Cosa è l'idolo? E'un qualcosa che ti entra nel cervello e che progressivamente si sostituisce alla tua persona, che ti seduce con il miraggio del successo, della sicurezza economica o della fama imperitura per mostrarti, una volta che ne sei diventato succube, la tua impotenza e la tua incapacità.
Questo è quello che capita a Luciano, di imbattersi suo malgrado in un idolo che per nostra fortuna da poco è svanito, il Grande Fratello, un programma televisivo che, da scuola di aspiranti volti-per-lo-schermo (vedi Pietro Taricone o Flavio Montrucchio) è progressivamente scivolato nel più terribile trash, in una rassegna totalmente autoreferenziale di corpi statuari nullafacenti, di personaggi sempre più anonimi alla spasmodica ricerca di un attimo di notorietà, di un nulla che si alimenta del suo essere nulla e che non può che generare il nulla.
Ma per Luciano questo diventa una ragione di vita, un tarlo che prima lo spinge a vendere il suo negozio, quindi gradatamente lo pervade fino all'idea delirante che gli sceneggiatori del programma spiino i suoi movimenti.
Il delirio di Luciano sfocia prestissimo nell'assurdo: arriva ad infilarsi nei condotti di areazione per raggiungere l'ex-concorrente, con la speranza che la sua vicinanza gli infonda la sicurezza; arriva a interrogare due vecchiette al cimitero convinto che siano emissarie del programma che lo spiano, e nel segreto della sua casa ricostruisce un finto confessionale nel quale si esercita a quello che secondo lui dovrà dire.
Arriva perfino a configurare il programma televisivo come un dio giudice che premia i suoi eletti accogliendoli nel paradiso di plastica e lustrini di Cinecittà e che punisce i malvagi che non aiutano i poveri che chiedono l'elemosina: avallato da un'inconsapevolmente mefistofelica Claudia Gerini (impegnata in un delizioso cameo) giunge al disperato tentativo di redimersi ed entrare quindi a far parte degli Ammessi-Alla-Casa attraverso il dono ai poveri dei mobili di casa, per sprofondare nell'abisso dell'annuncio della separazione dalla moglie.
E la moglie sembra aver la meglio: lo aiuta, gli sta vicino nel lungo e difficile percorso di distacco dalla sua religione televisiva, e sembra che tutto vada per il meglio: Luciano si converte ad una vera religione, il Cristianesimo, sorride mentre serve il cibo alla mensa dei poveri, arriva alla Via Crucis papale al Colosseo.
Ma tutto è solo una finta, è una subdola strategia del pressante idolo: scappa dalla celebrazione religiosa, si infila in una onirica Cinecittà e, preda di un delirio nel quale non ci comprende più dove sia la realtà e dove la fantasia, entra finalmente nella Casa. Vede gli schermi dai quali la gente viene sorvegliata, assiste alle scenette idiote ed all'esibizione di corpi statuari immersi in un nulla, poi entra nella casa, ma nessuno si accorge di lui.
E alla fine, in una risata tanto schizofrenica quanto irreale, entra a far parte del suo stesso paradiso, senza telecamere che lo riprendano.
Fisiognomica dell'idolo.
[+] lascia un commento a sirio »
[ - ] lascia un commento a sirio »
|