"Il passato ha bisogno che lo si aiuti, che lo si ricordi agli immemori, ai superficiali, agli indifferenti" (Vladimir Jankèlèvitch). In un film in 3D, ultima frontiera dell'attuale tecnica cinematografica, Scorsese ci ricorda (e ci fa conoscere) le origini, il padre degli effetti speciali, precursore del colore. Lo stesso Scorsese entra nella narrazione per immortalarne l'immagine con un'antica fotocamera. Il film accompagna lo spettatore in un susseguirsi ed incastrarsi di ingranaggi perfetti attraverso storie ed emozioni: un bambino, Hugo, già orfano di madre, perde il padre e rimane solo, aggrappato ad un automa che il suo papà stava cercando di rimettere in funzione. Lo aveva trovato in un museo, abbandonato all'oblio. Uno zio, ubriacone ed orologiaio, prende con sè il bambino portandolo nel suo covo ricavato negli spazi degli enormi ingranaggi della torre dell'orologio della stazione di Paris Montparnasse. E' un mondo magico, perfetto, che Hugo impara a conoscere e a far funzionare. Nel frattempo continua l'opera ereditata dal padre nel tentativo di ridare vita all'automa. Questa missione lo porta nella piccola bottega di giocattoli del sig.Mèliès che si rivelerà poi essere il costruttore dell'automa nonchè un grande cineasta. La storia, dunque, comincia a ricomporsi attraverso la ricerca, da parte di due bambini, delle trame del fantastico; la passione di un altro bambino ora studioso di cinema; la memoria dello stesso Mèliès e dell'attrice Lisette, sua moglie; e soprattutto attraverso la ricostruzione dei films, che ci offre la visione di un cinema di invenzione, quando la tecnica e la fantasia concorrevano a restituire magia alla realtà. Perchè il luogo da dove si esprime la creazione del nostro mondo è una...scatola magica.
[+] lascia un commento a enrichetti »
[ - ] lascia un commento a enrichetti »
|