joker79
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domenica 11 luglio 2010
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risate 3d
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CHI NON HA AVUTO UNO O PIù AMICI GIOCATTOLI CON CUI HA TRASCORSO ORE DELLA PROPRIA VITA A CASA, AL MARE O IN VACANZA?CHIARO POI CHE GLI STESSI AMICI HANNO TRASCORSO mesi DELLA PROPRIA POGGIATI A PRENDER POLVERE SU QUALCHE MENSOLA O PEGGIO CONFINATI IN UN SACCO NERO ed ABBANDONATI IN CANTINA.iL TERZO CAPITOLO PIXAR fa riflettere su temi talvolta poco afferrabili dalla mente implume, ma ben chiari a quella adulta.L'avventura prende il via proprio al momento del fatidico balzo che ogni adolescente deve compiere nella vita:crescere.Il distacco può essere doloroso e difficile ma è inevitabile.La favola di Lasseter non delude sotto tutti i punti di vista. Il 3d non è spinto ma solo accennato.Le gag sono esilaranti, specie quelle del duetto Ken/Barbie.
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CHI NON HA AVUTO UNO O PIù AMICI GIOCATTOLI CON CUI HA TRASCORSO ORE DELLA PROPRIA VITA A CASA, AL MARE O IN VACANZA?CHIARO POI CHE GLI STESSI AMICI HANNO TRASCORSO mesi DELLA PROPRIA POGGIATI A PRENDER POLVERE SU QUALCHE MENSOLA O PEGGIO CONFINATI IN UN SACCO NERO ed ABBANDONATI IN CANTINA.iL TERZO CAPITOLO PIXAR fa riflettere su temi talvolta poco afferrabili dalla mente implume, ma ben chiari a quella adulta.L'avventura prende il via proprio al momento del fatidico balzo che ogni adolescente deve compiere nella vita:crescere.Il distacco può essere doloroso e difficile ma è inevitabile.La favola di Lasseter non delude sotto tutti i punti di vista. Il 3d non è spinto ma solo accennato.Le gag sono esilaranti, specie quelle del duetto Ken/Barbie.La bellezza di questa avventura iniziata nel'95 sta nell'affrontare la vita da un punto di vista che a volte l'adulto perde:l'immaginazione.Il gioco fa evadere in dimensioni che solo la lettura può offrire. In un mondo ebbro di tecnologia e videogames i bambini crescono spesso troppo in fretta, perdendo il fascino incontaminato di un gioco di fantasia sotto il tavolo o in giardino tra bambole, soldatini , macchine ed eroi. I nostri eroi dormivano con noi ogni sera e ci hanno tenuto compagnia sempre senza chiederci perchè e quando.La favola bella Pixar offre tutto questo, ci insegna a mantenere il bambino che si è assopito in noi. Riservato a chi non vuol perdersi 2 ore di puro divertimento,ma non solo per bambini!
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alexpark
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venerdì 19 novembre 2010
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verso l'infinito e oltre...
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Qui si va veramente verso l'infinito,dato che un film come questo può essere considerato un capolavoro sfornato dalla Pixar in formato famiglia.Infatti è un film d'animazione non solo per i più piccini ma può divertire anche il mondo adulto.In questo terzo capitolo Andy è ormai divenuto diciasettenne e sta per partire per il college suscitando così il malcontento dei giocattoli che già da anni non usa più.Qui Woody e i suoi amici intimoriti dal fatto che nel peggiore dei casi possano essere buttati nella spazzatura cercano una soluzione andando a finire in un asilo dove verranno usati da bambini molto piccoli che tenderanno a strapazzarli per bene.
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Qui si va veramente verso l'infinito,dato che un film come questo può essere considerato un capolavoro sfornato dalla Pixar in formato famiglia.Infatti è un film d'animazione non solo per i più piccini ma può divertire anche il mondo adulto.In questo terzo capitolo Andy è ormai divenuto diciasettenne e sta per partire per il college suscitando così il malcontento dei giocattoli che già da anni non usa più.Qui Woody e i suoi amici intimoriti dal fatto che nel peggiore dei casi possano essere buttati nella spazzatura cercano una soluzione andando a finire in un asilo dove verranno usati da bambini molto piccoli che tenderanno a strapazzarli per bene.Ma questo non è l'unico aspetto orribile dell'asilo:infatti i giocattoli che vi arrivano dovranno sottostare al simpatico(apparentemente)ma dispotico orso all'odore di fragola, Lotso.Allora Woody che era destinato ad andare con Andy al college compie una corsa contro il tempo intrufolandosi nell'asilo da cui tutti dicono non è possibile evadere per attuare un piano con i suoi amici e uscire.Molti pericoli incontreranno i nostri piccoli amici,ma con tenacia riusciranno a convertire al bene alcuni giocattoli cattivi al servizio di Lotso e a salvarsi in tempo.Il finale commovente sottolinea la bravura della regia che ha prodotto uno dei migliori film d'animazione di tutta la storia.Insomma con questo capitolo Toy Story è definitivamente diventato una saga-cult capace di suscitare emozione e dare lezioni di vita.
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francesco2
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mercoledì 28 luglio 2010
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addio(?), giocattoli
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Due potevano essere i timori di fronte a questo secondo sequel. Primo: esce dopo dieci anni dal primo(Che fra l'altro, a sua volta, doveva uscire solo in DVD), il che lascerebbe pensare si tratti di un'operazione commerciale, "pianificata" senza alcuna ispirazione.
Secondo: pretendendo (?) di affrontare argomenti ancora più impegnativi rispetto al passato per un cartone animato( La "morale"di fronte a certe situazioni, il distacco più o meno definitivo da pezzi del proprio passato) si poteva commettere l'errore del pur interessante "Gli Incredibili": affrontare temi più impegnativi, col paradossale risultato di abbassare(Parzialmente) il livello del film.
In realtà, nonostante una prima scena noiosetta e troppo lunga, come anche la sequenza che vede in giocattoli in particolare pericolo(Il cui finale, peraltro, è troppo ottimistico), un'analisi più attenta mi fa pensare che, da un certo punto di vista, questa sia un'opera "Per bambini" ancora più matura delle precedenti.
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Due potevano essere i timori di fronte a questo secondo sequel. Primo: esce dopo dieci anni dal primo(Che fra l'altro, a sua volta, doveva uscire solo in DVD), il che lascerebbe pensare si tratti di un'operazione commerciale, "pianificata" senza alcuna ispirazione.
Secondo: pretendendo (?) di affrontare argomenti ancora più impegnativi rispetto al passato per un cartone animato( La "morale"di fronte a certe situazioni, il distacco più o meno definitivo da pezzi del proprio passato) si poteva commettere l'errore del pur interessante "Gli Incredibili": affrontare temi più impegnativi, col paradossale risultato di abbassare(Parzialmente) il livello del film.
In realtà, nonostante una prima scena noiosetta e troppo lunga, come anche la sequenza che vede in giocattoli in particolare pericolo(Il cui finale, peraltro, è troppo ottimistico), un'analisi più attenta mi fa pensare che, da un certo punto di vista, questa sia un'opera "Per bambini" ancora più matura delle precedenti. Intanto, varie sono le situazioni commoventi, che sarebbe aristocratico non definire "Cinema alto": si pensi alla situazione dell'orso ripudiato, prima nella bellissima scena del suo deludente ritorno a "Casa", poi con la frase ""Tu per lei non eri che un giocattolo, ti ha sostituito", o al commosso e commovente addio del giovane ai giocattoli stessi. Ma in più, con buona pace delle femministe- le cui posizioni spesso condivido- il film mette in scena anche un eccellente parodia del corteggiamento maschile, con annessi urletti di circostanza doppiati in Italiano dalla nostra Gerini.
E' ovvio che queste singole scene si inseriscono in un contesto al contempo maturo- Il rifiuto di un pupazzo di abbandonare il ragazzo, che forse, ma non era vero, voleva abbandonarli- e divertente - Le varie scene dei ragazzini che assillano i pupazzi, i momenti vissuti dal "fedele" in un'altra casa, con curiosi personaggi che a tratti ricordano quelli di "Nemo". Nonostante alcune occasioni sprecate il film ha la meglio, proprio come dieci anni fa, su altri prodotti potenzialmente più "Maturi".
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fannyp.
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martedì 15 febbraio 2011
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fantastico!!!!!!!!
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Solitamente i sequel di grandi film finiscono per deludere a volte poco,a volte del tutto, ma stavolta in cambio di peggiorare la disney è riuscita a dare uno slancio in + a questo cartone animato facendolo amare anche piu' del primo e del secondo senza dubbio!!!!é eccezionale.....divertente e innovativo e io lo consiglio ovviamente ai bambini ma anche tranquillamente agli adulti perchè sorprende e non delude per niente!Io lo considero superiore e quindi di gran lunga migliore rispetto ai precedenti!!!
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carmineantonellovillani
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venerdì 16 luglio 2010
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trovate geniali per un capolavoro
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Magia Pixar accompagnata dalla produzione Disney, il nuovo episodio dei giocattoli parlanti che temono di essere portati alla più vicina discarica commuove grandi e piccini. Woody, Buzz, Jessie e tutta la compagnia fracassona hanno un bel da fare per sfuggire ad un esilio che presto si rivela una prigione: l’orsacchiotto di peluche con trauma da abbandono alle spalle tiene in pugno un manipolo di giocattoli che spadroneggiano nell’asilo Sunnyside. Trovate geniali e tanta poesia, “Toy Story 3” convince grazie ad una sceneggiatura che trasforma comuni balocchi in esseri animati. Amicizia, gelosia, innamoramento e tanti buoni sentimenti, la ricetta preparata nel lontano 1995 non stanca nonostante il terzo capitolo faccia pensare ad una minestra riscaldata.
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Magia Pixar accompagnata dalla produzione Disney, il nuovo episodio dei giocattoli parlanti che temono di essere portati alla più vicina discarica commuove grandi e piccini. Woody, Buzz, Jessie e tutta la compagnia fracassona hanno un bel da fare per sfuggire ad un esilio che presto si rivela una prigione: l’orsacchiotto di peluche con trauma da abbandono alle spalle tiene in pugno un manipolo di giocattoli che spadroneggiano nell’asilo Sunnyside. Trovate geniali e tanta poesia, “Toy Story 3” convince grazie ad una sceneggiatura che trasforma comuni balocchi in esseri animati. Amicizia, gelosia, innamoramento e tanti buoni sentimenti, la ricetta preparata nel lontano 1995 non stanca nonostante il terzo capitolo faccia pensare ad una minestra riscaldata. Eppure, nell’ultimo film di questa saga fortunata come non mai si è pensato di sostituire solo il regista –John Lasseter passa il testimone a Lee Unkrich ma il risultato fortunatamente non cambia- mentre la storia porta sullo schermo il passaggio dall’infanzia all’età adulta strizzando l’occhio al fanciullino pascoliano. Nostalgia dei tempi che furono, Andy ha diciassette anni e deve andare al college, i compagni di gioco possono essere relegati in soffitta o rischiare l’inceneritore. Il nuovo film della Pixar stupisce per la fervida immaginazione e la capacità di commuovere –il robottino che balla il flamenco, Barbie e l’effeminato Ken trasformato in traditore- perché gli amici di pezza si animano con la fantasia di bambini che inventano sempre nuove storie. Forse quando ci troveremo a gettarli via per fare posto a qualcosa di utile avremo qualche scrupolo in più: miracolo della major americana e dei simpatici protagonisti che fuggono da una casa all’altra pur di far felice qualche bebè. Un piccolo gioiello che sarebbe davvero imperdonabile perdere al cinema.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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akira k.
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mercoledì 21 luglio 2010
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il mondo dei giocattoli torna al cinema
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Dal 26 giugno negli Stati Uniti e dal 7 luglio finalmente anche in Italia, il grande schermo torna a raccontare le avventure di Woody, Buzz e tutti gli altri eroi giocattolo protagonisti di Toy Story 3. Il lungometraggio animato diretto da Lee Unkrich è il terzo capitolo di una saga targata Pixar che ha avuto inizio nel 1995 con Toy Story, primo lungometraggio d’animazione completamente realizzato in grafica computerizzata. Da allora la casa di produzione statunitense, che nel 2006 fu acquistata dalla Disney, ha continuato a regalare a grandi e piccini opere d’incredibile portata creativa e commerciale: ricordiamo Wall-E, Alla ricerca di Nemoed il recente Up.
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Dal 26 giugno negli Stati Uniti e dal 7 luglio finalmente anche in Italia, il grande schermo torna a raccontare le avventure di Woody, Buzz e tutti gli altri eroi giocattolo protagonisti di Toy Story 3. Il lungometraggio animato diretto da Lee Unkrich è il terzo capitolo di una saga targata Pixar che ha avuto inizio nel 1995 con Toy Story, primo lungometraggio d’animazione completamente realizzato in grafica computerizzata. Da allora la casa di produzione statunitense, che nel 2006 fu acquistata dalla Disney, ha continuato a regalare a grandi e piccini opere d’incredibile portata creativa e commerciale: ricordiamo Wall-E, Alla ricerca di Nemoed il recente Up. Tutti capolavori, film unici che, proprio come i grandi classici Disney, hanno lasciato il segno.
Nonostante si tratti di un sequel, Toy Story 3ha una lucentezza ed un’identità tutta propria, coinvolgendo lo spettatore in una maniera ancora più intensa rispetto ai film che l’hanno preceduto.
In Toy Story e Toy Story 2-Woody e Buzz alla riscossa(1999) il mondo dei giocattoli è raccontato con dolcezza, ironia e con un velo sempre presente di nostalgia. Personaggi indimenticabili ed irresistibili, ma soprattutto giocattoli. Il giocattolo è amicizia, fantasia, racconto, espressione di sentimenti. Il giocattolo, perché amato da un bambino, è un qualcosa di vivo. Forse è tutto questo che rende speciali ed unici i film che hanno come protagonisti il cow-boy Woody, l’eroe interplanetario Buzz, la cow-girl Jessie e il cavallo Bullseye, il dinosauro Rex, la pastorella di porcellana Bee Woop, Mr e Mrs Potato, ecc.
Ma nel terzo episodio della “saga dei giocattoli” le emozioni sono ancora più intense, umanizzate. Andy, proprietario di Woody e dei suoi compagni giocattolo, è arrivato ormai all’età del college e non ha più tempo da dedicare ai suoi amati e fedeli compagni di gioco. La banda dei giocattoli, sentendosi abbandonata, decide di cambiar vita e introdursi nel pacco che la madre di Andy vuole regalare ad un asilo. La nuova vita dona entusiasmo a tutti. In fondo, in un asilo ci saranno sempre bambini con i quali giocare. Ma ben presto si paleseranno i lati oscuri di questa nuova realtà e, capendo che il loro posto è accanto ad Andy, Woody&Co decideranno d’intraprendere una nuova fuga per tornare da lui.
Nuovi personaggi come il vecchio orsacchiotto Lotso, Ken, il pagliaccio Chuckles, un insieme di situazioni esilaranti, colpi di scena e citazioni cinematografiche (come il pupazzo peluche di Totoro, omaggio al cinema d’animazione di Hayao Miyazaki) rendono Toy Story 3imperdibile.
Nessun giocattolo verrà lasciato indietro, nessun sentimento trascurato in un film che divertirà e commuoverà tutti gli adulti che da bambini hanno vissuto avventure stupende ed inventato storie uniche in compagnia dei loro amici di pezza e plastica preferiti.
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the_end
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lunedì 12 luglio 2010
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immaginazione e cinema: la giusta combinazione
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Cosa serve per trascorrere qualche ora in una realtà lontana? Cosa serve per lasciare il proprio mondo ed approdare in un altro? Quale magia può far volare la mente senza il bisogno di muovere un dito? La risposta ci viene data immediatamente dall’incipit di Toy Story 3: l’immaginazione e il cinema. Il film inizia, infatti, con un avvincente inseguimento che vede protagonisti gli eroi-giocattolo degli episodi precedenti; questo inseguimento è frutto della vivida fantasia di Andy, il bambino proprietario dei giocattoli protagonisti, fantasia che verrà subito dopo immortalata dalla madre per mezzo di video e fotografie. La magia cinematografica quindi, spinta al massimo dalla grafica computerizzata, viene subito evidenziata e anticipa ciò che vedremo: una storia impossibile in cui, comunque, ci immedesimeremo incredibilmente.
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Cosa serve per trascorrere qualche ora in una realtà lontana? Cosa serve per lasciare il proprio mondo ed approdare in un altro? Quale magia può far volare la mente senza il bisogno di muovere un dito? La risposta ci viene data immediatamente dall’incipit di Toy Story 3: l’immaginazione e il cinema. Il film inizia, infatti, con un avvincente inseguimento che vede protagonisti gli eroi-giocattolo degli episodi precedenti; questo inseguimento è frutto della vivida fantasia di Andy, il bambino proprietario dei giocattoli protagonisti, fantasia che verrà subito dopo immortalata dalla madre per mezzo di video e fotografie. La magia cinematografica quindi, spinta al massimo dalla grafica computerizzata, viene subito evidenziata e anticipa ciò che vedremo: una storia impossibile in cui, comunque, ci immedesimeremo incredibilmente. A differenza dei due film precedenti, in questa nuova avventura i nostri eroi-giocattolo non sono più alle prese con difficoltà interne al loro mondo e che dovranno superare per restare uniti al fianco di Andy, ma si trovano a dover affrontare una situazione estrema ma inevitabile: il loro bambino è cresciuto e sta per andare al college.
Per una serie di eventi Woody (il cowboy) passa una giornata nella casa di una bambina, mentre il restante gruppo assaggia la furia irrefrenabile dei bimbi in un asilo controllato da perfidi giocattoli che impongono le loro rigide gerarchie “da ghetto” ai nuovi arrivati. Il richiamo del titolo – la grande fuga – al celebre film del 1963 risulta chiarissimo. Il piano elaborato da Woody per liberare i suoi amici dalla dittatura e dall’eterno nonnismo è minuzioso ed avvincente. Ma cosa faranno quando saranno evasi? Giaceranno inutilizzati in soffitta? Sono i giocattoli che hanno bisogno di un bambino o sono i bambini ad aver bisogno dei giocattoli? La risposta è naturalmente sia la prima che la seconda: il compito di questi oggetti di plastica è prendersi cura di un bambino il quale, a sua volta, riuscirà ad animarli con la sua fantasia fanciullesca; Andy però non c’è più, non è più un bimbo e Woody – che più di tutti voleva restare al fianco del piccolo padrone di cui era il beniamino – se ne rende conto quando vede le lacrime della mamma di Andy, capendo così di dovergli dire addio per sempre. Per i genitori è sempre triste constatare che i propri figli sono cresciuti e che devono iniziare a percorrere la loro strada da soli, ma è così che funziona e perfino i giocattoli devono rassegnarsi a fare una scelta: prendersi cura di un altro bambino.
Per quanto riguarda il punto di vista formale, la grafica del film è migliorata rispetto ai due precedenti e ciò – soprattutto nella proiezione in 3D – aumenta il coefficiente di coinvolgimento. Coinvolgimento che funziona sia per i bambini, affascinati dal mondo dei giocattoli; sia per gli adolescenti, che dei giocattoli hanno ancora fresco il ricordo; sia per i genitori, che sanno quanto sia doloroso l’allontanamento dai figli; e sia per ogni altro spettatore che potrà riconoscere nell’universo fantastico dei giocattoli il proprio mondo reale, fatto di amicizia e malvagità, intesa e disaccordo, affetto e tristezza. Molto efficaci anche le situazioni comiche che giocano sui cliché in modo originale ed intelligente. Aconsejado!
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giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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evergreen.
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Ricco di momenti nostalgici e supportato da una storia davvero avvincente, il film più atteso dell'anno regala emozioni come non se ne provano da anni. Ben fatto, simpatico e sempre originale, è un film che vi terrà incollati alla poltrona fino all'ultimo titolo di coda, anche se non si vede in 3D.
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Ricco di momenti nostalgici e supportato da una storia davvero avvincente, il film più atteso dell'anno regala emozioni come non se ne provano da anni. Ben fatto, simpatico e sempre originale, è un film che vi terrà incollati alla poltrona fino all'ultimo titolo di coda, anche se non si vede in 3D. Prodotto da John Lasseter. Un film PIXAR. SEMPREVERDE | ****
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dandy
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mercoledì 6 aprile 2011
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perfetta conclusione di una serie grandiosa.
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Quindici anni dopo la realizzazione del primo "Toy Story",la regia passa totalmente a Unkrich(co-regista nel secondo capitolo),che usa la migliore animazione digitale e spinge all'estremo tutte le caratteristiche e i temi degli altri episodi(in particolare quelli adulti).Narrando una storia indimenticabile e raggiungendo una dimensione struggente come di rado si è visto in un cartone odierno.C'è il senso di perdita comune ad ogni passaggio di crescita,fuso a riflessioni quasi visionarie sulla vecchiaia e la morte,senza intaccare o appesantire il racconto e il divertimento.Anche qui non mancano parodie e citazioni.Oltre a quella obbligatoria di "La grande fuga",c'è il concitato inizio che rimanda ai blockbuster d'azione fracassoni,e una rocambolesca serie di trovate pirotecniche ed irresistibili tra commedia e dramma(la dittatura dei giocattoli con l'inquietante bambolotto-carceriere,la parentesi sentimentale tra una Berbie inaspettatamente dotata di cervello e un Ken tutt'altro che macho,il flashback narrato dal clown Chuckles,Buzz riprogrammato in spagnolo,la mancata redenzione del cattivo Lotso,l'episodio nel forno dei rifiuti).
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Quindici anni dopo la realizzazione del primo "Toy Story",la regia passa totalmente a Unkrich(co-regista nel secondo capitolo),che usa la migliore animazione digitale e spinge all'estremo tutte le caratteristiche e i temi degli altri episodi(in particolare quelli adulti).Narrando una storia indimenticabile e raggiungendo una dimensione struggente come di rado si è visto in un cartone odierno.C'è il senso di perdita comune ad ogni passaggio di crescita,fuso a riflessioni quasi visionarie sulla vecchiaia e la morte,senza intaccare o appesantire il racconto e il divertimento.Anche qui non mancano parodie e citazioni.Oltre a quella obbligatoria di "La grande fuga",c'è il concitato inizio che rimanda ai blockbuster d'azione fracassoni,e una rocambolesca serie di trovate pirotecniche ed irresistibili tra commedia e dramma(la dittatura dei giocattoli con l'inquietante bambolotto-carceriere,la parentesi sentimentale tra una Berbie inaspettatamente dotata di cervello e un Ken tutt'altro che macho,il flashback narrato dal clown Chuckles,Buzz riprogrammato in spagnolo,la mancata redenzione del cattivo Lotso,l'episodio nel forno dei rifiuti).E il finale con il "passaggio di proprietà" dei giocattoli è perfetto nonchè commovente.Da vedere fino in fondo ai titoli di coda,come il precedente capitolo.Oltre ai soliti doppiatori italiani e originali,Michael Keaton doppia Ken,la Barbie è doppiata in italiano da Claudia Gerini,Gerry Scotti doppia il telefono Lifer,Giorgio Faletti Chuckles,Michele Kalamera(doppiatore abituale di Clint Eastwood)Mr.Princklepants e R.Lee Ermey(il sergente Hartman di "Full Metal Jacket")doppia il sergente dei soldatini.Giustamente ha incassato più in assoluto di tutti.
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mister_wnb
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mercoledì 25 maggio 2011
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meraviglia
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e che ce lo diciamo a fare??ennesima meraviglia targata pixar uno dei migliori terzi capitoli(animazione e non ) dell'intera storia del cinema.
riusciranno mai a sbagliare un film questi signori??? dreamworks deve ancora imparare molto dai geni della lampada saltellante!!
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