alberto
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lunedì 22 maggio 2017
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storia d'amore importante per la gran bretagna
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Essere la principessa della Gran Bretagna nel XVIII secolo (e non solo) non vuol dire vivere nel migliore dei modi possibile; infatti Carolina Matilde, appena quindicenne, è costretta a sposare Christian VII, principe di Danimarca, per ovviare ad un accordo tra le due nazioni. Come se non bastasse quest'obbligo, la fanciulla deve subire tutte le insolenze del consorte, che non ci pensa due volte a dire quello che pensa e a esplodere in pubblico ed è oltretutto una marionetta tra le mani del consiglio regio, ancora poco influenzato dal coevo Illuminismo, capace negli altri stati di modificare le mentalità a discapito del clero.
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Essere la principessa della Gran Bretagna nel XVIII secolo (e non solo) non vuol dire vivere nel migliore dei modi possibile; infatti Carolina Matilde, appena quindicenne, è costretta a sposare Christian VII, principe di Danimarca, per ovviare ad un accordo tra le due nazioni. Come se non bastasse quest'obbligo, la fanciulla deve subire tutte le insolenze del consorte, che non ci pensa due volte a dire quello che pensa e a esplodere in pubblico ed è oltretutto una marionetta tra le mani del consiglio regio, ancora poco influenzato dal coevo Illuminismo, capace negli altri stati di modificare le mentalità a discapito del clero. Deve infine passare delle giornate noiose, prevalentemente sul letto, o per rilassarsi o per attuare i freddi doveri coniugali. A rompere la monotonia delle sue giornate ci pensa il nuovo medico di corte, tedesco serio e professionale, che pian piano si innamorerà di lei e avvierà inoltre un cambiamento del governo. Una storia come tante, in un periodo di rinascita e di svolte, che però ha trasmesso il dovere di portarlo sul grande schermo grazie al carattere innovatore introdotto da Christian, ispirato dal medico, e poi consolidatosi con le riforme del figlio Friedrich a vantaggio del popolo e dei contadini, non più considerati come servi nei confronti dello stato. Questo "intrigo reale" è gestito in maniera eccellente dal regista Nikolaj Arcel, elegante e schietto, arricchito da una limpida fotografia e da costumi perfetti. Il comparto tecnico è accompagnato da un cast artistico di prim'ordine, composto dalla splendida Alicia Vikander, famosa per "The Danish Girl" e "Ex Machina"; da Mads Mikkelsen, austero nell'interpretare un personaggio che non è esente dalle tipiche caratterizzazioni dell'uomo colto e che si mantiene il più lontano possibile dalla religione, ma che in questa pellicola mostra soprattutto il lato umano; ma specialmente Mikkel Boe Folsgaard, attore meno famoso della Vikander e di "Hannibal" ma che qui mi ha partcolarmente colpito, data la sua interpretazione fuori dagli schemi e pazza al tempo giusto. Il film ha ricevuto la nomination agli Oscar 2013 come "Miglior Film Straniero" e tra i produttori esecutivi c'è Lars Von Trier. Di lunga durata, ma abbastanza scorrevole, anche se non mancano momenti morti imprescindibili in questo genere. Una storia d'amore interessante e un contesto storico altrettanto importante. Merita assolutamente una visione, poiché vediamo le pulsioni umane e le passioni trasportate indietro di qualche secolo e, alla fine, sempre uguali.
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ninopellino
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mercoledì 22 marzo 2017
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film di classe
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Questo film ambientato nella Danimarca di diversi secoli fa e diretto dal regista Nicolay Arcel mi ha straordinariamente colpito, ritenendola pertanto una pellicola di classe grazie ai bellissimi costumi e alle favolose ambientazioni dell'epoca e poi soprattutto per la trama che nonostante ci trasmetta alla fine un forte senso di amarezza, è senza dubbio di grande impatto narrativo. Il film ci mette in evidenza i soprusi del potere politico del passato e il senso di assoggettamento e di impotenza del popolo, il quale solamente dopo il trascorrere di tanti anni di lotta per l'indipendenza, riuscirà a cambiare il corso della storia.
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luigi chierico
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mercoledì 16 luglio 2014
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una brutta storia
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Un ottimo film storico per raccontare la vita di Corte nella Danimarca del diciottesimo secolo cioè da quando Christian VII a 17 anni,divenuto re di Danimarca alla morte del padre nel 1766,sposò nello stesso anno, il giorno 8 novembre,la cugina Carolina Matilde,figlia di Federico di Hannover, principe di Galles di appena 15 anni. Matrimonio regale ma non reale perché combinato e per interessi di stato e privati. Un vero fallimento anche per il carattere schizofrenico e volgare del coniuge, che non sa congiungersi con la consorte Carolina. Il regista ci poteva evitare una scena volgare e poco probabile, vista l’età degli sposi e le loro origini.Tutta la vicenda così ricca di eventi si svolge nel breve termine di 9 anni: il matrimonio,la nascita del primo figlio Federico,l’arrivo a corte del medico reale Johann Friedrich Struensee, il viaggio in Europa di Christian, i rapporti amichevoli prima,d’amanti poi ed infine intimi tra medico e regina Caroline,i vari rimpasti di governo,la nascita della figlia Luisa,la condanna di Johann Friedrich Struensee,il divorzio con Caroline ed altro ed altro ancora, e termina con la morte in esilio di Carolina Matilde,a soli 24 anni, il giorno 11 maggio 1775.
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Un ottimo film storico per raccontare la vita di Corte nella Danimarca del diciottesimo secolo cioè da quando Christian VII a 17 anni,divenuto re di Danimarca alla morte del padre nel 1766,sposò nello stesso anno, il giorno 8 novembre,la cugina Carolina Matilde,figlia di Federico di Hannover, principe di Galles di appena 15 anni. Matrimonio regale ma non reale perché combinato e per interessi di stato e privati. Un vero fallimento anche per il carattere schizofrenico e volgare del coniuge, che non sa congiungersi con la consorte Carolina. Il regista ci poteva evitare una scena volgare e poco probabile, vista l’età degli sposi e le loro origini.Tutta la vicenda così ricca di eventi si svolge nel breve termine di 9 anni: il matrimonio,la nascita del primo figlio Federico,l’arrivo a corte del medico reale Johann Friedrich Struensee, il viaggio in Europa di Christian, i rapporti amichevoli prima,d’amanti poi ed infine intimi tra medico e regina Caroline,i vari rimpasti di governo,la nascita della figlia Luisa,la condanna di Johann Friedrich Struensee,il divorzio con Caroline ed altro ed altro ancora, e termina con la morte in esilio di Carolina Matilde,a soli 24 anni, il giorno 11 maggio 1775.L’impegno profuso da tutti, regista, costumista, sceneggiatore,coreografo, attori e fotografo,è stato grande e pertanto per questo sforzo il film meriterebbe qualcosa di più che buono ma non ottimo. Bellissima la fotografia che riprende lo sfarzo della casa reale dei re di Danimarca,delle feste, della dimora estiva con immensi prati verdi,giardini, boschi, corse a cavallo. A tanto sfarzo si contrappone la miseria del popolo, strade invase da ratti,lupanari, più che bordelli,per soddisfare i capricci del re pazzo.La Danimarca del 1700-1800 non era certo quella delle danesi de 20° secolo,era puritana ed estremamente cattolica,l’Inghilterra era invece da tempo protestante ed anglicana,aveva una sua letteratura che non è soltanto quella di Shakespeare(1564-1616) dell’Amleto Principe di Danimarca,i suoi costumi e la donna godeva già di maggiore libertà. La vita per Carolina Matilde, figlia di Federico di Hannover,principe di Galles, e della principessa Augusta di Sassonia-Gotha-Altenburg,è davvero impossibile in Danimarca,così i suoi atteggiamenti,i suoi costumi,le sue letture scandalizzano la regina madre Giuliana Maria di Brunswick-Lüneburg,che in pratica detta legge.Per la cronaca il re travicello muore il 1808 a 59 anni per aneurisma.Tra questi due opposti modus vivendi si inserisce la figura rivoluzionaria di pensiero del dott.Struensee,convinto illuminista. Come si vede il film è solo storia,non c’è spazio per la fantasia e creatività,una narrazione di fatti,un susseguirsi di eventi che porteranno Christian VII ad abdicare nel 1784 a favore del figlio Federico.Dal punto di vista di fedeltà storica il film merito ottimo,ma credo che il pubblico non va al cinema per istruirsi e conoscere la Storia,bensì per conoscere la storia dei protagonisti, in questo film tra Carolina Matilde e il dottor Struensee,che ha perso la testa per lei,giovanissima regina di Dnimarca.Ottimo Mikkel Boe Følsgaard nella parte di Cristiano VII, bravo Mads Mikkelsen in quella del dott. Johann Friedrich Struensee, modesta l’interpretazione della nascente attrice svedese Alicia Vikander(Carolina Matilde di Hannover).Per Alicia l’augurio di farci ricordare: G.Garbo,I.Brergman,B.Andersson,A.Ekberg,A,Bjork,M.Britt.I.Thulin,M.Toren,V.Lindfors. chibar22@libero.it
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folgore94
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giovedì 19 giugno 2014
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l illuminismo
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ottima ricostruzione del periodo storico buona regia interessante la sceneggiatura e soprattutto notevole l'interpretazione di mikkelsen che avevo gia' ammirato nell ottimo 'il sospetto'
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harrysalamon
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mercoledì 15 gennaio 2014
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un'occasione sprecata
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Un argomento interessante e poco noto, una storia sentimentale affascinante. Purtroppo il tutto è servito da un copione banale e prolisso (sembra un telefilm RAI, compreso il trucchetto di cominciare la narrazione con un flashback), da una regia non ispirata e da attori -salvo il personaggio del medico illuminista- del tutto privi di carisma.
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jacopo b98
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giovedì 31 ottobre 2013
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che bello "royal affair" di arcel!
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Anni ’60 del Settecento, la principessa Carolina Matilde (Vikander) è data in sposa al re di Danimarca, Cristiano VII (Følsgaard). Ma quando questo assume come medico di corte il segretamente illuminista Johann Struense (Mikkelsen), egli e la regina iniziano una focosa relazione amorosa. Il re, pesantemente influenzato da Struense, si farà manovrare da lui, che, pur a fin di bene, alla fine verrà corrotto dal fascino del potere. Scritto dal regista e Rasmus Heisterberg, è una grande coproduzione internazionale, che suona come un gran dito medio a Hollywood: la sua grandezza visiva, capace di far impallidire le montagne hollywoodiane di effetti speciali, è infatti impressionante.
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Anni ’60 del Settecento, la principessa Carolina Matilde (Vikander) è data in sposa al re di Danimarca, Cristiano VII (Følsgaard). Ma quando questo assume come medico di corte il segretamente illuminista Johann Struense (Mikkelsen), egli e la regina iniziano una focosa relazione amorosa. Il re, pesantemente influenzato da Struense, si farà manovrare da lui, che, pur a fin di bene, alla fine verrà corrotto dal fascino del potere. Scritto dal regista e Rasmus Heisterberg, è una grande coproduzione internazionale, che suona come un gran dito medio a Hollywood: la sua grandezza visiva, capace di far impallidire le montagne hollywoodiane di effetti speciali, è infatti impressionante. Ma se il regista è riuscito a riportare in vita visivamente il secolo dei lumi, il difficile era rendere interessante (e comprensibile) una complessa storia di intrighi di corte. Ma il suo autore ci è riuscito perfettamente realizzando un film impeccabile, di grande eleganza e interesse che non fa altro che raccontare una storia che è molto più attuale di quel che sembra. Hanno grandemente contribuito i tre interpreti principali: la semi-esordiente Vikander, bravissima e splendente in tutta la sua bellezza; Mikkelsen, che ormai è dappertutto e non fa che regalarci grandi interpretazioni e lo sconosciuto Følsgaard che è riuscito a riportare in vita con grottesca ironia un controverso personaggio. Perché il vero protagonista di Royal Affair è proprio Cristiano VII, il re, personaggio di grande e profondissima antipatia, ma allo stesso tempo che suscita struggente pietà, perché, oltre ad essere pazzo, la sua unica “colpa”, che lo ha reso folle, è di essere nato nella famiglia reale, che, con tutti i suoi lussi e i suoi vizi lo ha distrutto. È un ennesimo “stritolato” dal sistema. Ottima colonna sonora di Gabriel Yared e Cyrille Aufort. E anche l’Academy ha ricompensato lo sforzo con la nomination a Miglior Film Straniero. Due premi a Berlino: attore (Følsgaard) e sceneggiatura.
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elep23
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giovedì 10 ottobre 2013
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l’ambizione dei sogni ambiziosi
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Il mondo sognato da Struensee era un mondo più giusto rispetto a quello in cui viveva, ma la bontà degli ideali di per se non cambia la realtà. I poveri, le persone comuni non hanno voce poiché non hanno i mezzi per dar vita ai loro sogni più audaci. L’ambizione, la perseveranza, l’istruzione, la passione e l’arte della persuasione possono rendere possibile l’ascesa di chi non è stato premiato con dei favorevoli natali. Chi ha sogni troppo ambiziosi o semplicemente precursori di un era che è ancora in divenire, deve tenere conto del rischio di perdersi e di perdere tutto. Le idee, che siano buone o cattive, non possono essere imposte, ma per essere condivise devono essere sentite.
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Il mondo sognato da Struensee era un mondo più giusto rispetto a quello in cui viveva, ma la bontà degli ideali di per se non cambia la realtà. I poveri, le persone comuni non hanno voce poiché non hanno i mezzi per dar vita ai loro sogni più audaci. L’ambizione, la perseveranza, l’istruzione, la passione e l’arte della persuasione possono rendere possibile l’ascesa di chi non è stato premiato con dei favorevoli natali. Chi ha sogni troppo ambiziosi o semplicemente precursori di un era che è ancora in divenire, deve tenere conto del rischio di perdersi e di perdere tutto. Le idee, che siano buone o cattive, non possono essere imposte, ma per essere condivise devono essere sentite. La storia dimostra come l’uomo sfortunatamente non nasce altruista, nessuno penso sia veramente contrario all’idea di salvare delle vite da una malattia come il vaiolo, di eliminare la censura, di proibire torture e vessazioni, diverso però è rinunciare alla propria fetta di privilegi per avere tutto questo. Visionario e presuntuoso risulta l’imposizione di idee troppo rivoluzionarie. La via del cambiamento è lenta, se è vero dunque che il mondo non è stato creato in sette giorni, folle è pensare che la vita di un uomo sia un lasso di tempo sufficiente per creare un mondo migliore. Resta in bocca l’amarezza se penso che il peso più grande della sconfitta, come sovente accade, grava sulle spalle di una donna, costretta a vivere in un mondo marcio, triste ed ingiusto dopo aver solo scorto uno spiraglio del sogno che avrebbe voluto vivere. Resta tuttavia la speranza che nel futuro, le nuove generazioni possano fare meglio, ecco ciò che rende la vita e questo film meno amari, più facili da accettare.Potremmo essere tutti forse “Re di prussia” ma un conto è immaginarlo, diverso è perdere tutto per un sogno troppo ambizioso.
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marinabelinda
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venerdì 4 ottobre 2013
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la rivoluzione danese
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Forse la mia recensione arriva troppo tardi per questo piccolo gioiello che ben si inserisce in un cinema interessante di contenuti e di forme come quello danese.
Bella la storia, sostanzialmente fedele al romanzo (Il medico di corte) che racconta un capitolo della storia danese a noi sconosciuto ma addirittura parte del programma si storia nelle scuole. La rivoluzione non cruenta del dottor Straunsee ha anticipato senza sangue quanto sara' l'era moderna dopo la rivoluzione francese, purtroppo eliminandone l'ideatore.
Bravissimi gli interpreti. Tutti. Tanto concentrati nella parte da farci tremare come il re, farci trovare il coraggio di osare come la regina e farci provare la passione del dottor Straunsee, tanto onesta quanto pericolosa.
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Forse la mia recensione arriva troppo tardi per questo piccolo gioiello che ben si inserisce in un cinema interessante di contenuti e di forme come quello danese.
Bella la storia, sostanzialmente fedele al romanzo (Il medico di corte) che racconta un capitolo della storia danese a noi sconosciuto ma addirittura parte del programma si storia nelle scuole. La rivoluzione non cruenta del dottor Straunsee ha anticipato senza sangue quanto sara' l'era moderna dopo la rivoluzione francese, purtroppo eliminandone l'ideatore.
Bravissimi gli interpreti. Tutti. Tanto concentrati nella parte da farci tremare come il re, farci trovare il coraggio di osare come la regina e farci provare la passione del dottor Straunsee, tanto onesta quanto pericolosa. Emblematica per farci capire i corsi della storia e la difficoltà di essere coerenti e la scena che rappresenta la scelta del governo illuminato di ripristinare la censura, così come potente (e commovente) il grido finale: 'sono uno di voi'.
Giustamente candidato all'Oscar come miglior film straniero (anche se battuto dal capolavoro L'Amour) ha l'eleganza di La duchessa e l'impatto visivo di Marie Antoniette, ma da' l'impressione di essere più sincero manifestando la contraddizione e la debolezza di ogni personaggio.
Da vedere, o da riscoprire (testo alla mano).
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alex2044
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giovedì 19 settembre 2013
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l'illuminismo in un film illuminista
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Ottimo . Veramente un bel film . Una lezione di storia senza spocchia . Un elogio dell'illuminismo in un periodo in cui troppi lo bistrattano . Gli attori sono tutti bravissimi , una menzione speciale per chi interpreta il re : eccezionale ,un grande attore .La ricostruzione storica perfetta . Insomma un film da vedere e forse anche da rivedere .
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michela papavassiliou
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giovedì 12 settembre 2013
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una regina illuminista alla corte danese
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Produzione danese, svedese, tedesca e della Repubblica Ceca per questa pellicola del 2012 firmata Arcel. Una ricostruzione fine settecentesca ben romanzata della Danimarca e della sua storia molte volte a noi sconosciuta. Gli intrighi di corte inglesi o francesi piu' spesso sul grande schermo hanno con questo film lasciato per una volta il passo alle vicissitudini amorose di una giovane regina Caroline Mathilde di origine inglese e del medico di corte tedesco Struensee. Sulla scia delle ideologie illuministe, per l'epoca rivoluzionarie e tra le righe di Voltaire e Rousseau, nasce una bambina, che con il fratello maggiore Frederik, figlio legittimo del re, risolleveranno infine il paese dal declino.
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Produzione danese, svedese, tedesca e della Repubblica Ceca per questa pellicola del 2012 firmata Arcel. Una ricostruzione fine settecentesca ben romanzata della Danimarca e della sua storia molte volte a noi sconosciuta. Gli intrighi di corte inglesi o francesi piu' spesso sul grande schermo hanno con questo film lasciato per una volta il passo alle vicissitudini amorose di una giovane regina Caroline Mathilde di origine inglese e del medico di corte tedesco Struensee. Sulla scia delle ideologie illuministe, per l'epoca rivoluzionarie e tra le righe di Voltaire e Rousseau, nasce una bambina, che con il fratello maggiore Frederik, figlio legittimo del re, risolleveranno infine il paese dal declino. 128 minuti piacevoli per chi ama il genere. MP
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