La chiave di Sara

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Un film di Gilles Paquet-Brenner. Con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy.
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Titolo originale Elle s'appelait Sarah. Drammatico, durata 111 min. - Francia 2010. - Lucky Red uscita venerdì 13 gennaio 2012. MYMONETRO La chiave di Sara * * 1/2 - - valutazione media: 2,61 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
toty bottalla giovedì 30 aprile 2015
altra storia drammatica del delirio umano! Valutazione 2 stelle su cinque
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Sarah starzynski una bambina ebrea francese prima di essere prelevata dalla polizia insieme al padre e alla madre, per salvare il suo fratellino dall'arresto lo nasconde chiudendolo in un armadio, fuggita dal campo di prigionia, torna, ma trova il piccolo morto dove lo aveva lasciato.
La chiave di sara è il racconto di una storia tra le infinite storie sulla shoah, il film di paquet-brenner sbriga in fretta e con indulgenza la pratica orrenda difficilmente riproducibile e ci narra una storia a basso ritmo alternata da flashback che tra passato e presente raccontano l'indagine di una giornalista alla ricerca di sarah, splendide: la k. s. thomas e la piccola mèlusine mayance convincenti senza enfasi, valutazione: 2,5 stelle. [+]

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harrysalamon venerdì 11 dicembre 2015
onesta drammatizzazione di una tragedia vera Valutazione 4 stelle su cinque
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Non riassumo la storia, già ben descritta nell'articolo di mymovies e nelle altre recensioni. Mi preme evidenziare due argomenti: uno è l'equilibrata testimonianza di due opposte verità, cioè il delitto commesso dalla Francia, di cui quest'ultima non potrà mai più cessare di vergognarsi (e il più emblematico è la distruzione del Veld'hiv, ricordato da una semplice targa) contrapposto alla testimonianza d'umanità di qualcuno dei Francesi. Non si può infatti dimenticare che tre quarti degli Ebrei francesi si salvarono. E lo dovettero ai non pochissimi "Giusti fra le Nazioni", qui indirettamente ricordati. L'altro è la ripresa di un fatto storico (giustamente visto attraverso una vicenda splendidamente raccontata, che così diventa un racconto visto da moltissimi: pochi Francesi hanno saltato la visione del film o la lettura del libro) che troppi in Francia vorrebbero invece rimuovere. [+]

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elgatoloco martedì 31 gennaio 2017
tra passato e presente, efficace romanzo e poi fil Valutazione 0 stelle su cinque
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"Je m'appelle Sarah"di Gilles Paquet-Brenner è molto efficace, benintenso a partire dal romanzo, nel mostrare la viltà che aveva portato non dei nazisti ma dei Francesi(certo"colla",  "collaborateurs", in italiano, meno efficacemente"collaborazionisti" a costruire un lager per Ebrei francesi in un velodromo. Uso opportuno del flash back che non è più tale, "presentificando" completamente il passato o meglio equiparandolo allo stesso, in un'operazione filmicamente convincente, che è denuncia dell'orrore(con l'eccezione del soldatino che lascia scappare le due bambine desiderose di tornare a casa, una per salvare il fratellino nascosto in uno sgabuzzino, anche se non riuscirà a farlo), ma anche smascheramento dell'ignoranza attuale-contemporanea(i due govani giornalisti che "non ne sanno nulla", lettaralmente, pensando che il velodromo esista ancora come tale. [+]

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gufetta76 venerdì 5 maggio 2017
l'indelebile dramma dell'olocausto Valutazione 3 stelle su cinque
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La regia è splendida veloce e narrativa. Kristin Scott Thomas è  intensa e splendida. Il dramma seppur tragico le vite di due donne si incrociano in uno strano caso. Guardando il fim viene la voglia di leggere il libro. Assolutamente da vedere.

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elgatoloco martedì 28 gennaio 2020
para no olvidar Valutazione 0 stelle su cinque
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Angolo visuale particolare, in questo"Elle s'appelait Sarah"(2019), che rilegge la storia della Shoah nella Francia occupata(governo di Vichy, Pétain etc.)attraverso il racconto di una giornalistaa americana trasferita in Francia, che viene a sapere di esser venuta a vivere in una casa che, all'epoca(anni 1940)era stata proprietà di Ebrei Francesi. Sconcerto, dubbi, crisi esistenziale e coniugale(per di più la donna, inaspettatamente, aspetta un bambino), report, ma soprattutto lezione etica anche per il figlio della donna, che da decenni(vivendo a Firenze, tra l'alltro)non era neppure al corrente delle origini ebraiche della donna. Importante pamphlet anti-razzista, che afronta la tematica indirettamente, mostrando come anche qualche soldato(francese, comunque)dissentisse dagli ordini petainiani, lasciando fuggiere dal campo di concentramento le due(allora)bambine, con il segreto-per una-del bambino nascosto e custodito in una stanza "segreta"o meglio"secretata"attraverso una chiave. [+]

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lello sabato 28 gennaio 2023
recensione al film la chiave di sara Valutazione 0 stelle su cinque
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La cinematografia è una libera arte che non deve sottostare ai paletti degli eventi storici quando il fine non è divulgare i fatti, piuttosto muovere le coscienze collettive.
La "Pellicola" parte dal fatto storico: il rastrellamento del velodromo, per invitarci a riflettere sui giorni nostri, di quando milioni di Hitler decidono se un essere umano è degno di venire al mondo oppure rimanere per sempre nel luogo lì dove la vita ha inizio. La bambina rimanda inconsapevolmente il fratellino al buio  con l'incoscienza di chi ritiene opportuno che una vita va nascosta al mondo crudele.
Quando però da adulta la coscienza prevale sull inconsapevolezza il fardello diviene troppo pesante perché venga sopportato e lei stessa non si reputa più degna di vivere. [+]

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ultimoboyscout venerdì 25 gennaio 2013
per non dimenticare. Valutazione 1 stelle su cinque
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Durante una retata Nazista a Parigi, quella tristemente nota del Velodromo d'Inverno, una bimba di una decina d'anni, Sara, salva il fratellino più piccolo chiudendolo in un ripostiglio. Fuggita dal lager dove era stata confinata con la famiglia, non riuscirà a liberare il bambino e il rimorso non l'abbandonerà nemmeno da adulta emigrata negli Stati Uniti. Una giornalista, sessant'anni dopo, darà voce alla sua testimonianza ritrovandosi a seguire le orme di quella ragazzina che potrebbero condurla a misteri che toccano direttamente la sua famiglia. Tratto dal romanzo di Tatiana DeRosnay è un film didascalico, lento e noioso a cui non giova  nemmeno il montaggio alternato dei due periodi di narrazione per spezzare la monotonia ritmica e dare un pò di brio. [+]

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