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vale125
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domenica 18 marzo 2012
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film inespresso
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Un film non in linea con il normale standard di Ozpetek, nonostante la bravura media degli attori, la storia non decolla mai ed il film non è mai nè avvincente nè convincente. Parzialmente....una delusione.
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eduardo
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domenica 18 marzo 2012
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troppa carne al fuoco
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Magnifica presenza sembra proprio la solita, bella, occasione persa.
Billy Wilder diceva che la sceneggiatura è la cosa più importante nella realizzazione di un film. Anche se non sono del tuttto daccordo, devo dire che il problema di tantissimi ultimi film è proprio questo: un difetto della sceneggiatura. Magnifica presenza non ha uno script valido, capace di sorreggere la narrazione, la traccia, le tante sottotraccie, il significato ecc.. della storia dall' inizio alla fine. Questo film è un calderone di tutto il cinema di Ozpetek (omosessualità, coralità, fragilità, amore, passione, cibo, vecchiaia, giovinezza ecc...), un cinema molto amato ed a ragione, ma che qui non trova una struttura coesiva capace di sviluppare un senso ed una bellezza propria.
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Magnifica presenza sembra proprio la solita, bella, occasione persa.
Billy Wilder diceva che la sceneggiatura è la cosa più importante nella realizzazione di un film. Anche se non sono del tuttto daccordo, devo dire che il problema di tantissimi ultimi film è proprio questo: un difetto della sceneggiatura. Magnifica presenza non ha uno script valido, capace di sorreggere la narrazione, la traccia, le tante sottotraccie, il significato ecc.. della storia dall' inizio alla fine. Questo film è un calderone di tutto il cinema di Ozpetek (omosessualità, coralità, fragilità, amore, passione, cibo, vecchiaia, giovinezza ecc...), un cinema molto amato ed a ragione, ma che qui non trova una struttura coesiva capace di sviluppare un senso ed una bellezza propria.
L' incipit fantastico è molto gradevole, invitante e predispone bene lo spettatatore, ma il prosieguo non avendo più il supporto del copione e delle idee deborda nei soliti cliché ozpetekiani (finale compreso), che qui appaiono del tutto inadatti e che addirittura possono infastidire; soprattutto il pubblico del regista turco che li ha amati. In altre parole troppa carne al fuoco non è servita a fare una buona cena.
A mio parere il duo Ozpetek-Pontremoli, autori della sceneggiatura, dovevano osare ancora di più e lasciare andare la storia su binari diversi, invece di farsi ingolosire dalle basi della loro pregressa produzione. A volte bastano poche e semplici idee per confezionare una storia originale e ben fatta (vedi Midnight in Paris capace di vincere addirittura un Oscar per la migliore sceneggiatura originale).
Rimane il tentativo di esplorare creativamente luoghi paranormali e la prova impeccabile di tutti gli attori, che oltre alla propria bravura si avvalgono della consueta ottima direzione del regista. Su tutti spicca il protagonista Elio Germano del tutto a suo agio e di una simpatia tenerissima.
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giuliacanova
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domenica 18 marzo 2012
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il gioco delle parti
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Ozpetek è un regista che mi piace perchè sa essere autore popolare e raffinato allo stesso tempo. E ho apprezzato, anche se non tutti in egual misura, i suoi film precedenti. Mi piace molto come dirige gli attori e come racconta i temi a lui più congeniali: omosessualità, ricerca della propria identità, l'intreccio con il peso della memoria delle vite che racconta nelle sue storie. In Magnifica Presenza questi elementi ci sono tutti. Mi è piaciuta anche la prova di Elio Germano che spesso trovo fuori misura nel delineare i personaggi che interpreta. Qui invece l'ho trovato misurato, e credibile nello smarrimento del protagonista che pur si muove in una sceneggiatura surreale. Il "gioco delle parti" fa capolino in questa messa in scena di respiro pirandelliano, permettendo così al racconto licenze che altrimenti avrebbero potuto stridere con il risvolto più drammatico.
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Ozpetek è un regista che mi piace perchè sa essere autore popolare e raffinato allo stesso tempo. E ho apprezzato, anche se non tutti in egual misura, i suoi film precedenti. Mi piace molto come dirige gli attori e come racconta i temi a lui più congeniali: omosessualità, ricerca della propria identità, l'intreccio con il peso della memoria delle vite che racconta nelle sue storie. In Magnifica Presenza questi elementi ci sono tutti. Mi è piaciuta anche la prova di Elio Germano che spesso trovo fuori misura nel delineare i personaggi che interpreta. Qui invece l'ho trovato misurato, e credibile nello smarrimento del protagonista che pur si muove in una sceneggiatura surreale. Il "gioco delle parti" fa capolino in questa messa in scena di respiro pirandelliano, permettendo così al racconto licenze che altrimenti avrebbero potuto stridere con il risvolto più drammatico. Infatti il film si muove su una miscela di differenti piani di racconto. E attraverso l'intreccio tra presente e passato, realtà e rappresentazione, la storia man mano che si sviluppa vira verso il dramma. Ed è in quel nodo del racconto che il film ci regala, inattesa, la (magnifica) presenza di Anna Proclemer. Tuttavia anche io ho notato che il film non ha una sua unitarietà precisa, non ci guida ben orchestrato per tutta la storia come nei film precedenti di Ozpetek, per poi prepotentemente lasciarci dentro qualcosa nell'epilogo. Qui dall'inizio ci sentiamo soli a seguire i forse troppi piani di racconto che vanno ognuno per conto suo, con momenti anche non proprio coerenti e con qualche "divagazione " di stile. Non ci si sente mai veramente trasportati dai protagonisti e dalla storia. Il film è comunque godibile, ma spiace che non sia stato quel di più che le premesse lasciavano presagire.
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remos
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domenica 18 marzo 2012
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perdi tempo
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Film. Veramente. Brutto. Lento stupido senza trama. Zero stelle.
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paraclitus
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domenica 18 marzo 2012
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brava marzia gandolfi
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Mi ero dimenticato di scrivere che è già la seconda o terza volta che scopro di aver fatto bene a fidarmi di una recensione di M. Gandolfi e di un altro paio che scrivono qui. Zappoli decisamente non è una cima come critico ma dev' essere un bravo organizzatore perché si sceglie degli ottimi collaboratori.
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gatsby
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domenica 18 marzo 2012
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woody?
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Niente a che vedere con un certo "Midnight in Paris" del signor Allen?
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dani gaf
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domenica 18 marzo 2012
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ermetico
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non me la sento di dare un voto a questo film il cui regista è tra i miei preferiti. non me la sento perchè effettivamente non comprendo il messaggio di un film eccezionalmente perfetto dal punto di fista delle inquadrature e della fotografia, curatissimo nei costumi di scena e recitato dal cast in maniera inappuntabile. quello che traspare dalla recensione del fim è "sdrammatizzare la morte" ma non credo che questo sia stato il vero scopo del regista. purtroppo non ho capito il messaggio, cosa per me importantissima quando assisto ad una proiezione e me ne dispiace perchè, pur non essendo un critico cinematografico, riesco sempre a cogliere determinate sfumature e messaggi.
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non me la sento di dare un voto a questo film il cui regista è tra i miei preferiti. non me la sento perchè effettivamente non comprendo il messaggio di un film eccezionalmente perfetto dal punto di fista delle inquadrature e della fotografia, curatissimo nei costumi di scena e recitato dal cast in maniera inappuntabile. quello che traspare dalla recensione del fim è "sdrammatizzare la morte" ma non credo che questo sia stato il vero scopo del regista. purtroppo non ho capito il messaggio, cosa per me importantissima quando assisto ad una proiezione e me ne dispiace perchè, pur non essendo un critico cinematografico, riesco sempre a cogliere determinate sfumature e messaggi. la trama sarebbe anche molto bella se fosse stata sviluppata maggiormente nella motivazione dell'anziana attrice viva (relativa alla conclusione della vicenda) e non aggiungo altro per rispetto a chi non ha visto la pellicola. mi ha lasciato con mille dubbi e mille perchè. forse era questo l'intento di Ozpetek? lasciare il suo pubblico senza parole? chissà forse è così.
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gabbiano
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domenica 18 marzo 2012
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magici fantasmi
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film magico, attori strepitosi.......il film è finito e gli spettatori in sala sono rimasti in silenzio per 10 minuti, assaporando fino all'ultimo la musica di coda e il primo piano tenero ed espressivo di Germano.
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diomede917
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domenica 18 marzo 2012
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parola d’ordine “finzione” contro parola “realtà”
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Parola d’ordine “Finzione” contro parola “Realtà”….
Queste parole racchiudono il senso dell’ultima fatica di Ferzan Ozpetek che con Magnifica Presenza fa il suo film più Pirandelliano dove essere o apparire e il così è se vi pare sono il filo conduttore narrativo.
Oltre alla meta fisicità teatrale non manca tutto il campionario del cinema di Ozpetek infatti il protagonista è Pietro un aspirante attore venuto dalla Sicilia a Roma che nel frattempo fa il pasticcere di notte (lui evidenzia che è specializzato solo in cornetti) e come tutti i film del regista è omosessuale in questo caso confuso tra la propria attitudine (“non riesco a essere gay figuriamoci eterosessuale” dice alla biscugina innamorata di lui) e l’illusione di un amore di un’ora.
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Parola d’ordine “Finzione” contro parola “Realtà”….
Queste parole racchiudono il senso dell’ultima fatica di Ferzan Ozpetek che con Magnifica Presenza fa il suo film più Pirandelliano dove essere o apparire e il così è se vi pare sono il filo conduttore narrativo.
Oltre alla meta fisicità teatrale non manca tutto il campionario del cinema di Ozpetek infatti il protagonista è Pietro un aspirante attore venuto dalla Sicilia a Roma che nel frattempo fa il pasticcere di notte (lui evidenzia che è specializzato solo in cornetti) e come tutti i film del regista è omosessuale in questo caso confuso tra la propria attitudine (“non riesco a essere gay figuriamoci eterosessuale” dice alla biscugina innamorata di lui) e l’illusione di un amore di un’ora.
Pietro prende possesso di una bella ma fatiscente villa in zona Monteverde e fa ben presto conoscenza dei 6 + 2 inquilini in cerca d’autore la famosa compagnia “Apollonio”.
Come nelle precedenti opere di Ozpetek, la memoria e l’esaltazione di quello che è stato il passato torna prepotente…così come è forte il presente come chiave per trovare il futuro e questo è anche un escamotage per poter rappresentare l’evoluzione della recitazione in questi anni come nella bella scena del provino di Elio Germano davanti a Daniele Luchetti (altro sagace cadeau).
Anche in questo film ci sono tavolate per i propri amati, c’è oroscopo (il protagonista è acquario ascendente gemelli come il regista), c’è Turchia alla quale regala il momento più intenso e commovente del film, c’è tanta Roma e c’è il cameo verso una vecchia gloria della nostra recitazione. Ozpetek regala a Anna Proclemer cinque minuti di vera magnifica presenza catalizzando l’attenzione dello spettatore verso la sua performance.
Ma come in tutti i film del regista italo-turco c’è proprio un elogio dell’attore. Ozpetek è secondo me il migliore direttore d’attori del panorama italiano e ciò lo si evince dal ruolo che regala a Elio Germano bravissimo nel rappresentare un personaggio molto fragile ma senza scadere nel ridicolo….un plauso a tutta la compagnia Apollonio capaci di restare vintage senza rimanere demodè….Però c’è un però Ozpetek è bravo a narrare tutte queste micro storie (e come regista si regala degli ottimi titoli di testa) il problema di fondo è che tutto il tessuto narrativo sia sfilacciato, che tutto parte bene e si perde strada facendo accostando storie e personaggi uno dietro l’altro senza un senso logico come si può intuire dalle amichevoli partecipazioni di Platinette (in versione Marlon Brando/Kurtz in una delle scene più incomprensibili del film) e di Alessandro Roja.
Si può dire che Magnifica Presenza sia più un film ben realizzato che riuscito.
Voto 6,5
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paraclitus
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domenica 18 marzo 2012
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bel film, da vedere assolutamente
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Magnifico film che parla del senso profondo dell' esprimersi artisticamente ma anche della fruizione dato che si parla di transfert e metafore che sostituiscono "nascondendo", ma anche tenendo in "vita", una interpretazione negata (e quindi "tradita").
Naturalmente ci capirà qualcosa il 2% degli spettatori ma per quelli di buona volontà, senza fare spoiler visto che tutti sanno che è una ghost story, faccio presente che due fantasmesse hanno lo stesso rapporto di quasi parentela di due dei protagonisti "viventi" e di fare attenzione al colore dei divani per la scena finale.
In pratica è la stessa cosa dell' ultimo film di Woody Allen ossia un signore che metaforizza il suo inconscio irrisolto come presenze che tornano dal passato (gli anni '20 in Allen, i '40 in Ozpetek), solo che il newyorkino è notoriamente un omino acido, sprezzante, cattivo e senza regole morali mentre Ozpetek è un buon fratello turco quasi latino e il suo film ha il calore mediterraneo degli affetti, delle emozioni e la saggezza di chi non cerca soluzioni definitive ma è disposto ad accettare i piccoli disagi e contraddizioni di un compromesso pur di continuare a vivere tutti assieme (mentre W.
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Magnifico film che parla del senso profondo dell' esprimersi artisticamente ma anche della fruizione dato che si parla di transfert e metafore che sostituiscono "nascondendo", ma anche tenendo in "vita", una interpretazione negata (e quindi "tradita").
Naturalmente ci capirà qualcosa il 2% degli spettatori ma per quelli di buona volontà, senza fare spoiler visto che tutti sanno che è una ghost story, faccio presente che due fantasmesse hanno lo stesso rapporto di quasi parentela di due dei protagonisti "viventi" e di fare attenzione al colore dei divani per la scena finale.
In pratica è la stessa cosa dell' ultimo film di Woody Allen ossia un signore che metaforizza il suo inconscio irrisolto come presenze che tornano dal passato (gli anni '20 in Allen, i '40 in Ozpetek), solo che il newyorkino è notoriamente un omino acido, sprezzante, cattivo e senza regole morali mentre Ozpetek è un buon fratello turco quasi latino e il suo film ha il calore mediterraneo degli affetti, delle emozioni e la saggezza di chi non cerca soluzioni definitive ma è disposto ad accettare i piccoli disagi e contraddizioni di un compromesso pur di continuare a vivere tutti assieme (mentre W.A. nel suo film propone come finale una rottura e una cesura non solo con la vita "reale" di prima ma anche con i suoi fantasmi notturni che vengono rinnegati...come cacchio si fa a pensare di impostare una nuova vita e a rinnegare sé stessi, dico io? Caso mai è meglio un passo ancora più indietro.... E lo dice pure Ferzan...).
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(di lucapaolo)
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(di paraclitus)
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