miss brown
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lunedì 1 marzo 2010
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clint for president
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Negli ultimi film Clint Eastwood gira attorno al tema del patriottismo, ma visto in modi molto diversi: nei due opposti e paralleli film corali sulla IIWW americani e giapponesi davano tutto per il loro Paese, ma come passive marionette nelle mani delle rispettive gerarchie militari. In GRAN TORINO il vecchio Kovalski prende l'iniziativa, decide che il destino DEVE essere nelle sue mani, il brutto carattere diventa sana indignazione, perchè "da noi in America certe cose non devono succedere" e dà la vita per questo.
In INVICTUS c'è un altro vecchio, Mandela, pacato e sereno quanto Kovalski era aggressivo e iracondo, entrambi profondamente laici, ma con una grande fede nel potere della democrazia e dell'uguaglianza.
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Negli ultimi film Clint Eastwood gira attorno al tema del patriottismo, ma visto in modi molto diversi: nei due opposti e paralleli film corali sulla IIWW americani e giapponesi davano tutto per il loro Paese, ma come passive marionette nelle mani delle rispettive gerarchie militari. In GRAN TORINO il vecchio Kovalski prende l'iniziativa, decide che il destino DEVE essere nelle sue mani, il brutto carattere diventa sana indignazione, perchè "da noi in America certe cose non devono succedere" e dà la vita per questo.
In INVICTUS c'è un altro vecchio, Mandela, pacato e sereno quanto Kovalski era aggressivo e iracondo, entrambi profondamente laici, ma con una grande fede nel potere della democrazia e dell'uguaglianza. Madiba è un uomo dolce e gentile (un capo di stato che porta in dono da un viaggio in Europa le caramelle preferite a una guardia del corpo), ma non esita a servirsi di uno sport violento come il rugby per dare una scossa al suo popolo, a quei neri che tifavano per la squadra avversaria nelle partite internazionali, e ai bianchi che si rifiutavano di cantare il nuovo inno nazionale, non sapendo che significa "Dio benedica l'Africa". Tutto è raccontato con calma, con la lentezza che è non solo dei vecchi saggi, ma dei grandi classici.
Il capitano bianco della nazionale Pinaar non ha votato per Mandela, ma impara a stimarlo come uomo prima che come Presidente. Così tutti, indipendentemente dalle idee politiche, non possiamo non amare profondamente il vecchio Clint: se tutti gli uomini di destra fossero come lui non avremmo bisogno di uomini di sinistra.
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rory83
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domenica 28 febbraio 2010
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gran bel film
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Grande Morgan Freeman, grande Eastwood,...insomma un gran bel film. Da vedere assolutamente.
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(di the84damy)
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joker91
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domenica 28 febbraio 2010
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grande film
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ovviamente non il migliore di eastwood ma merita di certo la visione come ogni suo grande film.
il nostro clint ci racconta la storia della coppa del mondo di rugby del 95 in cui il sud africa vinse davanti agli occhi di un mandela che con questa squadra voleva unire una nazione.
un film con due grandi interpreti come matt damon ed il premio oscar morgan freeman,ricordo che entrambi sono candidati all' oscar.
un film classico come del resto lo è tutto il cinema del grande clint ed una colonna sonora pregevolissima in stile eastwood.
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massimiliano di fede
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domenica 28 febbraio 2010
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il rugby sconfigge l'apartheid
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Come al solito Clint, non sbaglia un colpo. Ha fatto un nuovo centro, portando sugli schermi una storia straordinaria, di un uomo straordinario, che ha saputo integrare un paese diviso per molti anni dal colore della pelle. Quest’uomo è Nelson Mandela e, in questo film, Clint Eastwood ha voluto omaggiarne lo spirito e l’animo di condottiero, che per 30 anni è stato rinchiuso in una piccola cella di una prigione ubicata su un’isola, dove ne è uscito vincitore e invincibile. Questa è la storia dell’insediamento di Mandela come Presidente del Sudafrica e delle sorti della nazionale della squadra di Rugby, gli Springboks , che lo stesso Mandela con il suo carisma e la sua tenacia, da squadra amata dai soli bianchi, l’ha fatta diventare la squadra di tutti e 43 milioni di Sudafricani annullando completamente ogni distinzione di razza, di religione, di appartenenza politica, di sesso, puntando tutto su di loro , simbolo dell’apartheid, e sul capitano della squadra Francois Piennar, per la riunificazione della Nazione.
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Come al solito Clint, non sbaglia un colpo. Ha fatto un nuovo centro, portando sugli schermi una storia straordinaria, di un uomo straordinario, che ha saputo integrare un paese diviso per molti anni dal colore della pelle. Quest’uomo è Nelson Mandela e, in questo film, Clint Eastwood ha voluto omaggiarne lo spirito e l’animo di condottiero, che per 30 anni è stato rinchiuso in una piccola cella di una prigione ubicata su un’isola, dove ne è uscito vincitore e invincibile. Questa è la storia dell’insediamento di Mandela come Presidente del Sudafrica e delle sorti della nazionale della squadra di Rugby, gli Springboks , che lo stesso Mandela con il suo carisma e la sua tenacia, da squadra amata dai soli bianchi, l’ha fatta diventare la squadra di tutti e 43 milioni di Sudafricani annullando completamente ogni distinzione di razza, di religione, di appartenenza politica, di sesso, puntando tutto su di loro , simbolo dell’apartheid, e sul capitano della squadra Francois Piennar, per la riunificazione della Nazione. Madiba , come lo chiamano i suoi collaboratori, riesce nel suo intento, rischiando di portarsi le antipatie dei suoi stessi elettori. Ma un grande uomo si distingue proprio da questo, ha guidato il suo popolo nella piena consapevolezza di percorre la giusta strada. Il messaggio è fortissimo in questo film e, fa capire che ogni nazione dovrebbe avere un Nelson Mandela. Anche in Italia. Questo Film è l’esempio di come sia possibile riunificare un’intera nazione divisa dalla razza. Una grande prova di coraggio, che solo un uomo come Mandela, un personaggio reale, dei nostri giorni, vero, umano e allo stesso tempo grandioso, ha potuto cambiare le sorti della storia di un popolo. Solo la settimana prossima, sapremo con gli Oscar, cosa ha effettivamente dato questo film come messaggio. Non mi meraviglierei che la statuetta fosse assegnata proprio ad Invictus, come miglior film, ma anche le interpretazioni sono davvero straordinarie. Un Matt Damon, che cambia totalmente pelle, immedesimandosi alla perfezione nella parte del Capitano Piennar. Riesce a togliersi quell’espressione statica, da belloccio attore americano, e assume una connotazione da vero giocatore di Rugby, ma la statuetta di miglior attore non protagonista potrebbe essere assegnata a Christoph Waltz, per una grande interpretazione nel film di Tarantino “Bastardi senza gloria”. Morgan Freeman è Nelson Mandela, e la sua interpretazione è di una perfezione impressionante che potrebbe mettere d’accordo tutti sull’assegnazione della Statuetta come miglior attore. Trasmette una carica emotiva davvero sublime e magica. Clint Eastwood si riconferma uno dei migliori registi a cavallo tra il XX e XXI secolo, dirigendo e producendo films che difficilmente verranno dimenticati e faranno parte della storia del cinema. Piccola annotazione per noi Italiani…..anzi per gli Italioti che ogni domenica entrano in uno stadio, ubriacandosi di violenza, nel nome del calcio, uno sport che è sinonimo di eccessi economici, di gossip e di “veline”, di corruzione, di droga. Lo sport in genere, deve essere sinonimo, di pace e di fratellanza, lo sport deve rigenerare lo spirito e l’intelletto. Questo è uno dei messaggi che il film vuole dare, raccontando questa storia vera e, deve essere un messaggio che guarda tutti gli sports a 360°. Andate a guardare questo film con il giusto spirito
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member87
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domenica 28 febbraio 2010
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clint è ancora una volta invincibile
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Forse non sarà il più bel film della carriera di questo straordinario regista ma sicuramente Clint impressiona ancora una volta. Lettere da Iwo Jima, Changeling, il superbo Gran Torino, Invictus, tutti film estremamente differenti tra loro ma ognuno capace di trasmettere emozioni e sensazioni uniche. Forse è proprio questa la forza di Eastwood, raccontare storie sempre diverse ma che ogni volta lasciano impressionato positivamente lo spettatore, come in questo caso. Uno straordianrio Morgan Freeman e un convicnente Matt Damon (apprezzabile ancora di più nella versione originale) rendono giustizia a due personaggi che hanno cambiato, ovviamente con ruoli totalmente differenti, la storia recente del Sud Africa.
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Forse non sarà il più bel film della carriera di questo straordinario regista ma sicuramente Clint impressiona ancora una volta. Lettere da Iwo Jima, Changeling, il superbo Gran Torino, Invictus, tutti film estremamente differenti tra loro ma ognuno capace di trasmettere emozioni e sensazioni uniche. Forse è proprio questa la forza di Eastwood, raccontare storie sempre diverse ma che ogni volta lasciano impressionato positivamente lo spettatore, come in questo caso. Uno straordianrio Morgan Freeman e un convicnente Matt Damon (apprezzabile ancora di più nella versione originale) rendono giustizia a due personaggi che hanno cambiato, ovviamente con ruoli totalmente differenti, la storia recente del Sud Africa. Un film che ci aiuta a ricordare, che ci permette di riflettere e che alla fine ci fa esultare come se quella coppa del mondo l'avessimo vinta un pò anche noi. Grazie Clint, aspettiamo con ansia il tuo prossimo ed ennesimo capovaloro.
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francesca meneghetti
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domenica 28 febbraio 2010
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due pantere grigie all'assalto. o forse tre
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Due pantere grigie, a quanto pare, fanno coppia vincente nel cinema. Si può dire che rappresentino, nella loro complementarietà, due volti dell’America: il coriaceo ex cowboy Clint Eastwood e il nero Morgan Freeman (Madiba o Mandela in questo film). Eastwood, a differenza di Million Dollar Baby, rimane invisibile, nei suoi panni di regista, mentre Freeman, con la sua bellissima faccia, sembra incarnare sempre di più i panni del vecchio saggio: nero o indiano che sia, custode di una sapienza profonda e più vicina al tempo stesso alla giustizia e alla natura, capace di sedare le inquietudini e le paure degli uomini-bambini, aggressivi, intolleranti. C’è una continuità evidente con Gran Torino: pare proprio che il vecchio Clint, repubblicano e conservatore, negli anni del tramonto abbia voluto metaforicamente scavalcare la “frontiera”, tipicamente americana, e fumare il calumet della pace con chi sta dall’altra parte e che non rientra nella categoria WASP (white-anglosaxon-protestant), senza per altro abbandonare i propri presupposti ideologici.
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Due pantere grigie, a quanto pare, fanno coppia vincente nel cinema. Si può dire che rappresentino, nella loro complementarietà, due volti dell’America: il coriaceo ex cowboy Clint Eastwood e il nero Morgan Freeman (Madiba o Mandela in questo film). Eastwood, a differenza di Million Dollar Baby, rimane invisibile, nei suoi panni di regista, mentre Freeman, con la sua bellissima faccia, sembra incarnare sempre di più i panni del vecchio saggio: nero o indiano che sia, custode di una sapienza profonda e più vicina al tempo stesso alla giustizia e alla natura, capace di sedare le inquietudini e le paure degli uomini-bambini, aggressivi, intolleranti. C’è una continuità evidente con Gran Torino: pare proprio che il vecchio Clint, repubblicano e conservatore, negli anni del tramonto abbia voluto metaforicamente scavalcare la “frontiera”, tipicamente americana, e fumare il calumet della pace con chi sta dall’altra parte e che non rientra nella categoria WASP (white-anglosaxon-protestant), senza per altro abbandonare i propri presupposti ideologici. Vale a dire che si può essere conservatori senza essere razzisti, e per questioni di pura razionalità ed umanità, le stesse che incarna Nelson Mandela (un bel messaggio per l’Italia di oggi). Il film è prevedibile, specie per chi ha seguito, a suo tempo, la Rugby World Cup 1995, ma non per questo, nella sua forte impronta epica, manca di emozionare e coinvolgere. E’ incredibile la capacità di rendere allo spettatore l’atmosfera del campionato: uno stadio affollato e imponente, le fasi e i rituali del gioco, una straordinaria verosimiglianza anche nella scelta degli attori (il Lomu attore sembra più vero del vero). La plasticità, la potenza, l’aggressività del rugby sono enfatizzate dal sonoro (che esagera i tonfi dello scontro fisico) e dalle riprese dal basso verso l’alto, specie in fase di mischia (inquadrature impensabili in una cronaca televisiva). Ne esce, accentuandone la dinamicità, tutta la spettacolarità di questo “gioco da selvaggi giocato da gentiluomini”, anche se si perde l’anima più profonda del rugby, che non è solo la possibilità di rappresentare con spirito unitario una tifoseria eterogenea o addirittura una comunità nazionale (questo ruolo può essere benissimo svolto dal calcio), ma quella di incarnare i valori dell’umile conquista del terreno, in lotta con il fato (impersonato dal pallone ovale dai rimbalzi imprevedibili), e soprattutto dell’amicizia e della collaborazione con i compagni (rappresentata dal gesto sublime di passare la palla indietro. La perfezione sarebbe stata una squadra mista. Ma nel 1995 tra gli Springboks, c’era solo un nero, Chester. Poi la squadra ha "preso colore", ed ha ora nuovo eroe nero, Tendai Mtawarira ”The beast” (ed è curioso che su di lui sia sorto da poco un caso politico in relazione alla sua origine zimbabwese: ma questa è un’altra storia).
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basketkk
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domenica 28 febbraio 2010
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film comovente a 5 stelle secondo me
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Film che tocca l'anima, comovente, trascinante..Bellissimo, non perdetelò....
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spider84
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domenica 28 febbraio 2010
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clint non delude
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Sono entrata in sala sapendo di andare a vedere un grande film e così è stato!!
Il regista tratta temi importanti come quello dell'integrazione razziale e dello sviluppo in Africa, con quella grazia che ti fa riflettere senza che il film risulti pesante. Ti coinvolge dal primo all'ultimo minuto, sebbene si conosca storicamente il finale, si rimane incollati sulla poltrona con il fiato sospeso ed il cuore che batte impazzito, mentre i secondi dei tempi supplementari scorrono lenti.
Eastwood mostra quale dovrebbe essere il vero significato dello sport, non una sterile questione di soldi e sponsor, ma un momento di fratellanza ed unione,dove non è importante il singolo, ma la squadra, pubblico compreso, dove si suda non per se stessi ma per la propria Nazione.
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Sono entrata in sala sapendo di andare a vedere un grande film e così è stato!!
Il regista tratta temi importanti come quello dell'integrazione razziale e dello sviluppo in Africa, con quella grazia che ti fa riflettere senza che il film risulti pesante. Ti coinvolge dal primo all'ultimo minuto, sebbene si conosca storicamente il finale, si rimane incollati sulla poltrona con il fiato sospeso ed il cuore che batte impazzito, mentre i secondi dei tempi supplementari scorrono lenti.
Eastwood mostra quale dovrebbe essere il vero significato dello sport, non una sterile questione di soldi e sponsor, ma un momento di fratellanza ed unione,dove non è importante il singolo, ma la squadra, pubblico compreso, dove si suda non per se stessi ma per la propria Nazione. Lo sport così vissuto rende la vittoria ancora più dolce e la sconfitta più amara.
Freeman, dall'alto dei 73 anni, è grandioso, impeccabile come al solito. Damon è bravissimo, abbandonata la veste del "belloccio" è diventato un ottimo attore.
Magnifica anche la colonna sonora.
Da vedere assolutamente.
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joker79
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sabato 27 febbraio 2010
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anima indomabile
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Eastwood segna un altro colpo da vero INDOMABILE.A qualche mese da un nuovo mondiale in Sud Africa Clint sceglie questa nazione e la sua storia da raccontare. All'indomani delle elezioni, che hanno celebrato la fine dell'apartheid e la vittoria di Mandela alla presidenza, il Sud Africa si ritrova ancora senza un'identità nazionale ed una coscienza civile. Mandela, accantonando scadenze protocollari,trova una soluzione insolita per aggregare il suo popolo: il rugby.Anche in questo percorso Eastwood celebra alcuni dei temi trattati in altri pezzi del proprio mosaico. E' paradossale pensare che la fratellanza e la tolleranza siano fiamme così alte nel cuore di un vecchio wasp come lui. Eppure il sentimento è genuino mai sbavato a volte velato come i ricordi di un perseguitato politico,che dopo 27 anni di prigionia e lavoro professa il rifiuto gandhiano e la conciliazione come unica via elegibile per evitare il disastro.
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Eastwood segna un altro colpo da vero INDOMABILE.A qualche mese da un nuovo mondiale in Sud Africa Clint sceglie questa nazione e la sua storia da raccontare. All'indomani delle elezioni, che hanno celebrato la fine dell'apartheid e la vittoria di Mandela alla presidenza, il Sud Africa si ritrova ancora senza un'identità nazionale ed una coscienza civile. Mandela, accantonando scadenze protocollari,trova una soluzione insolita per aggregare il suo popolo: il rugby.Anche in questo percorso Eastwood celebra alcuni dei temi trattati in altri pezzi del proprio mosaico. E' paradossale pensare che la fratellanza e la tolleranza siano fiamme così alte nel cuore di un vecchio wasp come lui. Eppure il sentimento è genuino mai sbavato a volte velato come i ricordi di un perseguitato politico,che dopo 27 anni di prigionia e lavoro professa il rifiuto gandhiano e la conciliazione come unica via elegibile per evitare il disastro.La costanza con cui il regista celebra questo accostamento è impagabile. Lo avevamo già visto in altro ambito(pensiamo a Letters from IWO e Gran Torino),ma in questo film è caldo, fermo, risoluto, inesorabile, invincible. Lo sport è visto come fenomeno di aggregazione popolare di unico valore. Su di un campo l'odio non può esistere nè può avere colore, forma o razza. Questo lo sapeva Mandela ma lo sa anche Eastwood.Colpisce come Mandela abbia scelto uno sport come il rugby, di inglesi natali, forte,fisico,violento per insegnare al proprio popolo l'uguaglianza nella diversità, il confronto nel conflitto, la tolleranza nel pregiudizio.La colonna sonora è curata anche in questo film dal figlio Kyle, ormai lanciato nella dimensione paterna. Lo sport non è solo passione,sacrificio,sudore e talvolta cocente dolore della sconfitta, ma è e dovrebbe essere "quel capo che nonostante i colpi d'ascia della sorte non si china". Clint celebra il valore della vera leadership, che non è fatta di meeting ed accordi internazionali, ma di esempi da dare e da celebrare.Riservato a tutte le anime indomabili!
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[+] sport!!
(di spider84)
[ - ] sport!!
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jimmylsanto
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sabato 27 febbraio 2010
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vena polemica.. con domanda..
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.per chi ha visto il film.
Si vede, la sera prima della finale, cosa, o meglio quanto LASSATIVO viene messo nella cena degli ALL BLACK?
se non erro ho letto che una cameriera è stata anche condannata per questo fatto increscioso e decisamente antisportivo!
[+] eh no!
(di the_end)
[ - ] eh no!
[+] the_end_2_la_vendetta
(di sirio)
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