L'uomo privato |
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Un film di Emidio Greco.
Con Tommaso Ragno, Myriam Catania, Giulio Pampiglione, Mia Benedetta, Ennio Coltorti.
continua»
Thriller,
durata 100 min.
- Italia 2007.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 2 novembre 2007.
MYMONETRO
L'uomo privato
valutazione media:
2,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Interessante ma freddodi bryan_finleyFeedback: 1129 | altri commenti e recensioni di bryan_finley |
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mercoledì 24 febbraio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una notevole e rigorosa struttura narrativa è alla base di questo interessante film di Emidio Greco. È fedele a se stesso in quanto non si discosta dalle sue altre opere più conosciute, da "L'invenzione di Morel" a "Una storia semplice", in quanto i film di Greco sono sempre curati come scenografia e come dialoghi. Qua forse l'eccessiva caratterizzazione del personaggio principale, un notevole Tommaso Ragno, lo rende un po' antipatico: a volte quella eccessiva sicurezza, unita al modo di fare scontroso seppure elegante, infastidisce. In particolare il breve dialogo con la commessa nel negozio di cravatte e il lungo interrogatorio dal Commissario sono "sopra le righe": lui sa di essere bello, affascinante, interessante, c'è proprio bisogno di mostrarsi così sicuro di sé e mettere in imbarazzo una donna (la commessa) che è indubbiamente attratta da lui o di far sentire un "nulla" un uomo (il commissario) che sta solo facendo il suo lavoro? Il momento forse più irritante è quando il professore, spiazzato dalla visita in commissariato e dal fatto che il ragazzo suicida lo stesse spiando e pedinando da qualche tempo, sente il bisogno di recarsi da una sua ex-fidanzata per essere rincuorato. Lei (Catherine Spaak) all'inizio è sorpresa, poi gli dice: "Ti ricordi? Quando stavamo insieme ti dissi che tu eri nato per rendere felici le donne!". Questa frase è un po' fastidiosa ma aiuta a capire come il protagonista sia diventato così, cioè con un equilibrio perfetto e di fatto inscalfibile fino al... primo piccolo intoppo. Infatti non è uno scherzo per lui trovarsi prima all'obitorio e poi in commissariato, il suo rientro a casa dopo gli avvenimenti non è più lo stesso. Il salotto non è più la "zona franca" di prima. Bellissima la scena dell'incubo dove lui si accorge di indossare un vestito senza tasche, né sulla giacca e né sui pantaloni. Forse un sogno premonitore di ciò che nel giro di poco gli sta per succedere. Certo uno come lui, abituato a essere desiderato dalle donne così facilmente, non pensa che una studentessa isterica possa causargli tutti questi guai. Lui non deve essere coinvolto a livello sentimentale. È per questo che il suo rapporto con la giornalista (Vanessa Gravina, grandiosa nel monologo di circa cinque minuti) è perfetto. Si vedono di tanto in tanto, fanno buon sesso e poi addirittura lei gli racconta i succosi retroscena di una festa a cui lui non aveva partecipato. Una donna perfetta per lui! Invece non va bene che la sua giovane amante di Pisa lo cerchi insistentemente in albergo, tanto che alla signorina della reception dice: "Non mi passi telefonate, vorrei riposare". Un personaggio davvero unico, elegante e affascinante ma troppo altezzoso. Comunque un buon film, da vedere e commentare con gli amici... e le amiche!
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