chaoki21
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giovedì 9 febbraio 2012
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poesia allo stato puro
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Un capolavoro. Scenografia e ambientazione stupenda. Un tuffo nella bellezza della cultura: leggere, disegnare, ballare, amare,teatro e cinema, esistono emozioni più belle? Dall'esposizione multipla la dissolvenza e il colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola) alla visione in 3d, questo è il cinema e Scorzese ce lo presenta nel migliore dei modi. Drammatico ma allo stesso tempo ironico. UN MECCANISMO DI SENSAZIONI "FAVOLOSE".
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alessandro venier
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giovedì 9 febbraio 2012
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il capolavoro di martin scorsese
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Ci sono alcuni film destinati a rimanere impressi nel cuore e nella mente.
La storia del piccolo Hugo che, dopo la morte del padre (la madre era già deceduta qualche tempo prima), si trasferisce assieme allo zio nella stazione dei treni di Parigi. Qui, anche dopo la scomparsa del suo ultimo parente, continua ad occuparsi della manutenzione degli orologi. Come il padre, anche Hugo possiede abilità nel riparare congegni metallici e, nel tempo libero, cerca di assemblare un automa ereditato dal genitore. Legame ultimo del loro splendido rapporto, l'automa nasconde un piccolo mistero.
Nella stazione di Parigi transitano migliaia di persone e, tra queste, un anziano giocattolaio è legato indissolubilmente, all'automa.
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Ci sono alcuni film destinati a rimanere impressi nel cuore e nella mente.
La storia del piccolo Hugo che, dopo la morte del padre (la madre era già deceduta qualche tempo prima), si trasferisce assieme allo zio nella stazione dei treni di Parigi. Qui, anche dopo la scomparsa del suo ultimo parente, continua ad occuparsi della manutenzione degli orologi. Come il padre, anche Hugo possiede abilità nel riparare congegni metallici e, nel tempo libero, cerca di assemblare un automa ereditato dal genitore. Legame ultimo del loro splendido rapporto, l'automa nasconde un piccolo mistero.
Nella stazione di Parigi transitano migliaia di persone e, tra queste, un anziano giocattolaio è legato indissolubilmente, all'automa. Sarà proprio Hugo a risvegliare il suo entusiasmo, attraverso il ricordo di un passato magico e colmo di avventure.
Favola per grandi e piccini. Storia profonda animata da un romanticismo puro. Film che guarda al glorioso passato del cinema e ne recupera l'innata natura: il desiderio di sorprendere, l'ambizione di viaggiare in mondi meravigliosi e l'incredibile potere di far sognare il pubblico.
Scorsese conosce il cinema e lo ama. In questo suo omaggio al grande Méliès (ma di fatto a tutti i cineasti), raggiunge l'apice della sua produzione. E' un film sorprendente, ricco e incredibilmente suggestivo. Capace di commuovere con classe e amore.
Il 3D ci guida meravigliosamente in questo universo.
Capolavoro.
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lalli
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giovedì 9 febbraio 2012
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questo sì che è un 3 d!!!
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storia molto bella, ma è come è il film nel suo complesso ad essere veramente spettacolare...delle immagini incredibili e un qualcosa, specie nella prima parte, che mi ha richiamaro Burton. Bravo Scorsese, spero nell'oscar x la fotografia
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bilo1983
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mercoledì 8 febbraio 2012
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film mediocre
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Film discutibile e molto piatto...non decolla mai e alla lunga annoia.Amo Scorsese,ma trovo questo come il suo peggior film.Anche gli attori non mi sono piaciuti.Poco sotto la mediocrita. Delusione.
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osteriacinematografo
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mercoledì 8 febbraio 2012
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magico omaggio a un pioniere del cinema
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Martin Scorsese omaggia la storia del cinema con un’opera fantastica come il personaggio cui è dedicata.
Parigi, anni 30.
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Martin Scorsese omaggia la storia del cinema con un’opera fantastica come il personaggio cui è dedicata.
Parigi, anni 30. Hugo Cabret è un orfano che vive nella stazione di Montparnasse. Si occupa segretamente del funzionamento degli orologi, conosce ogni minimo recesso del luogo e scruta – imboscato dietro le quinte- i comportamenti e la routine delle persone nel modo che solo i bambini sanno .
Hugo vive per uno scopo preciso: aggiustare un automa su cui suo padre lavorava prima di morire, nella ferma convinzione che questo contenga un messaggio per lui. Nel perseguire tale fine, l’audace bambino deve confrontarsi con un misterioso e cupo giocattolaio (un sublime Ben Kingsley) che gli sottrae il taccuino paterno, con la figlia adottiva di lui, Isabelle, che diverrà sua complice, con l’Ispettore Gustav, che sarà sempre sulle sue tracce, in modo goffo ma ostinato.
Il film di Scorsese è un immane ingranaggio tecnologico le cui componenti oniriche collimano e funzionano insieme. La stazione di Montparnasse è una babilonia di personaggi eccentrici e simbolici e di percorsi che s’intersecano in un sistema concatenato; le atmosfere magiche e surreali delle architetture a vapore che si snodano fra vorticose scalinate, l’immensa biblioteca, i sotterranei e le serpeggianti rotaie rappresentano l’insieme di spiragli attraverso cui i bambini intravedono i sogni che il cinema incarna.
“Mi pace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu.” – dice Hugo ad Isabelle dietro le lancette di un orologio gigante.
Quel motivo è il motore del film, perché rappresenta una delle ruote dentate necessarie al meccanismo narrativo, che servirà poi ad azionare in successione altri ingranaggi, a rimettere in funzione una macchina da presa dimenticata, a riscoprire un geniale maestro del cinema dietro il triste giocattolaio, ad “aggiustare” il passato di Georges Meliès, un vero pioniere del cinematografo.
Hugo ed Isabelle scopriranno così lo stupore e la meraviglia delle origini cinematografiche, e in quel mondo d’immaginazione tradurranno il loro scopo.
Un amante del cinema come Martin Scorsese può permettersi un’opera simile: egli sperimenta il 3D e le virtuosità tecniche che lo stesso consente per riportare in auge colui che inventò gli effetti speciali, il capostipite del cinema fantastico – e non credo sia un caso.
La curiosità e l’ingegno di un ragazzino, e un robot, che rappresenta l’oggetto di quella curiosità, sono gli strumenti attraverso cui il regista newyorkese recupera il passato d’artista di George Meliès, parafrasando con il giusto tributo di fantasia gli avvenimenti reali: effettivamente, a cavallo degli anni 30, un giornalista di nome Leòn Druhot, direttore del Cine-Journàl, scovò George Meliès in un chiosco di dolci e giocattoli della stazione di Paris-Montparnasse, rivalutandone la figura e valorizzando il suo talento, conferendogli il ruolo di progenitore –assieme ai Lumière- di quella che rimane ancora oggi una macchina di sogni.
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marezia
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martedì 7 febbraio 2012
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sano realismo
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Lo Schiavo teme "The Artist"? FA BENE. Perché, la scenografia di "The Artist" è di second'ordine o, rispetto a questa po' po' di baracconata, inferiore? Il film di Scorsese è un po' come Disneyland che può anche piacere ma che alla fine stanca perché ti rendi conto che i cartoni animati rappresentati sono vivi più dei pupazzi che li incarnano...
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andrea
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martedì 7 febbraio 2012
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è una favola per bambini e basta !
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hanno speso più in vapore che in pellicola , fumo da tutte le parti .
Non è da oscar .
[+] bho
(di cinemaniaco85)
[ - ] bho
[+] se il dito indica il cielo... tu guardi il dito!
(di lem10)
[ - ] se il dito indica il cielo... tu guardi il dito!
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7urs1
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martedì 7 febbraio 2012
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una magica storia...quella del cinema
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film capolavoro di Martin Scorsese che racconta la storia del cinema da un altro punto di vista.
ve lo consiglio.
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giammarco quaglietta
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martedì 7 febbraio 2012
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nuovo cinema méliès.
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Padre del primo studio cinematografico e dei film di fantascienza, creatore degli effetti speciali, delle dissolvenze e della pellicola a colori (ogni singolo fotogramma era dipinto a mano), scenografo, coreografo, autore, sceneggiatore, attore e regista; un solo nome: Georges Méliès, era il 1896. Nel suo primo 3D il maestro Martin Scorsese, adattando il romanzo “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick del 2007, ci racconta la vita del “Genio” francese, in un film a metà tra documentario e favola, attraverso gli occhi di un bambino, il piccolo Hugo. Nella Parigi degli anni venti Hugo, rimasto orfano del padre orologiaio dal quale ha ereditato la passione per la meccanica, vive segretamente tra le mura della stazione ferroviaria di Montparnasse occupandosi al suo interno della manutenzione e del funzionamento degli orologi.
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Padre del primo studio cinematografico e dei film di fantascienza, creatore degli effetti speciali, delle dissolvenze e della pellicola a colori (ogni singolo fotogramma era dipinto a mano), scenografo, coreografo, autore, sceneggiatore, attore e regista; un solo nome: Georges Méliès, era il 1896. Nel suo primo 3D il maestro Martin Scorsese, adattando il romanzo “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick del 2007, ci racconta la vita del “Genio” francese, in un film a metà tra documentario e favola, attraverso gli occhi di un bambino, il piccolo Hugo. Nella Parigi degli anni venti Hugo, rimasto orfano del padre orologiaio dal quale ha ereditato la passione per la meccanica, vive segretamente tra le mura della stazione ferroviaria di Montparnasse occupandosi al suo interno della manutenzione e del funzionamento degli orologi. Ormai rimasto solo, il piccolo Hugo ha bisogno di scoprire qual è lo scopo della sua vita, il suo posto nel mondo, un mondo che considera un unico grande meccanismo, un ingranaggio perfetto. Le macchine non hanno pezzi in più, hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Se il mondo è una grande macchina, Hugo è certo che ne fa parte per un motivo ben preciso. L’incontro con Méliès gli indicherà la strada. Scorsese rende omaggio al Padre del cinema "fantastisco", un uomo che con le sue opere insegnava e invitava gli spettatori a sognare, un mago che regalava un mondo a colori in un'epoca della storia ancora in bianco e nero.
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paolo bisi
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martedì 7 febbraio 2012
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il film più maturo mai girato in 3d
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XX secolo, stazione di Parigi. Il piccolo Hugo, rimasto solo dopo la morte dei genitori, vive dietro i macchinari degli orologi che ha imparato a sistemare grazie agli insegnamenti dello zio. Non gli rimane nulla per cui vivere, se non un piccolo robot meccanico, l'unica cosa che gli aveva lasciato il padre prima di morire. Quando il proprietario del negozio di giocattoli della stazione sottrae a Hugo il taccuino contenente le istruzioni per sistemare l'automa, il bambino fa di tutto per recuperarlo. Fa amicizia con la figlia adottiva del giocattolaio, Isabelle, una bambina come lui in cerca di avventure e di qualcosa in cui credere. Grazie a questa intensa unione, i due ragazzini riusciranno ad aggiustare l'automa e decifrare il messaggio contenuto dentro di esso: il padre adottivo di Isabelle in realtà è Georges Melies, uno dei più importanti personaggi della storia del cinema.
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XX secolo, stazione di Parigi. Il piccolo Hugo, rimasto solo dopo la morte dei genitori, vive dietro i macchinari degli orologi che ha imparato a sistemare grazie agli insegnamenti dello zio. Non gli rimane nulla per cui vivere, se non un piccolo robot meccanico, l'unica cosa che gli aveva lasciato il padre prima di morire. Quando il proprietario del negozio di giocattoli della stazione sottrae a Hugo il taccuino contenente le istruzioni per sistemare l'automa, il bambino fa di tutto per recuperarlo. Fa amicizia con la figlia adottiva del giocattolaio, Isabelle, una bambina come lui in cerca di avventure e di qualcosa in cui credere. Grazie a questa intensa unione, i due ragazzini riusciranno ad aggiustare l'automa e decifrare il messaggio contenuto dentro di esso: il padre adottivo di Isabelle in realtà è Georges Melies, uno dei più importanti personaggi della storia del cinema. Dopo decenni di carriera ad altissimo livello, Martin Scorsese ha deciso di cimentarsi per la prima volta con le nuove tecniche del 3D. Il risultato è qualcosa di sensazionale: un punto di rottura, una svolta nella storia moderna del cinema. Nessuno prima del regista americano era stato capace di concepire un film basato totalmente sulle nuove tecniche, ogni singola inquadratura si adatta perfettamente alla magia delle tre dimensioni, grazie ad una fotografia indimenticabile, probabilmente la migliore in 3D vista fino ad oggi. Oltre all'aspetto tecnologico, senza dubbio il più impressionante ed importante, è da sottolineare anche l'originalità e la magia della trama: una storia per tutte le età, con un omaggio tenero e commovente per un personaggio che ha fatto la storia del cinema. Strepitosi gli attori, tra i quali emerge ancora una volta in maniera netta Ben Kingsley, straordinario nella parte di Georges Melies. Indimenticabili le figure di contorno, come l'ispettore della stazione (un omaggio fantastico al cinema delle origini) e il bibliotecario, e tutti i piccoli particolari che arricchiscono il film in ogni sua singola scena. Per questa sua capacità di fondere elementi dei primi anni del cinema con le tecniche più moderne, unite ad una trama fantastica, appassionante e mai vista prima, Hugo entra nella schiera dei migliori film del terzo millennio, occupando probabilmente un posto fondamentale per il futuro del cinema.
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[+] completamente daccordo
(di rudy_50)
[ - ] completamente daccordo
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