fabal
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giovedì 8 dicembre 2016
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meritevole sforzo di concentrazione
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Susan, sposata in seconde nozze, attraversa un periodo di insoddisfazione nella propria vita. Nemmeno la galleria d’arte di cui è direttrice appaga il senso di vuoto in cui è caduta. Un giorno, mentre il marito è via per lavoro (o così dice) riceve un pacco contenente un romanzo scritto dall’ex coniuge e dedicato a lei. Si intitola “Animali Notturni” , titolo estremamente evocativo perché Edward era solito definire così Susan per via della sua insonnia. La donna si dedica immediatamente alla lettura: la storia macabra e inquietante è in realtà un’allegoria sulla passata relazione con Edward da cui Susan resta profondamente colpita.
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Susan, sposata in seconde nozze, attraversa un periodo di insoddisfazione nella propria vita. Nemmeno la galleria d’arte di cui è direttrice appaga il senso di vuoto in cui è caduta. Un giorno, mentre il marito è via per lavoro (o così dice) riceve un pacco contenente un romanzo scritto dall’ex coniuge e dedicato a lei. Si intitola “Animali Notturni” , titolo estremamente evocativo perché Edward era solito definire così Susan per via della sua insonnia. La donna si dedica immediatamente alla lettura: la storia macabra e inquietante è in realtà un’allegoria sulla passata relazione con Edward da cui Susan resta profondamente colpita.
Il secondo film di Tom Ford è un’opera potente, psicologicamente invasiva, come già lascia presagire la lunga e coraggiosa sequenza iniziale. Vediamo infatti quattro corpi opulenti di donna, completamente nudi, ondeggiare in una specie di balletto, un primo richiamo all’eccesso che sembra far da biglietto da visita ad Animali notturni. Lo stallo canonico dei primi minuti serve unicamente a introdurre la vita di Susan, ma svanisce poco dopo quando, a inframezzare la narrazione del presente, si inserisce il racconto visivo del romanzo. La storia di cui Jake Gyllenhall è protagonista, nelle vesti di Tony, è ambientata in un Texas desolato e violento, dove ben altri animali notturni viaggiano per le strade aggredendo gli automobilisti. E’ un film nel film che sembra diretto dai fratelli Coen, il cui stile inconfondibile è ricordato in particolare dal quartetto di criminali, spietati e imprevedibili ma con un lieve tratto umoristico. L’alternanza tra realtà e romanzo mantiene sempre altissima la soglia dell’attenzione, finché non si inserisce addirittura un terzo piano narrativo ad ampliare la complessità di Animali notturni: lunghe sequenze di flashbacks che ripercorrono il passato, la relazione con Edward tra alti e bassi, l’ostracismo della madre di Susan che non vede di buon occhio il matrimonio. Tutti spunti partoriti dalla lettura del romanzo, da cui emerge la psicologia di un Edward ferito e che cerca nella ex moglie la propria redenzione.
Il film di Tom Ford è ben fatto perché la frammentazione narrativa non confonde ma riesce ad essere organica, ben strutturata, rendendo meritevole lo sforzo di concentrazione a cui lo spettatore deve attenersi per quasi due ore. Un thriller psicologico che usa la finzione per comprendere la realtà, idea non primigenia ma indubbiamente ben realizzata da una regia e un montaggio brillanti. Molto interessanti anche le musiche di Abel Korzeniowski. Gyllenhall si conferma, ancora una volta, l’attore moderno per eccellenza, quello che non interpreta un personaggio aprioristico ma lo fa emergere calandosi al cento per cento nella situazione, prima a livello corporeo poi psicologico, utilizzando ogni molecola della sua fisicità oltre, nel suo caso specifico, alla straordinaria mobilità facciale.
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sandy walsh
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martedì 27 dicembre 2016
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inaspettato
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Chi si aspettava un horror è rimasto deluso. Chi si aspettava un thriller, è rimasto deluso. Chi si aspettava un fantasy, più che mai deluso. Sì perché quesa pellicola non è racchiudibile in un genere, è molto di più , va oltre. La protagonista legge un racconto scritto dal suo ex marito. La storia narrata non ha niente in comune con la vita e le vicende della donna e di suo marito, eppure, seguendo il racconto, lei nota qualcosa di personale, ogni vicenda, ogni personaggio, le ricordano qualcosa della sua vita, qualcuno che ha conosciuto, e le tragiche vicende narrate compiono su di lei un effetto devastante, come se lei stessa ne fosse partecipe, e come se l'autore avesse messo qualcosa di misteriosamente autobiografico.
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Chi si aspettava un horror è rimasto deluso. Chi si aspettava un thriller, è rimasto deluso. Chi si aspettava un fantasy, più che mai deluso. Sì perché quesa pellicola non è racchiudibile in un genere, è molto di più , va oltre. La protagonista legge un racconto scritto dal suo ex marito. La storia narrata non ha niente in comune con la vita e le vicende della donna e di suo marito, eppure, seguendo il racconto, lei nota qualcosa di personale, ogni vicenda, ogni personaggio, le ricordano qualcosa della sua vita, qualcuno che ha conosciuto, e le tragiche vicende narrate compiono su di lei un effetto devastante, come se lei stessa ne fosse partecipe, e come se l'autore avesse messo qualcosa di misteriosamente autobiografico. Non è facile all'inizio seguire lo svolgimento del film, lo spettatore si sente quasi infastidito dai continui rimandi dalla storia reale a quella del manoscritto e viceversa, e come se non bastasse, numerosi flashback e episodi che si rivelano sogni. Poche le location , più che altro in ambienti chiusi, scenari in gran parte notturni e claustrofobici, pochi i protagonisti, la donna , il suo ex che vediamo solo nei flashback, e la famiglia del racconto, dove il protagonista maschile, non a caso, ha il suo stesso volto . Il tutto rende lo svolgersi del film un mix di inquietudine e smarrimento, che si protrae fino al finale non del tutto risolutivo. Seppure a tratti ci si sente persi nelle storie e insoddisfatti , il film risulta comunque un ottimo lavoro di sentimenti , che lascia un notevole senso di amarezza ma al tempo stesso di soddisfazione grazie agli ottimi interpreti e al ritmo a suo modo coinvolgente.
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giangiacomofarina
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mercoledì 22 febbraio 2017
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tom ford alla regia di un thriller psicosomatico
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Tom Ford torna dietro la macchina da presa alla regia di un thriller psicosomatico. È la storia di una giovane donna brillante e di ricca famiglia che si innamora di uno scrittore "debole", (termine che tornerà ricorrente in varie sfumature psicologiche del personaggio del romanzo) e alle prime armi. Lei, l'animale notturno, riceve un libro dal suo ex marito. Questo non poteva che essere autobiografico trasponendo il percorso interiore dell'uomo nella dolorosa fase della separazione.
I personaggi del romanzo sono: lui, il protagonista di se stesso; lei, vittima ai tempi della separazione; la figlia mai nata uccisa dal giovane psicopatico (il nuovo marito che dimostra la sua anaffezione nella scena dell'ascensore con l'amante).
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Tom Ford torna dietro la macchina da presa alla regia di un thriller psicosomatico. È la storia di una giovane donna brillante e di ricca famiglia che si innamora di uno scrittore "debole", (termine che tornerà ricorrente in varie sfumature psicologiche del personaggio del romanzo) e alle prime armi. Lei, l'animale notturno, riceve un libro dal suo ex marito. Questo non poteva che essere autobiografico trasponendo il percorso interiore dell'uomo nella dolorosa fase della separazione.
I personaggi del romanzo sono: lui, il protagonista di se stesso; lei, vittima ai tempi della separazione; la figlia mai nata uccisa dal giovane psicopatico (il nuovo marito che dimostra la sua anaffezione nella scena dell'ascensore con l'amante). Il protagonista imputa al suo carattere remissivo tutte le colpe di aver perso la moglie nella vita reale. Il percorso interiore inizia quando lui scopre l'aborto e il tradimento nello stesso istante.
La stesura del manoscritto, nn c'è dato sapere se pronto per la pubblicazione o solo per uso privato e mirato a lei, rappresenta la catarsi che si concluderà con la rivincita dell'abbandono di lei al ristorante. Il poliziotto rappresenta l'io alpha che inizia ad uscire anni dopo il tragico incidente. La morte del protagonista coincide con la morte del suo lato debole e la luberazione da quel sentimento per la ex moglie che lo ha accompagnato e tormentato per anni.
Riflessioni: la protagonista segue lo stereotipo della madre alla ricerca dell'infelicità. Scappando da lei si rifugia in quello che non avrebbe mai voluto essere. Pur prendendosi lui, l'ex marito, la colpa della fine del rapporto, è lei l'artefice di tutto. Emblematica la scena in cui lei dice al futuro compagno, pieno di se, che lui sapeva sempre quale fosse la scelta giusta.
Il film sfiora l'argomento della "persona giusta al momento sbagliato" per concentrarsi sul disagio della felicità. Come questa possa rendere infelici e portare alla distruzione di una relazione o rapporto genuino e sincero. La protagonista in strada lo ferma per esprimere la sua infelicità. Li lui percepisce che lei gli sta scivolando tra le mani e la sua impotenza la transfigura nella mancanza di coraggio nel premere il grilletto anche quando può farlo.
Conclusioni personali: il protagonista è un uomo semplice che ha scelto la donna sbagliata. Lei è vittima del cinismo della madre e lo ripropone nel peggiore dei modi sulla persona più debole a portata di mano. Vittima e carnefice si scambiano di ruolo tra lei, la madre e lui. Il nuovo marito è solo uno strumento utilizzato da lei per potersi sentire la parte debole della coppia e rientrare nel ruolo della donna. Ruolo che con l'ex marito non riusciva a rivestire perche evidentemente più forte di lui. Bella la regia. Interessante la fotografia nel racconto. Coerente la fotografia nella vita reale di lei su tonalità di grigio: "vuoto interiore". Dialoghi scarsi, volutamente così per lasciare ai vuoti lo sviluppo di ansia e disagio. Bravi tutti gli attori, un po meno credibile il poliziotto, un po forzato. Mi sono piaciuti i tempi e perfetto il finale quando lui ha vinto la sua paura e debolezza e lei resta con la sua infelicità tanto voluta e rincorsa.
Giangiacomo Farina
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loland10
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lunedì 28 novembre 2016
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una donna sola
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“Animali notturni” (Nocturnal Animals, 2016) è il secondo lungometraggio del regista-sceneggiatore Tom Ford.
Una donna sola.
Titoli di testa corporei, fisici, reali ma virtualmente annullati dai volti spenti di chi guarda come di chi è dentro una mostra di morti viventi. Lucidi, truccati, spalmati, mascherati e altro sono i volti di donne pure e fintamente vive. La carne sovrappiù è adagiata come in movimento su uno schermo apparente mentre la carne sottratta e addobbata resta in freddezza commisurata in un algido spostamento di camera ritroso e avvedutamente ligneo.
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“Animali notturni” (Nocturnal Animals, 2016) è il secondo lungometraggio del regista-sceneggiatore Tom Ford.
Una donna sola.
Titoli di testa corporei, fisici, reali ma virtualmente annullati dai volti spenti di chi guarda come di chi è dentro una mostra di morti viventi. Lucidi, truccati, spalmati, mascherati e altro sono i volti di donne pure e fintamente vive. La carne sovrappiù è adagiata come in movimento su uno schermo apparente mentre la carne sottratta e addobbata resta in freddezza commisurata in un algido spostamento di camera ritroso e avvedutamente ligneo. Tutto in bruttura con un sottofondo musicale tristemente ardito di schern(m)o all’oggi.
La galleria d’arte di una donna piena di se che svilisce il suo corpo lineare, morbido, lucido e truccato in una movimento di abbondanza, quella della ricchezza e dell’ostentare ogni cosa anche il corpo interiore.
Animali notturni è un indice, è l’appellativo che qualcuno ricorda e di cui vuole scrivere per una vita spenta e separata da vent’anni. Susan e il suo ex che ritrova in pagine fulminanti e angoscianti. Mentre qualcuno fugge da lei da rimanere sola.
Tom Ford torna a dirigere dopo il suo 'A single man' di sette anni addietro: nonostante poco il suo cinema è ormai riconoscibile come stile e marchio. Set poco girevoli, colori levigati, cieli di contorno e magie spente. Un modo asettico, plumbeo, implosivo, planato, rallentato nell'esecuzione e nel destino di ciascuno. Ognuno di noi , ciascuno che legge e racconta.
Una donna sola, Susan Morrow (Amy Adams), che prende tutto, tocca l'arte, ha un qualcosa da toccare, riesce a non accudire ciò che manca, forse l'attesa di qualcuno. Mentre seduta aspetta, aspetta e ancora aspetta. Sorseggia l'ennesimo bicchiere per tradire un'emozione connaturata. Da lontano l'inquadratura si tiene, una mano che alza e dei tavoli oramai vuoti. L'ora è tarda e il vivere dentro che appassisce un silenzio pieno di livore, violenza, amore disperso è una figlia che vorrebbe addomesticare. Una donna piena di desiderio passato in un presente sconcio, ferreo, slabbrato, sconsiderato e avvinghiato nell'oscuro sentiero di un paesaggio deserto.
Una donna che ha tutto, una donna che sembra felice, una lettera inaspettata, una bozza di un libro, una lettura che si dipana, una vita che si dispiega, un gioco di morte, una moglie è una figlia, tre figure oniriche, un poliziotto, la verità da conquistare, un'indagine, un vuoto e un'attesa di lontano destino. Il destino di una donna sola.
Ecco che l'interiorità femminile fa da paio al 'single men' che il regista sembra voler ricordare. Manca un amore di uomo, manca una figlia lontana, manca il contatto umano dentro una casa dove la ricchezza ostenta se stessa. Il vuoto dei desideri da ricordare nelle pagine ( ri)scritte da qualcuno che vorresti (ri)conoscere.
Un film agglutinato di colori stonati e lucidi dove il cielo ( vestito) di nuvole adombrate controlla il set e i suoi movimenti lungo sentieri illuminati dalla notte e impolverati dal sogno americano. E’ il silenzio di un tavolo in attesa dove si beve ingannando il tempo e le vite che si attendono.
Il film di Tom Ford è pieno di livore, di trucido pensiero, di sangue sfinito e di un gioco perverso tra una finzione connaturata e una scrittura di una vita persa. La morte piena di pagine da chiudere. Dimmi dove che mi siedo. Forse il bianco e nero, in alcuni frangenti, sarebbe stato il segno vero di una manicheo oscuro animo di un tempo riaffiorante. Tant’è che il detective pare preso da un film lontano nel tempo che si materializza per noi e per chi cerca il destino della sua famiglia. Un Bobby Andes (Michael Shannon) da spaventare oltre i luoghi percorsi e quelli da cercare tra le righe per riavere madre e figlia.
Il cast è assolutamente integro alle parti (tutti in modo sottrattivo e asciutto) che sembra esplodere da un momento all’altro per ogni cosa trattenuta. Forse il filo doppio tra gioco narrativo e incastro scritto limita l’arguzia filmica per un piano troppo studiato ad ogni movimento di ripresa.
Voto: 6½ /10.
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maumauroma
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giovedì 1 dicembre 2016
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animali notturni
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Un vecchio detto recita giustamente che nei conflitti tra moglie e marito non si deve mai mettere il dito. In questa sua ultima opera invece lo stilista Tom Ford il suo ditino ce lo mette, eccome, muovendo anche una bella critica alla istituzione del matrimonio, ma con risultati piuttosto deludenti. La polpettina avvelenata che lo scrittore Edward propina alla ex moglie Susan, raffinata gallerista d'arte che molti anni prima lo aveva lasciato cinicamente per sposare lo smidollato riccone Walken, sotto forma di manoscritto a lei dedicato, rischia di rovinare la digestione oltre che a Susan stessa anche all'incauto spettatore. Al di la' di una indubbia bellezza formale ed estetica, Animali notturni risulta una pellicola velleitaria e presuntuosa.
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Un vecchio detto recita giustamente che nei conflitti tra moglie e marito non si deve mai mettere il dito. In questa sua ultima opera invece lo stilista Tom Ford il suo ditino ce lo mette, eccome, muovendo anche una bella critica alla istituzione del matrimonio, ma con risultati piuttosto deludenti. La polpettina avvelenata che lo scrittore Edward propina alla ex moglie Susan, raffinata gallerista d'arte che molti anni prima lo aveva lasciato cinicamente per sposare lo smidollato riccone Walken, sotto forma di manoscritto a lei dedicato, rischia di rovinare la digestione oltre che a Susan stessa anche all'incauto spettatore. Al di la' di una indubbia bellezza formale ed estetica, Animali notturni risulta una pellicola velleitaria e presuntuosa. La discreta ma ampiamente gia' sfruttata sceneggiatura viene continuamente rovinata da dialoghi di una banalita' imbarazzante sconfinanti spesso nella sciatteria, mentre l'interpretazione di tutti gli attori risulta piatta e monocorde. Non mancano poi, aspetto rovinoso in un film drammatico come questo, momenti di involontaria comicita',come l'edificante e "assolutamente necessaria" scena del balordo che defeca nel suo cesso all'aperto e contempla poi compiaciuto i prodotti del suo intestino sulla carta igienica (esilarante!),oppure la descrizione macchiettistica del poliziotto texano con i suoi bofonchiamenti e il suo continuo oscillare tra violenza e omofilia verso i balordi colpevoli di omicidio. La tormentata regia di Tom Ford svaria, gaia e leggera, tra raccapriccianti adiposita' muliebri, rudi e sfrontati personaggi maschili, e continui primi piani dei bellissimi occhi di Amy Adams, peraltro purtroppo monoespressiva. Ci si chiede come un film del genere abbia potuto vincere un premio importante alla Mostra di Venezia, ma certamente un semplice spettatore come me non puo' mettere in dubbio le decisioni dei Giurati del festival. Molti altri amici recensionisti hanno invece espresso un giudizio favorevole su Animali notturni, non mi trovo d'accordo con loro, ma il bello di Mymovies e che ognuno puo' esprimere il proprio parere su di un film in piena liberta'
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ralphscott
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mercoledì 28 dicembre 2016
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camaleonte di nome adams
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Tre stelle e mezza. Esco dalla sala e leggo il film in un modo,il mio amico in uno diverso. Già questo è il polso di una storia stimolante,per come ci viene presentata. Finzione nella finzione. Il paragone con "A single man" ci scappa. Se quello mi era sembrato più un esercizio di stile,questo ha più corpo,meno patina. Mi sorprende la protagonista:sarà il trucco,sarà la luce,sarà la voce (doppiata),ma i salti temporali che la riguardano sono comprensibili e non ne resto spiazzato,non arranco dietro alle tante sfumature di una notevole A. Adams. Qua tutto risulta sorprendentemente fluido,come se non fossimo davanti ad una messa in scena particolarissima. La passività del mite personaggio di Gyllenhaal è irritante.
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gustibus
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domenica 5 febbraio 2017
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regia con i fiocchi
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Davvero un bel film che si regge su una regia da OSCAR come da tempo non si vedeva(fa ricordare i nostri migliori REGISTI anni 70/80)....ATTORI tutti bravi con una menzione al poliziotto che indaga in fin di vita...ECCEZZIONALE!...MA su un ottima trama fluttuante dall'horror allo chic sofisticato....spicca la regia di Tom Ford..proprio BRAVO...con sceneggiatura...montaggio...e musica che si nota oltre la media..peccato PERCHE' il tutto se lo prende al90% il musical noto a tutti...qui si paga il prezzo che il film non e'per famiglie!..dimostra che gli incassi non hanno decollato..da noi quasi ignorato..avete sbagliato a non vederlo..E'UNO splendido FILM!
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andrea diatribe
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venerdì 25 novembre 2016
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essenzialità della visione
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Lo stilista Tom Ford è alla regia di Animali notturni, il suo secondo film, sette anni dopo l’esordio con l’acclamato A single man. Quattro anni fa ha comprato i diritti del libro Tony & Susan di Austin Wright, da cui ha tratto il film, cominciando a scrivere la sceneggiatura.
Nocturnal animals, in originale, è un film nel film, una storia nella storia che vede Susan Morrow (Amy Adams), una gallerista d’arte contemporanea, con una vita privilegiata ma sentimentalmente infelice, sposata con un uomo sempre assente. Una sera riceve un pacco dall’ex-marito, scrittore, Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal), contenente un suo romanzo, un thriller intitolato come il film,e nota che l’ha dedicato proprio a lei: comincia a leggerlo, attratta e insieme impaurita dalla violenza di cui sono impregnate le pagine.
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Lo stilista Tom Ford è alla regia di Animali notturni, il suo secondo film, sette anni dopo l’esordio con l’acclamato A single man. Quattro anni fa ha comprato i diritti del libro Tony & Susan di Austin Wright, da cui ha tratto il film, cominciando a scrivere la sceneggiatura.
Nocturnal animals, in originale, è un film nel film, una storia nella storia che vede Susan Morrow (Amy Adams), una gallerista d’arte contemporanea, con una vita privilegiata ma sentimentalmente infelice, sposata con un uomo sempre assente. Una sera riceve un pacco dall’ex-marito, scrittore, Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal), contenente un suo romanzo, un thriller intitolato come il film,e nota che l’ha dedicato proprio a lei: comincia a leggerlo, attratta e insieme impaurita dalla violenza di cui sono impregnate le pagine. Rimane sempre più assorbita nella lettura e scopre che la violenza del libro somiglia a ciò che ha portato alla loro rottura. Edward sembra averla rielaborata sotto forma narrativa, cercando una sorta di fuga e liberazione, se non di vendetta per tutto quello che è accaduto nel loro rapporto.
Noi spettatori vediamo in questo modo due storie apparentemente slegate, ma che nella mente di Susan – e quindi nella nostra – vanno ad intrecciarsi: una del romanzo di Edward, Animali notturni,il cui protagonista Tony Hastings (nel film ha sempre il volto di Jake Gyllenhaal), rimane coinvolto in un tamponamento, durante un viaggio in macchina di notte nel Texas, causato dal capo di una banda di malviventi, Ray Marcus, (Aaron Taylor-Johnson), i quali gli rapiscono la moglie Laura (Isla Fisher) e la figlia India (Ellie Bamber); la seconda è la storia del presente di Susan intenta a leggere il romanzo, inframmezzata dai flashback che ci mostrano episodi della relazione con Edward. Il film di Tom Ford è così un dramma sentimentale abbigliato da thriller. La forte crudeltà del romanzo è una metafora del matrimonio finito male e del tentativo di rivincita del marito, che Susan riconosce nelle pagine che legge e che la scuotono dal torpore quotidiano fatto di apparenze e falsità.
Animali notturnisi apre in una maniera inaspettata, con la messa in scena di corpi femminili estremamente in sovrappeso, che ballano, e dei loro dettagli, sui cui scorrono i titoli di coda, insieme ad una melodia toccante di violini. Alla fine dei titoli sappiamo che sono installazioni video, i cui corpi reali sono adagiati su dei tavoli. Susan è alla mostra, circondata da tanti visitatori. Tom Ford sembra voler dire qualcosa sulla società americana, sul rapporto tra rappresentazione della realtà e la realtà stessa, sullo stato dell’arte o sulla moda, visto che lui stesso è uno stilista. Resta il fatto che questa scena arriva dritta agli spettatori. Poi cominciano i primi dialoghi del film e arriviamo a fine visione con l’idea di aver assistito ad un capolavoro, in cui tutto – la sceneggiatura, la fotografia, le scenografie, le interpretazioni e la musica – è perfettamente funzionante, escludendo qualsiasi tipo di ridondanza.
Il film si può riassumere con un aggettivo: essenziale. Le due ore scorrono davanti ai nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo. E l’essenzialità si vede nelle inquadrature (che non prevedono quasi alcun movimento di macchina), nella sceneggiatura che incastra perfettamente le due storie, portandoci all’epilogo con il cuore in gola e al corrispondente epilogo amaro della storia di Susan. Le interpretazioni sono tutte eccellenti, toccanti e in maggior modo le performance di Amy Adams, di Jake Gyllenhaal, di Aaron Taylor-Johnson, il capobanda del trio di rapitori, e di Michael Shannon, attore del detective senza scrupoli del romanzo che aiuta Edward a rintracciare la sua famiglia.
Fluido, violento ed essenziale: Tom Ford porta al cinema un’ottima opera, che mette in scena una parabola dolorosa del matrimonio e, come lui stesso dichiara, di «una storia che parla dell’isolamento che tutti sentiamo e dell’importanza di valorizzare i legami personali che ci sostengono nella vita».
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andrea alesci
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lunedì 6 febbraio 2017
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nella dolente spirale di tre vite sovrapposte
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Le vite in trasparenza, collegate, immaginate. Le vite riportate a galla come un corpo che emerge da una vasca. Quelle concatenate da Tom Ford in una storia già intricata nel suo originale spunto letterario: Tony & Susan di Austin Wright, anno 1993. Ed è come se ventitré anni dopo si completasse il quadro narrativo.
Una trasposizione che fonde e confonde i piani. Meglio, li fa scivolare come sulla superficie di un’elica che dia il la all’azione. Ci ritroviamo così dentro la vita di Susan Morrow (Amy Adams), gallerista di Los Angeles che vive in una villa con vista sulle luci della città, eppure ha un’ineliminabile tristezza nello sguardo.
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Le vite in trasparenza, collegate, immaginate. Le vite riportate a galla come un corpo che emerge da una vasca. Quelle concatenate da Tom Ford in una storia già intricata nel suo originale spunto letterario: Tony & Susan di Austin Wright, anno 1993. Ed è come se ventitré anni dopo si completasse il quadro narrativo.
Una trasposizione che fonde e confonde i piani. Meglio, li fa scivolare come sulla superficie di un’elica che dia il la all’azione. Ci ritroviamo così dentro la vita di Susan Morrow (Amy Adams), gallerista di Los Angeles che vive in una villa con vista sulle luci della città, eppure ha un’ineliminabile tristezza nello sguardo.
Uno sguardo testato su chi osserva: sugli spettatori di un film (orchestrato da Ford) e di una mostra (orchestrata da Susan). Corpi nudi di donne obese volteggiano con movenze sexy, mentre la mano del regista li sovrappone in un caleidoscopio di pinguedini in movimento. E capiamo di essere dentro il film e dentro la mostra: la flaccida bruttezza contro la lucidità dei belli.
Funziona così il meccanismo di Ford: per sovrapposizioni. L’esistenza di Susan corre senza interferenze ed emozioni, finché a casa non arriva la bozza di un romanzo: sulla copertina c’è scritto Animali notturni, di Edward Sheffield (suo ex marito); la dedica: A Susan. Vita presente su vita passata attraverso una storia di carta.
E nell’inchiostro del libro che Susan legge nelle sue notti insonni vediamo Tony Hastings (Jake Gyllenhaal) in viaggio notturno lungo le strade del Texas con la moglie Laura (Isla Fisher) e la figlia India (Ellie Bamber), diretti alla loro casa delle vacanze. Poi, l’incidentale incontro con i tre sbandati Ray Marcus (Aaron Taylor-Johnson), Lou (Karl Glusman) e Turk (Robert Aramayo), e un destino comune che si spezzerà.
Lo stile essenziale di Ford incardina le situazioni con l’eleganza formale propria della sua professione da stilista: stacchi netti come un respiro spezzato saldano tempi e luoghi d’azione: l’immersiva lettura di Susan; i flash della sua vita infelice con Hutton (Armie Hammer); i ricordi del suo matrimonio con Edward e quell’incapacità di credere in lui come scrittore; infine, la storia di Tony Hastings, padre di famiglia incapace di proteggere la sua famiglia dal massacro di un manipolo di derelitti.
Pezzi saldati con precisione, ma è come se fossimo dentro la stessa storia, grazie anche all’intuizione di Ford di dare a Edward le fattezze fisiche di Tony: il corpo dell’attore Jake Gyllenhaal, come fosse una proiezione della mente di Susan. Il libro Animali notturni dirige ogni cosa, e mentre fuggiamo tra carta e realtà sostenuti dalla vibrante colonna sonora di Abel Korzeniowski, siamo lì con Tony che nella polvere texana cerca di rintracciare i colpevoli del delitto insieme al tenente Bobby Andes (Michael Shannon), condannato da un tumore a non aver nulla da perdere.
Siamo avvitati lungo una spirale che fa di tre vite una soltanto, che assomma la violenta vendetta di Tony Hastings, le incomprensioni che frantumano il matrimonio di Edward e Susan, l’insonnia che incupisce Susan. Siamo dentro una storia la cui legge è quella della giustizia a ogni costo, in cui chi ha commesso un peccato viene punito, senz’eccezione, fino all’ultima cieca pagina di sangue sul corpo morente di Edward. Sino alle lacrime asciutte di Susan. Sino alla muta malinconia di chi aspetta il fantasma di una verità dimenticata. E finiamo sospesi là dove tutto era iniziato: nello sguardo dolente di due occhi tristi.
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jackmalone
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lunedì 3 aprile 2017
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la vendetta è un piatto freddo
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Il tema della vendetta è in questo film è analizzato in modo originale e con interessanti risvolti psicologici. Edward è un giovane idealista, ingenuo e di poche speranze che viene dalla campagna texana ed è catapultato nella New York colta e raffinata. Ha l'unico torto di innamorarsi di una coetanea che appartiene al mondo intellettuale della upper class. Lei apparentemente lo ricambia ma finirà per ferirlo e lasciarlo in modo tragico perchè non crede in lui e lo considera troppo poco ambizioso per stare al suo fianco.Edward impiegherà 20 anni per portare a termine il suo piano e riuscirà a vendicarsi della ex proprio nel momento della sua massima fragilità quando lei si è già resa conto che il suo nuovo marito è solo un arrivista, infedele, incapace di tollerare le frustrazioni e di reggere il confronto con lei.
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Il tema della vendetta è in questo film è analizzato in modo originale e con interessanti risvolti psicologici. Edward è un giovane idealista, ingenuo e di poche speranze che viene dalla campagna texana ed è catapultato nella New York colta e raffinata. Ha l'unico torto di innamorarsi di una coetanea che appartiene al mondo intellettuale della upper class. Lei apparentemente lo ricambia ma finirà per ferirlo e lasciarlo in modo tragico perchè non crede in lui e lo considera troppo poco ambizioso per stare al suo fianco.Edward impiegherà 20 anni per portare a termine il suo piano e riuscirà a vendicarsi della ex proprio nel momento della sua massima fragilità quando lei si è già resa conto che il suo nuovo marito è solo un arrivista, infedele, incapace di tollerare le frustrazioni e di reggere il confronto con lei. Che c'è di più doloroso del prendere consapevolezza dei propri errori , di essere diventata come la madre tanto odiata e essere sopraffati dai sensi di colpa? Il disagio psicologico si manifesta in Susan con l'insonnia che la trasforma in un animale notturno perchè la sua vita ora riesce a muoversi solo intorno a ciò che non è stato,e non è stato solo per colpa sua.La storia parallela del romanzo scritto da Edward per vendetta mette a nudo altri animali notturni: violenti, emarginati per i quali la vita altrui e la propria non contano nulla; anche lì scatta il desiderio di vendetta e sarà alla fine atroce e senza scampo per nessuno. Neanche Susan ha più scampo: il passato non può essere modificato, il presente non esiste e la notte è troppo lunga: il sonno del giusto non arriva.
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[+] bravo
(di enduromac)
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