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nino quincampoix
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venerdì 30 marzo 2012
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a volte ritornano (e fanno compagnia)
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Un attore pieno di speranze, Pietro (costretto nell'eventualità in cui venisse scritturato ad assumere il cognome Ponte) arriva dalla SIcilia a Monteverde Vecchio in una palazzina fatiscente ma affascinante. Tutte le notti prende il tram 8 per raggiungere la pasticceria per la quale sforna cornetti. Vive un'esistenza solitaria, resa meno pesante dalla cugina (Paola Minaccioni, sempre brava e simpatica), con l'illusione di veder capitolare il suo bel Massimo (che - pericolo spoiler! - si scoprirà invece oggetto di stalking proprio da parte del nostro sensibile e imbranato Pietro). Meno male che a rendere la vita meno noiosa al Nostro arriva in soccorso una compagnia teatrale defunta che da anni si ritrova "incastrata" nel villino inizi '900 in cui si è trasferito.
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Un attore pieno di speranze, Pietro (costretto nell'eventualità in cui venisse scritturato ad assumere il cognome Ponte) arriva dalla SIcilia a Monteverde Vecchio in una palazzina fatiscente ma affascinante. Tutte le notti prende il tram 8 per raggiungere la pasticceria per la quale sforna cornetti. Vive un'esistenza solitaria, resa meno pesante dalla cugina (Paola Minaccioni, sempre brava e simpatica), con l'illusione di veder capitolare il suo bel Massimo (che - pericolo spoiler! - si scoprirà invece oggetto di stalking proprio da parte del nostro sensibile e imbranato Pietro). Meno male che a rendere la vita meno noiosa al Nostro arriva in soccorso una compagnia teatrale defunta che da anni si ritrova "incastrata" nel villino inizi '900 in cui si è trasferito.
Ozpetek come al solito racconta una storia apparentemente leggera con la sua solita profondità. Infarcendola di musica turca come al solito lirica e bellissima. E, a mio parere, commettendo solo un passo falso: la scena della "Badessa" e della setta di trans che tutto sa è decisamente superflua se non inutile.
Bravo Elio Germano. Grandiosa Anna Proclemer a passare da vecchina indifesa a "mostro" senza sentimenti.
Nel complesso, un film divertente ma non banale. Ben fatto.
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pressa catozzo
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venerdì 30 marzo 2012
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ciambella con il buco
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Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Lavoro modesto. Ci ha dato di meglio come regista, saprà riscattarsi.
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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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buono ma con alcune pecche di sceneggiatura
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MAGNIFICA PRESENZA
VOTO: 7 e 1/2
CRITICA DI: Diego Pigiu III
TRAMA: Pietro Ponte (Elio Germano) di notte sforna cornetti, di giorno si presenta ai provini, il suo desiderio? Diventare attore, e per farlo serve trasferirsi a Roma, trova un antico e decadente appartamento in zona Monteverde, del quale solo lui riesce a vederne il fascino dello stile del passato, da persona romantica e disincantata ma allo stesso tempo minuziosa e maniacalmente precisa decide che fa al caso suo e grazie alla cugina riesce a prenderlo in affitto. Rumori nella notte, porte cigolanti che si aprono, musiche d’altri tempi che prendon vita, Pietro in quella casa non è solo, e ben presto gli si presentano le magnifiche presenze: fantasmi di attori scomparsi misteriosamente nel 1943 che vogliono essere liberati, imponendo al giovane la loro convivenza.
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MAGNIFICA PRESENZA
VOTO: 7 e 1/2
CRITICA DI: Diego Pigiu III
TRAMA: Pietro Ponte (Elio Germano) di notte sforna cornetti, di giorno si presenta ai provini, il suo desiderio? Diventare attore, e per farlo serve trasferirsi a Roma, trova un antico e decadente appartamento in zona Monteverde, del quale solo lui riesce a vederne il fascino dello stile del passato, da persona romantica e disincantata ma allo stesso tempo minuziosa e maniacalmente precisa decide che fa al caso suo e grazie alla cugina riesce a prenderlo in affitto. Rumori nella notte, porte cigolanti che si aprono, musiche d’altri tempi che prendon vita, Pietro in quella casa non è solo, e ben presto gli si presentano le magnifiche presenze: fantasmi di attori scomparsi misteriosamente nel 1943 che vogliono essere liberati, imponendo al giovane la loro convivenza. Pietro, dopo le prime difficoltà nell’accettare la nuova situazione si concede a loro, orfano di un amore platonico appena finito seppur mai cominciato, trova in queste presenze una nuova armonia, vivendo in prima persona cosa rappresentasse essere attori solo 70 anni prima: stile, fascino, eleganza, grandi capacità sceniche; con verità svelate, nuovi come antichi drammi e suggerimenti anacronistici, entrerà nel loro mondo e progressivamente Pietro porterà le magnifiche presenze nella Roma di oggi…
Divertente, entusiasmante, affascinante, onirico, nostalgico, questi i primi aggettivi che mi vengono alla mente pensando al nuovo film di Ozpetek. Seppur certi aspetti meritassero di essere approfonditi, ritengo Magnifica Presenza un buon film, a quali aspetti mi riferisco:
l’omosessualità di Pietro, un aspetto della sua persona messo un po’ lì a casaccio, l’esito dei suoi provini, farà davvero l’attore? Il rapporto con il fantasma che lo spia nel sonno, dal quale incontro ne esce la famosa frase “Non ti svegliare: finchè dormi sei il mio segreto! Da sveglio sarai vero. E di tutti!”. Questi sono i punti dolenti della sceneggiatura, forse troppo distratta dal voler rendere il tutto più fiabesco.
Elio Germano non perde un occasione per dimostrare le sua grandi qualità di attore, la sua è la magnifica presenza di questo film, mi è piaciuta molto Vittoria Puccini molto adatta per sua natura ai ruoli d’altri tempi interpretando una Grace Kelly all’Italiana, e Margherita Buy anch’essa molto affascinante nella sua irrealtà, Beppe Fiorello invece presenza di secondo ordine.
Le musica originale di Pasquale Catalano riesce a sopperire alle mancanze del film, donandogli una armonia e un intimità delicatissima.
Diego Pigiu III
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viaggiatore77
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giovedì 29 marzo 2012
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pedro ozpetek
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Indubbiamente film più leggero rispetto ai precedenti, pur non trascurando il tema dell'omosessualità che in questo caso non serve prettamente ad esprimere una denuncia sociale ma a rappresentare meglio il concetto di maschera, di recitazione, di finzione nella vita reale e di vita vissuta nella finzione. Molti sono i richiami al cinema di Almodovar, in particolare al film "Tutto su mia madre": ci sono i protagonisti che fanno gli attori di teatro portando in scena sé stessi, i travestiti che si mascherano per svelare ciò che sono dentro, i colori caldi delle scene, la strepitosa colonna sonora dal sapore latino ... persino la citazione del personaggio interpretato da Margherita Buy in cui afferma di aver sempre creduto nella gentilezza degli sconosciuti.
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Indubbiamente film più leggero rispetto ai precedenti, pur non trascurando il tema dell'omosessualità che in questo caso non serve prettamente ad esprimere una denuncia sociale ma a rappresentare meglio il concetto di maschera, di recitazione, di finzione nella vita reale e di vita vissuta nella finzione. Molti sono i richiami al cinema di Almodovar, in particolare al film "Tutto su mia madre": ci sono i protagonisti che fanno gli attori di teatro portando in scena sé stessi, i travestiti che si mascherano per svelare ciò che sono dentro, i colori caldi delle scene, la strepitosa colonna sonora dal sapore latino ... persino la citazione del personaggio interpretato da Margherita Buy in cui afferma di aver sempre creduto nella gentilezza degli sconosciuti.Tutto è molto curato. In conclusione il film è leggero e ti lascia leggero dentro. Fantastico tutto il cast, che funziona bene singolarmente ma anche in gruppo.
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fedebello86
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mercoledì 28 marzo 2012
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commedia sorridente senza troppe pretese
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Ed ecco un altro successo per Ozpetek: magnifica presenza, che in una palese atmosfera pirandelliana mette in scena una commedia sorridente senza troppe pretese.
Tra battute sagaci e pungenti che mettono a confronto l'italia di ieri e di oggi, fra trucchi e costumi di scena, il regista muove le sue marionette in una casa\palcoscenico della quale queste presenze sono prigioniere.
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Ed ecco un altro successo per Ozpetek: magnifica presenza, che in una palese atmosfera pirandelliana mette in scena una commedia sorridente senza troppe pretese.
Tra battute sagaci e pungenti che mettono a confronto l'italia di ieri e di oggi, fra trucchi e costumi di scena, il regista muove le sue marionette in una casa\palcoscenico della quale queste presenze sono prigioniere. Un Magnifico Elio Germano, protagonista indiscusso della scena, infrange l'atemporalità di questo mondo ovattato e drammatico ad un tempo, acquistando a poco prezzo la residenza "infestata"
Non c'è che dire, scenografia, costumi, trucco e parrucco sono curati nel dettaglio.
Le colonne sonore abbracciano il film con grande pertinenza donandogli un pò di quella squisita magia che dipinge il sorriso sui volti dei suoi spettatori.
Unica pecca di questo ultimo lavoro di Ozpetek è forse una trama traballante in cui si inseriscono di prepotenza le ragioni omosessuali così care all'autore. Che Ozpetek abbia ben chiara la poetica pirandelliana è fatto certo, ma un altro punto di riferimento per la sceneggiatura è il film di Pietrangeli: "Fantasm a Roma" di cui il "magnifica presenza" appare una brutta copia
VOTO: 2.80
Federica Bello
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marghot
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mercoledì 28 marzo 2012
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grande film
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bellissimo, coinvolgente ed emozionante. delicato rapporto tra passato e presente, un passato tragico e un presente difficile. germano,( bravissimo), non riesce a vivere la sua omosessualità sentimentale, ma trova un altro di affetti che lo porta a cercare di capire e liberare queste figure prigioniere di un dramma di cui non conoscono la ragione. un film magnificamente interpretato e diretto. imperdibile
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paraclitus
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mercoledì 28 marzo 2012
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brava
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Brava Marzia, è così che si parla di un film.
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diego p.
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martedì 27 marzo 2012
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buono ma con alcune pecche.
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Divertente, entusiasmante, affascinante, onirico, nostalgico, questi i primi aggettivi che mi vengono alla mente pensando al nuovo film di Ozpetek. Seppur certi aspetti meritassero di essere approfonditi, ritengo Magnifica Presenza un buon film, a quali aspetti mi riferisco:
l’omosessualità di Pietro, un aspetto della sua persona messo un po’ lì a casaccio, l’esito dei suoi provini, farà davvero l’attore? Il rapporto con il fantasma che lo spia nel sonno, dal quale incontro ne esce la famosa frase “Non ti svegliare: finchè dormi sei il mio segreto! Da sveglio sarai vero. E di tutti!”. Questi sono i punti dolenti della sceneggiatura, forse troppo distratta dal voler rendere il tutto più fiabesco.
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Divertente, entusiasmante, affascinante, onirico, nostalgico, questi i primi aggettivi che mi vengono alla mente pensando al nuovo film di Ozpetek. Seppur certi aspetti meritassero di essere approfonditi, ritengo Magnifica Presenza un buon film, a quali aspetti mi riferisco:
l’omosessualità di Pietro, un aspetto della sua persona messo un po’ lì a casaccio, l’esito dei suoi provini, farà davvero l’attore? Il rapporto con il fantasma che lo spia nel sonno, dal quale incontro ne esce la famosa frase “Non ti svegliare: finchè dormi sei il mio segreto! Da sveglio sarai vero. E di tutti!”. Questi sono i punti dolenti della sceneggiatura, forse troppo distratta dal voler rendere il tutto più fiabesco.
Elio Germano non perde un occasione per dimostrare le sua grandi qualità di attore, la sua è la magnifica presenza di questo film, mi è piaciuta molto Vittoria Puccini molto adatta per sua natura ai ruoli d’altri tempi interpretando una Grace Kelly all’Italiana, e Margherita Buy anch’essa molto affascinante nella sua irrealtà, Beppe Fiorello invece presenza di secondo ordine.
Le musica originale di Pasquale Catalano riesce a sopperire alle mancanze del film, donandogli una armonia e un intimità delicatissima.
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rero c.
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martedì 27 marzo 2012
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non un brutto film, ma nemmeno uno bellissimo...
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La verità è che dopo Mine Vaganti (a mio parere il miglior Ozpetek di sempre) c'erano aspettative altissime per il ritorno del regista. Il film non è brutto, si lascia seguire, ma in effetti non decolla mai. Non c'è nessuno slancio, nessuna trovata memorabile, nessuna scena che ti faccia scaturire un sorriso di compiacimento e stupore o commozione. Diciamo che è un film fatto bene dal punto di vista registico, ma il caro Ferzan ha fatto di meglio, molto meglio. Sarà, ripeto, che dopo il successo di Mine Vaganti era difficile replicarsi e forse per questo anche il pubblico è rimasto un pò deluso. Io però tifo sempre Ozpetek!
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vale125
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lunedì 26 marzo 2012
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cosa vedo in "magnifica presenza"
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Pietro Ponte (Elio Germano) è un ragazzo innamorato del cinema, tanto da aspirare a diventare egli stesso attore. Da Catania si trasferisce a Roma, dove tra un provino e l'altro sbarca il lunario lavorando alcune ore antelucane in una pasticceria facendo cornetti. Divide la casa con una quasi cugina avvocato di modesto successo, in una situazione che lo tiene in imbarazzo perché inutilmente tentato dalla matura ancora giovane coinquilina assetata di affetto.
Com’è consueto nei film di Ozpetec, il protagonista è, infatti, omosessuale e molto incerto nei suoi rapporti con il prossimo. Riesce, dopo un periodo di difficile convivenza, a trovare un appartamento arredato in un vecchio palazzo del rione Monteverde, dove sogna, si vedrà invano, di vivere con un altro ragazzo con il quale aveva diviso qualche tempo prima alcune ore di significativa simpatia.
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Pietro Ponte (Elio Germano) è un ragazzo innamorato del cinema, tanto da aspirare a diventare egli stesso attore. Da Catania si trasferisce a Roma, dove tra un provino e l'altro sbarca il lunario lavorando alcune ore antelucane in una pasticceria facendo cornetti. Divide la casa con una quasi cugina avvocato di modesto successo, in una situazione che lo tiene in imbarazzo perché inutilmente tentato dalla matura ancora giovane coinquilina assetata di affetto.
Com’è consueto nei film di Ozpetec, il protagonista è, infatti, omosessuale e molto incerto nei suoi rapporti con il prossimo. Riesce, dopo un periodo di difficile convivenza, a trovare un appartamento arredato in un vecchio palazzo del rione Monteverde, dove sogna, si vedrà invano, di vivere con un altro ragazzo con il quale aveva diviso qualche tempo prima alcune ore di significativa simpatia.
Si accorge presto del motivo per cui la vecchia casa ha cambiato tanto frequentemente inquilini: è abitata dai fantasmi, tutti componenti di una compagnia teatrale che nei primi anni 40 erano morti lì uccisi dal monossido di carbonio prodotto da una stufa difettosa, forse frutto di sabotaggio. Dopo un primo, comprensibile, smarrimento per la paura delle presenze, prigioniere della casa dove si erano rifugiate per sfuggire alla cattura perché ritenute spie del nemico, il giovanotto riesce a stabilire con loro quel contatto emotivo che gli è tanto difficile instaurare con i viventi.
Con molta tenerezza e malinconia procede il racconto un po' fantastico, un po' credibile per una mente incerta e sensibile. Lo spettatore assiste al dramma della solitudine, che trova refrigerio nella ricerca di dare un senso alle proprie emozioni, alla vita stessa. Come c’è capitato di osservare in altre precedenti opere del regista italo-turco, troviamo un legame tra il reale ed il fantastico, tra il presente ed un passato vero o immaginato.
Si apprezza la generosità del protagonista per il suo tentativo di scoprire la verità sulla sorte delle presenze, nella sua ansia di dare anche ai fantasmi della sua anima il legame con la realtà. La magnifica presenza non è tanto frutto della sua fantasia, ma è lo stesso protagonista.
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