regi1991
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sabato 21 luglio 2012
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omaggio alle origini, storia bellissima
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Inizialmente mi aspettavo un film un pò diverso, ma quello che mi sono ritrovato è stato comunque qualcosa che mi ha colpito. La storia di questo ragazzino, del suo papà fino alle origini del cinema è davvero fantastico, il film prende ed emoziona. Sempre ottimo Scorsese!
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kyotrix
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giovedì 12 luglio 2012
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deluso
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Da voti e commenti mi aspettavo di meglio. Il film e' buono, come detto da altri un ottimo tributo al primo cinema muto, buoni sentimenti, per certi versi mi ricorda molto IA intelligenza artificiale. Ma il tutto manca di mordente ed emozioni, se non nell'applauso finale. Come dire, a volte risulta palloso e certe scene e comportamenti dei personaggi sono abbastanza ridicoli. Insomma, c'e' di meglio.
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1962thor
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mercoledì 20 giugno 2012
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magia, incanto, stupore ma solo a metà
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Un film grandissimo solo a metà, quella metà che incanta, ammalia e stupisce colpisce i sentimenti dello spettatore,
addolcisce i suoi ricordi come se una vecchia cartolina riprendesse forma.
La metà che delude è quella riferita alla grande occasione mancata di poter fare un grandissimo capolavoro, che seppur forte di belle interpretazioni,
di un grande regista, di ottimi effetti visivi, musiche e costumi all'altezza, il brivido sulla schiena si alterna con una storia troppo semplice e senza colpi
di scena che affievolisce le aspettative create nei primi dieci minuti del film e che difficilmente lascerà un segno indelebile nello spettatore.
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darkenry
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sabato 16 giugno 2012
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un enorme tributo per il cinema
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Un film fatto apposta per tutti che ci fa rivivere in modo entusiasmante e commovente l'amore per il cinema. Oltre ad avere una trama interessante è anche tecnicamente perfetto. Una fotografia pazzesca, luminosa nella stazione e oscura invece nei vicoli di Parigi e una scenografia che riesce a rappresentare in modo molto realistico la Parigi degli anni '30 e degli effetti speciali davvero strepitosi. Una cosa che mi ha sorpreso è in assoluto il 3D. Il migliore che io abbia mai visto finora. Un film film che riesce a farti sognare e che ci fa capire l'amore per il cinema.
[+] il 3d non mi è sembrato straordinario
(di paolo t.)
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xeri wolff
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giovedì 14 giugno 2012
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mi ha davvero rapito
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Ho trovato molto coinvolgente questo film, ogni secondo ti lasciava il sospiro sospeso e ti permetteva di immaginare cosa sarebbe venuto dopo,davvero un film stupendo e con giovani star hollywoodiane da supertappeto rosso come Chloe moretz e asa butterfield, dei giovani talenti!
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hobbit-in-the-hole
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mercoledì 13 giugno 2012
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rispondo solo ora...
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Sono stata un pò lontana da questo sito e solo ora ho visto il commento che "lei" (uso anche io questa formula dato che lei l'ha usata con me) mi ha lasciato. La cosa divertente di tutto ciò è che lei non ha portato nessuna argomentazione per sostenere la sua tesi riguardo al film: poteva risaltare la grande fantasia e le meravigliose immagini presenti, o farmi notare che le interpretazioni non sono tutte insignificanti, ma invece si è limitato a dire che io di cinema non capisco niente e che guardo solo cinepanettoni (patetica scusa per bollare chi non ha i nostri stessi gusti). Si potrebbe fare a questo punto un discorso a parte su quello che vuol dire veramente "amare il cinema": non si tratta solo di apprezzare le qualità tecniche di un film, ma di lasciarsi emozionare, di divertirsi ed eventualmente apprendere qualcosa.
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Sono stata un pò lontana da questo sito e solo ora ho visto il commento che "lei" (uso anche io questa formula dato che lei l'ha usata con me) mi ha lasciato. La cosa divertente di tutto ciò è che lei non ha portato nessuna argomentazione per sostenere la sua tesi riguardo al film: poteva risaltare la grande fantasia e le meravigliose immagini presenti, o farmi notare che le interpretazioni non sono tutte insignificanti, ma invece si è limitato a dire che io di cinema non capisco niente e che guardo solo cinepanettoni (patetica scusa per bollare chi non ha i nostri stessi gusti). Si potrebbe fare a questo punto un discorso a parte su quello che vuol dire veramente "amare il cinema": non si tratta solo di apprezzare le qualità tecniche di un film, ma di lasciarsi emozionare, di divertirsi ed eventualmente apprendere qualcosa. Per tutto ciò non bisogna aver studiato critica cinematografica, nè tantomeno bisogna aver guardato solo i cosiddetti "mostri sacri". Ironia della sorte, è questo che Scorsese voleva trasmettere in "Hugo Cabret", e mi stupisce che lei non l'abbia colto, dato che afferma di aver tanto amato questo film.
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birbo
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venerdì 8 giugno 2012
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tecnicamente eccellente, trama molto meno
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Film omaggio di Scorsese al Cinema, grande scenografia, colori, atmosfere.....la trama invece è traballante e inverosimile, infatti non a caso agli Oscar il fim ha vinto solo statuette 'tecniche'.....
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birbo
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venerdì 8 giugno 2012
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tecnicamente eccellente, trama molto meno
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Film omaggio di Scorsese al Cinema, grande scenografia, colori, atmosfere.....la trama invece è traballante e inverosimile, infatti non a caso agli Oscar il fim ha vinto solo statuette 'tecniche'.....
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pressa catozzo
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venerdì 8 giugno 2012
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fantasticare
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Non necessariamente si deve andare al cinema solo per vedere lavori impegnati. o di nicchia. Gli americani sono dei grandi quando si impegnano nella realizzazione di opere cinematografiche tra animazione erecitazione. Non avevo pop corn ne bevanda. Ma come un ragazzino mi sono goduto questa bella opera cinematografica.
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catcarlo
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lunedì 4 giugno 2012
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hugo cabret
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Al mattino, quando si guarda allo specchio facendosi la barba. Lì, almeno, il buon Martin se lo confessa. Macchè storia intrigante, bisogno di sperimentare strade mai percorse, voglia di giochicchiare con il 3D: questo film nasce dal desiderio di sfogare la propria, devota cinefilia. Un vero e proprio atto d’amore nei confronti della magia del cinema, quella che, nel buio della sala con il grande schermo davanti, ti lascia con la bocca aperta, dimentico di tutto e di tutti. Non a caso, il film decolla davvero quando i due giovani protagonisti sfogliano l’enciclopedia cinematografica del professor Tabard: tra le pagine scorrono le immagini degli albori – dai Lumière a Keaton – e da lì in poi la pellicola comincia a emozionare veramente.
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Al mattino, quando si guarda allo specchio facendosi la barba. Lì, almeno, il buon Martin se lo confessa. Macchè storia intrigante, bisogno di sperimentare strade mai percorse, voglia di giochicchiare con il 3D: questo film nasce dal desiderio di sfogare la propria, devota cinefilia. Un vero e proprio atto d’amore nei confronti della magia del cinema, quella che, nel buio della sala con il grande schermo davanti, ti lascia con la bocca aperta, dimentico di tutto e di tutti. Non a caso, il film decolla davvero quando i due giovani protagonisti sfogliano l’enciclopedia cinematografica del professor Tabard: tra le pagine scorrono le immagini degli albori – dai Lumière a Keaton – e da lì in poi la pellicola comincia a emozionare veramente. Oltre ai filmati d’epoca, Scorsese infila qua e là citazioni tra il divertito e il maniacale – su IMDB ce n’è una lista abbastanza nutrita – ed è facile immaginarlo immedesimarsi nell’appassionato racconto che Méliès fa del proprio lavoro, tanto da rigirarne alcune tra le scene più famose con la scusa di narrarne la realizzazione. Va bene, potrebbe chiedersi qualcuno, ma il resto? Il resto è un film molto bello pur a prescindere dalla storia del cinema e che ha tutto per piacere anche ai ragazzi a cui, in prima battuta, è destinato (ecco qui la strada mai percorsa). Hugo è un ragazzino dalla vita difficile, costretto in incognito a badare alla manutenzione degli orologi di una grande stazione parigina e a procurarsi da mangiare in qualche modo: un automa e l’amicizia con Isabelle lo porteranno a risvegliare – ad ‘aggiustare’ - il grande regista di un tempo nascosto nell’uomo triste che gestisce il negozio di giocattoli. La macchina da presa scorre veloce negli interstizi della stazione e fra gli ingranaggi degli orologi mentre, in mezzo alla folla che circola fra e attorno ai treni, vengono delineate alcune gustose figure di contorno, fra cui lo stolido poliziotto Gustave interpretato da Baron Cohen: il ritmo non scade mai e gli effetti speciali – un po’ per esigenze di 3D, un po’per il gusto di lanciare un treno verso gli spettatori – regalano quel brivido in più che non fa mai male. Nel finale, il Méliès di Ben Kingsley si prende inevitabilmente la scena, grazie all’interpretazione misurata di un personaggio che, almeno in un certo periodo della sua vita, fu esagerato: attorno a lui tutte le tessere vanno a posto, perché il lieto fine esisterà solo nei film, ma lo spettatore va al cinema anche per questo (e, comunque, se c’è uno parecchio allergico all’happy ending, quello è Scorsese).
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