Varsavia 44 |
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Un film di Jan Komasa.
Con Józef Pawlowski, Zofia Wichlacz, Anna Próchniak, Antoni Królikowski, Maurycy Popiel.
continua»
Titolo originale Miasto 44.
Drammatico,
durata 130 min.
- Polonia 2014.
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Non dobbiamo mai dimenticaredi Alex62Feedback: 8313 | altri commenti e recensioni di Alex62 |
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domenica 17 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo è uno dei film più importanti degli ultimi anni, purtroppo passato quasi inosservato sia in Europa che negli USA. Racconta, senza accomodamenti di alcun genere, né compromessi neppure col pubblico - che magari avrebbe desiderato una bella storia d'amore fra le rovine, col lieto fine romantico - la verità sui fatti atroci della rivolta polacca a Varsavia fra il 1° agosto e l'ottobre 1944. Questo film dovrebbe essere mostrato in tutti gli istituti superiori europei: tutti i ragazzi dovrebbero sapere, discutere, approfondire questi temi. Il popolo che non vuole confrontarsi con la memoria storica non ha diritto di continuare a esistere in quanto non comprende chi è!... Se vogliamo davvero costruire l'Europa come Unione di Stati sovrani, disposti a cedere parte dei propri poteri alla sovranazionalità, dobbiamo confrontarci con i fatti della Prima e Seconda Guerra Mondiale. I programmi di storia dei licei dovrebbero cominciare proprio da lì: primo argomento di studio, la II Guerra Mondiale. Nel film non c'è nulla d'inventato: è la fedelissima cronaca della svendita della Polonia, già avvenuta, da parte della Gran Bretagna e degli USA a Stalin, non solo, ma di tutta l'Europa Orientale, a partire proprio dalla Polonia; il 1° Agosto del 1944 i giovani di Varsavia, sotto l'occupazione nazista, si ribellarono al nemico invasore; l'esercito russo acquartierato appena oltre la Vistola assistette, senza muovere un dito, alla sistematica distruzione dell'intera città, allo stupro sistematico delle donne, al massacro di bambini e vecchi. Pochi temerari plotoni di rivoltosi cercavano di combattere i carri armati nazisti e proteggere gli ospedali, dove trovavano cure e rifugio anche i prigionieri tedeschi catturati. Questo racconta il film con tutta la maestria, l'entusiasmo e la bravura di un cast di attori giovanissimi e scrupolosamente preparati, con alcune eccellenze: il regista quasi esordiente, Jan Komasa, che rende perfettamente il doppio piano della distruzione visibile del cuore della Polonia e di quella invisibile dell'anima del protagonista, il bravissimo Józef Pawlowski; la stupenda attrice ventunenne, Sofia Wichlacz che, da sola, grazie a doti di recitazione eccezionali e a una bellezza commovente, regge intere scene, magistrali. Non è un film per stomaci deboli...sono stato male tre giorni dopo la visione e non riuscivo a guardare il finale, continuavo a mettere in pausa per trovare la forza di affrontarlo... Questo film dovrebbe diventare un esempio per il cinema europeo. Non possiamo tenere i fantasmi nel cassetto, gli scheletri nei nostri armadi non ci stanno: sono troppi. I nefandi, efferati delitti di massa che abbiamo commesso, appena ieri, pesano sulla coscienza collettiva dell'intera Europa, dobbiamo, con rispetto e venerazione, riesumarli, rievocarli, dialogare con i nostri terrori più profondi; dobbiamo ristabilire, per quanto possibile, la verità storica. Il pericolo del NEGAZIONISMO è sempre in agguato! Cominciamo ora, non dilazioniamo più questo appuntamento con la nostra coscienza: ce lo chiedono i nuovi Europei, i nostri ragazzi, che riaffermano ogni giorno, col loro desiderio d'integrazione e accoglienza civile, lo slogan più ammirabile dell'Europa Unita: MAI Più LA GUERRA NEI NOSTRI CONFINI! MAI Più LA GUERRA NELLE NOSTRE CITTà!!!
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