dandy
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domenica 19 giugno 2022
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king gary
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Terzo ed ultimo capitolo della "Trilogia del cornetto",che riprende il meccanismo di "L'alba dei morti dementi" ma con meno citazionismo e guardando quasi esclusivamente a "L'invasione degli ultracorpi".Più spigliato e concitato del precedente "Hot Fuzz" ma non sempre azzeccato,un pò forzato nello svolgimento e con una soluzione finale piuttosto modesta.Godibili comunque le concitate sequenze di corpo a corpo e simpatica l'idea del sangue blu per attenuare l'effetto gore.Dialoghi divertenti,cast simpaticamente in parte e un bel discorso sull'amicizia che perdura e la ribellione al conformismo e l'adagiarsi alla grigia monotonia causati del passare del tempo.
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Terzo ed ultimo capitolo della "Trilogia del cornetto",che riprende il meccanismo di "L'alba dei morti dementi" ma con meno citazionismo e guardando quasi esclusivamente a "L'invasione degli ultracorpi".Più spigliato e concitato del precedente "Hot Fuzz" ma non sempre azzeccato,un pò forzato nello svolgimento e con una soluzione finale piuttosto modesta.Godibili comunque le concitate sequenze di corpo a corpo e simpatica l'idea del sangue blu per attenuare l'effetto gore.Dialoghi divertenti,cast simpaticamente in parte e un bel discorso sull'amicizia che perdura e la ribellione al conformismo e l'adagiarsi alla grigia monotonia causati del passare del tempo.SEmpre interessanti ed azzeccate le musiche,con Suede,The Doors,Primal Scream,Pulp,The Stone Roses e (purtroppo solo nei titoli di coda)The Sisters of Mercy.Pierce Bronsnan è il professor Sheperd.Bill Nighy doppia l'alieno nella versione originale.Pegg co-sceneggia col regista.
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giovanni
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martedì 11 agosto 2020
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non basta che funzioni
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Per una serata afosa di agosto (10.8.2020), da trascorrere davanti alla TV con il confort dell'aria condizionata, questo film può pure andar bene. "Basta che funzioni!" direbbe Woody Allen. Ma non funziona del tutto perché, di tanto in tanto, arriva l'abbiocco.
Se poi vogliamo salire in cattedra come psicoanalisti fai-da-te, allora possiamo vederci della critica sociale, un po' di nostalgia per l'infanzia perduta, una vaga anarchia da figli dei fiori ormai ammosciati e delusi.
Comunque sorridiamo per il passatempo, ma siamo seri nel dare giudizi critici: due stelle sono pure troppe:
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elgatoloco
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martedì 21 agosto 2018
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una satira feroce, molto divertnete
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Questo"The World's End"(2013)è uno dei film più intelligenti degli ultimi anni, intendendo almeno il lustro recente. Made in England, opera di Edward Wright(rregista e co-sceneggiatore)e di Simon Pegg(co-sceneggiatore e protagonista)prende spunto da cinque amici, che vogliono rivedere, su impulso di uno di loro, la loro giovinezza spensierata, alcolica, "libertina"(la consumazione di un rapporto eterosessuale nella toilette per disabili rimane memorabile, e chi scrive è in questa condizione, in quanto invalido seriamente classificato...), pur in mezzo alle difficoltà, L'ultima tappa del viaggio attraverso le birrerie, però, contempla un locale detto appunto"World's End", e proprio qui arriva un'invasione dominante di"vuoti", ossia di robot dominatori(non schiavi, contravvenendo all'etimo.
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Questo"The World's End"(2013)è uno dei film più intelligenti degli ultimi anni, intendendo almeno il lustro recente. Made in England, opera di Edward Wright(rregista e co-sceneggiatore)e di Simon Pegg(co-sceneggiatore e protagonista)prende spunto da cinque amici, che vogliono rivedere, su impulso di uno di loro, la loro giovinezza spensierata, alcolica, "libertina"(la consumazione di un rapporto eterosessuale nella toilette per disabili rimane memorabile, e chi scrive è in questa condizione, in quanto invalido seriamente classificato...), pur in mezzo alle difficoltà, L'ultima tappa del viaggio attraverso le birrerie, però, contempla un locale detto appunto"World's End", e proprio qui arriva un'invasione dominante di"vuoti", ossia di robot dominatori(non schiavi, contravvenendo all'etimo...), con epiche, pur se non risolutive, lotte, tra i cinque"non più giovanissimi"e quanto si muove diversamente, nel senso del nuovo potere, che ci ricorda Orwell e tutta la teorirzzazione distopica-anti-utopica... Memorabile excursus comico-grottesco-paradossale, con incongrue"fughe in avanti", con interpreti quali il citato Peggi(irresistibile), Nick Frost, Paddy Considine, Martin Freeman, Eddie Marsan, ma anche la bella Rosamund Pike(l'aggiunta, diciamo così, britannica in grado di smentire le pessimisiche previsioni di Balzac sulla bellezza delle donne britanniche...), tutti più che all'altezza, mostra in un tourbillon di sequenze e di parole, l'assurdità della"saggezza"identificata con una forma stabilita di vita come regola direttrice dell'esistenza. Impagabile, degno(per me il paragone è inevitabile, pur nella diversità)con il top delll'humor britannica, ossia i"Monthy Python")... El Gato
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no_data
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sabato 9 dicembre 2017
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fantascenza della stupidera
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inconsistente stupidera senza senso ne simbologia ne credibile ne incredibile
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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nostalgia e consumismo
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Gary King è un estroverso alcolista di mezza età che riesce a rintracciare i suoi quattro amici dei tempi del liceo per riprovare a percorrere il "Miglio Dorato", un tour dei pub che comprende ben dodici locali nella loro città natale di Newton Haven. Ma i quattro si troveranno a fronteggiare una minaccia più grande di loro.
La struttura del film è simile a quella dei due precedenti capitoli: metà pellicola introduce i personaggi con toni da commedia sofisticata per poi sfociare, nella seconda metà, in una parodia\omaggio al cinema di genere (in questo caso nella fantascienza anni '50, con una spruzzata di post-apocalittico anni '70 verso il finale).
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Gary King è un estroverso alcolista di mezza età che riesce a rintracciare i suoi quattro amici dei tempi del liceo per riprovare a percorrere il "Miglio Dorato", un tour dei pub che comprende ben dodici locali nella loro città natale di Newton Haven. Ma i quattro si troveranno a fronteggiare una minaccia più grande di loro.
La struttura del film è simile a quella dei due precedenti capitoli: metà pellicola introduce i personaggi con toni da commedia sofisticata per poi sfociare, nella seconda metà, in una parodia\omaggio al cinema di genere (in questo caso nella fantascienza anni '50, con una spruzzata di post-apocalittico anni '70 verso il finale). Qui gli elementi sono mescolati, se possibile, ancora meglio che nei precedenti film. Il colpo di scena è davvero sorprendente, i personaggi sono approfonditi ancora meglio e la satira sociale è più spregiudicata e meno sottile.
Simon Pegg si supera, interpretando un personaggio patetico ed intrigante, e la parte in cui confessa il suo alcolismo all'amico Nick Frost è davvero toccante.
Insomma, un film completo, una perla del cinema moderno da non perdere assolutamente.
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supremo2000
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mercoledì 6 luglio 2016
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i'm the king
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Edgar Wright alla regia Wright e Pegg alla sceneggiatura e un cast stellare questo film è da vedere? Ovviamente!.
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biso 93
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venerdì 1 aprile 2016
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un finale all'altezza
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The world's end e' la degna conclusione della trilogia del cornetto, mantiene lo stile e la filosofia dei film precedenti: distruggere lo schiavismo, l'abituale ed il quotidiano, per liberare l'uomo dalle catene imposte dalla societa'. Il trio britannico questa volta da vita ad un film dalla trama brillante che parodizza il genere fantascientifico e i film di arti marziali, sempre con intelligenza e qualita' attraverso un maggior approfondimento psicologico dei personaggi, ampliando anche l'importanza dei coprotagonisti. Forse dei tre e' quello che mi ha fatto ridere di meno( ridi di brutto cmq) ma cone sceneggiatura e regia e' eccelso e sicuramente il piu' esplosivo.
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The world's end e' la degna conclusione della trilogia del cornetto, mantiene lo stile e la filosofia dei film precedenti: distruggere lo schiavismo, l'abituale ed il quotidiano, per liberare l'uomo dalle catene imposte dalla societa'. Il trio britannico questa volta da vita ad un film dalla trama brillante che parodizza il genere fantascientifico e i film di arti marziali, sempre con intelligenza e qualita' attraverso un maggior approfondimento psicologico dei personaggi, ampliando anche l'importanza dei coprotagonisti. Forse dei tre e' quello che mi ha fatto ridere di meno( ridi di brutto cmq) ma cone sceneggiatura e regia e' eccelso e sicuramente il piu' esplosivo. Da non perdere!
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ultimoboyscout
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lunedì 30 novembre 2015
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gli uomini del miglio dorato.
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Cosa succederebbe se cinque ex amici d'infanzia si ritrovassero per ripetere e completare l'epico giro dei pub della loro giovinezza da concludersi al "The Wolrd's End" e durante la serata scoppiasse veramente la fine del mondo? Con questa pellicola si conclude la ben nota "Trilogia del Cornetto" del trio Wright-Pegg-Frost iniziata nel 2004 con "L'alba dei morti dementi" e proseguita nel 2007 con "Hot fuzz". Serie così denominata poichè in ogni film viene comprato un gelato il cui colore fa riferimento al genere omaggiato. Il trio separato è divertente ma assieme sono assolutamente spassosi, con loro, presente in ognuno dei tre film, anche Martin Freeman, ovvero Bilbo Baggins.
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Cosa succederebbe se cinque ex amici d'infanzia si ritrovassero per ripetere e completare l'epico giro dei pub della loro giovinezza da concludersi al "The Wolrd's End" e durante la serata scoppiasse veramente la fine del mondo? Con questa pellicola si conclude la ben nota "Trilogia del Cornetto" del trio Wright-Pegg-Frost iniziata nel 2004 con "L'alba dei morti dementi" e proseguita nel 2007 con "Hot fuzz". Serie così denominata poichè in ogni film viene comprato un gelato il cui colore fa riferimento al genere omaggiato. Il trio separato è divertente ma assieme sono assolutamente spassosi, con loro, presente in ognuno dei tre film, anche Martin Freeman, ovvero Bilbo Baggins. La pellicola scimmiotta il genere fantascientifico frullandolo assieme allo humour tipicamente inglese, dei cinque cavalieri dell'apocalisse etilica il personaggio meglio tratteggiato è quello di Gary King, il più sgangherato e irresponsabile del gruppo, promotore della maratona di birre. E' l'unico a non essersi costruito un presente e un futuro ma è altrettanto l'unico a non avere un'esistenza grigia da presentabile e distinto borghese, essendo rimasto pateticamente e impenitentemente indietro di parecchi anni rispetto ai suoi coetanei. Pegg riesce a dare sfumature stridenti, quasi sinistre, al suo personaggio che risulta diversissimo e molto meno candido rispetto ai primi due della trilogia. In lui c'è una forte satira sociale, un messaggio piuttosto evidente contro la normalizzazione della società e del cinema. Gli ingredienti sono apocalisse, birra, paranoia, sci-fi, ricordi di anni passati e casino da pub per un'opera particolarissima e originale, con grande attenzione verso il lato comico e quello sentimentale, con una trama esile ma perfettamente funzionale al progetto.
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gambardella
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giovedì 18 giugno 2015
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siamo alle solite calimero!
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un altra dimostrazione della assoluta mancanza di spirito critico e di capacità di analisi della critica cinematografica attuale e dei beccaccioni che li emulano! come si possa appioppare una votazione da film di razza a un filmetto da quattro soldi come questo ,qualcuno dovrebbe spiegarmelo perchè sinceramente per me è un mistero. un film che esordisce e si mantiene nei canoni della tipica commedia inglese che a un certo punto si trasforma in ridicola astrusità , in pseudo horror da ragazzotti intossicati da pop corn e coca . questo film piacevole all'inizio diventa qualcosa di veramente irritante e fastidioso, se lo terminate vi lascerà l'amaro in bocca ! inutile ragionarci sopra ,le porcherie non lo meritano!
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des esseintes
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martedì 31 marzo 2015
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passabile
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Comincia bene poi c'è un colpo di scena fantastico, a quel punto va in stallo, si ingarbuglia e finisce per sgonfiarsi come un soufflé mal riuscito.
Peccato ma il difetto è sempre quello: se in un film o in qualsiasi opera d'arte è assente una profonda consapevolezza della dimensione politica e di quella dei rapporti sociali si rimane o sul divertimento usa e getta o sulla banalità ben confezionata. C'è da dire che dipende anche dall'epoca storica nel senso che è soprattutto oggi che ha significato questo discorso su un modo più "antropologico" di fare e fruire arte. Naturalmente anche Huysmans o Mallarmé hanno una loro precisa dimensione politica, sociale e direi anche economica ma il punto è che in questa fase della storia occorre una maggiore "intenzionalità".
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Comincia bene poi c'è un colpo di scena fantastico, a quel punto va in stallo, si ingarbuglia e finisce per sgonfiarsi come un soufflé mal riuscito.
Peccato ma il difetto è sempre quello: se in un film o in qualsiasi opera d'arte è assente una profonda consapevolezza della dimensione politica e di quella dei rapporti sociali si rimane o sul divertimento usa e getta o sulla banalità ben confezionata. C'è da dire che dipende anche dall'epoca storica nel senso che è soprattutto oggi che ha significato questo discorso su un modo più "antropologico" di fare e fruire arte. Naturalmente anche Huysmans o Mallarmé hanno una loro precisa dimensione politica, sociale e direi anche economica ma il punto è che in questa fase della storia occorre una maggiore "intenzionalità".
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