alescio92
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mercoledì 29 febbraio 2012
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capolavoro!
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gi4ndo
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mercoledì 29 febbraio 2012
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un'avventura dentro l'arte del cinema
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Emozionante e immenso per chi conosce il grande George Meliès e il cinema d'epoca , un ottimo kids d'avventura per tutti gli altri , distinzione obbligatoria ma non altezzosa.
Un film alla "Jeunet" che comunque difficilmente lascia delusi. Nessuna lacrima strappata , ma tanto bel sorriso e curiosità.
Scorsese continua a sorprendere nella sua artistica ecletticità , dimostrazione di una totale maturità e sconfinata fantasia da sognatore. Omaggio palese al cinema pre-anni'30 tipo Chaplin, Lloyd e i fratelli Lumière.
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Emozionante e immenso per chi conosce il grande George Meliès e il cinema d'epoca , un ottimo kids d'avventura per tutti gli altri , distinzione obbligatoria ma non altezzosa.
Un film alla "Jeunet" che comunque difficilmente lascia delusi. Nessuna lacrima strappata , ma tanto bel sorriso e curiosità.
Scorsese continua a sorprendere nella sua artistica ecletticità , dimostrazione di una totale maturità e sconfinata fantasia da sognatore. Omaggio palese al cinema pre-anni'30 tipo Chaplin, Lloyd e i fratelli Lumière. Riferimenti storici e sociali interessanti, quali la Prima guerra e l'industrializzazione tutto in una fantastica stazione di una splendente Parigi!
Proprio come Chaplin in " tempi moderni " il piccolo Hugo ci porta in un ingranaggio fatto di sogni , storia , amore , famiglia e società, un meccanismo perfetto e totalmente privo di volgarità.
Un film veramente bello che rivaluta il buon vecchio cinema muto , padre ormai dimenticato e rifiutato (non dai cinefili) della settima arte, con un tocco di assoluta modernità anche grazie al 3D.
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viaggiatore77
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mercoledì 29 febbraio 2012
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il fascino di parigi per una bella storia
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Film molto piacevole. Il fascino di Parigi colpisce sempre, in 3D ancor di più. Forse è anche per questo che Hugo Cabret e Midnight in Paris sono stati candidati all'oscar come miglior film. Il ragazzino protagonista, già apprezzato nel Il bambino col pigiama a righe, dimostra ancora una grande espressività in tutti gli stati d'animo, dolore, rabbia, felicità e stupore; diventerà un grande. Tutti i personaggi principali sono dei "caratteri", ciascuno ha una propria storia personale che va a comporre quella del protagonista. Il tono avventuroso e giocoso rende il film adatto alla famiglia, inoltre si può imparare qualcosa in più sulla storia del cinema.
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(di giofredo')
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donald93
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martedì 28 febbraio 2012
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tributo al cinema
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Con Hugo Cabret, Scorsese si cimenta in un genere assente nella sua inimitabile filmografia. Dopo aver sperimentato il thriller/psicologico con 'Shutter Island', il regista italoamericano adatta per il grande schermo le atmosfere di 'La straordinaria invenzione di Hugo Cabret', romanzo di Brian Selznick.
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Con Hugo Cabret, Scorsese si cimenta in un genere assente nella sua inimitabile filmografia. Dopo aver sperimentato il thriller/psicologico con 'Shutter Island', il regista italoamericano adatta per il grande schermo le atmosfere di 'La straordinaria invenzione di Hugo Cabret', romanzo di Brian Selznick.
L'occhio dello spettatore attento noterà da subito il "solito" piano-sequenza di Scorsese; tecnica che lo ha contraddistinto in altri suoi capolavori.
Con la delineazione di Hugo, la storia prende una strada particolare; con una preziosa narrazione ci viene presentato il vero soggetto del film... Georges Méliès! (interpretato da Ben Kingsley)
Dalla svolta del film, un lungo flashback ci mostra la carriera del cineasta Méliès, con un'attenta spiegazione della realizzazione dei suoi film (su tutto la spiegazione dei suoi strepitosi effetti speciali)
In conclusione, la pellicola rende soddisfatta sia la massa (lo si può vedere come un "semplice" film) sia la parte di spettatori più attenta, che avrà certamente apprezzato la riscoperta del vecchio cinema.
Hugo Cabret equivale quindi ad un gioiellino; una nostalgica storia che rispolvera gli elementi del vecchio cinema, mostrandoli alle "nuove generazioni".
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nico92
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lunedì 27 febbraio 2012
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hugo cabret, una gioia per gli occhi.
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Il pittoresco scorcio di un minicosmo ferroviario, incorniciato in una fiabesca quanto favolosa Parigi anni trenta.
Il turbinio di emozioni e meraviglie che oscillano vorticosamente tra il cuore del protagonista e quello dello spettatore.
Il tema della solitudine, dell’amicizia e dello stupore innocente dell’infanzia che avvolge e contagia l’universo adulto.
Il fantasy puro che accompagna e celebra la nascita di quella macchina di sogni che oggi chiamiamo cinema.
Tutto questo è Hugo Cabret.
Scorsese trasporta su una pellicola coloratissima la storia di un giovane sognatore che, rintanato nel grande orologio della stazione di Montparnasse, aspira a riparare un automa lasciatogli dal padre, nella speranza di trovarvi un suo messaggio.
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Il pittoresco scorcio di un minicosmo ferroviario, incorniciato in una fiabesca quanto favolosa Parigi anni trenta.
Il turbinio di emozioni e meraviglie che oscillano vorticosamente tra il cuore del protagonista e quello dello spettatore.
Il tema della solitudine, dell’amicizia e dello stupore innocente dell’infanzia che avvolge e contagia l’universo adulto.
Il fantasy puro che accompagna e celebra la nascita di quella macchina di sogni che oggi chiamiamo cinema.
Tutto questo è Hugo Cabret.
Scorsese trasporta su una pellicola coloratissima la storia di un giovane sognatore che, rintanato nel grande orologio della stazione di Montparnasse, aspira a riparare un automa lasciatogli dal padre, nella speranza di trovarvi un suo messaggio. Nel conseguire il suo scopo il piccolo Hugo dovrà confrontarsi con il cupo giocattolaio della stazione, che come lui condivide la passione per gli ingranaggi, e la sua figlioccia Isabelle affascinata dalle avventure. Nel corso del loro viaggio onirico i due ragazzini non solo troveranno la chiave mancante del burattino meccanico, ma rivivranno attraverso gli occhi di George Meliès l’evoluzione del magico mondo cinematografico.
Siamo di fronte ad un capolavoro filmico che sfrutta al meglio la tecnologia 3D, non più per intrattenere con scene in primo piano di veloci inseguimenti, bensì per fondere l’umanità dei personaggi alla surreale e incantata scenografia. Metaforica la forma a cuore della chiave dell’automa, quasi a rimarcare l’amore di Scorsese per il cinema. Stesso amore che spinge il regista a servirsi del simbolo dell’orologio e del tempo che scorre, per valorizzare un passato da non dimenticare, ponendosi in contrasto con la società odierna interamente volta al futuro.
Il risultato finale è la riprova che se c’è di mezzo Scorsese, non può che uscirne un’opera d’arte, dal ruvido realismo di “taxi driver”, all’antropologia mafiosa di “quei bravi ragazzi”, ed anche Hugo Cabret lascia il segno.
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big85
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lunedì 27 febbraio 2012
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non è tutto ora quel che luccica
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Martin Scorsese è uscito molto dalle sue usuali linee. Raccontando una storia umana più che scontata e molto fiabesca, usando effetti speciali tanto alla moda quanto inutili, mettendoci volti come Jude Law (la sua parte è ridicola) solo per dare un senso hollywoodiano al cast e mettendo la sua firma (non il suo genio) alla pellicola per darne autorità...è tempo sprecato.
Il film che ne esce fuori è diviso in due: prima parte noiosa, melensa e scontata sulla triste vicenda umana di un enfant prodige della meccanica che vive tra gli ingranaggi degli orologi alla stazione dei treni di Parigi e conosce una bambina della sua età tra cui nasce subito qualcosa (che novità!); seconda parte storia degli esordi del cinema romanzata con finale scialbo.
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Martin Scorsese è uscito molto dalle sue usuali linee. Raccontando una storia umana più che scontata e molto fiabesca, usando effetti speciali tanto alla moda quanto inutili, mettendoci volti come Jude Law (la sua parte è ridicola) solo per dare un senso hollywoodiano al cast e mettendo la sua firma (non il suo genio) alla pellicola per darne autorità...è tempo sprecato.
Il film che ne esce fuori è diviso in due: prima parte noiosa, melensa e scontata sulla triste vicenda umana di un enfant prodige della meccanica che vive tra gli ingranaggi degli orologi alla stazione dei treni di Parigi e conosce una bambina della sua età tra cui nasce subito qualcosa (che novità!); seconda parte storia degli esordi del cinema romanzata con finale scialbo.
Nell'insieme poco coinvolgente e quasi soporifero; non lo salvano neanche la cornice parigina e il reparto tecnico che tra luci, scenografia e montaggio fa risaltare la differenza tra un cinema agli esordi come quello di Melies (nome francese ma pronunciato all'italiana per tutto il film) per un pubblico ingenuo e credulone e un cinema moderno in cui il pubblico è più che preparato (forse anche stufo) di film semplici e banali.
Non consigliato da Big.
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adelfococo
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lunedì 27 febbraio 2012
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perchè no 3d?
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Domani andrò a vederlo, nella mia città (Ferrara) viene proiettato in un cinema e in un "multisale" ma in entrambi i siti non in 3 D. Perchè? penso che il film perda molto nella resa di quanto il regista abbia voluto dire. A che serve allora girare in tre dimensioni ?
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(di donald93)
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g_andrini
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lunedì 27 febbraio 2012
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come prevedibile...
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...Non ha vinto l'oscar come miglior film. Purtroppo va di moda spingere film a basso budget come the Artist, credendo che la gente è stupida.
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(di nico92)
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fiffner
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domenica 26 febbraio 2012
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ma non è un film fantasy
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Confesso di far parte del gruppo degli eterni bambini che adorano i film fantasy da Harry Potter al Signore degli Anelli. Vorrei mettere in guardia chi condivide con me il mio stesso lato infantile e spensierato, che Hugo Cabret NON E' un film fantasy, ma un film drammatico. Pur avendo molti presupposti per essere un film per ragazzi, come alcuni buffi personaggi o la giovane età del protagonista, in effetti narra di una vicenda tragica in un'epoca di vicende tragiche, senza avventura nè magia, e con una sceneggiatura scarna che ruota attorno a due sole location. Tuttavia... il film riesce a creare le giuste atmosfere presentate da una buona regia; ma il suo punto forte consiste sicuramente nelle ottime performance di bravi attori (alcuni dei quali si vedono davvero poco, come i pochi secondi di Jude Law, ma fanno tutti egregiamente la loro parte) e nella notevole interpretazione del giovane protagonista, che convince senza strafare (un pò meno brava la bambina), che nell'insieme rendono il film interessante.
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Confesso di far parte del gruppo degli eterni bambini che adorano i film fantasy da Harry Potter al Signore degli Anelli. Vorrei mettere in guardia chi condivide con me il mio stesso lato infantile e spensierato, che Hugo Cabret NON E' un film fantasy, ma un film drammatico. Pur avendo molti presupposti per essere un film per ragazzi, come alcuni buffi personaggi o la giovane età del protagonista, in effetti narra di una vicenda tragica in un'epoca di vicende tragiche, senza avventura nè magia, e con una sceneggiatura scarna che ruota attorno a due sole location. Tuttavia... il film riesce a creare le giuste atmosfere presentate da una buona regia; ma il suo punto forte consiste sicuramente nelle ottime performance di bravi attori (alcuni dei quali si vedono davvero poco, come i pochi secondi di Jude Law, ma fanno tutti egregiamente la loro parte) e nella notevole interpretazione del giovane protagonista, che convince senza strafare (un pò meno brava la bambina), che nell'insieme rendono il film interessante. Forse se il trailer fosse stato meno fuorviante lo avrei apprezzato di più.
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[+] meglio dire film "fantastici" che non fantasy
(di fabian t.)
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astromelia
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domenica 26 febbraio 2012
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va bene per natale
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questo film essenzialmente per bambini andrebbe bene nel periodo natalizio perchè al di là della roboante coreografia non mi ha coinvolto più di tanto,simile ad altri film di fantasia,si vede il protagonista entrare e uscire co ntinuamente dal suo nascondiglio,un poliziotto fare avanti e indietro alla stazione, nella seconda parte si cita con la sceneggiatura i primi film muti quasi richiamando the artist altro film in corsa per l'oscar,insomma l'ho trovato una pizza,senza infamia ne gloria
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