richy
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lunedì 24 novembre 2008
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super!!!
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BELLISSIMO, SPIEGA COME A VOLTE ANCHE I CAPI AmericaNI sONO S*****I CON GLI AGENTI: I CATTIVI SOnO ANCHE LORO
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hendel
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lunedì 24 novembre 2008
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.....
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purtroppo oggi si pensa che per fare un bel film occore solo un buon regista ed un paio di attori famosi...questo è l'ennesimo film che dimostra il contrario!!!
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merilois
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domenica 23 novembre 2008
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solo gli arabi potranno sconfiggere al qaeda
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Il grande regista Ridley Scott ha fatto un ottimo film Nessuna verità, sul lavoro della CIA nei Paesi Arabi, i metodi che vengono impiegati ed il modo rozzo e crudele di affrontare le cose sia da parte di un burocrate ottuso(Hoffman) che da parte dell'affiliato di Al Qaeda, Al-Saleem. In questo mondo crudele di guerra e di terrorismo i due protagonisti più sensibili ed intelligenti, in grado di prendere il diavolo per le corna cioè affrontare e catturare uno dei capi del terrorismo islamico sono Ferris, giovane agente della CIA e Hani, capo dei servizi segreti giordani. Hani fa capire a Ferris-Di Caprio che la tortura non serve nel contesto culturale arabo. Egli crea un rapporto di riconoscenza con un ragazzo islamico "religioso".
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Il grande regista Ridley Scott ha fatto un ottimo film Nessuna verità, sul lavoro della CIA nei Paesi Arabi, i metodi che vengono impiegati ed il modo rozzo e crudele di affrontare le cose sia da parte di un burocrate ottuso(Hoffman) che da parte dell'affiliato di Al Qaeda, Al-Saleem. In questo mondo crudele di guerra e di terrorismo i due protagonisti più sensibili ed intelligenti, in grado di prendere il diavolo per le corna cioè affrontare e catturare uno dei capi del terrorismo islamico sono Ferris, giovane agente della CIA e Hani, capo dei servizi segreti giordani. Hani fa capire a Ferris-Di Caprio che la tortura non serve nel contesto culturale arabo. Egli crea un rapporto di riconoscenza con un ragazzo islamico "religioso". Questa scelta porterà alla cattura di Al-Saleem e alla salvezza in exstremis di Ferris. Come dire che per affrontare il terrorismo serve la conoscenza del territorio e della cultura e che quindi solo queste persone possono tessere la trama e la rete che porterà a liquidare la guerra di Al Qaeda. Quindi solo gli Arabi, se vogliono, possono liquidare il terrore e gli attentati che distruggono vite umane. Oppure quelli come Ferris che creano legami di amicizia con gli Arabi e quando viene catturato osa sputare in faccia a Al-Saleem e dirgli che la storia gli darà torto.
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diego868686
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domenica 23 novembre 2008
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cagata immane
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una cagata immane.film trucido,eccessivamente lungo,discontinuo e senza una vera idea a fare da filo condutore.lo sconsiglio vivamente.
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roxi
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domenica 23 novembre 2008
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un film tutto da vedere e poi... da pensare
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Mi è parso un film che tiene lo spettatore legato alla poltrona fino alla fine. ottime le interpretazioni di tutto il cast, e notevoli anche certi paesaggi desertici.
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lacan
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domenica 23 novembre 2008
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discreto
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Non male anche se un po'ingenuo; molto bravi gli attori.
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miriam
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domenica 23 novembre 2008
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vecchia novità
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come già detto il film non presenta personaggi, luoghi o situazioni mai viste, ma senza dubbio l'interpretazione è buona e lascia posto alla suspance. La ricerca continua della verità e il non fidarsi di nessuno se non delle persone poco raccomandabili rende tutto più incline al groviglio di persone e eventi che si crea inevitabilmente..Tutta via è un film che vale la pena vedere, finalmente un bel film.
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michele
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domenica 23 novembre 2008
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un ridley scott sempre in forma per un grande film
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Dopo "Black Hawk Down" e "Le Crociate", Scott torna a girare in Marocco per dire la sua sulle attuali tensioni globali in medioriente. Usa due personaggi simbolici (due ottimi attori) per penetrare (Penetration, doveva intitolarsi il film) nelle piaghe della guerra globale: Russel Crowe è la mente fredda, che da lontano (e anche dall'occhio) gestisce e coordina con necessario cinismo i movimenti della sua pedina Di Caprio che, inevitabilmente, la realtà sul campo la vive e non può fare a meno di essere "penetrato" a sua volta. Ridley Scott accantona la fluida visionarietà a favore di una visionarietà sporca e frammentata, a servizio dell'azione e senza troppi fronzoli. Paga lo scotto commerciale della storia d'amore, ma si stabilisce su un equilibrio registico e di ritmo da fare invidia a moltissimi registi.
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Dopo "Black Hawk Down" e "Le Crociate", Scott torna a girare in Marocco per dire la sua sulle attuali tensioni globali in medioriente. Usa due personaggi simbolici (due ottimi attori) per penetrare (Penetration, doveva intitolarsi il film) nelle piaghe della guerra globale: Russel Crowe è la mente fredda, che da lontano (e anche dall'occhio) gestisce e coordina con necessario cinismo i movimenti della sua pedina Di Caprio che, inevitabilmente, la realtà sul campo la vive e non può fare a meno di essere "penetrato" a sua volta. Ridley Scott accantona la fluida visionarietà a favore di una visionarietà sporca e frammentata, a servizio dell'azione e senza troppi fronzoli. Paga lo scotto commerciale della storia d'amore, ma si stabilisce su un equilibrio registico e di ritmo da fare invidia a moltissimi registi. "In questo schifo nessuno è innocente" ripete Russel Crowe e in questi tempi sembra essere una frase banale e indispensabile: eppure, nell'inquadratura prefinale (la soggettiva di Di Caprio) Scott invita a riflettere che talvolta questo è un alibi per giustificare le proprie scelte. Fatto sta che pochi registi oggi giorno (Mann, Fincher, pochi altri) hanno la capacità di abbinare le necessità del botteghino e l'intelligenza autoriale, e Scott, nonostante ciò, bisogna ammettere che rischia, non si "marginalizza". Un film di squadra, fatto con un incredibiile cambio di location e dannatamente reale, una scacchiera vista dall'alto, in cui dentro, volenti e non volenti, ci siamo anche noi. Da non perdere.
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giuver
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domenica 23 novembre 2008
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non un thriller ma un film di guerra
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Un Film di guerra. Ovviamente non quella con le mitragliatrici, gli elmetti e le trincee. Quella è storia andata. I soldati e le armi oggi servono solo per le azioni finali. La guerra oggi è spionaggio, satelliti, infiltrati e cellulari. Strumenti già visti e rivisti in numerosi thriller moderni; ma questo non è un thriller: è un film di guerra e quindi è tutta un’altra cosa. Cambiando nomi e ambientazioni il film non è altro che un documento sulla guerra degli americani in medio oriente. Ridley Scott è perfetto regalando una regia solida, limpida ed efficace. La storia scorre fluidamente e non lascia mai indietro lo spettatore (e con simili ambientazioni e personaggi sfido chiunque altro regista a non fare il contrario), il quale riesce a seguire la trama e i personaggi godendosi appieno ciò che il film vuole trasmettere.
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Un Film di guerra. Ovviamente non quella con le mitragliatrici, gli elmetti e le trincee. Quella è storia andata. I soldati e le armi oggi servono solo per le azioni finali. La guerra oggi è spionaggio, satelliti, infiltrati e cellulari. Strumenti già visti e rivisti in numerosi thriller moderni; ma questo non è un thriller: è un film di guerra e quindi è tutta un’altra cosa. Cambiando nomi e ambientazioni il film non è altro che un documento sulla guerra degli americani in medio oriente. Ridley Scott è perfetto regalando una regia solida, limpida ed efficace. La storia scorre fluidamente e non lascia mai indietro lo spettatore (e con simili ambientazioni e personaggi sfido chiunque altro regista a non fare il contrario), il quale riesce a seguire la trama e i personaggi godendosi appieno ciò che il film vuole trasmettere. Basta con i film che non si capisce ciò che si vede! Basta con i registi che camuffano le falle della sceneggiatura confondendo lo spettatore! In questo film si capisce più che bene chi o cosa si sta vedendo e questo è allo stesso tempo spaventoso ed esaltante. Spaventoso perché il film ti proietta diretto nella guerra moderna ed esaltante perché è pur sempre un film e ci vuole poco a capir che è un capolavoro. Eccezionali a dir poco le interpretazioni. Mai visto un Leonardo di Caprio così convincente e così finalmente distaccato dalle sue ultime interpretazioni fin troppo monotone. Russel Crowe sublime ed impeccabile come la maggior parte degli altri attori. Il maestro Scott ha voluto sottolineare con questi due personaggi principali un altro aspetto non secondario della guerra: chi sta dietro la scrivania e accompagna i figli a scuola (Russel Crowe opportunamente ingrassato proprio per evidenziare questo concetto) e Leo di Caprio che rappresenta chi la guerra la fa . Ovviamente non aspettatevi di vedere Leo con tuta mimetica e fucile, ma l’ho detto: questa è guerra moderna! Il film è intensissimo e dice allo spettatore anche più di quanto dovrebbe dire. Un po’ film, un pò documentario, la pellicola ti apre gli occhi sul conflitto in atto e ti stupirà quando apprenderai come agisce la CIA, i servizi segreti, lo spionaggio e il terrorismo. Si perché se un film non è mai realtà… questo si avvicina di molto! Peccato per il finale davvero improponibile con il buon vecchio Leo che per amore si trasforma da una macchina da guerra a un uomo sentimentale. Hollywoodiano anche l’incontro con l’estremista tanto ricercato. Il fatto è che quest’ultimi appunti, sono classici dei film con il buono che si innamora e vince sempre. Il peccato è proprio in questo, perché durante la visione è spiacevole passare da un documentario crudele e coinvolgente a un banale film. Ma questo (incredibilmente) non intacca minimamente la pellicola e il finale va inteso come una chiusura (se pur forzata) del film che altrimenti avrebbe continuato così per ore, così come accade da ben sette anni nella realtà. D’altronde Scott non ha colpe: come si fa a fare un film sulla guerra, quando non si sa come finirà? Bisogna inventarselo! E lui l’ha fatto seguendo il sogno di tutti gli americani: quella di smantellare a poco a poco tutte le organizzazioni terroriste per poter porre finalmente fine alla guerra. Almeno questa parte della guerra.
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giorgio nicolai
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domenica 23 novembre 2008
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un film d'azione robusto, visivamente spettacolare
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Ed Hoffman (Crowe) e Roger Ferris (Di Caprio) sono due agenti della CIA che lavorano sul fronte mediorentale. Ed Hoffman, di un cinismo allucinante, gioca alla guerra mentre porta i figli a scuola, mentre Ferris lavora sul campo, e viene continuamente ferito.
Tra di loro si mette in mezzo Hani Salaam (Strong), capo dei servizi segreti giordani. Questi tre uomini sono i protagonisti di Nessuna Verità, il nuovo film di Ridley Scott. Sono alla ricerca di Al-Saleem. un pericoloso terrorista. Chi riuscirà a catturarlo, ingannanando i suoi stessi amici, gli americani, con la loro tecnologia avanzata, o i servizi segreti giordani, con i loro metodi rozzi?
Evito di inserire nella trama la storia d'amore tra Ferris e un'iraniana, scontata e banale.
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Ed Hoffman (Crowe) e Roger Ferris (Di Caprio) sono due agenti della CIA che lavorano sul fronte mediorentale. Ed Hoffman, di un cinismo allucinante, gioca alla guerra mentre porta i figli a scuola, mentre Ferris lavora sul campo, e viene continuamente ferito.
Tra di loro si mette in mezzo Hani Salaam (Strong), capo dei servizi segreti giordani. Questi tre uomini sono i protagonisti di Nessuna Verità, il nuovo film di Ridley Scott. Sono alla ricerca di Al-Saleem. un pericoloso terrorista. Chi riuscirà a catturarlo, ingannanando i suoi stessi amici, gli americani, con la loro tecnologia avanzata, o i servizi segreti giordani, con i loro metodi rozzi?
Evito di inserire nella trama la storia d'amore tra Ferris e un'iraniana, scontata e banale.
Nessuna Verità è un film d'azione robusto e teso, visivamente spettacolare.
Non aggiunge nulla a quello che avevano già detto Syriana e i suoi compagni, anche perchè Nessuna Verità non è un film di denuncia alla CIA, ma un onesto film d'azione, un blockbuster praticamente senza retorica, e con una morale scontata.
La trama del film è molto lineare, ma dalla sceneggiatura del premio oscar William Mohanan ci si poteva aspettare qualcosa di meglio. Non che lo script sia malvagio, anzi, ma soffre di cali e di piccole ingenuità (come le sfuriate di DiCaprio, piene di retorica spicciola e scontata).
I cali del copione vengono compensati dal regista Ridley Scott, che conferma il suo buono stato di forma, dopo l'ottima prestazione di American Gangster. La regia è eccezionale, visionaria e robusta: non c'è un momento in cui ti stacchi dallo schemo, non c'è un inquadratura già vista. Insomma, meriterebbe almeno la nomination all'Oscar. Anche la recitazione dei tre protagonisti è ottima. Di Caprio si riconferma un buon attore, anche se, per buona parte del film, ha la stessa faccia da ragazzino arrabiato, colpa anche della sceneggiatura, che lo serve tanto ma male; Russel Crowe in realtà non è il vero protagonista del film, ma la sua recitazione è di un altro livello rispetto a quella di Di Caprio; il suo sguardo da leone ferito, i suoi venti chili in più, aleggiano come un'ombra su tutto il film. Grande, come sempre. Il terzo protagonista , Mark Strong, è bravo e sobrio, non esagera mai e non si scompone. Un'ottima prova, forse la migliore della sua carriera. Ovviamente, la magniloquenza di Ridley Scott rende Russel Crowe troppo cinico, e Di Caprio troppo coinvolto.
In conclusione, un ottimo film, senza troppe ambizioni e ben confezionato.
Ottima fotografia.
Montaggio pomposo del premio Oscar Pietro Scalia.
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