e degli attori, tutti, che animano la storia.
Sto parlando di Sex Cowboys (Italia, 2016, durata 73’) – genere drammatico, del giovane regista Adriano Giotti che si è formato - ed ha formato la sua scrittura creativa - alla Scuola Holden di Baricco, e che dalla sua ha all’attivo una filmografia non ultima a nessuno, premi compresi. In una Roma, come luogo non luogo post pasoliniano, nel quartiere Ostiense all’ombra del suo Gazometro - come un totem di una civiltà industriale di un tempo “altro” - ecco che nella visione del film si consuma, ai giorni nostri, una storia d’amore, e sesso on – demand che è frutto di una scelta drammatica imposta da una condizione economica precaria, dalla scarsa mancanza di lavoro e da un fottuto affitto di casa da pagare con tutti gli annessi e connessi. Non da ultimo “er padrone di casa”, interpretato dall’attore Vito Napolitano. Ecco che sullo sfondo del Bel Paese in cui la crisi economica – finanche sociale e politica – perdura, si consuma la storia di un Romeo e la sua Giulietta con tutte le contraddizioni tipiche del nostro tempo, quelle di una giovane coppia, quella di Simone, nella parte un giovane e talentuoso attore Francesco Maccarinelli, e di Marla, nella parte la giovane attrice Nataly Beck’s che nella recitazione è vera e propria rivelazione, un attrice che – come in una sequenza di Sex Cowboys - emerge come dalle acque di un pantano che è il deserto dei soliti cliché propri dei ruoli in genere assegnati alle attrici in Italia. E’ un film dove il sesso on-demand si fa metafora del quotidiano in tempo di crisi economica. Sex Cowboys non è un comizio d’amore, tanto caro a Pasolini, è una lezione d’amore, che pone inevitabilmente alle nostre menti, alla nostra sensibilità e umanità degli interrogativi profondi, esistenziali. Il film merita attenzione poiché rientra nell’emisfero di quei film che in Italia vengono prodotti e girati – con in cuore non facili rinunce a partire dalla sceneggiatura - con un budget bassissimo: nel caso di Sex Cowboys 4 persone di troupe, e 4 attori nel cast: Francesco Maccarinelli (Simone), Federico Rosati (Bedini), Nataly Beck's (Marla), Francesca Renzi (Lara), Vito Napolitano (er padrone de casa). Una menzione speciale va, dal canto mio, all’attore Federico Rosati: in Sex Cowboys il regista Adriano Giotti ha cucito addosso a Federico Rosati il ruolo di “Bedini”, tanto è che l’attore, per il ruolo da interpretare, si è reso disponibili ad ingrassare fino a 11/12 kg seguito da un cardiologo. Questa è una prova che la dice lunga sull’attore, e che fa di Federico Rosati un attore erede della lezione dei grandi; dal nostro Gian Maria Volonté fino a Robert De Niro in “Toro scatenato”. Un plauso al montaggio del film, ad Ilenia Zincone (montatrice) e alla sua creatività.
© 2019 Cony Ray
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riccardo_c
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giovedì 24 gennaio 2019
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un'impronta vera e libera che lascia il segno
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Il cinema europeo soffre di meccanismi perversi ai quali i giovani registi, per approdare nelle sale, spesso devono adattarsi con innumerevoli vincoli e costrizioni di stile. A tal riguardo, il cinema indipendente, che non necessariamente ha un valore artistico maggiore di chi ha alle spalle grandi capitali da investire, può comunque trasformarsi in grido di libertà espressiva trasmettendo la vera personalità di un autore ad ogni sua sequenza. Ed è proprio questo, dalle inquadrature di Sex Cowboy, che penetra nell'animo dello spettatore in modo indelebile. Il regista - Adriano Giotti - si getta in una maniacale ricerca della realtà e, come suggerisce il titolo dell'opera, lo fa aderendo a quei limiti di frontiera sia da un punto di vista narrativo che stilistico.
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Il cinema europeo soffre di meccanismi perversi ai quali i giovani registi, per approdare nelle sale, spesso devono adattarsi con innumerevoli vincoli e costrizioni di stile. A tal riguardo, il cinema indipendente, che non necessariamente ha un valore artistico maggiore di chi ha alle spalle grandi capitali da investire, può comunque trasformarsi in grido di libertà espressiva trasmettendo la vera personalità di un autore ad ogni sua sequenza. Ed è proprio questo, dalle inquadrature di Sex Cowboy, che penetra nell'animo dello spettatore in modo indelebile. Il regista - Adriano Giotti - si getta in una maniacale ricerca della realtà e, come suggerisce il titolo dell'opera, lo fa aderendo a quei limiti di frontiera sia da un punto di vista narrativo che stilistico. Sex Cowboys è la storia di una giovane coppia che per tirare a campare, in un mondo precario dove non si riesce neppure a pagare l'affitto a fine mese, non vede altra possibilità che produrre dei video porno amatoriali nella speranza di venderli on-line. E nonostante gli attori mettano a nudo (nel senso letterale del termine) tutto quello che hanno da offrire a una sceneggiatura attenta a trovare il giusto equilibro tra storia e psyche, il segno autoriale del regista non lascia spazio a fraintendimenti. Che nessun filtro moderi la realtà! Le scene di sesso sono un omaggio al cinema del vero come si vede di rado. Le intimità violate sono passaggi essenziali per trasmettere la passione del racconto e i confini di corpi che faticano a trovare equilibro con un mondo esterno pronto a sfruttarli in qualsiasi momento. Sex Cowboy è un piccolo grande film che merita un eco vibrante nella speranza che i suoi coraggiosi creatori possano mettere in scena altri film memorabili.
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mauropiccone79
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venerdì 18 gennaio 2019
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coraggioso e irreverente come la libertà
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L'ho visto ieri al Cinema Aquila di Roma. E' coraggioso, sia per l'argomento trattato che per il modo di girarlo. E' un film che racconta uno spaccato generazionale, si concentra su una coppia che decide di vendere online la propria intimità, ma viene raccontato in modo diretto, lasciando che sia lo spettatore a farsi la sua idea, il regista ha scelto di stare con i personaggi, di farci stare con loro.
E' un viaggio anche se quasi non usciamo mai di casa, ma grazie al ritmo e ai movimenti di camera, questa claustrofobia la notiamo solo verso la fine del film, quando veramente conta. Perché, come in ogni western, si arriva alla resa dei conti. C'è poesia nelle sfumature dei personaggi.
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L'ho visto ieri al Cinema Aquila di Roma. E' coraggioso, sia per l'argomento trattato che per il modo di girarlo. E' un film che racconta uno spaccato generazionale, si concentra su una coppia che decide di vendere online la propria intimità, ma viene raccontato in modo diretto, lasciando che sia lo spettatore a farsi la sua idea, il regista ha scelto di stare con i personaggi, di farci stare con loro.
E' un viaggio anche se quasi non usciamo mai di casa, ma grazie al ritmo e ai movimenti di camera, questa claustrofobia la notiamo solo verso la fine del film, quando veramente conta. Perché, come in ogni western, si arriva alla resa dei conti. C'è poesia nelle sfumature dei personaggi. Sono rimasto colpito dalla fisicità dei corpi scolpiti dalla fotografia reale, accecanti di luce come quella che entra dalle finestre dove non vediamo mai il mondo che sta fuori.
Nataly Beck's è un corpo nuovo, magro, selvaggio, con i suoi tatuaggi e questo suo italiano con accento spagnolo, che dà ancora più verità alla recitazione, perché intepreta appunto una studentessa Erasmus. Mentre Francesco Maccarinelli è fibroso, materico. Sono una coppia che invoglia a guardarli. A stare con loro.
E' un film vitale, uno dei rari esempi di film a basso budget ben riusciti. Spero che possa andare in tutta Italia. Anche se da quello che ho sentito dire dal cast presente in sala, non è facile per colpa delle scene di sesso, che lasciano il dubbio siano vere... eh già, questa è l'Italia.
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