Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Belgio |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Felix Van Groeningen |
Attori | Pauline Grossen, Johan Heldenbergh, Koen De Graeve, Wouter Hendrickx, Natali Broods . |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 maggio 2009
Un uomo ripercorre la sua adolescenza in un romanzo che sogna di pubblicare, riscattando un'esistenza consumata in un paese miserrimo della provincia fiamminga.
CONSIGLIATO SÌ
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Gunther Strobbe ha tredici anni e una vita in salita. Abbandonato ancora pargolo dalla madre, il ragazzo è stato cresciuto da una nonna affettuosa, un padre alcolizzato e tre zii attaccabrighe e incorreggibili. Molti boccali di birra dopo, Gunther ripercorre la sua adolescenza in un romanzo che sogna di pubblicare, riscattando un'esistenza consumata in un paese miserrimo della provincia fiamminga e condivisa con un clan di degenerati dediti alle corse "svestite" in bicicletta o a gare di boccali traboccanti. La nascita di suo figlio e la pubblicazione del suo libro gli restituiranno il sorriso e il passo di pianura. François Truffaut diceva che non ci fosse "nulla di più bello che vedere uscire un libro che si è scritto, salvo, senza dubbio, di mettere al mondo un bambino".
Il giovane protagonista della commedia scatologica di Félix van Groeningen, realizza nell'epilogo entrambi i traguardi, pubblicando il suo primo romanzo e preparando l'ingresso alla vita del suo bambino. Idealmente prossimo al Doinel truffautiano, il Gunther del regista fiammingo condivide con Antoine il senso di "orfanato" e la prospettiva di dovere "farcela da solo". Il disancoramento del protagonista dalle sue relazioni più strette avviene molto presto, Gunther subisce ancora infante l'abbandono affettivo della madre e appena adolescente quello civile del padre, sarà allora la società, nelle figure degli psicologi e degli assistenti sociali, a incaricarsi della sua rieducazione.
La Merditude des Choses si apre sul protagonista adulto e ne ripercorre l'infanzia e l'adolescenza attraverso flashback, generosi background visivi che ricongiungono il suo presente col suo passato. Il corpo di Gunther, immerso nella "merditudine" della vita e delle cose, viene trasformato dal regista in materiale pedagogico. Procedendo avanti e indietro nel tempo e dentro e fuori la casa degli scriteriati fratelli Strobbe, van Groeningen accompagna il suo biondo protagonista da una condizione all'altra dell'esistenza, fino ad affermarlo nel suo nuovo stato di età, quello della genitorialità, e attestarlo nella sua precisa qualificazione, quella di scrittore.
Gunther, l'attore Valentijn Dhaenens, è un adulto in cui permangono molti aspetti dell'infanzia, nondimeno il suo essere incompiuto non gli impedirà di crescere la sua creatura in un mondo fatto a misura di bambino, dove le traiettorie di caduta finiscono nei campi di grano e le biciclette arrancano e deragliano in cerca di equilibrio, di collaborazione e di stabilità. L'appello di van Groeningen ha un carattere d'urgenza e il suo Gunther adolescente reca con sé un senso di poesia che fiorisce sul disordine degli adulti, di tutti coloro che non hanno ancora compreso che dai bambini c'è solo da imparare e si può soltanto amarli.