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gpistoia39
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lunedì 9 aprile 2012
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finzione, realtà e tradimento.
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Innanzi tutto un film magnifico, che fa sognare e ti lascia in bocca il gusto che la vita, se solo lo volessmo tutti, sarebbe bellissima, o meglio più sopportabile, se sapessimo viverla apprezzando di più l'arte, perchè Ozpeteck ci porta nel mondo dell'arte pura. I fantasmi ci danno l'occasione di pensare al passato non tanto lontano della guerra e dell'invasione nazista, del tradimento di questa Livia Morandini (personaggio inventato ma che non si discosta molto da una possibile realtà storica), in un confronto sta il moderno e il passato, il modo di recitare del 1943 in teatro, e invece la fiction e il modo di recitare il TV. Poi tutto torno al suo posto i fantasmi si fanno portare in teatro dove devono stare e dove è la loro casa.
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Innanzi tutto un film magnifico, che fa sognare e ti lascia in bocca il gusto che la vita, se solo lo volessmo tutti, sarebbe bellissima, o meglio più sopportabile, se sapessimo viverla apprezzando di più l'arte, perchè Ozpeteck ci porta nel mondo dell'arte pura. I fantasmi ci danno l'occasione di pensare al passato non tanto lontano della guerra e dell'invasione nazista, del tradimento di questa Livia Morandini (personaggio inventato ma che non si discosta molto da una possibile realtà storica), in un confronto sta il moderno e il passato, il modo di recitare del 1943 in teatro, e invece la fiction e il modo di recitare il TV. Poi tutto torno al suo posto i fantasmi si fanno portare in teatro dove devono stare e dove è la loro casa. Magnifico film surreale.
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tiberiano
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mercoledì 4 aprile 2012
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un collage di dejà vu
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Ozpetek non vuole rischiare sperimentazioni ardite e innovative e ci ripropone una fiction leggera con ingredienti già collaudati,quindi già visti.
Da Le Fate Ignoranti, ritroviamo gay e travestiti, più la Buy, stavolta decisamente poco a suo agio, che pare uscita da un quadro di Tamara de Lempicka; come in Cuore Sacro, riecco una vecchia casa che nasconde un segreto di chi ci ha vissuto (e una donna cinica nell'ombra); come ne La Finestra di Fronte, ci sono i dolci, il forno e un fatto tragico del passato di cui alcuni personaggi hanno perso la memoria, .
Non mancano poi citazioni da altri film, non di Ozpetek, però:'The Others','Questi Fantasmi' e la magica interferenza presente-passato che si ritrova anche in 'Paris by Midnight'.
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Ozpetek non vuole rischiare sperimentazioni ardite e innovative e ci ripropone una fiction leggera con ingredienti già collaudati,quindi già visti.
Da Le Fate Ignoranti, ritroviamo gay e travestiti, più la Buy, stavolta decisamente poco a suo agio, che pare uscita da un quadro di Tamara de Lempicka; come in Cuore Sacro, riecco una vecchia casa che nasconde un segreto di chi ci ha vissuto (e una donna cinica nell'ombra); come ne La Finestra di Fronte, ci sono i dolci, il forno e un fatto tragico del passato di cui alcuni personaggi hanno perso la memoria, .
Non mancano poi citazioni da altri film, non di Ozpetek, però:'The Others','Questi Fantasmi' e la magica interferenza presente-passato che si ritrova anche in 'Paris by Midnight'. La stralunata compagnia degli spettri ricorda la Famiglia Addams (con Fiorello jr a ricalcare un improbabile Gomez).
Qualche esuberanza: come in Saturno Contro, un cast sovrappopolato - inutilmente, visto il risultato generale.
Un terzo del cast a mio avviso si poteva evitare.
Qui infatti è soltanto Germano a tenere in piedi il suo personaggio e tutto lo sviluppo narrativo del film.
Germano è un attore (e si vede) ed è brava anche la Minaccioni come sua spalla.
La signora Proclemer, che non è certo da ieri che recita, con pochi minuti fa eclissare tutti gli altri, scialbi figuranti. Potevano evitarsi pure qua e là alcune lungaggini.
Alcune scene sono quasi ininfluenti ai fini dell'ambientazione e della narrazione.
L'invito a cena del tipo conosciuto in un incontro casuale anni fa, le apparizioni dei transessuali in tram, come pure la scena piuttosto dark dei transessuali nel laboratorio di costumi, con un'inquietante Platinette senza la consueta parrucca a turbante.
Il film incuriosisce, ma non coinvolge più di tanto e certamente non entusiasma, anche perchè molti elementi narrativi sono scontati: Il protagonista, che è omosessuale, ed è gay, oltre al premuroso vicino di casa in carne ed ossa, perfino un etereo e lezioso spettro che corteggia Germano con pudica discrezione.
Poi personaggi turchi e musiche turche, scene di danza collettiva.
Da un regista ormai affermato ci si aspetta (e si pretende, anche) qualcosa di nuovo, che vada oltre la solita fiction in salsa Ozpetek, tanto rassicurante e politically correct (niente baci tra uomini qui, solo ombretto e fondo tinta un po' per tutti).
Carino, ma certamente non strepitoso ed emozionante. Non chiamatelo capolavoro, per favore.
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lavandaroma
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mercoledì 4 aprile 2012
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bellissimo!
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Un film che fa sognare. Le musiche, le luci e le immagini ti cullano dolcemente e per due ore ti trasporta via dalla realtà. Suggestiva la scena quasi felliniana della fabbrica dove lavorano i trans. Il cast è davvero straordinario. Lo raccomando vivamente.
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alefi
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lunedì 2 aprile 2012
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paro paro....
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Ennesimo film di ozpetek colorato e ricco di personaggi. Premetto che non faro' un riassunto della trama anzi, esorterei gli altri partecipanti al forum di evitare la cronistoria dei film che trovo nella maggioranza dei commenti. Lo trovo inutile e a volte rischioso se non si ha una capacità di controllo notevole sulla propria scrittura , si rischia di rovinare la visione agli altri. Oltretutto e' piu' interessante leggere le opinioni e non la descrizione di un film che si trova comunque già nella pagina principale dei film in programmazione. Detto questo penso che come la maggioranza dei film di Ozpetek anche questo avesse un bel potenziale sia nella storia che nella rosa degli attori partecipanti.
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Ennesimo film di ozpetek colorato e ricco di personaggi. Premetto che non faro' un riassunto della trama anzi, esorterei gli altri partecipanti al forum di evitare la cronistoria dei film che trovo nella maggioranza dei commenti. Lo trovo inutile e a volte rischioso se non si ha una capacità di controllo notevole sulla propria scrittura , si rischia di rovinare la visione agli altri. Oltretutto e' piu' interessante leggere le opinioni e non la descrizione di un film che si trova comunque già nella pagina principale dei film in programmazione. Detto questo penso che come la maggioranza dei film di Ozpetek anche questo avesse un bel potenziale sia nella storia che nella rosa degli attori partecipanti. Quello che ne viene fuori infatti secondo me sono momenti alti di recitazione (vedi elio germano) ,momenti gradevoli nei dialoghi, nella fotografia, nelle musiche...momenti , momenti e solo momenti. E' un leit motiv quello che trovo in quasi tutti i suoi film , una gradevole carrellata di bei momenti cinematografici che pero' stentano quasi sempre ad amalgamarsi tra di loro. Ogni volta sembra un collage di piu' o meno piacevoli camei recitativi ( molto curati dal regista) che pero' non bastano a dare una unita' compositiva al film. Facendo un paragone musicale e' la differenza che corre tra una sinfonia ed un cd di 10 canzoni. La prima pur avendo dentro di se dinamiche e passaggi musicali diversi non perde il senso dell'unità. Il secondo ha un genere magari comune ma rimane frammentato in dieci periodi da tre minuti ciascuno. Altra cosa e' la miriade di personaggi che rendono superficiale lo sviluppo di quelli principali. La vita del protagonista che si intende sia complessa e interessante da scoprire alla fine viene abbandonata per far spazio ad una storia che se pur interessante non riesce a sviluppare in se una tensione continuativa ed in crescendo ( vedi sinfonia suddetta )
Film anche questo purtroppo quasi televisivo. Una, dieci , cento puntate non ne cambierebbero il ritmo o il senso.
P.S. basta margherita buy non se ne puo' più del suo modo di recitare sempre uguale a se stessa: nemmeno la parrucca anni trenta riesce a darle un'espressione diversa dalla solita attrice ansiogena anni 90.
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maicon68
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domenica 1 aprile 2012
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bel film niente di più
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Un film carino, leggero, sicuramente merita di essere visto. Ho letto commenti entusiastici da parte di chi mi precede.... ma non esageriamo. Ozpetek ha girato film migliori. Di bello c'è che Elio Germano è un talento che si conferma alla grande in questo film ed è una spanna al di sopra di tutti. Bravissimo nelle sue espressioni facciali durante tutto il film. Comunque vedendo che film italiani ci sono ultimamente nelle sale (mediamente di bassa qualità), magari si proponessero film paragonabili a questo, di buona fattura e discreto nel suo insieme....
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rolav
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domenica 1 aprile 2012
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che dire
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il voto basso è causato da un'aspettativa alta. pensavo ( e l'ho pensato per i primi venti minuti del film) che ci fosse una scossa di originalità nell'idea e nel modo di girare. poi tutto lentamente ma progressivamente si affloscia e resta il disappunto per un'occasione persa. è un film che si perde per strada, e per strada si perdono i suoi personaggi. ci si chiede che fine faccia qualcuno e cosa ci stia a fare qualcun altro. il confronto con il film di pietrangeli "fantasmi a roma" rende impietoso il giudizio finale. poteva essere un film bello e originale, resta un'opera incompiuta piena di buchi (la sceneggiatura è un colabrodo).
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il voto basso è causato da un'aspettativa alta. pensavo ( e l'ho pensato per i primi venti minuti del film) che ci fosse una scossa di originalità nell'idea e nel modo di girare. poi tutto lentamente ma progressivamente si affloscia e resta il disappunto per un'occasione persa. è un film che si perde per strada, e per strada si perdono i suoi personaggi. ci si chiede che fine faccia qualcuno e cosa ci stia a fare qualcun altro. il confronto con il film di pietrangeli "fantasmi a roma" rende impietoso il giudizio finale. poteva essere un film bello e originale, resta un'opera incompiuta piena di buchi (la sceneggiatura è un colabrodo). che peccato.
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enrichetti
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domenica 1 aprile 2012
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oìkos
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Le case di Ozpetek non sono mai delle semplici dimore, non sono mai solo abitazioni, sono luogo vitale, sono oìkos. Pietro si accorge subito di essere entrato nella sua casa, piena di storia e di storie, di vita passata che non è passata. Vi trova la magia, come Irene in "Cuore Sacro". Vi trova il capo di un filo che lo porterà nei sordidi, e magnifici insieme, meandri della memoria, come successe a Giovanna in "La finestra di fronte". La casa di Pietro sono le due donne al bar che si (pre)occupano di lui; il vicino che lo assiste in ospedale; la bici parcheggiata sotto il pergolato e le scale che portano al piano; la cugina ed il suo strizzacervelli; i compagni di lavoro ed i provini in teatro.
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Le case di Ozpetek non sono mai delle semplici dimore, non sono mai solo abitazioni, sono luogo vitale, sono oìkos. Pietro si accorge subito di essere entrato nella sua casa, piena di storia e di storie, di vita passata che non è passata. Vi trova la magia, come Irene in "Cuore Sacro". Vi trova il capo di un filo che lo porterà nei sordidi, e magnifici insieme, meandri della memoria, come successe a Giovanna in "La finestra di fronte". La casa di Pietro sono le due donne al bar che si (pre)occupano di lui; il vicino che lo assiste in ospedale; la bici parcheggiata sotto il pergolato e le scale che portano al piano; la cugina ed il suo strizzacervelli; i compagni di lavoro ed i provini in teatro. E' Roma, di cui è intrisa l'aria che entra, pervade, si mescola, portando con sè il respiro di tutti. La presenza di una compagnia di teatro, tradita e scomparsa negli anni delle persecuzioni naziste, trasformata in business dalla padrona di casa, crea intorno al giovane l'intimità che cercava. La presenza di Pietro crea intorno agli attori uno spazio, intimo anch'esso, da dove possono finalmente toccare la verità che cercavano. Liberi, si scende tutti in strada ed è la scena più spettacolare, la sintesi di tutto il percorso e il punto di partenza. Una grande energia sprigiona da quei corpi stretti tra loro, al riparo dei muri della casa, che si muovono, sorridono, guardano, con timore estasi e desiderio.
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sergioart69
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domenica 1 aprile 2012
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il passato ed il presente, la verità e la finzione
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Il buon Ferzan Ozpetek anche stavolta coglie nel segno. In un' atmosfera rarefatta e di sogno nella quale passato e presente, finzione e realtà si fondono, viene celebrato il mistero ineffabile della vita e del suo motore: il destino. Anche in questo film il regista riesce a far vivere gli opposti in un unico grande affresco che riesce a emozionare e coinvolgere, senza sapere realmente quale tasto è stato schiacciato della tastiera interiore. Magia. Ozpetek si pone come maestro indiscusso di integrazione, in un periodo dove si brandiscono le parole solo per fini propagandistici egli riesce a mettere su pellicola il fremito difficilmente esprimibile della vita e del suo scorrere.
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Il buon Ferzan Ozpetek anche stavolta coglie nel segno. In un' atmosfera rarefatta e di sogno nella quale passato e presente, finzione e realtà si fondono, viene celebrato il mistero ineffabile della vita e del suo motore: il destino. Anche in questo film il regista riesce a far vivere gli opposti in un unico grande affresco che riesce a emozionare e coinvolgere, senza sapere realmente quale tasto è stato schiacciato della tastiera interiore. Magia. Ozpetek si pone come maestro indiscusso di integrazione, in un periodo dove si brandiscono le parole solo per fini propagandistici egli riesce a mettere su pellicola il fremito difficilmente esprimibile della vita e del suo scorrere.
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ginevra micngeli
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venerdì 30 marzo 2012
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"discreta" presenza
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Pietro, giovane cornettaio aspirante attore di orgigine catanese, conduce una vita ordinaria con pochi contatti nella realtà se non con la cugina Maria;ma ormai stanco di viver con lei decide di trovarsi una casa tutta sua e riesce a prendere in affitto una villa d'epoca, anche se mal ridotta, in uno storico quartiere romano.
Da qui a poco scoprirà di non essere solo, ma di condividere la nuova casa con uno stravagante gruppo di persone che a seguito di uno schock iniziale imparerà ad amare ed anzi sembrerà sperduto senza di loro.
I nuovi conquilini si rivelano essere degli stimati attori di teatro degli anni '40, uomini di un altro tempo lontani dalla realtà dei nostri giorni e rimasti bloccati agli avvenimenti del 1943.
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Pietro, giovane cornettaio aspirante attore di orgigine catanese, conduce una vita ordinaria con pochi contatti nella realtà se non con la cugina Maria;ma ormai stanco di viver con lei decide di trovarsi una casa tutta sua e riesce a prendere in affitto una villa d'epoca, anche se mal ridotta, in uno storico quartiere romano.
Da qui a poco scoprirà di non essere solo, ma di condividere la nuova casa con uno stravagante gruppo di persone che a seguito di uno schock iniziale imparerà ad amare ed anzi sembrerà sperduto senza di loro.
I nuovi conquilini si rivelano essere degli stimati attori di teatro degli anni '40, uomini di un altro tempo lontani dalla realtà dei nostri giorni e rimasti bloccati agli avvenimenti del 1943.
Ozpetek si cimenta con una storia di fantasmi riprendendo da un lato "The Others", anche se i personaggi sono meno forti della tenebrosa Nicole Kidman, e dall'altro "Fantasmi a Roma", una delle vecchie e buone, e purtoppo dimenticate, commedie all'italiana; ma a mio avviso manca qualcosa il gruppo di attori costituisce una "presenza" più che una vera parte del cast ed il protagonista nonchè l'unico pesonaggio forte è il giovane Germano, che stenta a tenere in piedi la trama leggermente traballante.
Ferzan riesce a recuperare qualche punto nel finale dandogli un tocco di melodramma e nostalgia dei tempi passati avvicinando lo spettatore alla sventurata storia della compagnia teatrale e rendendo quei fantasmi di altri tempi uomini comuni con le loro paure, le loro aspettative e con qualcosa da insegnare anche al giovane Pietro.
Non viene tralasciato il tema del "diverso" infatti il nostro cornettaio è omosessuale anche se sembra non essere ancora molto convinto della sua sessualità, ma stavolta Ozpetek preferisce tralasciare le difficoltà che devono affrontare i "diversi", tema con il quale si era grandiosamente misurato sia nel"Le fate ignoranti" che in "Mine vaganti", per aprire una parentesi sul passato ricordandoci quale era la vita di una volta e quali erano i valori importanti che ormai si sono andati perdendo nel tempo e nelle nuove generazioni.
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