matteobaldan
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mercoledì 14 aprile 2010
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un action thriller su uno sfondo reale
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Le immagini sempre uguali e insignificanti dei traccianti della contraerea nel cielo nero di Baghdad e la voce monocorde dell’inviato della CNN Peter Arnett diedero alla prima guerra del Golfo la parvenza di un conflitto più virtuale che reale. Diversamente lo sviluppo della tecnologia digitale e di Internet hanno reso il fronte della seconda guerra del Golfo un colabrodo da cui filtra qualsiasi notizia, sia essa proveniente da giornalisti indipendenti, soldati americani o fonti irachene. Torture inferte ai prigionieri di Abu Ghraib comprese.
Paul Greengrass, ben consapevole dell’ampiezza della cornice informativa che racchiude il conflitto iracheno, sfrutta appieno la sua vena documentaristica - pochi sanno che ha cominciato la sua carriera occupandosi di conflitti globali per la ITV britannica – per costruire il forte di autenticità che emana dalla rappresentazione del paese sull’orlo della guerra civile.
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Le immagini sempre uguali e insignificanti dei traccianti della contraerea nel cielo nero di Baghdad e la voce monocorde dell’inviato della CNN Peter Arnett diedero alla prima guerra del Golfo la parvenza di un conflitto più virtuale che reale. Diversamente lo sviluppo della tecnologia digitale e di Internet hanno reso il fronte della seconda guerra del Golfo un colabrodo da cui filtra qualsiasi notizia, sia essa proveniente da giornalisti indipendenti, soldati americani o fonti irachene. Torture inferte ai prigionieri di Abu Ghraib comprese.
Paul Greengrass, ben consapevole dell’ampiezza della cornice informativa che racchiude il conflitto iracheno, sfrutta appieno la sua vena documentaristica - pochi sanno che ha cominciato la sua carriera occupandosi di conflitti globali per la ITV britannica – per costruire il forte di autenticità che emana dalla rappresentazione del paese sull’orlo della guerra civile. Green Zone è infatti frutto di un meticoloso lavoro di ricerca su svariate fonti: riprese documentarie, video su YouTube, registrazioni audio e libri. Da bravo documentarista Greengrass ha anche intervistato testimoni oculari del conflitto come inviati di guerra e reduci, decidendo di coinvolgere una parte di questi ultimi nella produzione del film.
Tuttavia Green Zone non è un film sulla guerra in Iraq. E’ un thriller ambientato in Iraq. Nel 2003 il primo maresciallo luogotenente Roy Miller (Matt Damon) e la sua squadra di ispettori – interpretati da reduci di guerra – ricevono l’incarico di scovare nel deserto i depositi dove sono custodite le armi di distruzione dei massa. Muovendosi in luoghi zeppi di trappole esplosive alla ricerca dei mortali composti chimici Miller e i suoi si imbattono in una elaborata copertura che inverte lo scopo della loro missione. Preso nell’intrigo delle operazioni di agenti segreti guidati da strategie contrapposte, che riecheggiano lo scontro tra falchi e colombe alla Casa Bianca, Miller decide di oltrepassare i limiti del suo incarico e i confini della Zona Verde in cui si trova la base si stanziamento della coalizione US-UK e delle forze alleate per addentrarsi nel territorio non sicuro della Zona Rossa alla ricerca della verità.
La sceneggiatura ben congegnata dell’Oscar Brian Helgeland, che crea sottotraccia una sottile tensione derivante dalla consapevolezza che la verità nel mondo connesso può trapelare in un istante, e il sorprendente senso di realtà che viene dall’elaborata ambientazione fanno di Green Zone qualcosa di più di un thriller ben riuscito, ne vanno un film a cui manca appena una sottile vena lirica per essere un capolavoro.
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joker79
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domenica 11 aprile 2010
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iraq una sporca bugia
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La vicenda della guerra in Iraq ha il sapore del già vissuto negli ambienti dell'intelligence americani. Sheehan lo riporta chiaramente nel suo saggio sulla guerra del Vietnam dove giovani statunitensi erano stati inviati "per strappare agli artigli del Comunismo ogni piccolo giallo".Come in ogni conflitto la giustificazione all'intervento è rivestita di bugie su uno sfondo rosso...profondo.L'abisso iracheno ed in questo caso del secondo conflitto non fa eccezione. In questo film di Greengrass un soldato del 75°gruppo inviato alla ricerca di wdm(weapon of mass destruction) gira in tondo senza meta.Sara'l'abnegazione e la sua sete di verità ad indirizzarlo verso il reale significato della guerra,dove diverse agenzie governative(CIA-DIA) competono tra loro per accaparrarsi un posto in prima fila nella ricostruzione statale,eliminando al contempo i precedenti e scomodi compagni di merenda .
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La vicenda della guerra in Iraq ha il sapore del già vissuto negli ambienti dell'intelligence americani. Sheehan lo riporta chiaramente nel suo saggio sulla guerra del Vietnam dove giovani statunitensi erano stati inviati "per strappare agli artigli del Comunismo ogni piccolo giallo".Come in ogni conflitto la giustificazione all'intervento è rivestita di bugie su uno sfondo rosso...profondo.L'abisso iracheno ed in questo caso del secondo conflitto non fa eccezione. In questo film di Greengrass un soldato del 75°gruppo inviato alla ricerca di wdm(weapon of mass destruction) gira in tondo senza meta.Sara'l'abnegazione e la sua sete di verità ad indirizzarlo verso il reale significato della guerra,dove diverse agenzie governative(CIA-DIA) competono tra loro per accaparrarsi un posto in prima fila nella ricostruzione statale,eliminando al contempo i precedenti e scomodi compagni di merenda .Tra le rovine di una Baghdad brulicante di soldati in rotta , profughi alla deriva ed okkupanti in cerca di fantasmi prende il via questa storia. Il ritmo del film è incalzante, sulle immagini possiamo rivedere gli spaccati di Black Hawk Down (altra esperienza d'okkupazione ma in Somalia), Generation Kill, The Hurt Locker.Ognuna di queste pellicole sulla guerra in Iraq riporta il medesimo elemento:la stanchezza dell'America per un conflitto di cui si son persi gli obiettivi e le motivazioni.Matt Damon è all'apice della carriera ed in questo film rivive l'esperienza di Ryan. Il regista riporta sullo sfondo dell'azione anche le atrocita'commesse nelle prigioni irachene come Abu Ghraib, dove per giustificare l'abominio si usanvano parole come tutela della sicurezza e confidentiale.Purtroppo spesso le nazioni hanno la coazione a ripetersi,l'America in questo NON PUò SOTTRARSI!Il Vietnam è costato molto caro,ma il conto non sembra ancora saldato.Dedicato a coloro che cercano risposte, ma noi tutti speriamo soluzioni!
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alcoholfueledtommy
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martedì 13 aprile 2010
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una visione "aggiornata" della guerra
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Baghdad 2003, primo mese di guerra. L'ufficiale Roy Miller, militare ordinario ma che non difetta di buonsenso e misura, è frustrato dalla scarsezza di progressi nella ricerca delle famose armi di distruzione di massa, della quale lui e la sua squadra sono incaricati. Cercare la verità stravolgerà completamente la sua missione.
A 3 anni da "United 93" Paul Greengrass si butta nuovamente e con decisione nell'attualità, riportando l'attenzione al conflitto forse più discusso della Storia recente in un film di guerra moderno, lineare e diretto. Non c'è comunque nulla di nuovo da dimostrare nelle contraddizioni della guerra (anche se si avverte una chiara nota di amarezza, soprattutto nelle inquadrature finali.
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Baghdad 2003, primo mese di guerra. L'ufficiale Roy Miller, militare ordinario ma che non difetta di buonsenso e misura, è frustrato dalla scarsezza di progressi nella ricerca delle famose armi di distruzione di massa, della quale lui e la sua squadra sono incaricati. Cercare la verità stravolgerà completamente la sua missione.
A 3 anni da "United 93" Paul Greengrass si butta nuovamente e con decisione nell'attualità, riportando l'attenzione al conflitto forse più discusso della Storia recente in un film di guerra moderno, lineare e diretto. Non c'è comunque nulla di nuovo da dimostrare nelle contraddizioni della guerra (anche se si avverte una chiara nota di amarezza, soprattutto nelle inquadrature finali.) ,e niente viene concesso alla retorica o a facili distinzioni tra "amici" e "nemici". Conta soprattutto l'azione in una Baghdad labirintica, immensa e disastrata (ben resa dalla fotografia di Barry Ackroyd), dove si passa dai fastosi palazzi del regime ora sede del comando americano (la cosiddetta "Green Zone") alla guerriglia nelle strade per pura forza di immagini. E' qui che il particolare stile del regista, che in altri film poteva sembrare eccessivamente cinetico e confusionario, riesce a fondere abilmente finzione, spettacolo e realtà (a tratti vicino, come oggettività, ad un cinegiornale di guerra) con un perfetto senso del ritmo, della tensione e dello spazio filmico. Attori in parte, con Matt Damon che si libera con disinvoltura dei panni di Jason Bourne, e il sempre granitico Brendan Gleeson. Bello il personaggio antieroico del mutilato iracheno, interpretato da Khalid Abdalla.
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carmine antonello villani
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martedì 13 aprile 2010
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action movie allo stato dell'arte
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La coppia Greengrass/Damon torna a fare centro. Adrenalinico ed ipercinetico, “Green Zone” è un action movie che s’interroga sulle ragioni vere o presunte del conflitto iracheno. Vecchie ferite, la ragion di Stato non può molto dinanzi ad un ufficiale dell’esercito che ancora crede negli ideali di libertà ed uguaglianza. Troppe zone d’ombra a dispetto di quel titolo che fa presagire chissà quali prati verdi eppure la guerra è quasi sempre una follia quando in ballo ci sono vite umane ed interessi economici che vanificano persino le migliori intenzioni. Basato sul libro di un giornalista del Washington Post, il film ripercorre le vicende diplomatiche alla vigilia della Seconda guerra del Golfo portando alla luce crimini e misfatti dell’amministrazione Bush.
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La coppia Greengrass/Damon torna a fare centro. Adrenalinico ed ipercinetico, “Green Zone” è un action movie che s’interroga sulle ragioni vere o presunte del conflitto iracheno. Vecchie ferite, la ragion di Stato non può molto dinanzi ad un ufficiale dell’esercito che ancora crede negli ideali di libertà ed uguaglianza. Troppe zone d’ombra a dispetto di quel titolo che fa presagire chissà quali prati verdi eppure la guerra è quasi sempre una follia quando in ballo ci sono vite umane ed interessi economici che vanificano persino le migliori intenzioni. Basato sul libro di un giornalista del Washington Post, il film ripercorre le vicende diplomatiche alla vigilia della Seconda guerra del Golfo portando alla luce crimini e misfatti dell’amministrazione Bush. Armi di distruzione di massa ricercate con ossessiva determinazione e mai trovate, intrighi di palazzo e lotta per il potere, la CIA sa sporcarsi le mani se si tratta di mettere al potere un governo fantoccio che fa le veci dei vincitori. Paul Greengrass si conferma un genio del cinema d’azione grazie alle sequenze da videoclip che sono allo stato dell’arte; Greg Kinnear con la sua interpretazione della realpolitik è convincente come non mai; Matt Damon dona vivacità al gruppo di combattenti di stanza in Iraq nonostante riporti alla memoria l’agente smemorato immortalato nella saga di Bourne. Il resto è una ricostruzione minuziosa di scontri a colpi di mitra e lanciarazzi.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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ivanod
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domenica 8 agosto 2010
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un'occasione sprecata
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Spesso accade nella cinematografia americana che ad ogni cambio di amministrazione si respira un'aria nuova nelle prospettive e nelle storie prodotte ad Hollywood. Questo, se non deve entusiasmare quando l'aria è "Bushiana", non è giusto, per equità, che entusiasmi se l'aria è "Obamiana", con tutta la simpatia che nutro nei confronti del secondo.
In Green Zone l'eroe "senza macchia" Matt Damon, sempre più ecclettico, si imbatte nella realtà dell'Iraq dove un'amministrazione inadeguata ha mandato a morire una generazione di giovani sulla menzogna raccontata al mondo intero di armi di distruzione di massa mai ritrovate e ha ridotto un paese, l'Iraq dalla tirannia al caos totale e sanguinario tra bande di varia etnia e fede religiosa.
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Spesso accade nella cinematografia americana che ad ogni cambio di amministrazione si respira un'aria nuova nelle prospettive e nelle storie prodotte ad Hollywood. Questo, se non deve entusiasmare quando l'aria è "Bushiana", non è giusto, per equità, che entusiasmi se l'aria è "Obamiana", con tutta la simpatia che nutro nei confronti del secondo.
In Green Zone l'eroe "senza macchia" Matt Damon, sempre più ecclettico, si imbatte nella realtà dell'Iraq dove un'amministrazione inadeguata ha mandato a morire una generazione di giovani sulla menzogna raccontata al mondo intero di armi di distruzione di massa mai ritrovate e ha ridotto un paese, l'Iraq dalla tirannia al caos totale e sanguinario tra bande di varia etnia e fede religiosa.
Lo spunto di partenza,la falsità sulle armi chimiche, ed i primi 30 minuti del film sono entusiasmanti e si sarebbero prestati ad un'ottima metafora dell'eroe a caccia del "vuoto", La scena dello sgomento dei soldati di fronte al non ritrovamento delle armi è da Maestro; all'inadeguatezza dei soldati contro gli ordini "dall'alto"(Orizzonti di gloria), e della stupidità della guerra, in un "deserto dei tartari" dell'anima. Il tutto con scene di azione ad alta tensione come solo il cinema americano è in grado di produrre.
Poi, invece, la necessità dell'eroismo, disperde la carica del film in una serie di chiare incongruenze nella solita lotta tra buoni e cattivi in cui un capitano dell'esercito USA si muove all'insaputa dei superiori, senza ordini; la CIA (la Cia per la prima volta tra i buoni) compete contro il Governo (mah?) e un ex ministro di Saddam viene ucciso da un informatore iracheno in una scena da Playstation.Una giornalista nemmeno di grande firma pare possedere le" chiavi" per sciogliere il nodo Iraq. (meno male!)
Il tutto può funzionare in un action movie alla Bruce Willis, ma nella soluzione dell'assunto iniziale di film di denuncia lascia alquanto a desiderare.
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doni64
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venerdì 1 ottobre 2010
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film di guerra interessante
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Film del genere guerra azione interpretato in modo avvincente e dedicato dall'ormai noto attore M.Demon che si impegnagna molto nel ruolo che riveste.La trama e' concisa e importante come lo e' l'intera traccia e nel complesso un film simpatico in tutti gli aspetti.Voto 7
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kildem
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mercoledì 16 febbraio 2011
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la zona verde e la sporca bugia dell'america
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Finalmente.
Finalmente uno che ha il coraggio di mostrare al mondo che la guerra in Medio Oriente è basata su fatti mai avvenuti, e quindi, su menzogne.
Armi di distruzione di massa che l'amministrazione Bush (eletta per due volte) ha sempre confermato, e che non sono mai state trovate.
Un film che, in maniera semplice, quasi ingenua nella sua semplicità, e con il pienone d'azione, ci spiega che la guerra in Medio Oriente è una buffonata.
Michael Moore (regista di fahrenheit 9/11) ha detto una frase che condivido "è incredibile che a hollywood abbiano accettato un film simile".
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bella earl!
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mercoledì 20 aprile 2011
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matt damon: da spia a soldato rimane un grande.
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La coppia composta dal regista Paul Greengrass e l'attore Matt Damon fa centro con questo "Green Zone" che si afferma come un grandissimo film d'azione del 2010.
Matt Damon interpreta un soldato animato da un grandissimo spirito patriottico e dalla vera e propria voglia di servire il suo paese che è alle prese con la ricerca di armi di distruzioni di massa. L'intelligence, però, manda solo informazioni che, una volta verificate, si rivelano errate. Il soldato Damon, però, non si arrende e vuole vederci chiaro in questa storia e in una girandola di eventi ad alto tasso di adrenalina (incredibilmente magistrale la scena dell'inseguimento a tre e il suo epilogo).
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La coppia composta dal regista Paul Greengrass e l'attore Matt Damon fa centro con questo "Green Zone" che si afferma come un grandissimo film d'azione del 2010.
Matt Damon interpreta un soldato animato da un grandissimo spirito patriottico e dalla vera e propria voglia di servire il suo paese che è alle prese con la ricerca di armi di distruzioni di massa. L'intelligence, però, manda solo informazioni che, una volta verificate, si rivelano errate. Il soldato Damon, però, non si arrende e vuole vederci chiaro in questa storia e in una girandola di eventi ad alto tasso di adrenalina (incredibilmente magistrale la scena dell'inseguimento a tre e il suo epilogo). Greengrass gira queste scene come se nella vita non avesse aspettato altro con una vitalità e una bravura frequenti nei grandi registi del cinema. Ma si badi bene. Questo non è il solito "polpettone" che rifila Stallone rinnovando di anno in anno i suoi Rocky e Rambo (che dopo un gran lavoro con i rispettivi primi film, si sono seduti adattando il personaggio a una trama diversa fino ad arrivare ai deludenti Rocky Balboa e Rambo IV) bensì un film che alterna ottimamente il genere Action e il genere Thriller.
Per gli amanti della guerra un film imperdibile.
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lomax
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giovedì 9 settembre 2010
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la grande menzogna!
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Avvincente film di denuncia, realistico, penso che al di là delle menzogne che ci hanno raccontato, la vera storia, quella che non ci racconteranno mai, non si discosti molto da quella narrata nel film. Finalmente un film che va oltre le solite ovvietà che mettono sempre in primo piano gli americani nel ruolo di protettori del mondo al di sopra di tutto e di tutti, sempre schierati dalla parte dei ‘buoni’. Il patriottismo a stelle e strisce a prescindere dal contesto, c’ha rotto; questo film invece mette in evidenza un Paese devastato dalla guerra, che riversa nel caos totale in balia di bande sanguinarie, di politici corrotti e con gli iraqeni impotenti a farne le spese.
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Avvincente film di denuncia, realistico, penso che al di là delle menzogne che ci hanno raccontato, la vera storia, quella che non ci racconteranno mai, non si discosti molto da quella narrata nel film. Finalmente un film che va oltre le solite ovvietà che mettono sempre in primo piano gli americani nel ruolo di protettori del mondo al di sopra di tutto e di tutti, sempre schierati dalla parte dei ‘buoni’. Il patriottismo a stelle e strisce a prescindere dal contesto, c’ha rotto; questo film invece mette in evidenza un Paese devastato dalla guerra, che riversa nel caos totale in balia di bande sanguinarie, di politici corrotti e con gli iraqeni impotenti a farne le spese. Ottima l’interpretazione di Matt Damon.
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filippo catani
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lunedì 25 luglio 2011
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ma dove sono le armi?
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Un apposito plotone dell'esercito americano in Iraq è destinato alla ricerca dei siti di stoccaggio delle armi di distruzione di massa. Il problema sorge quando, dopo una serie di ripetute visite, questi siti si presentano sempre vuoti o adibiti ad altro. Il capo della squadra vorrà vederci chiaro e, gioco forza, finirà con lo scontrarsi con i poteri forti statunitensi.
Tratto da un romanzo, la pellicola convince sia per il contenuto che per le scene d'azione. Ci viene restituita in pieno l'idea di un paese, l'Iraq, assolutamente in balia degli eventi e dove gli invasori statunitensi cercano di imporre le proprie visioni politiche a una comunità con le proprie consuetudini.
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Un apposito plotone dell'esercito americano in Iraq è destinato alla ricerca dei siti di stoccaggio delle armi di distruzione di massa. Il problema sorge quando, dopo una serie di ripetute visite, questi siti si presentano sempre vuoti o adibiti ad altro. Il capo della squadra vorrà vederci chiaro e, gioco forza, finirà con lo scontrarsi con i poteri forti statunitensi.
Tratto da un romanzo, la pellicola convince sia per il contenuto che per le scene d'azione. Ci viene restituita in pieno l'idea di un paese, l'Iraq, assolutamente in balia degli eventi e dove gli invasori statunitensi cercano di imporre le proprie visioni politiche a una comunità con le proprie consuetudini. Militari mandati alla ricerca di armi inesistenti, fonti anonime, cia e Casa Bianca che lottano una contro l'altra e sul campo si fronteggiano giovani militari e cittadini più o meno esasperati. Stupenda la sequenza dei tre militari che arrivano in un hotel nella green zone e passano dal deserto e le bombe alla piscina e ai cocktail dei diplomatici. Molto bene anche Matt Demon.
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