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lallalapupi
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domenica 23 novembre 2008
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quanto costa il biglietto per adulti??vale la pena
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forse è inappropriato però vorrei sapere da chi ha visto il film se per quanto costa il biglietto vale la pena vedere questo film
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ale.reviews
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domenica 23 novembre 2008
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challenging changeling
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Esiste un termine che viene usato a proposito di folk-stories anglosassoni che narrano di bambini ancora in culla “scambiati” da malevole fate con piccole fate o pezzi di legno, ed e’ changeling.
1928 nella Citta’ degli Angeli, Christine Collins (supervisor centraliniste della compagnia telefonica Pacific) e il figlio di 9 anni Walter (padre scappato il giorno della sua nascita) vivono nel pulito e verde quartiere di Lincoln Height. Un sabato mattina di marzo lei sostituisce una collega al lavoro lasciando il bambino solo in
casa. Nel pomeriggio pero’, quando vi rientra, lui non c’e’, sparito chissa’ da che ora. Lo rivedra’? Qualche mese (di non ricerche) dopo la polizia le consegna un bambino che dice di essere il piccolo Walter ma, secondo Christine, e’ un impostore.
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Esiste un termine che viene usato a proposito di folk-stories anglosassoni che narrano di bambini ancora in culla “scambiati” da malevole fate con piccole fate o pezzi di legno, ed e’ changeling.
1928 nella Citta’ degli Angeli, Christine Collins (supervisor centraliniste della compagnia telefonica Pacific) e il figlio di 9 anni Walter (padre scappato il giorno della sua nascita) vivono nel pulito e verde quartiere di Lincoln Height. Un sabato mattina di marzo lei sostituisce una collega al lavoro lasciando il bambino solo in
casa. Nel pomeriggio pero’, quando vi rientra, lui non c’e’, sparito chissa’ da che ora. Lo rivedra’? Qualche mese (di non ricerche) dopo la polizia le consegna un bambino che dice di essere il piccolo Walter ma, secondo Christine, e’ un impostore. Al dramma dell'angoscia per la scomparsa e sorte del figlio si aggiunge la lotta per la verita’ contro uomini di potere, preoccupati solo di far prevalere la loro versione dei fatti mentre il tempo passa e nessuno cerca il vero Walter. Solo che non si tratta di folk-story californiana: Christine Collins e’ esistita davvero e la sua storia di madre sola e angosciata, “colpita per prima” ma che (aiutata dal rev. Briegleb) “colpisce per ultima”, e’ realmente accaduta e racconta di faccia a faccia contro medici corrotti, poliziotti divenuti criminali e ottusi, serial-killer, solitudine, disperazione e speranza verso giustizia e ... cambiamenti.
Changeling e’ in effetti non solo la storia dello scambio di un bambino ma anche dell’ umano con cio’ che siamo diventati.
Eastwood ci racconta di violenza, armata non solo di pistola o scure ma anche di leggi fatte da chi dice di rappresentarci e invece si rappresenta, di istituzioni che proteggono solo se stesse senza cura alcuna di chi dovrebbe essere protetto.
Eastwood ci racconta di eroi veri, quelli che lottano non per gloria ma per senso di responsabilita’ , scomodi perchè ci ricordano che, cosi’ come il male, anche il bene esiste e che, ci piaccia o no, scegliamo ogni giorno da che parte stare.
Attorno a tutto la cornice di una democrazia U.S.A. sempre a rischio esistenza più di quanto i loro potenti media lascino immaginare: il regista sembra temere changeling pure sul quel versante. Difficile dargli torto.
Per la storia del cinema resta un'altra conferma di qualita’ e capacita’ del cineasta quasi 80enne che, insieme a Lumet, mostra per certi versi lucidita’ imbarazzante: storie che toccano sempre qualcosa da qualche parte, attori da cui sa trarre il meglio (e che lo usano come traino per i sempre quasi sicuri premi), atmosfera giusta sul set (dice “ok” invece che “action”), ripete le scene pochissime volte (sempre on- schedule per la gioia dei suoi produttori), ed e’ specializzato come pochi in finali “bittersweet”.
A proposito del finale, pensare ad un'amara riflessione di cio’ che resta della Citta’ degli Angeli sembra piu’ appropriato che cercarvi una esplicita richiesta circa un possibile traguardo del film & co. (Jolie, Malkovich e chissa’ … pure per il bravissimo ma finora poco conosciuto J.B. Harner) fin troppo facile da prevedere.
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giulia
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domenica 23 novembre 2008
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trp bello
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anto81
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domenica 23 novembre 2008
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lasciatemi stare angelina!!!
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per piacere, non diciamo eresie! angelina jolie è bravissima! certo, ha una bellezza conturbante per la quale è molto semplice accostarla ad altre bambolone inespressive. ma lei oltre ke bella e bona è anke un'attrice magnifica! andatevi a vedere ragazze interrotte, e se pensate ke non sia versatile, beh, ripescate uno dei suoi primi film, playing by heart, dove ci dimostra di essere anke estremamente brillante.
per me insieme a theron, portman e johansson è il futuro di hollywood!!!
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anto81
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domenica 23 novembre 2008
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mister-master eastwood
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un signor film!!! altro ke twilight!!!
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lino
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domenica 23 novembre 2008
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non basta scrivere "è una storia vera"
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oddio.. penso che non basti scrivere "è una storia vera" per rendera credibile.. ci vuole, penso, prima di tutto la credibilità della protagonista.. con una capacità recitativa minima di cui, mi spiace ammetterlo, la Jolie è totalmente priva.. poi molti dettagli che lasciano perplessi.. primo tra tutti la estrema ed ostentata cura della protagonista per il suo aspetto fisico, il trucco e l'abbigliamento sempre impeccabile sia al risveglio (prima scena del film la Jolie si sveglia con trucco perfetto e capigliatura laccata alla perfezione) sia nelle scene più drammatiche dove penso che il dolore di una madre per la mancanza del figlio superi la voglia di fare attenzione al proprio look..
Interpretazione insipida e fredda per un ruolo importante ed una storia decisamente molto suggestiva.
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oddio.. penso che non basti scrivere "è una storia vera" per rendera credibile.. ci vuole, penso, prima di tutto la credibilità della protagonista.. con una capacità recitativa minima di cui, mi spiace ammetterlo, la Jolie è totalmente priva.. poi molti dettagli che lasciano perplessi.. primo tra tutti la estrema ed ostentata cura della protagonista per il suo aspetto fisico, il trucco e l'abbigliamento sempre impeccabile sia al risveglio (prima scena del film la Jolie si sveglia con trucco perfetto e capigliatura laccata alla perfezione) sia nelle scene più drammatiche dove penso che il dolore di una madre per la mancanza del figlio superi la voglia di fare attenzione al proprio look..
Interpretazione insipida e fredda per un ruolo importante ed una storia decisamente molto suggestiva..
Altra componente assolutamente che non ho potuto sopportare è l'eccessiva "americanità" del film.. l'arrivo dei buoni all'ultimo momento (non dico il momento per evitare spoiler) o l'esaltazione della giustizia americana che anche nel momento di corruzione mostra la sua grandezza.. alcuni punti del film carenti di spiegazioni e decisamente oscuri (nonostante il film duri la bellezza di 2 ore e 20 minuti)...
Insomma il buon vecchio Clint che in passato ha girato film molto interessanti, complice una inadeguata e più che mediocre Jolie, non rimane all'altezza delle aspettative..
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nostromo
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domenica 23 novembre 2008
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pessima jolie
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con Eastwood regista ( a differenza di Eastwood attore)si vola sempre alto. D'altra parte , da chi ha diretto Bird, ci si aspetta sempre il massimo ed è difficile rimanere delusi.Quindi, il vero incidente di percorso, probabilmente imposto dalla produzione, rimane Angelina Jolie, che attraverso due labbroni in perfetto stile Alba Parietti, (da cui eredita anche le "capacità" recitative...)ci dimostra quanto sia difficile il mestiere a certi livelli e che nulla si improvvisa.
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medz
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domenica 23 novembre 2008
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l'inutilità del singolo
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Non c'è molto da dire su un film che rasenta la perfezione e diventa perciò una lezione di cinema puro: bisognerebbe studiare questo film o altri del grande Eastwood per capire cosa vuol dire 'fare cinema' e raccontare una storia; niente è fuori luogo, ritmo, tempi, musiche perfette. E' cinema classico, certo, cinema vecchio stampo di quello che si faceva una volta, non è innovativo, non è sperimentale, ma è Cinema, essenzialmente Cinema. Non c'è molto da dire, ripeto, è difficile recensire un film che va visto e non parlato: un film in cui, per dirlo molto esplicitamente, la recitazione è orchestrata stupendamente, la fotografia è intensa e la regia è - se mi si passa il termine -'chirurgica'; non vengono a mancare nemmeno i contenuti e i temi che Eastwood sa affrontare sempre con grande intensità e profondità (da 'Mistic river' in poi il nostro non ha sbagliato nemmeno un colpo!) e anche qui la storia commovente di una madre a cui viene strappato il figlio e ne viene restituito uno che chiaramente non è il suo diventa paradigma dell'uomo in quanto singolo individuo che si scontro -volontariamente o involontariamente (in questo caso involontariamente)- con le oscure leggi del potere e con le oscure leggi della Storia e del percorso obbligato che essa deve seguire in nome di interessi più grandi; straziante, perchè come lei tutti un giorno o l'altro potremmo scontrarci con l'altra faccia della legge, quella che non sorride alla tv dicendoci che va tutto bene e possiamo stare tranquilli, che siamo in buone mani, che diventeremo ricchi e felici, ma quella che non ti guarda negli occhi, perchè sei un uomo come gli altri, una semplice singola unità, e, fuori dalla massa (da quella massa che può garantirti acquisti sicuri o voti alle prossimi elezioni) non vali assolutamente niente.
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Non c'è molto da dire su un film che rasenta la perfezione e diventa perciò una lezione di cinema puro: bisognerebbe studiare questo film o altri del grande Eastwood per capire cosa vuol dire 'fare cinema' e raccontare una storia; niente è fuori luogo, ritmo, tempi, musiche perfette. E' cinema classico, certo, cinema vecchio stampo di quello che si faceva una volta, non è innovativo, non è sperimentale, ma è Cinema, essenzialmente Cinema. Non c'è molto da dire, ripeto, è difficile recensire un film che va visto e non parlato: un film in cui, per dirlo molto esplicitamente, la recitazione è orchestrata stupendamente, la fotografia è intensa e la regia è - se mi si passa il termine -'chirurgica'; non vengono a mancare nemmeno i contenuti e i temi che Eastwood sa affrontare sempre con grande intensità e profondità (da 'Mistic river' in poi il nostro non ha sbagliato nemmeno un colpo!) e anche qui la storia commovente di una madre a cui viene strappato il figlio e ne viene restituito uno che chiaramente non è il suo diventa paradigma dell'uomo in quanto singolo individuo che si scontro -volontariamente o involontariamente (in questo caso involontariamente)- con le oscure leggi del potere e con le oscure leggi della Storia e del percorso obbligato che essa deve seguire in nome di interessi più grandi; straziante, perchè come lei tutti un giorno o l'altro potremmo scontrarci con l'altra faccia della legge, quella che non sorride alla tv dicendoci che va tutto bene e possiamo stare tranquilli, che siamo in buone mani, che diventeremo ricchi e felici, ma quella che non ti guarda negli occhi, perchè sei un uomo come gli altri, una semplice singola unità, e, fuori dalla massa (da quella massa che può garantirti acquisti sicuri o voti alle prossimi elezioni) non vali assolutamente niente. E non vale niente Christine Collins, rinchiusa in un manicomio, una porta blindata davanti a lei, e nessuno che la può ascoltare; sola, in una società che non può, non vuole e non ha tempo di ascoltare il singolo; the show must go on. Grande Eastwood. Una riflessione su tutte le società, non solo quella americana.
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chioscodi frutta
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sabato 22 novembre 2008
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dramma di una madre
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Inappropriata la Jolie,mai scomposta o spettinata o sofferente come converrebbe alla situazione narrata.In compenso bravissima a piangere .Che invidia !!!
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