larastella
|
domenica 11 marzo 2012
|
piccole cose che mi sono piaciute nel film
|
|
|
|
Il film di Hugo Cabret mi e piaciuto molto anche se lo visto poco fa.Nel film l'unica cosa che mi fa un pò paura e' il robot che ha fatto il disegno della luna con il razzo che gli si inficcava nell' occhio...La parte che mi e' piaciuta di più e' stata quando Hugo e' andato a casa di Isabelle a vedere il film che a fatto il padrino e la madrina di Isabelle.Comunque il film mi e' piaciuto tantissimo infatti gli ho messo le 5 stelle,se pensate che questo commento sia strano e' perche' io ho 9 anni.
|
|
[+] lascia un commento a larastella »
[ - ] lascia un commento a larastella »
|
|
d'accordo? |
|
silvia.xxx74
|
domenica 11 marzo 2012
|
noioso
|
|
|
|
Sinceramente non mi è proprio piaciuto. Molto lungo e noioso. L'interpretazione nulla di che (a parte kinsley) e la trama banalotta e già vista e rivista. Gli effetti speciali decisamente molto belli e ben fatti. Ad ogni modo per quanto riguarda la mia esperienza non lo consiglio.
|
|
[+] lascia un commento a silvia.xxx74 »
[ - ] lascia un commento a silvia.xxx74 »
|
|
d'accordo? |
|
valis.91
|
sabato 10 marzo 2012
|
una riflessione sul cinema tra ieri ed oggi
|
|
|
|
Attraverso il romanzo di Selznick Brian,Martin Scorsese porta in scena una riflessione autoreferenziale sul cinema e cosa potrebbe rappresenta ancora oggi. L'avventura dei due bambini ambientata in una stazione (anche qui, chiaro riferimento al cinema delle origini di Lumière)con un sistema di innumerevoli citazioni e rimandi che solo un autore della Nuova Hollywood poteva azzardare, si articola intrecciata alla vicenda storica di uno dei grandi pioneri del cinema, George Meliès. Con un'atmosfera a tratti dickensiana, Hugo riesce alla fine a riportare in auge l'importanza dello strumento cinematografico: un mezzo nato essenzialmente per divertire il pubblico popolare, che poteva osservare un mondo creato artificialmente dove i sogni potevano prendere vita.
[+]
Attraverso il romanzo di Selznick Brian,Martin Scorsese porta in scena una riflessione autoreferenziale sul cinema e cosa potrebbe rappresenta ancora oggi. L'avventura dei due bambini ambientata in una stazione (anche qui, chiaro riferimento al cinema delle origini di Lumière)con un sistema di innumerevoli citazioni e rimandi che solo un autore della Nuova Hollywood poteva azzardare, si articola intrecciata alla vicenda storica di uno dei grandi pioneri del cinema, George Meliès. Con un'atmosfera a tratti dickensiana, Hugo riesce alla fine a riportare in auge l'importanza dello strumento cinematografico: un mezzo nato essenzialmente per divertire il pubblico popolare, che poteva osservare un mondo creato artificialmente dove i sogni potevano prendere vita. La grande guerra è infatti la causa che porta alla conversione delle industrie cinematografiche della Star Film e la Pathè in fabbriche belliche ed inconsapevolmente conduce alla rinuncia a qualsiasi illusione che il cinema era solito suscitare. Il film di Scorsese sembra catapultarsi fuori dalla sala cinematografica, quasi da accompagnamento all'effetto 3D, e smuove lo spettatore a un pensiero più ampio sul cinema: cosa effettivamente è il cinema oggi? cosa si cerca di suscitare oggi con metri e metri di pellicola? Può accadere che il pubblico ad un certo punto decida di snobbare le sale cinematografiche?E' possibile che un giorno il sogno svanisca di nuovo? Il cinema fin dalla sua comparsa nel 1897 ha affrontato molte prove difficili che avrebbero potuto minare la sua esistenza; d'altra parte la macchina cinematografica è uno strumento così versatile che ha potuto adattarsi ad ogni situazione e tutt'ora diventa quasi inimmaginabile una vita senza film. In fondo sembra però non aver perso il significato originale: saper divertire. E ritornando al lungometraggio, esso riesce ad adempire anche questo compito, usando sia il 3D sia un canovaccio che funziona, che diverte grandi e piccini.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valis.91 »
[ - ] lascia un commento a valis.91 »
|
|
d'accordo? |
|
enrichetti
|
sabato 10 marzo 2012
|
la scatola magica
|
|
|
|
"Il passato ha bisogno che lo si aiuti, che lo si ricordi agli immemori, ai superficiali, agli indifferenti" (Vladimir Jankèlèvitch). In un film in 3D, ultima frontiera dell'attuale tecnica cinematografica, Scorsese ci ricorda (e ci fa conoscere) le origini, il padre degli effetti speciali, precursore del colore. Lo stesso Scorsese entra nella narrazione per immortalarne l'immagine con un'antica fotocamera. Il film accompagna lo spettatore in un susseguirsi ed incastrarsi di ingranaggi perfetti attraverso storie ed emozioni: un bambino, Hugo, già orfano di madre, perde il padre e rimane solo, aggrappato ad un automa che il suo papà stava cercando di rimettere in funzione.
[+]
"Il passato ha bisogno che lo si aiuti, che lo si ricordi agli immemori, ai superficiali, agli indifferenti" (Vladimir Jankèlèvitch). In un film in 3D, ultima frontiera dell'attuale tecnica cinematografica, Scorsese ci ricorda (e ci fa conoscere) le origini, il padre degli effetti speciali, precursore del colore. Lo stesso Scorsese entra nella narrazione per immortalarne l'immagine con un'antica fotocamera. Il film accompagna lo spettatore in un susseguirsi ed incastrarsi di ingranaggi perfetti attraverso storie ed emozioni: un bambino, Hugo, già orfano di madre, perde il padre e rimane solo, aggrappato ad un automa che il suo papà stava cercando di rimettere in funzione. Lo aveva trovato in un museo, abbandonato all'oblio. Uno zio, ubriacone ed orologiaio, prende con sè il bambino portandolo nel suo covo ricavato negli spazi degli enormi ingranaggi della torre dell'orologio della stazione di Paris Montparnasse. E' un mondo magico, perfetto, che Hugo impara a conoscere e a far funzionare. Nel frattempo continua l'opera ereditata dal padre nel tentativo di ridare vita all'automa. Questa missione lo porta nella piccola bottega di giocattoli del sig.Mèliès che si rivelerà poi essere il costruttore dell'automa nonchè un grande cineasta. La storia, dunque, comincia a ricomporsi attraverso la ricerca, da parte di due bambini, delle trame del fantastico; la passione di un altro bambino ora studioso di cinema; la memoria dello stesso Mèliès e dell'attrice Lisette, sua moglie; e soprattutto attraverso la ricostruzione dei films, che ci offre la visione di un cinema di invenzione, quando la tecnica e la fantasia concorrevano a restituire magia alla realtà. Perchè il luogo da dove si esprime la creazione del nostro mondo è una...scatola magica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enrichetti »
[ - ] lascia un commento a enrichetti »
|
|
d'accordo? |
|
maopar
|
giovedì 8 marzo 2012
|
la "chiave d'oro"al collo di martin scorzese....
|
|
|
|
Sono sicuro che Martin Scorzese rimase folgorato quando ebbe fra le mani " Hugo Cabret ", il libro di Brian Selzinick vincitore della medaglia Caldecott,” l'OSCAR” del libro illustrato per ragazzi , capì che poteve diventare un Film memorabile nella storia del cinema. Infatti egli sapeva di portare al collo quella “chiave d'oro “che avrebbe azionato il meccanismo magico della“Cinepresa”dando vita alla storia.
Il premio Randolph Caldecott ,grande illustratore di racconti per ragazzi , mette in luce il libro di Brian Selzinick , narratore e disegnatore, nel quale si parla di Georg Milès, uno dei primi cineasti innamorato della magia del cinema anche lui narratore e disegnatore.
[+]
Sono sicuro che Martin Scorzese rimase folgorato quando ebbe fra le mani " Hugo Cabret ", il libro di Brian Selzinick vincitore della medaglia Caldecott,” l'OSCAR” del libro illustrato per ragazzi , capì che poteve diventare un Film memorabile nella storia del cinema. Infatti egli sapeva di portare al collo quella “chiave d'oro “che avrebbe azionato il meccanismo magico della“Cinepresa”dando vita alla storia.
Il premio Randolph Caldecott ,grande illustratore di racconti per ragazzi , mette in luce il libro di Brian Selzinick , narratore e disegnatore, nel quale si parla di Georg Milès, uno dei primi cineasti innamorato della magia del cinema anche lui narratore e disegnatore.Quest'ultimo nel racconto affida ad un" automa" la trasmissione ai posteri dei disegni che costituiscono i fotogrammi dei suoi film.
Un romanzo nel romanzo , La chiave è da sempre al collo del Maestro Scorzese , finalmente è giunto il momento di utilizzare la tecnica 3D che avrebbe reso meglio la dimensionalità di una Narrazione Fiabesca , per questo che è molto più che un romanzo per ragazzi.
La “folgorazione “ deriva dalla certezza di saper far scaturire tutta la Magia emotiva colta nel libro,senza perderne il fascino della ricca illustrazione.
E' il Regista che ha la" chiave del cuore" per azionare la macchina da ripresa,i tecnici possono riparare quest'ultima, mantenerla in funzione tenerla pronta per il prossimo
Ciak.Mentre“Papà George” vive nel suo chiosco, immobilizzato in una posa d'attesa come il suo automa da quando gli ha affidato le memorie delle sue fantasie, trascorre il Tempo che viene scandito inesorabilmente da giganteschi pendoli che fendono lo spazio 3D azionati da meccanismi,ingranaggi e rotori che sembrano schiacciare gli spettatori. Solo la leggerezza e l' agilità della gioventù fa sì che ci si possa muovere liberi e veloci in questo mostruoso ingranaggio trovandoci addirittura casa.
E' la voglia del sapere dei giovani , per desiderio di conoscenza e per amore filiale, contro tutte le avversità della vita , che porta alla scoperta della gioia di vivere . Creare storie fantastiche immaginando di farle viverle realmente è, come per tutti quelli che lo hanno già fatto, l'eterna giovinezza e sarà per tutti quelli che lo vorranno basta che possiedano una"chiave d'oro" che ciondoli sul cuore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maopar »
[ - ] lascia un commento a maopar »
|
|
d'accordo? |
|
michela papavassiliou
|
giovedì 8 marzo 2012
|
hugo cabret sogno senz'anima
|
|
|
|
Il piccolo Hugo e' un orfano che vive di espedienti nella frenetica e spietata capitale francese dell'ottocento. Morto il padre in un incendio e lo zio ubriacone, gia' orologiaio alla stazione di Parigi, il ragazzo si trova a vivere in totale solitudine, nei cunicoli ormai abbandonati della grande stazione ferroviaria. Unica compagnia una macchina dalle sembianze umane che stava cercando di aggiustare col padre poco prima che morisse. Hugo e' convinto che sistenandola riuscira' ad avere dal compagno meccanico un messaggio paterno chiarificatore e si sentira' meno solo. Il robot e' ormai arruginito dal tempo e il ragazzo si adopera nei ritagli di tempo ad aggiustarne i meccanismi osservando il braccio arrificiale dotato di un pennino, la misteriosa serratura a forma di cuore e sognando un giorno di rimetterlo in carica.
[+]
Il piccolo Hugo e' un orfano che vive di espedienti nella frenetica e spietata capitale francese dell'ottocento. Morto il padre in un incendio e lo zio ubriacone, gia' orologiaio alla stazione di Parigi, il ragazzo si trova a vivere in totale solitudine, nei cunicoli ormai abbandonati della grande stazione ferroviaria. Unica compagnia una macchina dalle sembianze umane che stava cercando di aggiustare col padre poco prima che morisse. Hugo e' convinto che sistenandola riuscira' ad avere dal compagno meccanico un messaggio paterno chiarificatore e si sentira' meno solo. Il robot e' ormai arruginito dal tempo e il ragazzo si adopera nei ritagli di tempo ad aggiustarne i meccanismi osservando il braccio arrificiale dotato di un pennino, la misteriosa serratura a forma di cuore e sognando un giorno di rimetterlo in carica. In ausilio al suo progetto il taccuino del padre pieno di schizzi che Hugo porta con se' come il piu' prezioso elemento in suo possesso. La vita si sa, puo' essere dura, cosi' il piccolo tesoro gli verra' sottratto dal vecchio edicolante Georges, che lo obblighera' a lavorare per lui aggiustando giocattoli e meccanismi inceppati. Il ragazzo ha una manualita' straordinaria e riesce a mettere in funzione qualsiasi macchinario. E' lui che, dalla morte dello zio dissoltosi un giorno nel nulla, manda avanti il ticchettio degli orologi che segnano partenze ed arrivi, fiducioso che mai nessuno possa accorgersi della dipartita del parente. Il corpo viene pero' trovato nella Senna ormai irriconoscibile ma la borraccia recante inciso il nome dello zio non lascia dubbi e Hugo viene presto scoperto e catturato dall'inflessibile gendarme in servizio alla stazione. Riuscira' a riconquistare la liberta' Hugo grazie all'amica e nipote del vecchio edicolante che si scoprira' essere il famoso cineasta ormai dimenticato Georges Melies autore di film memorabili . Lieto fine per questa storia messa in scena da Scorsese sui toni di azzurri e marroni e l' ausilio di effetti speciali in 3D. Purtroppo pero' la macchina perfetta di questo cinema Hollywoodiano si inceppa non riuscendo a coinvolgere ed emozionare come potrebbe. Qualcosa di intangibile ed importante si e' perso per strada e l'anima di questa pellicola evapora senza lasciare la sua impronta. Hugo dice guardando attraverso un grande orologio la sua Parigi dall'alto di aver sempre immaginato il mondo come un ingranaggio perfetto avente tutti i pezzi che occorrono e nessuno di piu' . Se e' vero questo, pensa, la sua presenza e' indispensabile e quindi ogni essere umano ha uno scopo per il quale ha trovato vita sul pianeta terra. Hugo Cabret ha sicuramente lo scopo pregevole di omaggiare la storia del cinema e dare qualche spunto di riflessione interessante.MP
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michela papavassiliou »
[ - ] lascia un commento a michela papavassiliou »
|
|
d'accordo? |
|
valeria1273
|
mercoledì 7 marzo 2012
|
deludente
|
|
|
|
a parte alcune scene 3D incredibili, ho trovato il film lungo e lento.
|
|
[+] lascia un commento a valeria1273 »
[ - ] lascia un commento a valeria1273 »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
lunedì 5 marzo 2012
|
eccellente
|
|
|
|
Hugo vive nascosto nei cunicoli di una stazione di parigi; dopo che suo padre è morto lo ha preso in affidamento lo zio, che regola gli orologi del terminale, ma l'uomo è scomparso e hugo, per non farsi spedire in orfanotrofio dal capo della polizia ferroviaria, fa il suo lavoro nell'ombra. Del padre gli è rimasto solo un automa, che il ragazzino è deciso a rimettere in sesto...troverà l'amicizia di una sua coetanea e l'affetto di un sorprendente negoziante...
Ecco il vero omaggio al cinema muto, anzi, al cinema tout-court, unn filom straordinario sotto tutti i punti di vista: per chi ama il 3D, i migliori effetti speciali, le straordinarie scenografie- i 5 orscar tecnici vinti non sono un caso- e anche un cast all'altezza, in primis i due ragazzini.
[+]
Hugo vive nascosto nei cunicoli di una stazione di parigi; dopo che suo padre è morto lo ha preso in affidamento lo zio, che regola gli orologi del terminale, ma l'uomo è scomparso e hugo, per non farsi spedire in orfanotrofio dal capo della polizia ferroviaria, fa il suo lavoro nell'ombra. Del padre gli è rimasto solo un automa, che il ragazzino è deciso a rimettere in sesto...troverà l'amicizia di una sua coetanea e l'affetto di un sorprendente negoziante...
Ecco il vero omaggio al cinema muto, anzi, al cinema tout-court, unn filom straordinario sotto tutti i punti di vista: per chi ama il 3D, i migliori effetti speciali, le straordinarie scenografie- i 5 orscar tecnici vinti non sono un caso- e anche un cast all'altezza, in primis i due ragazzini.
Avrebbe meritato il premio come miglior film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
chaoki21
|
domenica 4 marzo 2012
|
una grande lezione di cinema
|
|
|
|
Un grande film diretto dal grande Martin Scorsese con la scenografia di Dante Ferzetti che con la loro praticità sono riusciti a trarre da un grande libro intitolato: La Straordinaria invenzione di Hugo Cabret. Con la loro maestria sono riusciti a fare un film molto particolare con una tonalità di colore inconsueto e vivace da rendere il film una novità di stile ed eleganza.
|
|
[+] lascia un commento a chaoki21 »
[ - ] lascia un commento a chaoki21 »
|
|
d'accordo? |
|
maxino89
|
domenica 4 marzo 2012
|
hugo cabret è l'essenza del cinema
|
|
|
|
Per chi studia cinema Hugo Cabret rappresenta una delle massime essenze della cosiddetta 'settima arte'. Questo film è un continuo rimando a tutto quello che rappresenta il cinema per l'uomo. Gli orologi della stazione che supervisiona Hugo sono sinonimo dell'ossessione dell'uomo di controllare e di modellare il tempo e di come il cinema stesso ci provi a farlo. E' poi quasi un ossessione per Scorsese questo continuo 'osservare ed essere osservati': Hugo dalle finestrelle degli orologi, che lui supervisiona, osserva tutto quello che accade nella stazione ferroviaria ma allo stesso tempo è soggetto all'occhio vigile della cinepresa. Il film del regista americano però non si limita solo a focalizzarsi sulla parte estetica ma vuole far rivivere allo spettatore lo splendore dei primi del '900: la Parigi glamour degli anni '30, la magia di Houdini, lo splendore del cinema di Mélies, ecc.
[+]
Per chi studia cinema Hugo Cabret rappresenta una delle massime essenze della cosiddetta 'settima arte'. Questo film è un continuo rimando a tutto quello che rappresenta il cinema per l'uomo. Gli orologi della stazione che supervisiona Hugo sono sinonimo dell'ossessione dell'uomo di controllare e di modellare il tempo e di come il cinema stesso ci provi a farlo. E' poi quasi un ossessione per Scorsese questo continuo 'osservare ed essere osservati': Hugo dalle finestrelle degli orologi, che lui supervisiona, osserva tutto quello che accade nella stazione ferroviaria ma allo stesso tempo è soggetto all'occhio vigile della cinepresa. Il film del regista americano però non si limita solo a focalizzarsi sulla parte estetica ma vuole far rivivere allo spettatore lo splendore dei primi del '900: la Parigi glamour degli anni '30, la magia di Houdini, lo splendore del cinema di Mélies, ecc..
Tanto di cappello a Martin Scorsese, il miglior regista cinematografico vivente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maxino89 »
[ - ] lascia un commento a maxino89 »
|
|
d'accordo? |
|
|