Il primo uomo

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Un film di Gianni Amelio. Con Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denis Podalydès, Ulla Baugué, Nicolas Giraud.
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Titolo originale Le premier homme. Drammatico, durata 98 min. - Italia, Francia, Algeria 2011. - 01 Distribution uscita venerdì 20 aprile 2012. MYMONETRO Il primo uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,83 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
olgadik martedì 15 maggio 2012
un film così non si vedeva da tempo Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

 Si tratta di un film classico, con rare sbavature, con una raffinata regia e contenuti  che ribadiscono la capacità già sperimentata di Amelio nell’indagare l’anima e i comportamenti tra infanzia e adolescenza. Ad essa si aggiunge una particolare sapienza nel fornire contesti storici limpidamente suggeriti come sfondo. La retorica, pur in agguato quando l’autobiografia è dichiarata e “doppia”, come in questo caso,  non abita qui. Lo stile, pur ricorrendo a modalità quasi antiche (camera su carrello con binari), costumi ispirati a ricordi personali, atmosfere legate al sud da cui si ha origine, è pieno di talento. [+]

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salvatore marfella martedì 15 maggio 2012
una sola parola: bellissimo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Film bellissimo, concilia sapientemente la dimensione privata (il protagonista alla ricerca delle proprie origini e in cerca di conciliazione) con quella politica (una impossibile conciliazione e coesistenza, a quei tempi ma forse non solo, tra colonialisti e colonizzati, tra arabi ed europei). La macchina da presa scivola sui corpi e sui volti con sensibilità e pudore regalando molti momenti memorabili aiutata dalla bellissima, "mediterranea", fotografia. E' un film dai molti temi: un film sul rapporto tra padri e figli, tra quelli che non hanno fatto in tempo a conoscersi, quelli che hanno operato scelte diverse, quelli divisi da diaframmi veri (le sbarre della bellissima scena tra i due algerini) e interiori; un film sulla necessità di prendere posizione di fronte ai drammi della Storia (Camus fu infatti accusato di "immobilismo politico" dai colleghi Sartre e Jeanson e il film rende benissimo il suo senso di straniamento e di perplessità); un film sulla povertà e la ricchezza e la possibilità, da parte del singolo, di farcela, contro ogni possibilità; un film sulla importanza di scegliere, di progredire ma anche sulla necessità di ricordare; infine un film sull'importanza dell'Arte di sublimare il dolore o di superarlo attraverso la creazione. [+]

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eugenio venerdì 21 dicembre 2012
dramma e rievocazione nell’algeria degli anni ’50 Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
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Basta poco per rendere interessante un film: inquadratura decisa, attori ben convincenti, caratterizzazione  riuscita, struttura solida dalle fondamenta robuste sviluppate attorno a un soggetto e una sceneggiatura precisa e fedele al contesto storico.
“Il primo uomo” è tutto questo: un film audace,forse un po’ lento  dallo stile desueto,ma che avvinghia lo spettatore in un viaggio, interiore, alla ricerca dell’ identità perduta del protagonista,uno scrittore francese di origini algerine, Jean Cormery.
Gianni Amelio non è nuovo alla trattazione di problematiche che riguardano la generazione più debole, indifesa, ma non per questo insensibile e determinata: i bambini, portatori di una verità ancora incontaminata e lontana dai mali della consapevolezza del mondo adulto anche se per poco,per breve termine. [+]

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rescart martedì 25 dicembre 2012
il testamento spiritule di camus Valutazione 4 stelle su cinque
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I fatti storici del ‘62 ci dimostrano che, per quanto Camus fosse un grande scrittore, un artista e forse anche un filosofo, di certo non fu uno spirito profetico né tanto meno un uomo politico. Per sua fortuna, come afferma anche Massimo Fini, nel ’62 Camus era già morto e non assistette al penoso esodo dei “pieds-noir” (gli algerini europei, francesi o ebrei) che dovettero abbandonare le loro dimore africane per cercare una nuova dimora in Francia, ma non solo. Se fosse stato ancora vivo probabilmente Camus sarebbe stato uno dei pochi intellettuali francesi a difendere questo milione di persone di basso livello culturale ma di grandi capacità umane e lavorative. [+]

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pensierocivile domenica 3 marzo 2013
rughe e sangue Valutazione 4 stelle su cinque
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Si respira e fa respirare grande cinema IL PRIMO UOMO; una messa in scena di rispettosa compostezza, un ritmo calibrato alla perfezione nonostante i silenzi dolorosi e le indagini interiori, più necessarie rispetto alla ricerca di "vita" del protagonista. Amelio accompagna lo spettatore in un viaggio profondo, una andata e ritorno continua tra passato e presente per riflettere su cosa non è andato nel verso giusto, cosa non ha permesso al sogno del domani di divenire realtà. Così, all'impresa più difficile, quella dello studio non corrisponde la pacificazione fra i popoli, e il sangue che lega alla terra è il sangue di vittime che continuano a morire per un odio senza senso, perché fratello non sarà mai fratello se di altra razza. [+]

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rampante martedì 5 marzo 2013
camus Valutazione 4 stelle su cinque
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All'inizio dell'estate, Jacques Cormery, famoso scrittore e studioso, ritorna in Algeria, il paese dove è nato  in una famiglia di coloni francesi.
Torna in Algeria nel pieno della guerra d'indipendenza chiamato dai circoli studenteschi e trova un paese devastato dal terrorismo. Dopo una movimentata conferenza all'università, dove gli studenti gli chiedono di prendere posizione, Jacques torna a casa dove ritrova l'anziana madre.
Siamo nel 1957 in un'Algeria devastata dall'odio e dal terrorismo in una realtà algerina in pieno fermento e dove ormai infuria la guerra, Jaques è distante dalla violenza politica, è un convinto sostenitore dell'indipendenza algerina e vuole diffondere l'idea di convivenza tra francesi e musulmani. [+]

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stefano capasso lunedì 23 febbraio 2015
sula memoria e sull'identità Valutazione 3 stelle su cinque
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Jean Cornery è nato in Algeria da famiglia di origine francese. Sebbene di origini umili, riesce a studiare e a trovare il successo come scrittore. Vive in Francia e nel 1957 e tona nella sua terra d’origine a perorare la causa della convivenza pacifica tra francesi ed algerini, in un paese nel pieno del conflitto per l’indipendenza. Trova anche la madre che non ha mai voluto lasciare il paese, e insieme a lei il vecchio maestro e un suo compagno di scuola.
Gianni Amelio adatta il romanzo di Albert Camus per un bella storia intima, sulla memoria e sulla costruzione dell’identità.  L’incontro con la madre e gli altri personaggi che hanno caratterizzato l’infanzia, diventa, per il protagonista, l’occasione per ricostruire la sua storia che va in parallelo con quella dell’Algeria che cerca di definirsi come nazione con la sua autonomia. [+]

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fp venerdì 5 novembre 2021
un film poetico che con la sua semplicità descrittiva, induce a una riflessione sul senso storico degli eventi e sul valore dei rapporti umani
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Jacques Cormery (nato ad Algeri e migrato in Francia, dove è divenuto uno scrittore di fama internazionale) torna nella propria città natale nell’estate del 1957, durante il conflitto algerino, per tenere un discorso all’Università di Algeri.
Jeacques durante tale discorso spiega che il dovere di uno scrittore non è quello di mettersi al servizio di coloro che fanno la storia bensì aiutare coloro che subiscono la storia e proprio pensando a coloro che, come l’anziana madre, subiscono inermi il corso degli eventi, si fa latore di un messaggio di pace e proclama una possibile pacifica coesistenza tra arabi e francesi, sollevando accese contestazioni tra la platea già infiammata dal conflitto. [+]

[+] il primo uomo (di fabcinema)
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fp venerdì 5 novembre 2021
un film poetico che con la sua semplicità descrittiva, induce a una riflessione sul senso storico degli eventi e sul valore dei rapporti umani Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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Jacques Cormery (nato ad Algeri e migrato in Francia, dove è divenuto uno scrittore di fama internazionale) torna nella propria città natale nell’estate del 1957, durante il conflitto algerino, per tenere un discorso all’Università di Algeri.
Jeacques durante tale discorso spiega che il dovere di uno scrittore non è quello di mettersi al servizio di coloro che fanno la storia bensì aiutare coloro che subiscono la storia e proprio pensando a coloro che, come l’anziana madre, subiscono inermi il corso degli eventi, si fa latore di un messaggio di pace e proclama una possibile pacifica coesistenza tra arabi e francesi, sollevando accese contestazioni tra la platea già infiammata dal conflitto. [+]

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zoom e controzoom martedì 15 maggio 2012
la luminosità sulla violenza della storia Valutazione 4 stelle su cinque
33%
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67%

Film che aveva tutte le possibilità di risultare pesante per la lentezza con la quale è stato scelto di far scorrere tempo e immagini, si risolve altresì in un equilibrio di passaggi e di tenute in scena che lo rendono estremamente gradevole e fluido.
La fluidità è quella che contraddistingue le elissi temporali del ricordo, con passaggi naturali dei movimenti di macchina che sorprendentemente porta in altro tempo nello stesso luogo senza particolari traumi anche se la scena è vista con gli occhi di un bambino mentre il racconto, voce over, è dell’adulto.
Altra modalità sostenuta per tutto il film la musica.
Brani musicali per strumenti diversi, ma dolci senza essere struggenti come il suono della corda sola di chitarra, potrebbe suscitare. [+]

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venerdì 20 aprile 2012
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