Pasolini

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Un film di Abel Ferrara. Con Willem Dafoe, Ninetto Davoli, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Adriana Asti.
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Biografico, durata 86 min. - Belgio, Italia, Francia 2014. - Europictures uscita giovedì 25 settembre 2014. MYMONETRO Pasolini * * 1/2 - - valutazione media: 2,77 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
no_data martedì 31 marzo 2015
frammenti pasoliniani. rivissuti da nuovi corpi ed altre voci Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Chi sceglie di vedere questo film non deve aspettarsi una ricostruzione storico-narrativa della vita dello scrittore, né un omaggio commemorativo. Ferrara risponde poeticamente a un'urgenza che è quella di riascoltare frammenti di Pasolini. Come se egli rivivesse attraverso altri corpi ed altre voci.
Dafoe compie un'azione mimetica incredibile, pur restando se stesso. I personaggi che gli ruotano attorno sono echi di un passato che è ancora visibile, per chi è in grado di vedere, in certe zone oscure della città. Avvengono scambi di identità che sono evocativi: Ninetto (Davoli) diventa Eduardo (De Filippo) e (Riccardo) Scamarcio diventa Ninetto. [+]

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francesco2 mercoledì 25 febbraio 2015
speranza e disillusione Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

 L'inizio del film non promette bene.
E' legittimo nutrire il sospetto che anche Ferrara, di cui tutto si può dire ma non che sia un 
regista ossequioso rispetto ai canoni, sia caduto nella trappola del film didascalico. Ed 
invece, l'omaggio del regista di "New Rose Hotel", è legato all'Immanenza Trascendente del 
Totò che visse due volte", alla speranza ininterrotta che mai si estingue.
E' allora che l'artista si fonde con la sua opera -In questo caso incompiuta, se ho capito 
bene-, ed i personaggi di contorno non sono più figurine di dubbia efficacia -La madre, per 
esempio-; ma parte di un grande affresco corale. [+]

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voland giovedì 4 dicembre 2014
ma pasolini non c'è Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
100%

Il film non riesce quasi mai a mettere a fuoco la complessa figura dello scrittore-regista Racconto per frammenti, con prolungate scene spesso fuorvianti e dispersive, sembra che il regista fatichi a portare il lavoro agli 87' dell'opera. Il finale sposa la tesi, ormai quasi accertata, che ad uccidere Pasolini siano state più persone. Lasciamo che la sua biografica o autobiografia, sia nei i suoi scritti e i suoi film.

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bruno venturi giovedì 27 novembre 2014
abel ferrara/pasolini: un capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

"Tu te ne porti di costui l'etterno / per una lagrimetta che 'l mi toglie; / ma io farò de l'altro altro governo!" pesante come la luce del b.n che Tonino Delli Colli, 'inventò' per Accattone, mi torna alla memoria questa epigrafe dantesca già usata da Pasolini, vedendo questo 'Pasolini' di Abel Ferrara; perché uscendo dalla visione folgorante di questo film si ha la certezza che questo film-capolavoro non potrà essere capito e compreso da tutti -e in questo senso P. sarà ancora martoriato, seviziato, ucciso. Perché "...la solitudine non sta nel non poter più comunicare, ma nel non poter più essere compresi", amava ricordare Pier Paolo nei suoi ultimi anni di vita. Chi non conosce quella vita disperatamente intensa, quelle vicende artistiche che, di questi tempi, basterebbero a farne una decina di vite. [+]

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bruno venturi giovedì 27 novembre 2014
pasolini di abel ferrara: un capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

A parte 'Pasolini. Un delitto italiano' di Marco Tullio Giordana -importante per il tipo di indagine documentatissima che avanza-la cinematografia italiana non si è mai arrischiata sul terreno impervio di provare a raccontare in un film una vita complessa, apparentemente contradittoria e scandalosa come quella di Pier Paolo Pasolini. Ci doveva riuscire un regista americano -e già prima c'era riuscita, su tempi molto più lunghi, la biografia 'Pasolini Requiem' di Barth David Schwarz, la miglior biografia scritta finora, sempre d'autore americano. Ferrara decide di partire dall'ultima giornata della vita del grande poeta italiano. Diverse biografie sullo stesso autore, partono dalla sua morte, dai suoi ultimi giorni, dal suo ultimo grido. [+]

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emylio spataro lunedì 20 ottobre 2014
bell'omaggio filmico allo scrittore Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Questo PASOLINI di Abel Ferrara è un bell'omaggio filmico allo scrittore. Così aveva scritto sul suo passaporto: non regista, cineasta, letterato, intellettuale, giornalista, poeta, sceneggiatore, drammaturgo, e altro ancora, ma semplicemente scrittore. "Abolire i mezzi di controllo di massa del potere, come la televisione, perchè a causa di essa non ci sono piú esseri umani, ma solo macchine che si scontrano l'una contro l'altra, omologandosi, per volere tutti le stesse cose, comportarsi tutti nello stesso modo, manovrati come marionette dal potere". [+]

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massimocantone mercoledì 15 ottobre 2014
lei è uno spettatore di serial tv Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

il suo è il tipico giudizio dello spettatore televisivo abituato ad essere servito e riverito. Si sforzi per piacere di comprendere e di pensare che non le è dovuta una spiegazione, non so se ha mai letto la poesia, si cimenti e studi. Inoltre si tratta dell'ultimo giorno di Pasolini e non degli ultimi mesi e sull'interpretazione, lei è il solito arbitro che crederebbe a tutti le simulazioni di falli. Non è uno spettatore interessante, meglio resti a casa a vedere la t v.

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gable3 sabato 11 ottobre 2014
un film con due davoli ? Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

Il film mi ha lasciato un grosso amaro in bocca. Senza conoscere nei dettagli le opere di Pasolini, uno spettatore "ignorante" (quale mi reputo, rispetto a Pasolini), non può collocare i lavori dello scrittore inseriti nella messa in scena del film. Esasperate molte scene di sesso omo ed etero che fanno da contrappunto alla presenza di Scamarcio e Davoli (che ho letto come la personificazione atemporale di Ninetto Davoli in due persone, ieri e oggi), il primo convertito ad una vita "normale", il secondo alla ricerca di risposte "altre". Risposte che non arrivano e spingono i due a chiedersi : ed ora ? La frase chiave del film, valida sia per l'autore che per gli spettatori: aspettiamo, qualcosa succederà.

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veritasxxx lunedì 6 ottobre 2014
dafoe e il default pasoliniano Valutazione 2 stelle su cinque
55%
No
45%

Abel Ferrara si imbatte nell'ardua impresa di realizzare un film su uno dei personaggi più controversi della storia del secondo dopoguerra e approfitta della straordinaria somiglianza di Willem Dafoe con Pasolini e le capacità recitative del bravo attore americano per affidare ad uno dei più poliedrici attori del momento la responsabilità della riuscita del film, incentrando sui suoi sguardi, i suoi atteggiamenti e le sue parole la maggior parte delle inquadrature.
Già, perche la sceneggiatura di "Pasolini" è piuttosto asciutta se non propriamente scarna, e consiste nella rappresentazione dell'ultimo giorno di vita del regista, scrittore, poeta e intellettuale italiano, mostrandone anche il lato più umano meno conosciuto (il rapporto affettivo con la madre, l'amicizia che lo legava a Ninetto Davoli e altri aspetti meno noti), e presentando la febbrile creatività del protagonista attraverso brevi cameo di racconti di lavori sui quali PierPaolo stava lavorando prima della sua prematura morte. [+]

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pepito1948 lunedì 6 ottobre 2014
il grande profeta Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Esclusa la via del biopic, come fare a sintetizzare filmicamente e dare un senso ed un’anima all’immenso mondo di Pasolini e tutto ciò che fu, poeta, scrittore, autore e regista cinematografico, articolista, profeta (a sua insaputa) e tante altre cose, riassumibili in una sola definizione: pensatore? Personalità multiforme, multitonale e multi-tutto, e anche per tendenza anti-tutto, Pasolini non è inquadrabile in uno schema strutturato, omogeneo, né a lui sarebbe piaciuto essere considerato tale. La ricchezza di Pasolini non riempiva vuoti e pause, erano questi che fuggivano dalla sua vita. La sua coerenza camaleontica era connotata da un modo  di essere, di vivere che si esprimeva in un estremismo a tutto campo che faceva uso di ogni strumento di comunicazione utilizzabile, anche quelli più comunemente usati ed abusati come la TV, l’intervista, o le forme più libere e nobili del pensiero come le arti. [+]

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