clearness
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giovedì 5 marzo 2015
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eccellente, ma solo in lingua originale
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Sulla scia di Tangled, i Disney Studios confermano la propria rinascita con Frozen, prendendo spunto dalla fiaba di Andersen "La regina della neve" ma rielaborandone le simbologie in una nuova trama che presenta uno sviluppo tutt'altro che convenzionale e non pochi colpi di scena. Impeccabile nella tecnica e ricco nel versante tematico, il nuovo film Disney è semplice nell'apparenza ma tutt'altro che banale nella sostanza e sa dialogare con spettatori di ogni età senza bisogno di ostentare chiassosamente il proprio valore. Il principale rischio è che il lavoro dei Disney Studios sia sminuito dal discutibile adattamento dei testi canori in lingua italiana, tutt'altro che rispettoso della metrica e sovente banale nella scelta dei termini e dei contenuti.
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Sulla scia di Tangled, i Disney Studios confermano la propria rinascita con Frozen, prendendo spunto dalla fiaba di Andersen "La regina della neve" ma rielaborandone le simbologie in una nuova trama che presenta uno sviluppo tutt'altro che convenzionale e non pochi colpi di scena. Impeccabile nella tecnica e ricco nel versante tematico, il nuovo film Disney è semplice nell'apparenza ma tutt'altro che banale nella sostanza e sa dialogare con spettatori di ogni età senza bisogno di ostentare chiassosamente il proprio valore. Il principale rischio è che il lavoro dei Disney Studios sia sminuito dal discutibile adattamento dei testi canori in lingua italiana, tutt'altro che rispettoso della metrica e sovente banale nella scelta dei termini e dei contenuti. Si consiglia la visione in lingua originale.
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the_diaz_tribe
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venerdì 27 dicembre 2013
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un giusto sentimentalismo in un musical disneyano
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Cinquantatreesimo film d’animazione dei classici disneyani, Frozen - Il regno di ghiaccio, ci trasporta fin da subito in un’atmosfera magica, liberamente tratta dalla favola di Hans Christian Andersen, La Regina delle Nevi, del 1944. Viene narrata la storia, ambientata in un fiordo, nel fiabesco regno di Arendelle, di due sorelle, Elsa e Anna, unite da un profondo legame. La maggiore, Elsa, è capace di creare e di manipolare la neve e il ghiaccio. Un giorno, giocando, ferisce quasi mortalmente la sorella. Viene così rinchiusa in una stanza del palazzo, senza vedere Anna fino al giorno della sua incoronazione a regina, dove, di nuovo in presa alla propria emotività, fa piombare il regno in un perenne inverno.
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Cinquantatreesimo film d’animazione dei classici disneyani, Frozen - Il regno di ghiaccio, ci trasporta fin da subito in un’atmosfera magica, liberamente tratta dalla favola di Hans Christian Andersen, La Regina delle Nevi, del 1944. Viene narrata la storia, ambientata in un fiordo, nel fiabesco regno di Arendelle, di due sorelle, Elsa e Anna, unite da un profondo legame. La maggiore, Elsa, è capace di creare e di manipolare la neve e il ghiaccio. Un giorno, giocando, ferisce quasi mortalmente la sorella. Viene così rinchiusa in una stanza del palazzo, senza vedere Anna fino al giorno della sua incoronazione a regina, dove, di nuovo in presa alla propria emotività, fa piombare il regno in un perenne inverno. Presa dal continuo rimorso nel non riuscire a controllare il proprio potere scapperà da Arendelle, arroccandosi lontano, in un castello di ghiaccio. Toccherà così all’intrepida Anna avventurarsi per riportare a casa l’amata sorella, l’unica in grado di porre fine all’eterno inverno.
Diretto e sceneggiato da Chris Buck (che ha lavorato ad altri capolavori Disney come: La sirenetta, Pocahontas, Oliver & Company, Tarzan) insieme a Jennifer Lee (Ralph Spaccatutto), Frozen segna l’inizio di un nuovo modo della Disney di guardare al ruolo della principessa, che non ha più bisogno del classico principe azzurro per riuscire ad affermarsi nelle storie. C’è il forte e acuto inserimento dei canti che accompagnano e integrano la narrazione del film, spezzando il ritmo d’azione (a molti potrebbe non piacere). È presente una cura per il dettaglio animato e sceneggiato – sia per la sensuosa caratterizzazione dei personaggi (e in particolare la dolce affettività che lega Elsa e Anna) sia per i magici e accattivanti paesaggi invernali – che ricorda e fa riscopre la bellezza delle vecchie perle d’animazione Disney. L’importante colonna sonora è di Christophe Beck, composta insieme a Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez. La traduzione e adattamento in italiano dei testi delle canzoni porta la firma di Lorena Brancucci. Tutte le voci sono stupende ed espressive, soprattutto quella di italiana di Elsa, doppiata da Serena Autieri, che traspare con maggiore rilievo nelle parti cantate.
La proiezione del film viene anticipata da un nuovo cortometraggio di Topolino (Get a Horse!,diretto da Lauren MacMullan), risalente al primo periodo disneyano, utilizzando sia l’originale in bianco e nero sia la CGI, con la voce di Mickey Mouse ancora doppiata da Walt Disney in persona.
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claudiofedele93
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lunedì 14 aprile 2014
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il nuovo classico moderno disney!
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Il nome Disney non passa mai inosservato, che si apprezzino o meno le decine di storie che sono state realizzate nel corso degli anni dalla casa di Topolino, resta il fatto che alcuni lavori come Biancaneve, La Bella e La Bestia o Aladdin siano ormai indelebili nella mente delle persone; negli ultimi trent’anni tuttavia, quando si è parlato di animazione, si è sempre accostato i Disney Studios con la Pixar, la quale grazie ad eccellenti registi ha portato sul grande schermo veri e propri capolavori quali Toy Story, Monster & co.
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Il nome Disney non passa mai inosservato, che si apprezzino o meno le decine di storie che sono state realizzate nel corso degli anni dalla casa di Topolino, resta il fatto che alcuni lavori come Biancaneve, La Bella e La Bestia o Aladdin siano ormai indelebili nella mente delle persone; negli ultimi trent’anni tuttavia, quando si è parlato di animazione, si è sempre accostato i Disney Studios con la Pixar, la quale grazie ad eccellenti registi ha portato sul grande schermo veri e propri capolavori quali Toy Story, Monster & co. ed i più recenti Up e Wall.e . Per chi, però, ancora ne fosse allo scuro c’è da specificare che queste due case cinematografiche molto spesso lavorano insieme e co-producono i loro lungometraggi, ma da qui ad un paio di anni la Disney, anche per quanto riguarda il campo dell’animazione ha deciso di mettersi in proprio; Un caso eclatante che calza a pennello di quanto è stato appena detto è Rapunzel - L’intreccio della Torre o Ralph Spaccatutto. E’ impossibile capire se in questo modo si è cercato di dare alla luce una paradossale concorrenza in casa propria, ma di fatto questi due film di animazione hanno comunque colpito la critica ed il pubblico in modo positivo, sebbene non possano reggere il confronto con i loro colleghi made in Pixar. Frozen - Il Regno di Ghiaccio ha dunque una grande responsabilità, un onere davvero considerevole che si identifica nel mettere nero su bianco che anche Topolino e compagnia sappiano sfornare lavori di lodevole fattura sia tecnicamente che a livello di contenuti.
L’intrepide principessa Anna, accompagnata da Kristoff un venditore di ghiaccio ormai disoccupato e dalla sua fedele renna Sven parte per un viaggio epico alla ricerca della sorella, la regina Elsa, i cui poteri glaciali hanno intrappolato il regno di Arendelle in un inverno perenne. Attraversando montagne innevate, imbattendosi in mistici troll e in un buffo e tenero pupazzo di neve di nome Olaff, Anna e Kristoff combattono il gelo e dei loschi individui in una corsa contro il tempo per salvare il regno.
Il Cinquantatreesimo classico Disney è una miscela che mescola passato, tradizione, presente e tecniche digitali innovative. Frozen di fatto si presenta come un film di animazione in salsa musical dove, indubbiamente, per gran parte del tempo sono le canzoni a farla da padrone lasciando poco spazio a dialoghi e lunghi monologhi. Eppure, omettendo da parte le orecchiabili composizioni curare da Christophe Beck, la pellicola fin da subito mostra una sobrietà scenica ed un brio davvero interessante ed esaltante (ma mai banale o eccessivamente stereotipato) nonché un tripudio di omaggi ai cartoni “classici” di un tempo ed un sempre più marcato parallelismo ad alcuni film appartenenti al genere. (Primo fra tutti una sequenza iniziale che ricorda moltissimo Les Miserables di Hooper).
Dunque Frozen- Il Regno di Ghiaccio si propone non tanto come un vero e proprio capolavoro capace di cambiare radicalmente le carte in tavola, ma, almeno dal punto di vista dei contenuti, esso si rivela semplicemente come un netto passo avanti, una conferma di quel miglioramento in casa Disney che già si era avvertita con Ralph Spaccatutto, proponendo così una storia che riesce a rovesciare il concetto di classico e inserirla in un ottica moderna, mettendo, di fatto, al centro della vicanda due ragazze il cui ultimo pensiero è quello di trovare l’uomo della propria vita. Non ci stiamo sbagliando nel dire ciò poiché, Anna, sorella della regina, è sì inizialmente intenzionata a sposarsi e sogna la classica vita da principessa, ma le sue priorità vengono immediatamente riviste in virtù del fatto che sua sorella è in difficoltà, vittima di un maleficio (o benedizione a seconda di come la si veda) che non riesce a controllare e che rischia di essere fatale per coloro che ama. Una pellicola per lo più on the road che serve su un piatto d’argento il tema dell’amore che nasce e si crea tra fratello e sorella, lasciando così le storie più tradizionali e le trame più scontate di una volta .
Il Regno di Ghiaccio non è assolutamente la migliore delle storie originali, questo va detto e di fatto essa si ispira persino ad un racconto di Andersen, ma è comunque un concreto balzo in avanti fatto nella maniera giusta, capace di saper unire con eleganza e leggerezza tutti i canoni classici del genere senza apparire scialbo o banale.
Punto di forza di tutta la produzione è l’elemento che vede il confronto tra le due sorelle, Anna ed Elsa, ben caratterizzate, tanto simili quanto diverse per carattere e saggezza, che vedono il mondo con occhi completamente diversi. Tuttavia ciò che si fa apprezzare ancora di più, al di là della personalità delle due, è il fatto che Elsa deve convivere con un potere che non sa controllare, che la rende un pericolo per se e sopratutto per gli altri e ciò sarà il particolare che la segnerà per sempre e al contempo negherà anche a sua sorella la giusta libertà e esistenza.
Tecnicamente la pellicola è impressionante, stupisce ogni minuto di più per dettaglio e particolari, grazie anche ad una messa in scena e ad una fotografia luminosa che mette in luce sempre i progressi tecnici degli Studios della Disney. Il 3D è davvero notevole, complice di tutto ciò le estreme condizioni atmosferiche che riempiono lo schermo di fiocchi di neve, pulviscoli e bufere invernali.
Prendiamo, infine, in ultima analisi la musica e le canzoni, la quali accompagnano il film per tutta la sua durata e fanno si che quest’ultimo assuma sempre più le sfumature di un musical e riprenda quei classici di un tempo in cui era la melodia e il canto a farla da padrone. Solo buono, invece, il doppiaggio in italiano dato che in certi punti è sembrato un po’ goffo e non all’altezza della controparte inglese.
Frozen - Il Regno di Ghiaccio è un buon film, un ottimo classico Disney e forse la svolta decisiva per i Disney Studios che porterà quest’ultimi a migliorarsi sempre di più in futuro nel campo dell’animazione e delle storie. Non siamo, tuttavia, ancora ai livelli della Pixar, non possiamo accostare questo lavoro ad Up o Wall.e ma dato che negli ultimi 3 anni i prodotti di quest’ultima non riescono più ad essere eccezionali come un tempo, è forse giusto essere più generosi con la pellicola diretta da Chris Buck e Jennifer Lee, la quale ha trovato un perfetto equilibrio tra passato e presente, citazioni e innovazione tecnica, musica e storia. Frozen divertirà tanto i grandi quanto i piccoli, delizierà le vostre orecchie in più di un’occasione e vi stupirà a livello tecnico. Con una storia per certi versi inedita, tratta da una fiaba svedese, questa pellicola riesce finalmente a dar vita a due grandi personaggi, due sorelle alla ricerca di se stesse che sapranno accompagnare lo spettatore ad un finale niente affatto scontato o tradizionale.
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cinema cinema
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venerdì 6 marzo 2015
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bisogna guardarlo in inglese
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Cinque stelle, ma non alla versione italiana. Sarebbe ora che smettessero di adattare i testi originali, visto che così anche la melodia viene alterata e quindi si finisce per svilire il lavoro degli eccellenti compositori ingaggiati dai Disney Studios.
Per il resto, animazione sublime che fonde perfettamente disegno manuale e lavoro digitale, storia per nulla scontata e pure interessante sul piano dell'indagine psicologica, personaggi ottimamente caratterizzati che si scoprono gradualmente, ottima colonna sonora e scenografie molto ben curate.
Regia e sceneggiatura di Jennifer Lee promosse a pieni voti.
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ilaria pasqua
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lunedì 3 febbraio 2014
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grande centro
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Due sorelle che da piccole erano legatissime, vivono separate in un grande castello. Anna sogna solo una vita piena di emozioni, fuori da quelle stanze e lontana da quell'isolamento, mentre sua sorella Elsa desidera solo di riuscire a controllare ciò che è, infatti sin dalla nascita è stata diversa: ha il potere di ghiacciare ciò che tocca e un incidente che ha coinvolto la sua sorellina l’ha costretta a una terribile solitudine. Le ragazze si rincontrano finalmente quando Elsa raggiunge la maggiore età e viene eletta regina.
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Due sorelle che da piccole erano legatissime, vivono separate in un grande castello. Anna sogna solo una vita piena di emozioni, fuori da quelle stanze e lontana da quell'isolamento, mentre sua sorella Elsa desidera solo di riuscire a controllare ciò che è, infatti sin dalla nascita è stata diversa: ha il potere di ghiacciare ciò che tocca e un incidente che ha coinvolto la sua sorellina l’ha costretta a una terribile solitudine. Le ragazze si rincontrano finalmente quando Elsa raggiunge la maggiore età e viene eletta regina. La verità sulla sua natura però non riesce a restare nascosta e costringe la ragazza alla fuga. La gente del castello e il paese in cui vive infatti sono terrorizzati da lei.
Anna così parte per ritrovare sua sorella che lontana dalle responsabilità ha potuto finalmente lasciarsi andare, essere se stessa senza paura, e riportarla a casa. Sul suo cammino incontrerà Kristoff, un ragazzo che lavora vendendo ghiaccio, e la simpatica renna Sven, ma non saranno i soli, si aggiungerà alla compagnia anche il mitico pupazzo di neve Olaf che ama l’estate… anche se non sa di preciso cosa sia perché non l’ha mai vista. E poi chiaramente c’è un cattivo a tramare nell’ombra…
Questo nuovo film d’animazione targato Disney è davvero riuscito. Guardando il trailer non ero riuscita a farmi l’idea giusta. Credevo fosse un susseguirsi di situazioni comiche senza nient'altro dietro, e invece ho trovato molto di più. Si sa che i cartoni della Disney hanno sempre una qualche tematica di fondo che dà sostanza alla storia, ma a volte finisce per perdersi tra un siparietto e l’altro. E negli ultimi tempi non sono mai uscita del tutto soddisfatta dal cinema. La principessa e il ranocchio non mi aveva convinta, Brave non mi ha fatto per nulla impazzire, Rapunzel invece mi era piaciuto molto ma questo mi ha folgorato.
La storia è bella ed è spinta avanti nella maniera meno banale possibile, prendendo anche vicoli inusuali. L’inizio con la canzone a due mi ha strappato il cuore e ho amato ogni singolo personaggio. Anna è tutto pepe, il tipo di ragazza che ora amiamo tanto vedere nei film, mentre Elsa è posata, controllata, l’opposto della sorella, e azzardo a dire che è anche il primo vero personaggio sfaccettato della Disney, molto più vicino a un attore in carne ossa, insomma il primo in cui si è tentato di dare qualcosa di più, se capite cosa intendo. Ma anche gli altri personaggi sono magnifici: Olaf e la renna Sven fanno sbellicare, e i troll sono divertentissimi, peccato solo si vedano poco.
L’animazione in Frozen poi è arrivata a livelli di perfezione impensabili. Andrebbe visto anche solo per il modo magnifico in cui viene utilizzato il ghiaccio.
Insomma a mio parere questa volta un pieno centro. Storia bella e appassionante, personaggi coinvolgenti, animazione strepitosa, canzoni molto gradevoli (a partire dalla bella Let it go), tante risate e lacrime, finale lieto fine. Meglio di così…
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emilyj
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domenica 29 dicembre 2013
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broadway e amore
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"Le canzoni sono stupende!", "Ci sono troppe canzoni, cantano SEMPRE!": questi sono tra i primi commenti di chi ha visto il film d'animazione "Frozen- Il regno di ghiaccio". E non è una caso. Le canzoni (adatte ad un teatro di Broadway) hanno decisamente il proprio spazio. La musica è protagonista sin dall'inizio: il castello simbolo della Disney questa volta non è accompagnato dalla solita "sigla" che lo caratterizza ma dalla canzone "Vuelie" ispirata alla cultura indigena Saami e a quella norvegese, scritta e composta dal compositore norvegese Frode Fjellheim. È una canzone che mette i brividi e fa pensare che qualcosa di grande e di bello stia per accadere.
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"Le canzoni sono stupende!", "Ci sono troppe canzoni, cantano SEMPRE!": questi sono tra i primi commenti di chi ha visto il film d'animazione "Frozen- Il regno di ghiaccio". E non è una caso. Le canzoni (adatte ad un teatro di Broadway) hanno decisamente il proprio spazio. La musica è protagonista sin dall'inizio: il castello simbolo della Disney questa volta non è accompagnato dalla solita "sigla" che lo caratterizza ma dalla canzone "Vuelie" ispirata alla cultura indigena Saami e a quella norvegese, scritta e composta dal compositore norvegese Frode Fjellheim. È una canzone che mette i brividi e fa pensare che qualcosa di grande e di bello stia per accadere. E, a mio parere, accade davvero. La storia è quella di due sorelle, Elsa e Anna, che non possono stringere un vero legame a causa dei pericolosi poteri glaciali della prima, divise materialmente da una porta sempre chiusa. Le cose cambiano quando Anna, principessa estroversa, buffa e ottimista, incontra e si innamora del principe Hans - la sua occasione per una vita felice e spensierata, la sua "porta aperta"- ed Elsa, appena incoronata regina, rivela accidentalmente i propri poteri per poi fuggire lasciando dietro di sé solo freddo e ghiaccio. Anna decide immediatamente di cercarla per riportarla a casa e far tornare l'estate, e viene accompagnata nella sua ricerca dal venditore di ghiaccio Kristoff, dalla renna Sven e dal pupazzo di neve "amante dell'estate" Olaf. Nel film sono presenti classici elementi Disney: amore a prima vista, simpatici compagni d'avventura, canzoni. Ma niente è scontato e la storia riesce a prendere pieghe inaspettate. (A proposito di storia, se vi aspettate "La regina delle nevi" di Andersen..non la vedrete.)
Il film merita di essere visto non solo per la trama ma anche perché l'animazione, le lentiggini di Anna, i fiocchi di neve, il castello di ghiaccio, e il vestito di Elsa sono un piacere per gli occhi. Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, brava Serena Rossi che riesce a rendere bene il personaggio di Anna, non sempre convincente Serena Autieri nel doppiaggio di Elsa, e un applauso ad Enrico Brignano per il suo perfetto Olaf. Le canzoni, in ogni caso, andrebbero ascoltate in originale non solo per le incantevoli voci di Idina Menzel e Kristen Bell, ma perché nei testi c'è il significato della storia. Questa storia parla d'amore: amore tra sorelle, amore per una ragazza, amore per l'estate e soprattutto amore per se stessi. Amare ed essere se stessi non è più facile che sconfiggere un drago per salvare la principessa. Si rischia la solitudine e si rischia di sciogliersi. Ma sembra che riuscirci porti ad un lieto fine.
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[+] brava emilyj!
(di margaret)
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rosalba bilotta
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lunedì 6 gennaio 2014
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solo un atto di vero amore scioglierà il ghiaccio
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di Rosalba Bilotta.
Il nuovo film di animazione della Disney, “Frozen - Il regno di ghiaccio”, è caratterizzato da trasmissione di vari messaggi educativi, senza tralasciare il momento della risata, della simpatia e della goliardia, date da goffagine e da spontaneità dei personaggi. Splendide le immagini del film di animazione: sembra quasi di catapultarsi in quei luoghi magici.
In “Frozen - Il regno di ghiaccio”, si parla del valore dell’amicizia, del proteggere un proprio caro anche a costo della vita personale, del non fermarsi all’apparenza dei gesti e delle persone per provare emozioni, del non fidarsi o innamorarsi di chi finge di essere altro rispetto a ciò che è.
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di Rosalba Bilotta.
Il nuovo film di animazione della Disney, “Frozen - Il regno di ghiaccio”, è caratterizzato da trasmissione di vari messaggi educativi, senza tralasciare il momento della risata, della simpatia e della goliardia, date da goffagine e da spontaneità dei personaggi. Splendide le immagini del film di animazione: sembra quasi di catapultarsi in quei luoghi magici.
In “Frozen - Il regno di ghiaccio”, si parla del valore dell’amicizia, del proteggere un proprio caro anche a costo della vita personale, del non fermarsi all’apparenza dei gesti e delle persone per provare emozioni, del non fidarsi o innamorarsi di chi finge di essere altro rispetto a ciò che è.
C’è chi vuole istruire le protagoniste di “Frozen - Il regno di ghiaccio” a limitare se stesse: “Lei non scoprirà mai di avere una magia. Bisogna imparare a controllare i propri poteri”. Ma se si limita qualcuno ad essere altro, prima o poi scoprirà e prenderà coscienza di avere un dono e, se avrà voglia di vivere, saprà trovare la via per tramutare il proprio talento in bene per sé e per gli altri.
In questo film d’animazione, due sorelle, Elsa e Anna, sono costrette, per scelta altrui, a stare in solitudine per anni, a non toccarsi e a non guardarsi. Ma tutto cambia quando, per l’incoronazione di Elsa, vengono aperti i cancelli del castello e Anna inizia a sognare, a fantasticare, a vivere, ad avere un’opportunità e a dire addio alla malinconia. Elsa viene additata come mostro, come strega, perché diversa, perché il popolo non comprende il suo dono. Lei scappa, cercando di trovare la sua vera identità e di vivere in libertà. Anna la difende dalle ingiurie e va in cerca di Elsa, incontrando Cristof, il suo vero amore.
“Ogni ostacolo si supera con l’amore … Chi ascolta il cuore non sbaglia mai. L’amore guarisce sempre … Solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore ghiacciato … L’amore è mettere il bene dell’altro davanti al proprio”.
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maxi_92
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mercoledì 8 gennaio 2014
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tra tradizione e modernità
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Rullo di tamburi, perché la vera Walt Disney Picture è tornata! Dopo qualche capolavoro con la Pixar (Alla ricerca di Nemo, Toy Story 3), la fabbrica dei sogni riesce finalmente a tornare sui suoi passi, unendo tradizione e modernità. Frozen ha il pregio di essere due tipi di lungometraggi animati in uno. Il primo tipo è quello della principessa (anche se qui se ne hanno ben due) che si innamora a prima vista (dopo aver perso i genitori) a ritmo di musica e canzoni (una più bella dell'altra, non rese benissimo nella versione italiana) e che, per un motivo o per l'altro, si ritrova separata dal suo principe; il secondo tipo è quello ricco di comicità, effetti speciali ben riusciti (i paesaggi innevati con la grafica di oggi sono resi in modo eccezionale) e colpi di scena.
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Rullo di tamburi, perché la vera Walt Disney Picture è tornata! Dopo qualche capolavoro con la Pixar (Alla ricerca di Nemo, Toy Story 3), la fabbrica dei sogni riesce finalmente a tornare sui suoi passi, unendo tradizione e modernità. Frozen ha il pregio di essere due tipi di lungometraggi animati in uno. Il primo tipo è quello della principessa (anche se qui se ne hanno ben due) che si innamora a prima vista (dopo aver perso i genitori) a ritmo di musica e canzoni (una più bella dell'altra, non rese benissimo nella versione italiana) e che, per un motivo o per l'altro, si ritrova separata dal suo principe; il secondo tipo è quello ricco di comicità, effetti speciali ben riusciti (i paesaggi innevati con la grafica di oggi sono resi in modo eccezionale) e colpi di scena. E così, dal vedere la storia di Belle con la bestia, di Ariel con Erica, di Biancaneve con il principe, ci ritroviamo davanti la storia di due sorelle, Elsa e Anna; una storia sempre d'amore ma stavolta fraterno, che è vero amore a tutti gli effetti. Uno dei grandi pregi della Disney sono sempre stati i suoi villans, uno più riuscito dell'altro (Malefica in primis); in questo caso ci troviamo tra i piedi un personaggio cattivo che non affascina ma c'è una ragione: questa volta (per la prima volta?) il vero nemico della storia non è un personaggio ma è la paura, soprattutto quella di non accettarsi così come si è; e questo rende il tutto ancora più affascinante.
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harry manback
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domenica 8 giugno 2014
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la ritrovata magia
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Il passaggio al digitale della Disney, iniziato con "Dinosauri", sembrava essere un' operazione sbagliata, che l'avrebbe portata a ridurre la qualità delle lore opere e ad aumentarne esclusivamente il lato tecnico.
Con l'uscita, infatti, di "Chicken Little" (uno dei peggiori prodotti mai realizzati dalla Disney) e "Bolt" (un prodotto discreto ma fin troppo infantile) sembrava che ormai la Disney avesse perso la magia che era riuscita a creare intorno agli anni 90, durante il famigerato "Rinascimento Disney".
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Il passaggio al digitale della Disney, iniziato con "Dinosauri", sembrava essere un' operazione sbagliata, che l'avrebbe portata a ridurre la qualità delle lore opere e ad aumentarne esclusivamente il lato tecnico.
Con l'uscita, infatti, di "Chicken Little" (uno dei peggiori prodotti mai realizzati dalla Disney) e "Bolt" (un prodotto discreto ma fin troppo infantile) sembrava che ormai la Disney avesse perso la magia che era riuscita a creare intorno agli anni 90, durante il famigerato "Rinascimento Disney".
Nel 2009, però, con "La principessa e il ranocchio" abbiamo assistito ad una parziale rinascita di questa magia, grazie alla reintroduzione dell'elemento musical e dell'animazione tradizionale. Nel 2010, invece, con "Rapunzel", nonostante l'ennesimo esperimento in animazione digitale, la rinascita ha avuto pieno vigore.
"Ralph Spaccatutto" , del 2012 , è la conferma di tale rinascita, una rinascita che non ha come scopo quello di riprendere gli elementi dei vecchi Classici, ma quello di proporre qualcosa di nuovo, originale e soprattutto adulto.
Arriviamo così a "Frozen", uno splendido film d'animazione che propone una storia fantasy di ottima qualità, pregna di buoni sentimenti e costituita anche da un discreto elemento musical. Discreto perché, a parte il brano principale "Let it go" e pochi altri, non tutte le canzoni sono entusiasmanti. Ma ciò non conta, perché a dare valore al film è la sceneggiatura che , seppur non sia perfetta, per via di un ritmo un po' altalenante, credo che costituisca uno dei pregi di questo film, soprattutto per lo sviluppo, interessante e per niente scontato.
La caratterizzazione dei personaggi, invece, riesce ad essere classica ma nello stesso tempo originale.
Anche il personaggio di Olaf, apparentemente inutile, conferisce al film un tono ironico veramente squisito e non forzatamente infantile. I personaggi di Elsa ed Anna, invece, nascondono dei lati mai visti prima nei film Disney della vecchia scuola.
C'è , infatti, questa sorta di paragone tra Anna, che ha tanto amore da offrire, ed Elsa, che essendo stata rinchiusa fin da piccola per via della pericolosità del suo potere, non riesce ad aprirsi e a mostrare i suoi sentimenti.
Il finale credo sia uno dei più spiazzanti mai concepiti dalla Disney, nonchè uno dei più belli.
VOTO 8
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orlandothefurios
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giovedì 6 febbraio 2014
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un brivido emozionante
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Un film da vedere, sopratutto al cinema. La fantasia e il gioco delle forme di ghiaccio che si materializzano sullo schermo sono emozionanti e sublimi.
Un ottimo film pensato per un pubblico più piccolo, rispetto a Rapunzel. Tuttavia colcpisce anche gli adulti.
Buona la sceneggiatura, di fatto ci sono molte più canzoni rispetto al film precedente. Queste è preferibile ascoltarne in lingua originale, perchè non tutte le canzoni una volta tradotte in italiano riescono a ridare quel "non so che" ,che ti fa venire la pelle d'oca.
In conclusione dopo la visione di questo bellissimo film l'immaginazione e la fantasia sono pienamente attivi.
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Un film da vedere, sopratutto al cinema. La fantasia e il gioco delle forme di ghiaccio che si materializzano sullo schermo sono emozionanti e sublimi.
Un ottimo film pensato per un pubblico più piccolo, rispetto a Rapunzel. Tuttavia colcpisce anche gli adulti.
Buona la sceneggiatura, di fatto ci sono molte più canzoni rispetto al film precedente. Queste è preferibile ascoltarne in lingua originale, perchè non tutte le canzoni una volta tradotte in italiano riescono a ridare quel "non so che" ,che ti fa venire la pelle d'oca.
In conclusione dopo la visione di questo bellissimo film l'immaginazione e la fantasia sono pienamente attivi.
Lasciatevi trasportare dalla magia del ghiaccio e dalla psicologia dei personaggio: ne varrà la pena.
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