ceres_susa
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venerdì 15 gennaio 2010
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freeman sopra le righe ma qualche sbavatura
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Premetto che ho visto il film in lingua originale. Film piacevole, racconta i primi 2 anni di presidenza Mandela, in un paese spaccato tra bianchi e neri. Se non fosse una storia vera, stenterei a credere che un uomo incarcerato da 27 anni, una volta al potere non serbi astio per i suoi carcerieri, ma così é avvenuto in realtà! La storia narra di come Mandela riuscì a far dimenticare l'apartheid grazie al potere unificante dello sport. La squadra di Rugby sudafricana, da anni esclusa da ogni gara a causa dell'apartheid stesso, non era più competitiva. I mondiali del 1995 nello stesso Sudafrica si stavano avvicinando. Gli "Springboks", questo il loro soprannome, erano l'emblema del sudafrica bianco, e odiati dai neri.
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Premetto che ho visto il film in lingua originale. Film piacevole, racconta i primi 2 anni di presidenza Mandela, in un paese spaccato tra bianchi e neri. Se non fosse una storia vera, stenterei a credere che un uomo incarcerato da 27 anni, una volta al potere non serbi astio per i suoi carcerieri, ma così é avvenuto in realtà! La storia narra di come Mandela riuscì a far dimenticare l'apartheid grazie al potere unificante dello sport. La squadra di Rugby sudafricana, da anni esclusa da ogni gara a causa dell'apartheid stesso, non era più competitiva. I mondiali del 1995 nello stesso Sudafrica si stavano avvicinando. Gli "Springboks", questo il loro soprannome, erano l'emblema del sudafrica bianco, e odiati dai neri. Mandela (un superlativo Morgan Freeman con un accento sud-africano ben riuscito a quanto dicono) riesce, con abile diplomazia e con una personalità d'altri tempi, a trasformare gli Springboks nel simbolo dell'unità nazionale e capisce che potrebbe essere l'unico modo per convincere neri e bianchi che uno "stato-arcobaleno" unito é una realtà raggiungibile. Per fare ciò, fa amicizia col capitano della squadra Pienaar, un Afrikaans olandese (Damon) figlio di un imprenditore razzista. La differenza di personalità tra Mandela e Pienaar é enorme. Uno, indurito da 27 anni di carcere; l'altro, un trascinatore della sua squadra ma senza troppo nerbo al di fuori del campo. La squadra, con un allenamento durissimo riuscirà a tornare competitiva. Al contempo, il Presidente motiva la squadra e riesce, con una tournée "obbligata" di favela in favela di tutta la selezione nazionale, a far amare gli Springboks da neri e bianchi incondizionatamente. Il tutto culmina nella coppa del mondo di rugby del 1995. La fine vedetela voi, ma comunque sia andata, il fatto di tifare per una stessa squadra distrugge il muro fino ad allora esistente e porta finalmente alla fine del razzismo in Sudafrica.
Clint Eastwood si cimenta in un film per metà biografico e per metà sportivo. La parte biografica é eccezionale, lui non ha eguali per come sa raccontare le storie, ed emozionare il pubblico. Pur senza storie d'amore e melensaggini, lo spettatore si affezione sempre al protagonista e ci si attacca come fosse un parente. Matt Damon, pur bravo, si cimenta in una parte un pò superficialotta, il Totti Sudafricano, trascinatore ma completamente succube del Presidente. Sembra che il Pienaar vero fosse di tutt'altra pasta. Nelle incredibili scene di uno stadio colmo di 62000 spettatori (ma come avrà fatto? Tutte comparse o effetti speciali?), purtroppo balza agli occhi che gli americani non sanno cosa sia il rugby. Tra i calci d'inizio, le scene a distanza, le mischie con gli "sgrunt" a rallentatore, era più realistico l'allenatore nel pallone. Un po' lenta la descrizione della finale, accorciandola il film ne avrebbe giovato. Cambiando un po' le proporzioni (30% rugby, 70% biografia invece di 50% e 50%), ne sarebbe uscito un capolavoro. Comunque una storia 100 volte meglio raccontata di Avatar.
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spike
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lunedì 14 dicembre 2009
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rugby, sentimenti e clint: grande cinema
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Il film di sport più intenso che io abbia mai visto al cinema (a New York). Le scene girate nello stadio sono assolutamente spettacolari e significative, Clint si riconferma il maestro assoluto della settima arte. La vittoria di almeno due Oscar dovrebbe essere assicurata:
MIGLIOR FILM
MIGLIOR REGIA (alla faccia di AVATAR).
fosse per me aggiungerei:
MIGLIOR COLONNA SONORA
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (Matt Damon)
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONOSTA (Morgan Freeman).
SE ANCHE QUEST'ANNO L'ACADEMY PERSISTERA' CON L'OTTUSA INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DEL MAESTRO (come accaduto con GRAN TORINO), L'OSCAR PERDERA' ANCHE QUELLA POCA CREDIBILITA' DI CUI ANCORA GODE. La proiezione si è conclusa con una standing ovation, una cosa da pelle d'oca.
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Il film di sport più intenso che io abbia mai visto al cinema (a New York). Le scene girate nello stadio sono assolutamente spettacolari e significative, Clint si riconferma il maestro assoluto della settima arte. La vittoria di almeno due Oscar dovrebbe essere assicurata:
MIGLIOR FILM
MIGLIOR REGIA (alla faccia di AVATAR).
fosse per me aggiungerei:
MIGLIOR COLONNA SONORA
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (Matt Damon)
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONOSTA (Morgan Freeman).
SE ANCHE QUEST'ANNO L'ACADEMY PERSISTERA' CON L'OTTUSA INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DEL MAESTRO (come accaduto con GRAN TORINO), L'OSCAR PERDERA' ANCHE QUELLA POCA CREDIBILITA' DI CUI ANCORA GODE. La proiezione si è conclusa con una standing ovation, una cosa da pelle d'oca. Lunga vita al RE!!!!!!!!
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[+] clint eastwood forever
(di vesprosiciliano)
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[+] rugby: scuola di vita
(di albyrugbyboy)
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[+] purtroppo niente oscar
(di the_end)
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rugbyfan
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venerdì 6 giugno 2008
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Gentile redazione, mi permetto di segnlarVi un errore nella pre-recensione del film "the human factor".
La coppa del mondo di rugby in sud africa si è svolta nel 1995 e non nel 1985.
Tra l'altro quella del '95 era la 3^ edizione in assoluto dei mondiali di rugby, ma la prima a cui partecipava anche il S.A., che ne era stato in precedenza escluso proprio per via della politica dell'apartheid.
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