m.barenghi
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lunedì 6 febbraio 2012
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...a lezione di cinema, in tutti i sensi!
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Storia magica di un ragazzino orfano di padre, che gli ha lasciato -oltre alla passione per la meccanica- un automa capace di disegnare la scena dell'atterraggio di un'astronave nell'occhio destro della luna, con tanto di firma: GEORGES MELIES. Magica è anche la scena in cui,una volta riparato l'automa e inserita la chiave d'accesso, il disegno si concretizza. La componente metalinguistica è fortissima, e numerosi gli omaggi ai grandi maestri (tutti pertinenti! A partire da un Harold Lloyd appeso all'orologio, che verrà rifilmato de novo nelle sequenze finali): si tratta in sostanza di una grandissima professione d'amore da parte di Scorsese per quel cinema che l'ha ammaliato fin da ragazzino: e non a caso di questa malia è ritenuto principale indiziato proprio Melies -interpretato qui da un Ben Kingsley ottimo come al solito-, il padre del cinema "fantastico", che non a caso fu soprannominato "l'inventore di sogni".
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Storia magica di un ragazzino orfano di padre, che gli ha lasciato -oltre alla passione per la meccanica- un automa capace di disegnare la scena dell'atterraggio di un'astronave nell'occhio destro della luna, con tanto di firma: GEORGES MELIES. Magica è anche la scena in cui,una volta riparato l'automa e inserita la chiave d'accesso, il disegno si concretizza. La componente metalinguistica è fortissima, e numerosi gli omaggi ai grandi maestri (tutti pertinenti! A partire da un Harold Lloyd appeso all'orologio, che verrà rifilmato de novo nelle sequenze finali): si tratta in sostanza di una grandissima professione d'amore da parte di Scorsese per quel cinema che l'ha ammaliato fin da ragazzino: e non a caso di questa malia è ritenuto principale indiziato proprio Melies -interpretato qui da un Ben Kingsley ottimo come al solito-, il padre del cinema "fantastico", che non a caso fu soprannominato "l'inventore di sogni". E' vero che a tratti la sceneggiatura scivola un po' nel melenso, in armonia con il timbro dickensiano della storia. Il che stona un po' con lo Scorsese che siamo abituati a frequentare. Ma la maestria del regista esplode già fin dal vertiginoso piano-sequenza iniziale, che da solo vale il prezzo del biglietto d'ingresso: si passa in continuum da un volo en plein air nel cielo di Parigi all'interno di una stazione (che è il vero teatro di posa del film, dove abita Hugo) dove la camera effettua una rapida scorribanda lungo un intero binario sopra le teste delle numerose persone che affollano il marciapiede, per decollare ancora di colpo -una volta giunti nella hall- verso le ore "4" di un enorme orologio a muro, dietro al quale si trova il faccino del protagonista, sul quale finalmente la macchina si ferma in primo piano. Come biglietto da visita non c'è male, veramente!
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terrybrizio
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lunedì 6 febbraio 2012
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marty delle meraviglie
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Dopo un inizio freddo,sensazionalistico e non particolarmente avvincente, Scorsese ci introduce nel suo magico mondo cinematografico. Al contrario d quanto si possa pensare e credere, non è un film sull'invenzione del cinema, ma bensì sulla sua idealizzazione, la sua tecnica e meccanica. Con il supporto di un 3D mai stato così necessario e imprescindibile, ci si addentra sempre di più in una delle avventure meta-cinematografiche più incantevoli e magnifiche di sempre. Ed ha in Chloe Moretz la sua vera essenza di racconto d'amore e di grande sentimento per la macchina Cinema, che con la sua bellezza e malizia da bambina, riesce a scuotere dei sentimenti così profondi da poter essere raccontati solo attraverso la grande magia cinema.
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Dopo un inizio freddo,sensazionalistico e non particolarmente avvincente, Scorsese ci introduce nel suo magico mondo cinematografico. Al contrario d quanto si possa pensare e credere, non è un film sull'invenzione del cinema, ma bensì sulla sua idealizzazione, la sua tecnica e meccanica. Con il supporto di un 3D mai stato così necessario e imprescindibile, ci si addentra sempre di più in una delle avventure meta-cinematografiche più incantevoli e magnifiche di sempre. Ed ha in Chloe Moretz la sua vera essenza di racconto d'amore e di grande sentimento per la macchina Cinema, che con la sua bellezza e malizia da bambina, riesce a scuotere dei sentimenti così profondi da poter essere raccontati solo attraverso la grande magia cinema. Marty e le sue meravilgie che scaldano il cuore!!
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ginevra89
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lunedì 6 febbraio 2012
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melies in 3d
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Hugo Cabret è un bambino rimasto orfano che tentando di aggiustare un automa, che gli possa dare un messaggio da parte del padre morto, si imbatte in un'avventura più grossa di lui. Scorsese ci presenta il film inizialmente come qualsiasi altro comunissimo film in 3D, ma si rivela il grande regista di sempre. L'anziano che si prendedrà poi cura di Hugo, si rivela essere non altro che George Meliès, ormai solo in grado di cercare di dimenticare il passato da cieasta ormai fallito e di piangerne al ricordo. Tramite le indagini di Hugo e i ricordi di Meliès, da film in 3D si possa quasi ad un documentario dell'amore cinematografico per gli albori del cinema, passando per Lulù, il dottor Caligari, il Monello e tanti altri cult.
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Hugo Cabret è un bambino rimasto orfano che tentando di aggiustare un automa, che gli possa dare un messaggio da parte del padre morto, si imbatte in un'avventura più grossa di lui. Scorsese ci presenta il film inizialmente come qualsiasi altro comunissimo film in 3D, ma si rivela il grande regista di sempre. L'anziano che si prendedrà poi cura di Hugo, si rivela essere non altro che George Meliès, ormai solo in grado di cercare di dimenticare il passato da cieasta ormai fallito e di piangerne al ricordo. Tramite le indagini di Hugo e i ricordi di Meliès, da film in 3D si possa quasi ad un documentario dell'amore cinematografico per gli albori del cinema, passando per Lulù, il dottor Caligari, il Monello e tanti altri cult. è qui lo Scorsese dei nostri tempi che con le tecniche più moderne e d'avanguardia ci fa capire come l'obiettivo del cinema rimane sempre e solo uno, immutabile nel tempo, votato ad una messa in scena che nessuno può cancellare, come per l'illusionista di Meliès.
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michele recchia
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lunedì 6 febbraio 2012
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l'omaggio di scorsese al cinema classico.
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Ed eccomi alla prima esperienza in 3D, dato che fino ad ora questa innovazione era stata usata solo per cartoni animati e fantasy, che non sono proprio il mio genere preferito. Amo troppo il cinema come l’ho sempre visto, ma il progresso indica sempre nuove strade e dobbiamo adeguarci: dico solo che a causa degli effetti speciali del 3D a volte si viene distratti e si perde la concentrazione sulla storia o sulla recitazione degli attori. Impareremo.
Sappiamo tutti come è nata e cresciuta la passione di Martin Scorsese per il cinema: da piccolo (nipote di immigrati siciliani) passava le mattine nei locali di New York dove proiettavano film italiani dei grandi registi, De Sica, Rossellini, Fellini, da cui ha assorbito tutto considerandoli assoluti maestri ed ispiratori per quella che poi sarebbe diventata la sua attività.
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Ed eccomi alla prima esperienza in 3D, dato che fino ad ora questa innovazione era stata usata solo per cartoni animati e fantasy, che non sono proprio il mio genere preferito. Amo troppo il cinema come l’ho sempre visto, ma il progresso indica sempre nuove strade e dobbiamo adeguarci: dico solo che a causa degli effetti speciali del 3D a volte si viene distratti e si perde la concentrazione sulla storia o sulla recitazione degli attori. Impareremo.
Sappiamo tutti come è nata e cresciuta la passione di Martin Scorsese per il cinema: da piccolo (nipote di immigrati siciliani) passava le mattine nei locali di New York dove proiettavano film italiani dei grandi registi, De Sica, Rossellini, Fellini, da cui ha assorbito tutto considerandoli assoluti maestri ed ispiratori per quella che poi sarebbe diventata la sua attività.
E infatti questo film è, col pretesto di tradurre in immagini un romanzo per ragazzi, il suo omaggio al cinema, soprattutto quello di una volta, quello classico che in fondo tutti noi amiamo. Più volte vengono mostrate immagini di film muti (che coincidenza con il bellissimo THE ARTIST!) e almeno due volte la fa da padrone Buster Keaton, soprattutto nella celebre scena dell’orologio sul grattacielo dove il mitico attore rimane appeso ad una lancetta. La tragicomica e famosa scena viene addirittura rifatta e quindi celebrata da Scorsese con il bimbo protagonista (appunto Hugo Cabret) anch’egli appeso alla lancetta dell’orologio enorme che sovrasta la stazione di Parigi, luogo dove vive il ragazzino. In quella grande stazione ferroviaria animata continuamente da migliaia di persone che camminano, attraversano e non si fermano mai, tranne qualche personaggio simpatico che vive seduto al bar, il piccolo protagonista campa di espedienti, da quando il padre è morto ed è morto anche il guardiano dell’orologio, vero ombelico della storia.
Altro personaggio centrale e soprattutto determinante è il venditore di giocattoli interpretato dal bravo Ben Kingsley, che dà il tocco di mistero a tutta la storia e quando lo spettatore viene a conoscere il segreto passato di questo personaggio riesce anche a dipanare la trama. Il primo incontro tra i due è quasi da sfida, perché la conoscenza avviene dopo l’ennesimo tentativo di furto da parte del piccolo Hugo nel negozio dove egli trova piccoli congegni meccanici che gli servono a completare l’opera che il padre non ha portato a termine, una sorta di robot. “Come ti chiami?” tuona padre George, “Hugo….Hugo Cabret” risponde con fierezza il piccolo quasi fosse James Bond. Ma perché Hugo ruba congegni meccanici? Perché in questa storia c’è quasi Pinocchio, un Pinocchio non di legno ma meccanico a cui è necessario dare vitalità e riparando questo burattino di metallo Hugo riuscirà finalmente a capire la storia della sua famiglia, terminare il lavoro del padre ed involontariamente scoprire anche la storia vera della vita del burbero e misterioso George.
Prodotto dallo stesso regista e da Johnny Depp, che fa anche una piccola comparsata, con questa storia Scorsese ha quindi omaggiato il suo (e nostro) amato cinema: dentro ci ha messo la favola e anche una lezione di ottimismo per la vita e la ricetta prevede tanta avventura, come appunto dice l’altra piccola protagonista, la bella Isabelle, a proposito di quello che i due ragazzini stanno affrontando: “E’ come L’ISOLA CHE NON C’E’, L’ISOLA DEL TESORO ed IL MAGO DI OZ, messi assieme!”
Che volere di più, è il CINEMA, BELLEZZA!
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alien46
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lunedì 6 febbraio 2012
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un film senza anima!
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Film piatto, manca di magia e avventura in un film di questo genere. Noioso!
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giannisv66
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lunedì 6 febbraio 2012
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la magia del cinema al cinema
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Se c'è una pellicola imperdibile per ogni amante della settima arte è proprio questa. Hugo Cabret afferra lo spettatore dalla sua poltrona e lo proietta nella magia dell'immagine sullo schermo. La storia che ricalca parzialmente gli stilemi dei romanzi d'appendice ottocenteschi (il ragazzino rimasto orfano che fugge la prigionia del collegio mantenendo in efficienza gli ororlogi della stazione di Parigi) è solo un pretesto per parlare di sogni, quei sogni che da oltre un secolo sono il motivo per cui milioni di persone si sono sedute in un locale buio, su una poltrona più o meno scomoda, a vedere immagini proiettate su un grande schermo.
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Se c'è una pellicola imperdibile per ogni amante della settima arte è proprio questa. Hugo Cabret afferra lo spettatore dalla sua poltrona e lo proietta nella magia dell'immagine sullo schermo. La storia che ricalca parzialmente gli stilemi dei romanzi d'appendice ottocenteschi (il ragazzino rimasto orfano che fugge la prigionia del collegio mantenendo in efficienza gli ororlogi della stazione di Parigi) è solo un pretesto per parlare di sogni, quei sogni che da oltre un secolo sono il motivo per cui milioni di persone si sono sedute in un locale buio, su una poltrona più o meno scomoda, a vedere immagini proiettate su un grande schermo.
E' inusuale che una operazione del genere sia stata proposta da Martin Scorsese, regista che ci ha abituato a ben altri percorsi, ma in fondo non ci si deve stupire: una dichiarazione d'amore sul cinema non poteva che venire da uno dei suoi massimi interpreti.
Tutto è ben congegnato in questo film, non ci sono tempi morti né pause. Certamente non è un prodotto per bambini, come purtroppo si potrebbe evincere - erroneamente - dai passaggi pubblicitari. Ma altrettanto certamente è un film che vi potrebbe tornare a far sentire bambini.
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lancaster
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lunedì 6 febbraio 2012
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scorsese fa anche di meglio
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Un film carino, che si segue volentieri fino alla fine senza troppi cali d'attenzione. Qualche errore di regia come la chiave prima inquadrata tra le pietre e poi sul ferro della rotaia. Narrato in modo scorrevole ma con qualche lacuna. Un film bello soprattutto per i ragazzi ma che fa sentire un po' la nostalgia di uno Scorsese più in forma come ne L'età dell'innocenza o L'ultima tentazione di Cristo.
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ocramme
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domenica 5 febbraio 2012
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film visivamente discreto ma lento
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Film visivamente discreto anche x quanto riguarda il 3D ma lento, e noioso per i bambini.
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7urs1
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domenica 5 febbraio 2012
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ottimo film
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la storia del cinema tutto in un film
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leoooo
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domenica 5 febbraio 2012
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ottimo film
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E' un ottimo film. Mi è sembrato un film stile Disney....Il pubblico in sala era di un certo livello, credo che le numerose candidature agli Oscar abbiano aiutato a promuovere il film presso la fascia di pubblico con istruzione medio alta.Erano presenti molte famiglie con bambini. Devo dire che la sceneggiatura funziona, la sala è rimasta attenta fino all'ultimo, le due ore non stancano perchè la storia è un mix di avventura e poesia/magia, e perchè il piccolo attore che interpreta Hugo Cabret Asa Butterfield è un fuoriclasse...Ho letto su WIkipedia che ha soli 15 anni ed è stato il protagonista di un altro film capolavoro Il Bambino con il pigiama a righe.
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E' un ottimo film. Mi è sembrato un film stile Disney....Il pubblico in sala era di un certo livello, credo che le numerose candidature agli Oscar abbiano aiutato a promuovere il film presso la fascia di pubblico con istruzione medio alta.Erano presenti molte famiglie con bambini. Devo dire che la sceneggiatura funziona, la sala è rimasta attenta fino all'ultimo, le due ore non stancano perchè la storia è un mix di avventura e poesia/magia, e perchè il piccolo attore che interpreta Hugo Cabret Asa Butterfield è un fuoriclasse...Ho letto su WIkipedia che ha soli 15 anni ed è stato il protagonista di un altro film capolavoro Il Bambino con il pigiama a righe....L'unica pecca è data a mio parere dal 3D, dal quale francamente mi aspettavo come al solito qualcosa in più...
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