flyanto
|
lunedì 10 marzo 2014
|
la girandola dei sentimenti raccontata da ozpetek
|
|
|
|
Film in cui si racconta di una gruppo di cinque amici (due di loro sono fratello e sorella) che trascorrono le proprie giornate dividendosi tra il lavoro di camerieri in un bar e le proprie storie sentimentali, scambiandosi i partners non appena riescono a fare più luce dentro se stessi riguardo i propri sentimenti. La vicenda poi si sposta tredici anni dopo quando i due fratelli sono diventati nel frattempo i proprietari di un pub alla moda e dunque molto ben avviato e la sorella si è formata felicemente una propria famiglia. In questo periodo però a lei verrà diagnosticato un tumore al seno che la porterà ad un grave stato di debilitazione e che le sconvolgerà tutti gli equilibri che si era sinora costruita, facendole perdere ogni tipo di speranza per un futuro migliore.
[+]
Film in cui si racconta di una gruppo di cinque amici (due di loro sono fratello e sorella) che trascorrono le proprie giornate dividendosi tra il lavoro di camerieri in un bar e le proprie storie sentimentali, scambiandosi i partners non appena riescono a fare più luce dentro se stessi riguardo i propri sentimenti. La vicenda poi si sposta tredici anni dopo quando i due fratelli sono diventati nel frattempo i proprietari di un pub alla moda e dunque molto ben avviato e la sorella si è formata felicemente una propria famiglia. In questo periodo però a lei verrà diagnosticato un tumore al seno che la porterà ad un grave stato di debilitazione e che le sconvolgerà tutti gli equilibri che si era sinora costruita, facendole perdere ogni tipo di speranza per un futuro migliore.
L'ultimo film di Ferzan Ozpetek ritorna a parlare di sentimenti o, meglio, di relazioni sentimentali tra individui che costituiscono poi l'argomento principale e di sempre affrontato dal regista (a parte la sua ultima opera, "Magnifica Presenza", che si discosta un pò da questo filone). Purtroppo, anche questa volta Ozpetek non riesce però a confezionare una pellicola altamente soddisfacente in quanto realizza una storia che, se parte bene all'inizio, nel suo evolversi però si perde, toccando e dilungandosi troppo sull'argomento della malattia. Anzi, questo soffermarsi a lungo nel corso del racconto viene riscontrato anche nella prima parte quando sono presentati e delineati i ruoli e le posizioni dei vari personaggi, facendo sì che il film, sia pure godibile nel suo complesso, non riesca a decollare completamente e si fermi ad un livello melodrammatico che lo pone ad un livello mediocre nella sua riuscita. Certo, i tempi de "Le Fate ignoranti" sono ormai lontani...
Bisogna apprezzare, invece, tutti i protagonisti che sono all'altezza dei propri ruoli: Kasia Smutniak , peraltro la protagonista principale, si erge su tutti e conferma il proprio talento oltre che la propria avvenenza fisica, Francesco Scianna, purtroppo è relegato ad un ruolo di poche battute rispetto agli altri ma conferma anch'egli le proprie qualità di attore, e così gli altri, da Carolina Crescentini, a Filippo Scicchitano, a Carla Signoris con Elena Sofia Ricci e Francesco Arca.
[-]
[+] forse mi sono persa qualcosa
(di capolupo)
[ - ] forse mi sono persa qualcosa
[+] ma siamo sicuri di aver visto lo stesso film?
(di magimagi)
[ - ] ma siamo sicuri di aver visto lo stesso film?
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
hanniballectar
|
martedì 11 marzo 2014
|
un film intenso ma non troppo
|
|
|
|
La storia è bella e raccontata correttamente. Elena ed Antonio, completamente agli antipodi si innamorano e formano una famiglia con due figli. Elena, purtroppo qualche anno dopo si ammala di tumore al seno ed i protagonisti, che nel tempo si erano allontanati, abbandonandosi all'abitudine del rapporto quotidiano, riscoprono nel dolore della perdita il loro grande amore.
Il regista, Ferzan Opztek struttura il racconto rispettando tutte le regole di un buon regista, feedback, buon uso delle riprese, della colonna sonora, dell'intensità, tuttavia il film manca di qualcosa, che lo renda un "buon film". Il cast è di livello adeguato, anche se la scelta di Arca non è premiante, troppo legato ad un accento fortemente toscano, di cui non riesce a liberarsi e ancora non può essere definito un attore a tutti gli effetti.
[+]
La storia è bella e raccontata correttamente. Elena ed Antonio, completamente agli antipodi si innamorano e formano una famiglia con due figli. Elena, purtroppo qualche anno dopo si ammala di tumore al seno ed i protagonisti, che nel tempo si erano allontanati, abbandonandosi all'abitudine del rapporto quotidiano, riscoprono nel dolore della perdita il loro grande amore.
Il regista, Ferzan Opztek struttura il racconto rispettando tutte le regole di un buon regista, feedback, buon uso delle riprese, della colonna sonora, dell'intensità, tuttavia il film manca di qualcosa, che lo renda un "buon film". Il cast è di livello adeguato, anche se la scelta di Arca non è premiante, troppo legato ad un accento fortemente toscano, di cui non riesce a liberarsi e ancora non può essere definito un attore a tutti gli effetti. Kasia Smutniak, invece si conferma un ottima protagonista, di rara bellezza, anche quando il ruolo le impone un deperimento fisico. Opztek risulta poco innovatore, continua a muoversi, infatti sempre nello stesso sicuro recinto, costituito da alcuni capisaldi come l' omosessualità, I rapporti insani e le scene di sesso. Questi meccanismi possono risultare scontati e dare l'impressione allo spettatore di trovarsi sempre di fronte alla stessa pellicola o in questo caso ad un film un pò meglio realizzato del genere Moccia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a hanniballectar »
[ - ] lascia un commento a hanniballectar »
|
|
d'accordo? |
|
plania
|
martedì 11 marzo 2014
|
per la smutniak forse un grande futuro!
|
|
|
|
Film che inizia con un piano-sequenza splendido e che promette meraviglie successive che non mantiene. Sceneggiatura deboluccia con qualche buco di troppo, impreziosita però da una splendida e bravissima Kasia Smutniak. Insomma un film che Ferzan avrebbe potuto anche non fare e che nulla aggiunge al suo valido palmarès.
|
|
[+] lascia un commento a plania »
[ - ] lascia un commento a plania »
|
|
d'accordo? |
|
mrs. brown
|
mercoledì 12 marzo 2014
|
commovente e divertente quadro della quotidianita'
|
|
|
|
In questo film di Ozpetek c'è tutto, la vita, la morte, il sesso, l'amore, l'amicizia, la realtà così vera da farti male. Ne esci svuotato. Ma questo film ti porta a riflettere su cose che esistono e che per non soffrire si cerca di non vedere. Film da vedere assolutamente se non si ha paura di affrontare i propri fantasmi o se si vuole finalmente affrontarl,i in maniera più consapevole
|
|
[+] lascia un commento a mrs. brown »
[ - ] lascia un commento a mrs. brown »
|
|
d'accordo? |
|
jaimesommers
|
venerdì 14 marzo 2014
|
quando allacciamo le cinture?
|
|
|
|
..le allacciamo al decollo e all'atterraggio! Splendido. Infatti, metaforicamente, i protagonisti allacciano le cinture proprio nelle due fasi del film: all'inizio e alla fine. E' proprio nelle fasi di vulnerabilità che paradossalmente sentono di essere vivi, protetti e di avere coraggio: al decollo di una storia d'amore, tra incertezze del futuro e la sicurezza di una passione da vivere; e all'atterraggio, tra la certezza della malattia e la protezione offerta dalla proprie radici, dagli affetti sinceri, dalla famiglia. Credo non sia casuale il buco temporale di 13 anni...può rappresentare una fase di crociera, l'assenza di problemi, la vita che scorre, tra turbolenze, alti-bassi, ma quasi.
[+]
..le allacciamo al decollo e all'atterraggio! Splendido. Infatti, metaforicamente, i protagonisti allacciano le cinture proprio nelle due fasi del film: all'inizio e alla fine. E' proprio nelle fasi di vulnerabilità che paradossalmente sentono di essere vivi, protetti e di avere coraggio: al decollo di una storia d'amore, tra incertezze del futuro e la sicurezza di una passione da vivere; e all'atterraggio, tra la certezza della malattia e la protezione offerta dalla proprie radici, dagli affetti sinceri, dalla famiglia. Credo non sia casuale il buco temporale di 13 anni...può rappresentare una fase di crociera, l'assenza di problemi, la vita che scorre, tra turbolenze, alti-bassi, ma quasi.. banalmente! Un'esistenza che non merita riflettori, può essere ignorata, non raccontata, ognuno se la immagini come vuole perchè quello che più ci tocchi l'anima sia l'ombra delle passioni passate e l'ombra della morte futura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaimesommers »
[ - ] lascia un commento a jaimesommers »
|
|
d'accordo? |
|
penehlope
|
venerdì 14 marzo 2014
|
ti ho amato dal primo momento...
|
|
|
|
Sapevo che mi sarebbe piaciuto, come per tutti i suoi film pensavo di doverlo ri-vedere prima di esprimermi e invece mi ha colpito la semplicità con cui arriva dritto dentro e.....fuori dei suoi personaggi. Mi è piaciuto e pure tanto, scenografia e fotografia sposate in un perfetto connubio di contrasti emozionali, caldo e freddo, colore e scale di grigi, e che dire dei primi piani dedicati ai particolari dei visi, degli occhi, delle mani, il dettaglio che evidenzia ed esprime il tutto. Delicato e violento come il mare diverso della stessa spiaggia, errore e accettazione dell'amore incondizionato che sia di uomo o donna, di vita o di morte. Questo film fatto di netti contrasti coesistenti in un equilibrio dolce e amaro dove il passato è parte del presente con flashback in cui cambia la stagione conservando l'atmosfera.
[+]
Sapevo che mi sarebbe piaciuto, come per tutti i suoi film pensavo di doverlo ri-vedere prima di esprimermi e invece mi ha colpito la semplicità con cui arriva dritto dentro e.....fuori dei suoi personaggi. Mi è piaciuto e pure tanto, scenografia e fotografia sposate in un perfetto connubio di contrasti emozionali, caldo e freddo, colore e scale di grigi, e che dire dei primi piani dedicati ai particolari dei visi, degli occhi, delle mani, il dettaglio che evidenzia ed esprime il tutto. Delicato e violento come il mare diverso della stessa spiaggia, errore e accettazione dell'amore incondizionato che sia di uomo o donna, di vita o di morte. Questo film fatto di netti contrasti coesistenti in un equilibrio dolce e amaro dove il passato è parte del presente con flashback in cui cambia la stagione conservando l'atmosfera. Ozpetek non smentisce il suo talento nel raccontare intensamente storie che possono essere di tutti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a penehlope »
[ - ] lascia un commento a penehlope »
|
|
d'accordo? |
|
marykioto
|
venerdì 14 marzo 2014
|
allacciate le cinture... dei pantaloni? (spoiler)
|
|
|
|
Il fulcro dell'ultima fatica del buon Ozpetek è il cerchio della vita che si apre e si chiude, è un film sul tempo che passa e che non lascia scampo. Arca oggi è forse alla sua più grande scommessa come attore e purtoppo in questo film, non sono riuscita a farmene un'idea per via del suo ruolo quasi marginale e quasi muto. Grandissima padrona per tutta la pellicola invece, la Smutniak che fa anche da traino al resto dei personaggi, a mio avviso, scarsamente valorizzati. Se non fosse per le deliziose battute che strizzano l'occhio al sarcasmo di Almodovar, il film sarebbe pieno di dialoghi troppo brevi e spesso di dubbia utilità. Alcuni dettagli che poi si rivelano fondamentali, non vengono ben sviluppati: per esempio, dal bando del concorso per aggiudicarsi il pub, si passa alla scena in cui se lo sono ovviamente aggiudicato, e, cosa ancora più scontata, va alla grande!! Un altro imbarazzante neo è, ahimè, la scelta dell'ambientazione: Lecce.
[+]
Il fulcro dell'ultima fatica del buon Ozpetek è il cerchio della vita che si apre e si chiude, è un film sul tempo che passa e che non lascia scampo. Arca oggi è forse alla sua più grande scommessa come attore e purtoppo in questo film, non sono riuscita a farmene un'idea per via del suo ruolo quasi marginale e quasi muto. Grandissima padrona per tutta la pellicola invece, la Smutniak che fa anche da traino al resto dei personaggi, a mio avviso, scarsamente valorizzati. Se non fosse per le deliziose battute che strizzano l'occhio al sarcasmo di Almodovar, il film sarebbe pieno di dialoghi troppo brevi e spesso di dubbia utilità. Alcuni dettagli che poi si rivelano fondamentali, non vengono ben sviluppati: per esempio, dal bando del concorso per aggiudicarsi il pub, si passa alla scena in cui se lo sono ovviamente aggiudicato, e, cosa ancora più scontata, va alla grande!! Un altro imbarazzante neo è, ahimè, la scelta dell'ambientazione: Lecce. Se non fosse per qualche scena marittima (facilmente riconducibile a una qualsiasi bella spiaggia italiana), il resto della città non viene fatto godere allo spettatore. E poi, perchè Arca non ha l'accento del posto? Cosa ci fa un toscano a Lecce con un'officina tutta sua?? Anche la colonna sonora non è fra le più ricercate, eccetto la canzone finale che fa rivivere Rino Gaetano con le parole del testo che sembrano scritte apposta per il film! C'è un chiaro rimando (spero voluto) alla scena di Saturno Contro, nel particolare, quella della camera ardente. Inoltre, c'è un momento in cui l'attrice ci dice che siamo quasi nel 2000.. ok, allora perchè tutti quegli eccessivi tatuaggi sui due protagonisti se, in queglia anni, non c'era ancora questo prepotente boom delle arti estetiche? Tuttavia, il marchio d'autore si sente sempre quando parliamo di certi maestri della regia. Pertanto, il mio voto è: sufficiente.
[-]
[+] sono pienamente d'accordo
(di fiorenero72)
[ - ] sono pienamente d'accordo
[+] non sono d'accordo...
(di pigal)
[ - ] non sono d'accordo...
|
|
[+] lascia un commento a marykioto »
[ - ] lascia un commento a marykioto »
|
|
d'accordo? |
|
silvio lomonaco
|
martedì 25 marzo 2014
|
ozpetec ci regala ancora un ottimo film
|
|
|
|
Allacciate le Cinture è una staria d'amore e di amicizia messa a dura prova dalla sofferenza e dal dolore. I protagonisti si chiamano Elena ed Antonio, due giovani impegnati sentimentalmente, che provano una forte attrazione l’uno per l’altra e non riescono a stare lontani.
[+]
Allacciate le Cinture è una staria d'amore e di amicizia messa a dura prova dalla sofferenza e dal dolore. I protagonisti si chiamano Elena ed Antonio, due giovani impegnati sentimentalmente, che provano una forte attrazione l’uno per l’altra e non riescono a stare lontani. Lasciano i rispettivi compagni e si sposano, creando una vera e propria famiglia con due figli e una casa nel centro di Lecce. Elena crea una vantaggiosa attività con il suo amico gay Fabio e Antonio porta avanti la sua officina, tra litigate con la moglie e tradimenti che minacciano l’equilibrio del forte sentimento che li lega. Tutto diventa più complicato quando Elena scopre di avere un tumore in stato avanzato. La donna affronterà la malattia con grande coraggio mentre Antonio deve crescere e affrontare questa turbolenza che scuote la sua vita. Tutti i personaggi, anche quelli minori, recitano un ruolo importante donando al film molteplici sfumature. La sceneggiatura si conferma lineare e ben strutturata dall’inizio alla fine. La visione delicata e rispettosa della malattia è vista come qualcosa che separa e unisce nello stesso tempo, fino a rinforzare un legame di amore lì dove il sentimento c’è ed è forte. Come nel caso dei due protagonisti. Ozpetec ci regala un film drammatico, intenso e commovente ma capace anche di farci sorridere al fine di alleggerire scene altrimenti strazianti e troppo coinvolgenti. Ho trovato geniale la scelta della scena finale che chiude il film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a silvio lomonaco »
[ - ] lascia un commento a silvio lomonaco »
|
|
d'accordo? |
|
rubro
|
giovedì 28 agosto 2014
|
ozpetek 10, un mezzo disastro
|
|
|
|
Partiamo da questo: Ozpetek è un bravo regista, ha realizzato delle commedie deliziose, anche con qualche contenuto, facendo sempre scelte intelligenti in tutte le fasi della realizzazione cinematografica. Ma questo “Allacciate le cinture” è però semplicemente un brutto film, veramente brutto. La trama, se così si può dire, è talmente povera che non vale tanto considerarla. Il punto più critico sono gli attori. La Smutniak nella prima parte del film persevera in una espressione imbalsamata, con alcuni abbozzi di stati emotivi mai portati a compimento. E il peggio arriva con Francesco Arca: recitazione costantemente imbarazzata (a poco servono i tagli del montaggio), con una tenuta veramente miserabile dei – purtroppo molti – primi piani, impaccio totale nei movimenti.
[+]
Partiamo da questo: Ozpetek è un bravo regista, ha realizzato delle commedie deliziose, anche con qualche contenuto, facendo sempre scelte intelligenti in tutte le fasi della realizzazione cinematografica. Ma questo “Allacciate le cinture” è però semplicemente un brutto film, veramente brutto. La trama, se così si può dire, è talmente povera che non vale tanto considerarla. Il punto più critico sono gli attori. La Smutniak nella prima parte del film persevera in una espressione imbalsamata, con alcuni abbozzi di stati emotivi mai portati a compimento. E il peggio arriva con Francesco Arca: recitazione costantemente imbarazzata (a poco servono i tagli del montaggio), con una tenuta veramente miserabile dei – purtroppo molti – primi piani, impaccio totale nei movimenti. Qualcuno dovrebbe pur dirgli che, oltre alle palestre, esistono anche le scuole di recitazione (che comunque non fanno miracoli…). Infine, vorrei dire, già i tatuaggi per un attore vanno male, perché ostacolano nell’eventualità la completezza di una caratterizzazione, ma Arca più che tatuato sembra uno che è andato a finire sotto una rotativa tipografica! Un’esperienza sbagliata, insomma, questo “Allacciate le cinture”, dove si salvano, per buona volontà, nell’ordine, Scicchitano, Scianna e Crescentini, bravi attori che riescono a nuotare nella paludosa sceneggiatura e a sopravvivere professionalmente alla banalità dei dialoghi. Bella la fotografia, netta, che ritaglia le sagome dei protagonisti e dà brillantezza alle immagini. Pregevole la musica, a tratti intensa, che si pone però a commento di una drammaticità non sempre reperibile. Una cosa del film salverei: l’eleganza narrativa del finale, dove la tragicità dell’epilogo viene sfumata con maestria, evitando di gonfiare elementi che avrebbero spinto in modo scontato verso la commozione.
Un’ultima considerazione, neanche un modestissimo consiglio al valido Ozpetek, ma che esprimerei con un esempio: se un regista è anche un provetto scalatore e praticante di ascensioni, non per questo si deve sentire obbligato ad infilare un accordato gruppo di alpini in ogni sceneggiatura… Il problema non sta nell’omofobia, ma nella ossessività con cui spesso si presentano gli orientamenti sessuali (anche etero, vedi Tinto Brass), tanto da condizionare le proprie scelte fino a rischiare l’errore (già nella composizione del casting, per esempio), o da indurre quasi forzatamente all’allestimento di una segnaletica di appartenenza, quale ideale tributo a una comunità con cui, si ritiene, si deve essere solidali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rubro »
[ - ] lascia un commento a rubro »
|
|
d'accordo? |
|
max.antignano
|
lunedì 15 settembre 2014
|
il circolo vizioso
|
|
|
|
Per chi come me ama Ozpetek e pensa che La finestra di fronte sia uno dei più bei film italiani degli ultimi trentanni è difficile dire se questo ultimo Allacciate le cinture sia piaciuto o no. Sicuramente il paragone, e tra le storie, e nel modo in cui sono raccontate, non regge, e risulta dolorosamente inferiore. Sarà il personaggio del marito che oltre che antipatico sembra stereotipato all'estremo? (a proposito, ma quei tatuaggi non sono un pò troppo "moderni"?) Sarà che il personaggio della moglie risulta troppo, ma davvero troppo apparentemente forte e decisa? Sarà che il rimando tra presente e passato è mal gestito e disorienta lo spettatore? I fantasmi, comparsi in maniera dirompente con la visione di Ambra Angiolini in Saturno Contro e continuati in Mine Vaganti e Magnifica Presenza, sembrano ormai invadere la visone di Ozpetek e dominarla non più solo come espediente narrativo di grande impatto emotivo, ma come ingombrante determinante della storia.
[+]
Per chi come me ama Ozpetek e pensa che La finestra di fronte sia uno dei più bei film italiani degli ultimi trentanni è difficile dire se questo ultimo Allacciate le cinture sia piaciuto o no. Sicuramente il paragone, e tra le storie, e nel modo in cui sono raccontate, non regge, e risulta dolorosamente inferiore. Sarà il personaggio del marito che oltre che antipatico sembra stereotipato all'estremo? (a proposito, ma quei tatuaggi non sono un pò troppo "moderni"?) Sarà che il personaggio della moglie risulta troppo, ma davvero troppo apparentemente forte e decisa? Sarà che il rimando tra presente e passato è mal gestito e disorienta lo spettatore? I fantasmi, comparsi in maniera dirompente con la visione di Ambra Angiolini in Saturno Contro e continuati in Mine Vaganti e Magnifica Presenza, sembrano ormai invadere la visone di Ozpetek e dominarla non più solo come espediente narrativo di grande impatto emotivo, ma come ingombrante determinante della storia. Si certo, gli estremi si attraggono, si sa, la vita e la morte, l'odio e l'amore, il presente col passato e il futuro. Ma se questo è il senso del film, è declinato talmente tanto da definire un circolo vizioso anzichè un percorso, col rischio per lo spettatore di non uscirne più. I lati apprezzabili non mancano: La storia è romantica, sensibile, cinica e tenera insieme. Bravi gli attori, alcuni costretti a prove impegnative (che brava Paola Minaccioni, che forza e garbo ha saputo dare al suo personaggio), qualche situazione comica non manca (ma in un film di opposti i contraltari forse avrebbero dovuto essere di più), i grandi comprimari non mancano (la parrucchiera stronza è esilarante), l'ambientazione (Lecce) è bellissima e la luce straordinaria .
In sostanza il giudizio è medio-basso perchè l'aspettativa era alta. Se Ozpetek è sempre autobiografico (perlomeno nella citazione di eventi della sua vita, consigliatissima la lettura del suo libro Rosso Istambul ), tuttavia non si può dire le stesse cose senza rischiare di deludere. Ecco perchè l'esigenza di un cambio di passo, di una evoluzione, sembra necessaria, per chi come lui potrebbe essere non un grande regista italo-turco, ma un grande regista. Punto. Senz'altro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a max.antignano »
[ - ] lascia un commento a max.antignano »
|
|
d'accordo? |
|
|