| Titolo originale | Yeti: Curse of the Snow Demon |
| Anno | 2008 |
| Genere | Horror |
| Produzione | USA, Canada |
| Regia di | Paul Ziller |
| Attori | Carly Pope, Marc Menare, Adam O’Byrne, Ed Marinaro, Ona Grauer, Crystal Lowe Brandon Jay McLaren, Elfina Luk, Kris Pope, Christian Tessier, Peter DeLuise. |
| MYmonetro | 1,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 gennaio 2010
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CONSIGLIATO NO
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Una squadra di football americano è in volo verso il Giappone. L'aereo precipita e i sopravvissuti si ritrovano sulle nevi dell'Himalaya nella stessa area in cui nel prologo ambientato nel 1972 avevamo visto due esploratori uccisi da un mostro. Mentre due di loro vanno alla ricerca del radiotrasmettitore gli altri cercano di organizzarsi. Ma lo Yeti è in agguato e affamato.
Dopo Lost si poteva pensare che, prima di avventurarsi nel raccontare le gesta di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo in un luogo sperduto, chiunque ci avrebbe pensato due volte, Non è il caso di questo film coprodotto da Stati Uniti e Canada in cui si toccano livelli di ridicolo involontario che il cinema di questo millennio avrebbe ormai dovuto lasciarsi alle spalle. Ovviamente il gruppo è male assortito (invidie e rancori dividono i sopravvissuti) e tutti sono bellocci, in particolare le ragazze (ivi compresa quella facente parte del gruppo di soccorso). Ma questo è il meno. Ad esempio i nostri eroi, che hanno sullo sfondo più di un pezzo di carlinga che brucia a lungo, stanno al freddo e si chiedono come fare ad accendere un fuoco giungendo a contare i fiammiferi che vengono ritrovati. Poteva poi mancare un po' di antropofagia con i pezzetti di carne umana tagliati come fossero spezzatino di prima scelta? Ovviamente no. Ma ciò che più rende grottesco il tutto è l'agitarsi del 'mostro' il cui trucco fa venire alla memoria lo Slok opera prima di John Landis. Solo che, in quel caso, sotto il costume spelacchiato dello scimmione c'era il giovane regista che si divertiva con un gruppo di amici a deridere sia il cinema di genere che il capolavoro 2001 Odissea nello spazio. Qui invece c'è una produzione che, nonostante tutto, è riuscita a vendere il prodotto alle televisioni. Per quale pubblico? The answer is blowin' in the wind.
Il film dovrebbe essere usato come strumento di pena capitale,il risultato sarebbe garantito.Tralasciando il fatto che scoppiazza il film "Alive",l'unica differenza è che c'è di mezzo uno yeti,io raramente ho visto idiozie del genere.Il film è recitato male,pieno di errori di sceneggiatura(il primo è dopo 52 secondi:si vedono degli abeti e mpoi ti dice [...] Vai alla recensione »
Abbiamo toccato il baratro. Mai visto film più brutto di questo , trama banalissima , i trucchi e i costumi li fcevo meglio io con un pennarello e un leggins.... Il Mio voto è 0 ... non si può salvare niente in questo "film" (mi vengono i brividi al solo pensare che così viene definito).