sabrina lanzillotti
|
venerdì 13 marzo 2015
|
l’illusione che non sorprende
|
|
|
|
Berlino, 1928. Il più grande illusionista del mondo, Wei Ling Soo, nome d’arte di Stanley Crawford, ha appena terminato il suo spettacolo quando il suo amico d’infanzia Howard Burkan lo ingaggia per smascherare una sedicente medium di nome Sophie Baker.
Incuriosito dalla descrizione che ne fa il compagno, l’uomo si reca nel sud della Francia, dove la ragazza è ospite presso una facoltosa famiglia che ha abilmente soggiogato.
Inizialmente riluttante all’idea che possa esistere un altro mondo oltre il nostro, Stanley tenta in tutti i modi di smascherare Sophie ma, con sua grande sorpresa, la giovane sembra conoscere episodi significativi del suo passato, tanto da mettere in dubbio la sua stessa razionalità.
[+]
Berlino, 1928. Il più grande illusionista del mondo, Wei Ling Soo, nome d’arte di Stanley Crawford, ha appena terminato il suo spettacolo quando il suo amico d’infanzia Howard Burkan lo ingaggia per smascherare una sedicente medium di nome Sophie Baker.
Incuriosito dalla descrizione che ne fa il compagno, l’uomo si reca nel sud della Francia, dove la ragazza è ospite presso una facoltosa famiglia che ha abilmente soggiogato.
Inizialmente riluttante all’idea che possa esistere un altro mondo oltre il nostro, Stanley tenta in tutti i modi di smascherare Sophie ma, con sua grande sorpresa, la giovane sembra conoscere episodi significativi del suo passato, tanto da mettere in dubbio la sua stessa razionalità.
“Magic in the Moonlight” è l’ultimo lavoro firmato Woody Allen ambientato in Costa Azzurra.
Come tutti i film del Maestro, dietro l’apparente leggerezza, infatti, si nasconde un messaggio particolarmente profondo: l’eterna contrapposizione tra razionalità ed illusione che da sempre divide in due l’umanità.
Nonostante i notevoli spunti, però, la trama appare banale e priva di momenti brillanti, come invece ci aspetteremmo da un film di Allen.
La fine del film è ben chiara allo spettatore già dopo i primi cinque minuti, nel momento in cui la fidanzata di Stanley ricorda all’uomo che loro due sono <<anime gemelle>>.
I ruoli assegnati ai due protagonisti sono eccessivamente marcati e a tratti stereotipati, i pochi momenti divertenti non sono sufficienti per considerare “Magic in the Moonlight” all’altezza di altri capolavori del regista.
Anche la scelta del cast non è pienamente riuscita. Se i personaggi di contorno si limitano a svolgere il loro compito senza infamia e senza lode ed Emma Stone si cala abbastanza bene nei panni della fattucchiera in cerca di denaro, è l’interpretazione di Colin Firth che non appare totalmente credibile. Sulle spalle dell’attore, infatti, dovrebbe poggiarsi l’intera pellicola ma, nonostante il suo impegno, Firth si dimostra incapace di reggere un tale peso.
Nonostante tutto, però, vale la pena guardare “Magic in the Moonlight”, fosse anche solo per i paesaggi in cui esso è ambientato e per la meravigliosa fotografia di Darius Khondji, che donano al film quella magia che, alla fine, si rivela essere l’indiscussa protagonista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sabrina lanzillotti »
[ - ] lascia un commento a sabrina lanzillotti »
|
|
d'accordo? |
|
soviet rossija
|
domenica 8 marzo 2015
|
woody allen quasi in forma
|
|
|
|
Magic In The Moonlight si presenta sullo scenario del cinema attuale come una boccata d'aria fresca dal sapore arcaico e pulito. Si tratta di un'opera,se non brillante,almeno degna di nota e leggera(ma non troppo) mostrando un Woody Allen equamente lontano sia dai successi romantico-umoristico-filosofici degli ultimi anni sia dai dissacranti film del suo periodo recitativo. Il film è una commedia 'all Brit' dall'ambientazione vintage provenzale e dall'atmosfera magica,legata alla colonna sonora jazz/swing che la accompagna. La storia del film,partendo da una situazione disillusamente egoistica e scettica,approda ad una situazione altrettanto scettica ma relativamente più aperta e positiva(anche se l'egoismo borghese e il sarcasmo britannico dominano dalla prima scena sino all'ultima).
[+]
Magic In The Moonlight si presenta sullo scenario del cinema attuale come una boccata d'aria fresca dal sapore arcaico e pulito. Si tratta di un'opera,se non brillante,almeno degna di nota e leggera(ma non troppo) mostrando un Woody Allen equamente lontano sia dai successi romantico-umoristico-filosofici degli ultimi anni sia dai dissacranti film del suo periodo recitativo. Il film è una commedia 'all Brit' dall'ambientazione vintage provenzale e dall'atmosfera magica,legata alla colonna sonora jazz/swing che la accompagna. La storia del film,partendo da una situazione disillusamente egoistica e scettica,approda ad una situazione altrettanto scettica ma relativamente più aperta e positiva(anche se l'egoismo borghese e il sarcasmo britannico dominano dalla prima scena sino all'ultima). Le perle della pellicola sono racchiuse nelle magistrali interpretazioni,sotto cui si notano la mano esperta e l'estro alleniani,di Colin Firth(in un ruolo "very british" di cui non vestiva i panni da diverso tempo) e di Emma Stone giovane,allegra e provocatoria nonché motore di tutta la trama ingannevole di fondo. Forse,escludendo alcuni film quali Midnight In Paris,Troverai L'Uomo Dei Tuoi Sogni e Match Point,questo film segna una delle migliori regie e sceneggiature realizzate da Allen nel nuovo millennio,a cui manca solo lo spirito yiddish(marchio di fabbrica di Woody) per entrare nell'Olimpo dei capolavori immortali di Woody Allen. Un lavoro ottimo,una regia attenta,con un cast eccezionale e aderente ai ruoli e una minuziosa dovizia di particolari scenici e dialoghi comici(come il botta&risposta tra l'anziana ed esperta zia e il nostro confuso illusionista Colin),in mezzo ai quali risaltano alcune parti a metà tra incanto e romanticismo che danno quel tocco 'magico' citato nel titolo. Da non perdere per alcun motivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a soviet rossija »
[ - ] lascia un commento a soviet rossija »
|
|
d'accordo? |
|
killbillvol2
|
martedì 3 marzo 2015
|
magic in the cinema
|
|
|
|
I risultati di Woody Allen, nell'ultimo decennio, come tutti ben sanno, sono stati a dir poco altalenanti. Però, dopo l'abbaglio italiota preso con To Rome With Love (dopo il quale si inneggiava alla totale degenerazione del suo talento), aveva stupito con un atto di accusa e denigrazione di tutta la società e l'umanità col bellissimo Blue Jasmine. Così, Allen aveva ridestato l'attenzione e riacceso la speranza verso il suo cinema (nichilista e privo di speranza) e ha tenuto fede al suo patto col diavolo, sfornando a distanza di un anno, un nuovo film.
[+]
I risultati di Woody Allen, nell'ultimo decennio, come tutti ben sanno, sono stati a dir poco altalenanti. Però, dopo l'abbaglio italiota preso con To Rome With Love (dopo il quale si inneggiava alla totale degenerazione del suo talento), aveva stupito con un atto di accusa e denigrazione di tutta la società e l'umanità col bellissimo Blue Jasmine. Così, Allen aveva ridestato l'attenzione e riacceso la speranza verso il suo cinema (nichilista e privo di speranza) e ha tenuto fede al suo patto col diavolo, sfornando a distanza di un anno, un nuovo film. E le critiche sono ricominciate, più aspre che mai. In America lo si massacra, ma si sa che l'ebreo newyorchese più famoso del mondo non è ben visto in patria, dalla quale si è parecchio allontanato per rifugiarsi in Europa (come il regista di Hollywood Ending), culla della cultura e delle civiltà, ma anche disposta a dargli l'appoggio dell'ente del turismo. Questo era il grandissimo rischio di Magic In The Moonlight, commedia ambientata tra Berlino, Londra e, soprattutto, la Costa Azzurra. Ed è stato proprio correndo questo altissimo e terribile pericolo che Woody Allen ha dimostrato di non aver perso il suo tocco, di rimanere, ancora oggi dopo quarant'anni di carriera e 79 anni sul groppone, quello che è sempre stato: un genio. Non perché quest'ultima opera sia particolarmente geniale, nuova o illuminante, ma è originale nel panorama del cinema alleniano, soprattutto dopo l'accurato ritratto della disperazione e dell'inutilità della vita visto nella "Triste Jasmine". Magic In The Moonlight è un film prevedibile dall'inizio alla fine, persino nei colpi di scena. Ma allora perché si sta col fiato sospeso per tutta la sua durata? Perché non si distoglie mai lo sguardo? E perché si ride ancora per battute vecchie trent'anni? Perché il tutto è perfetto, tutto è al posto giusto, i movimenti (di macchina e degli attori) sono calibrati al millimetro. Perché Colin Firth si dimostra ancora una volta un grandissimo attore (non sempre supportato dalla sua controparte femminile, Emma Stone) e perché i dialoghi sono ancora una volta meravigliosi. In pratica, perché siamo davanti a un film di Woody Allen. Fratello minore (ma forse maggiore nella qualità) di Midnight In Paris e pronipote delle sophisticated comedy degli anni 30 con echi del teatro di Wilde, Magic In The Moonlight ha ancora nel suo epicentro gli anni 20, ritratti nel loro splendore (ci sono persino balli che sembrano usciti dalla casa di Gatsby), prima che la guerra rovini la loro illusione e la spensieratezza.
Ha azzeccato chi ha detto che questo potrebbe essere un testamento per il regista: la vita non ha senso, non c'è niente dopo la morte, ma la magia, noostante tutto, esiste. La magia dell'amore che serpeggia e si fa strada ovunque, prima o poi, e che riesce a corrompere perfino il misantropo Firth (che altri non è che lo stesso Allen), ma anche la magia del cinema che riesce a illudere come fanno i protagonisti. Il film sa che lo spettatore è credulone come i Catledge e ci gioca continuamente, fino all'ultimo. Poi Allen riconferma la sua ragione e il suo nichilismo, senza però la tragicità dei suoi film drammatici o de La Rosa Purpurea del Cairo (con il quale condivide il tema dell'inganno). Di conseguenza esso rimane intaccato dal sentimento più irrazionale e privo di senso che esista, il quale è visto, al contrario di Match Point (o altre opere del regista), come riconciliazione. "Il mondo può anche essere del tutto privo di scopo, ma non del tutto privo di magia" dice la Zia Vanessa nel finale. Tentativo di autoconsolazione, ora che "l'unico supereroe esistente" si sta avvicinando? Forse, anche se non lo sapremo mai con esattezza. Nel frattempo ci godiamo un altro bellissimo film, e non importa se tutto si riduce ancora una volta al vecchio whatever works. In fondo, finché funziona, perché ci dovremmo preoccupare?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a killbillvol2 »
[ - ] lascia un commento a killbillvol2 »
|
|
d'accordo? |
|
frankdamiano
|
martedì 10 febbraio 2015
|
allen, è sempre magia!
|
|
|
|
Il mio caro Woody non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non capisco perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di avere la stessa passione dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, a parer mio, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "M[+]
Il mio caro Woody non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non capisco perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di avere la stessa passione dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, a parer mio, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "Magic in the moonlight" ci riesce bene. Woody Allen non mostra la risposta al tema, se non la sua, ma ci fornisce tutti gli elementi affinché ognuno alla fine del film, e si spera nella propria vita, possa fare la sua scelta: essere cinici e razionali su tutto ciò che ci circonda e accade oppure guardare gli eventi con un altro approccio, più spirituale, come se tutto avesse un senso al di là dei dogmi religiosi. Come un mago domina la tecnica dell'illusionismo per stupire gli spettatori allo stesso modo tutti noi, con consapevolezza, possiamo stupirci per un evento della natura o un incontro "casuale" con qualcuno grazie alla magia, non in quanto numero d'illusionismo ma quell'antidoto che ci concede una tregua dall'arida quotidianità. Con consapevolezza? Sì, perché essa non significa soltanto sapere chi siamo e chi vogliamo essere bensì saper scegliere le proprie illusioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a frankdamiano »
[ - ] lascia un commento a frankdamiano »
|
|
d'accordo? |
|
frankdamiano
|
martedì 3 febbraio 2015
|
woody allen, è sempre magia!
|
|
|
|
Il caro Woody Allen non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non è chiaro perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di la stessa passione carnale dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, si sa, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "Magic in the moonlight" ci riesce bene. Woody Allen non mostra la risposta al tema, se non la sua, ma ci fornisce tutti gli elementi affinché ognuno alla fine del film, e si spera nella propria vita, possa fare la sua scelta: essere cinici e razionali su tutto ciò che ci circonda e accade oppure guardare gli eventi con un altro approccio, più spirituale, come se tutto avesse un senso al di là dei dogmi religiosi.
[+]
Il caro Woody Allen non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non è chiaro perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di la stessa passione carnale dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, si sa, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "Magic in the moonlight" ci riesce bene. Woody Allen non mostra la risposta al tema, se non la sua, ma ci fornisce tutti gli elementi affinché ognuno alla fine del film, e si spera nella propria vita, possa fare la sua scelta: essere cinici e razionali su tutto ciò che ci circonda e accade oppure guardare gli eventi con un altro approccio, più spirituale, come se tutto avesse un senso al di là dei dogmi religiosi. Come un mago domina la tecnica dell'illusionismo per stupire gli spettatori allo stesso modo tutti noi, con consapevolezza, possiamo stupirci per un evento della natura o un incontro "casuale" con qualcuno grazie alla magia, non in quanto numero d'illusionismo ma quell'antidoto che ci concede una tregua dall'arida quotidianità. Con consapevolezza? Sì, perché essa non significa soltanto sapere chi siamo e chi vogliamo essere bensì saper scegliere le proprie illusioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a frankdamiano »
[ - ] lascia un commento a frankdamiano »
|
|
d'accordo? |
|
camiglia
|
domenica 1 febbraio 2015
|
woody e l'aldilà (o le illusioni)
|
|
|
|
Un "mago" cinese dà dimostrazioni di magia. Si tratta in realtà di Stanley, aristocratico inglese, razionale e materialista, Stanley dichiara apertamente che i maghi sono truffatori e chi crede nella magia è almeno un ingenuo. Intende dimostrare soprattutto che in quella zona ove si trova, Costa Azzurra alla fine degli anni '20,non è altro che una abile truffatrice una giovane donna, Sophie, che,in quanto medium,afferma di avere rapporti con l'aldilà. Di Sophie Stanley finisce per innamorarsi. Ne resta estasiato. Pentito della sua primitiva tesi, quando Sophie rivela,da maga, il suo passato e il suo presente. In realtà quella di Sophie era un,abile trovata, come tutte le trovate degli illusionisti= maghi : aveva ricevuto tutte le informazioni del caso da parte di un amico di Stanley.
[+]
Un "mago" cinese dà dimostrazioni di magia. Si tratta in realtà di Stanley, aristocratico inglese, razionale e materialista, Stanley dichiara apertamente che i maghi sono truffatori e chi crede nella magia è almeno un ingenuo. Intende dimostrare soprattutto che in quella zona ove si trova, Costa Azzurra alla fine degli anni '20,non è altro che una abile truffatrice una giovane donna, Sophie, che,in quanto medium,afferma di avere rapporti con l'aldilà. Di Sophie Stanley finisce per innamorarsi. Ne resta estasiato. Pentito della sua primitiva tesi, quando Sophie rivela,da maga, il suo passato e il suo presente. In realtà quella di Sophie era un,abile trovata, come tutte le trovate degli illusionisti= maghi : aveva ricevuto tutte le informazioni del caso da parte di un amico di Stanley.
Fantasia,psicanalisi, religione come in molti film di W.Allen. Ma alla fine vale per i credenti che superano i limiti della vita terrena. Ma anche per i non credenti :l'illusione é necessaria per sopravvivere, "come l'aria che si respira" (così concludeva lo stesso Woody in Ombre e nebbia). I dialoghi sono vivacissimi.Il commento musicale piacevolissimo, come al solito anche nelle code del film
[-]
|
|
[+] lascia un commento a camiglia »
[ - ] lascia un commento a camiglia »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
venerdì 23 gennaio 2015
|
seconda tappa francese per woody.
|
|
|
|
Costa Azzurra, anni '20: a un distinto gentiluomo inglese, di professione illusionista di gran successo, scettico all'inverosimile, viene affidato l'arduo incarico di smascherare una medium di cui si dice abbia doti divinatorie. Ma l'uomo è fermamente convinto che sia solo una delle tante ciarlatane in circolazione e che ha già sbugiardato in passato, solo più affascinante delle altre. Dopo "Midnight in Paris", Woody Allen, ormai di casa e a suo agio in Europa, torna per la seconda volta in Francia, non discostandosi troppo da quelli che sono i suoi standard ormai consolidati, quali garbatissimi imprevisti sentimentali, magia (presentissima nella sua più recente filmografia, ma anche in passato) e un cast cha varia da film a film.
[+]
Costa Azzurra, anni '20: a un distinto gentiluomo inglese, di professione illusionista di gran successo, scettico all'inverosimile, viene affidato l'arduo incarico di smascherare una medium di cui si dice abbia doti divinatorie. Ma l'uomo è fermamente convinto che sia solo una delle tante ciarlatane in circolazione e che ha già sbugiardato in passato, solo più affascinante delle altre. Dopo "Midnight in Paris", Woody Allen, ormai di casa e a suo agio in Europa, torna per la seconda volta in Francia, non discostandosi troppo da quelli che sono i suoi standard ormai consolidati, quali garbatissimi imprevisti sentimentali, magia (presentissima nella sua più recente filmografia, ma anche in passato) e un cast cha varia da film a film. Sotto la maschera da commedia romantica, il rgista newyorchese inscena uno dei suoi dibattiti filosofici preferiti, quello sulla supremazia della ragione sull'intuito, lo scontro tra scettici e credenti, incarnati rispettivamente da un decadente e perfettamente malinconico Colin Firth e da una sensualissima fata ammaliatrice come Emma Stone, incredibilmente ben calata nei tempi filmici di Allen (e già scritturata per il suo prossimo lavoro). Pellicola non brutta ma che alla lunga stufa, gli ultimi venti minuti sono di una lentezza spaventosa, il ritmo scende di troppi giri e la storia stagna ma è impossibile non notare i bellissimi abiti di scena e una luce che sembra rubata dai quadri degli impressionisti dell'epoca, con splendidi sfarfallii tendenti all'arancio. L'alchimia tra i due protagonisti è la cosa migliore della pellicola, nonostante siano diversissimi, tanto british lui quanto teen pop lei, riuscendo a far rompere all'amore gli schemi rigidissimi della disillusione e della misantropia. Oltre alla magia, il regista non rinuncia al jazz, altra sua grande passione ma soprattutto, attraverso questo film, Allen dimostra come il vero incantesimo sia trovare l'inaspettato, indipendentemente dalla forma cui si mostra: amore o verità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
cesare premi
|
venerdì 16 gennaio 2015
|
gradevolmente mediocre
|
|
|
|
Magic in the moonlight presenta indubbiamente qualche elemento di interesse nell'idea generale e nelle scene iniziali, che ci mettono di fronte a sbalorditivi spettacoli di magia, sparizione, levitazione. Interessante anche il filo narrativo principale del film, ovvero il tentativo da parte del famoso mago e prestigiatore Stanley Crawford di smascherare l'ennesima sedicente medium (la giovane e attraente americana Sophie Baker), così come l'ambientazione tra una Costa Azzurra e una Provenza d'antan (siamo negli anni Trenta del Novecento). Tuttavia presto subentra un sentimento di déjà vu, la percezione di un vizio di manierismo da parte di un regista che più che mettere il timbro della sua inconfondibile cifra stilistica ripete stancamente se stesso.
[+]
Magic in the moonlight presenta indubbiamente qualche elemento di interesse nell'idea generale e nelle scene iniziali, che ci mettono di fronte a sbalorditivi spettacoli di magia, sparizione, levitazione. Interessante anche il filo narrativo principale del film, ovvero il tentativo da parte del famoso mago e prestigiatore Stanley Crawford di smascherare l'ennesima sedicente medium (la giovane e attraente americana Sophie Baker), così come l'ambientazione tra una Costa Azzurra e una Provenza d'antan (siamo negli anni Trenta del Novecento). Tuttavia presto subentra un sentimento di déjà vu, la percezione di un vizio di manierismo da parte di un regista che più che mettere il timbro della sua inconfondibile cifra stilistica ripete stancamente se stesso. Il film scorre via gradevolmente e alla fine il roccioso razionalismo di Stanley dovrà capitolare di fronte alle straordinarie performance paranormali di Sophie (anche se il prosieguo ci riserva una sorpresa inaspettata), così come il suo cinismo misantropico e il suo disincanto dovranno capitolare di fronte alla fresca giovinezza e fascinazione di lei. Il film procede a grandi passi, e senza troppe pretese, verso la sua conclusione romantico-sentimentale; ma quando ti capita di riuscire a indovinare con un attimo di anticipo quasi tutte le scene che si preparano vuol dire che qualcosa non funziona a dovere. Comincio seriamente a pensare che Woody Allen dia il meglio di sé nei film drammatici piuttosto che nelle commedie, dove più evidente è l'effetto manieristico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cesare premi »
[ - ] lascia un commento a cesare premi »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 12 gennaio 2015
|
magic with woody
|
|
|
|
Il titolo che ho scelto non è casuale.Il mio rapporto con Woody Allen vorrebbe essere solo di amore ma a volte costringe anche ad esserci dell'odio(To rome with Love).Il fillm inizia con il grande prestigiatore Wei ling Soo (Colin Firth)che viene coinvolto dall suo amico di sempre a scovare l'ennesima veggente truffatrice (Emma Stone),L'ambientazione anni 20 è molto amata da Woody,esempio è in Midnight in Paris,ma questa volta l'ambientazione è nella Provenza Francese.
Le caratteristiche dei personaggi si delineano subito:Colin Firth che interpreta la razionalità e il cinismo più sfrenato affiancati ad un'Emma Stone romantica e imprevedibile .
[+]
Il titolo che ho scelto non è casuale.Il mio rapporto con Woody Allen vorrebbe essere solo di amore ma a volte costringe anche ad esserci dell'odio(To rome with Love).Il fillm inizia con il grande prestigiatore Wei ling Soo (Colin Firth)che viene coinvolto dall suo amico di sempre a scovare l'ennesima veggente truffatrice (Emma Stone),L'ambientazione anni 20 è molto amata da Woody,esempio è in Midnight in Paris,ma questa volta l'ambientazione è nella Provenza Francese.
Le caratteristiche dei personaggi si delineano subito:Colin Firth che interpreta la razionalità e il cinismo più sfrenato affiancati ad un'Emma Stone romantica e imprevedibile .
Pur essendo la persona più scettica della terra,il grande prestigiatore si dovrà ricredere non trovando spiegazione a quelli che paiono tutto meno che giochi di prestigio.
Il film gioca tra il rapporto del razionale con l'irrazionale ,il cast è perfetto :Colin Firth attore affermato e per grandissime interepretazioni drammatiche come nel "Discorso del re" ma anche più goliardiche come ad esempio nel "Diario di Bridjet Jones",Emma Stone anche ,a mio parere promettente attrice che ci ha deliziato in "Crazy Stupid Love" e che ha saputo confrontarsi anche con colossal Hollywodiani come "Gangestr Squad" o "The amazing Spiderman".
Proprio la bravura degli attori riesce a caratterizzare i personaggi e a far si che la finizione sia minima.Magic in the Moonlight ti trasporta per 2 ore nella Provenza Francese anni 20 e ti fa interrogare su dove voglia andare a parare il film.
E Woody non è mai completamente irrazionale.
Ho trovato questo film carino e coinvolgente e ho amato Colin Firth come poche altre volte.Il confilitto che viene affrontato nel film lo affrontiamo anche noi sulla religione,sulle passsioni..il tutto alleggerito da toni sgarcianti ,costumi che rasentano la perfezione ed una macchina da presa gestita alla Woody.
Non è "Io e Annie",non è Manhattan ,ma di certo non siamo a livelli bassi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
anna maria
|
lunedì 5 gennaio 2015
|
che delusione!!
|
|
|
|
Ho sempre amato Woody Allen. E dovendo scegliere se andare a questo oppure a vedere altro film, mi sono risoluta per questo. Storia lenta, scontata, banale. Che altro dire? Una grande delusione
|
|
[+] lascia un commento a anna maria »
[ - ] lascia un commento a anna maria »
|
|
d'accordo? |
|
|