Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Harrison Ford, Karen Allen, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John Hurt.
continua»
Titolo originale Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull.
Avventura,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- USA 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 23 maggio 2008.
MYMONETRO
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
valutazione media:
2,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La lungimiranza scozzesedi SalinochFeedback: 0 |
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sabato 24 maggio 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' in virtù della pura emozione di rivederlo che,quando sull'ombra proiettata sulla fiancata di un auto si staglia il profilo del nostro eroe,tutti in sala saltano frementi sulla poltrona. Tutti, sì, proprio tutti.Una pluralità generazionale in fregola.Milioni di persone che hanno pazientemente sperato nel quarto capitolo della saga.Gente che ha brindato alla prima foto sul set del buon vecchio Harrison Ford,cappello in testa,polvere d'avventura sui vestiti.Fedelissimi e devoti,noi tutti.Alla trilogia,ai videogiochi,finanche alla serie televisiva.Fedeli ad un'icona capace di suscitare una sana e positiva regressione infantile,unica e leggendaria.Spettatori assicurati. Spettatori esigenti.Andiamo con ordine e con la giusta cautela che intendo riservare a questa pellicola, in ossequio all'inestimabile valore dei precedenti.L'inizio del film è di una roboanza talmente stordente che si fatica a notare le prime toppe di sceneggiatura (dialoghi non particolarmente esaltanti) e stereotipie apparentemente innocue.Così, accompagnati da figure esclusivamente a due dimensioni, recuperiamo confidenza con Indiana Jones, il nostro archeologo sempre impegnato a salvare la ghirba tra sonori cazzotti ed intrighi più o meno internazionali.Gli anni passano per Ford,ma era preventivato e, alla lunga,non risulta di certo come il fastidio peggiore.In effetti, più che il trucco snellente sugli anni del protagonista,a dar subito fastidio sono le iniezioni digitali che,vero e proprio botulino dell'action allo stato puro,risultano stranianti rispetto al trademark "polvere-sangue-fisicità" della saga stessa(dov'è la roccia finta che rotola?).A Lucas ormai,piace tutto così.Beninteso,solo a lui.Pur cercando di ignorare l'abominevole lavoro di doppiaggio italiano,in grado di ridicolizzare e invalidare ulteriormente personaggi già di per sè tendenti alla macchietta sbiadita(su tutti l'improbabile Irina Spalko della sacrificata Blanchett, nuova campionessa tra i peggior cattivi della saga),quello che non va risulta essere proprio la sceneggiatura.Nulla di eccessivamente grave. Può capitare.Il problema è che lo sceneggiatore si chiama David Koepp, solitamente garanzia di alta qualità e brillantezza.Il problema è che per un film come "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo", non si può fallire la sceneggiatura.No.E basta.Niente scuse. La povera sorridente Karen Allen,la bella Marion Ravenwood del primo capitolo,viene scaraventata disordinatamente all'interno della narrazione assieme al suo bagaglio sentimentale,presunto e francamente presuntuoso,che porta ad una rivelazione la cui prevedibilità non è nemmeno rinfrescata dal patetico alleggerimento comico(peraltro anch'esso decisamente prevedibile).John Hurt:un fazzoletto di seta gettato nel fango della necessità.Serviva per forza un madrelingua inglese,vero?L'autocitazionismo straripante poi non esalta, perchè alla base manca l'originalità di una storia che puzza di cumulazione. Alieni,eh?Bravi.Con una tematica così originale,a che serve scrivere una sceneggiatura coerente ed efficace?Il film si sgonfia da subito,come se Lucas,Spielberg e Marshall non avessero preso abbastanza fiato per farcela.Magari il fiato non ce l'avevano proprio più(vedi il laconico e relativamente orribile finale).Santi numi,il mio si sforza di essere un imparziale commento tecnico a questo incredibile flop,ma la verità è che la mia reazione è quella di un ragazzino che scarta il regalo tanto atteso e ci trova un pigiama di flanella.
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