L'uomo privato

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Un film di Emidio Greco. Con Tommaso Ragno, Myriam Catania, Giulio Pampiglione, Mia Benedetta, Ennio Coltorti.
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Thriller, durata 100 min. - Italia 2007. - Cinecittà Luce uscita venerdì 2 novembre 2007. MYMONETRO L'uomo privato * * 1/2 - - valutazione media: 2,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
dylandave.wordpress.com lunedì 19 gennaio 2009
fate in modo che resti “privato” Valutazione 1 stelle su cinque
57%
No
43%

Appena terminato di vedere questo film mi è subito venuto il desiderio di scrivere una bella letterina al caro signor Emidio Greco, nonchè il regista di questo film. Se di regia si vuole parlare. Vorrei esprimere tutta la rabbia che mi ha suscitato, per il falso intellettualismo che intende esprimere con questa sua “opera”. Perchè secondo me dietro al “L’Uomo privato” non c’è proprio nulla. Non c’è Intellettualità, non c’è il concettualismo di cui tanti critici parlano e non c’è neanche l’ombra di una regia o di una fotografia anche sufficiente. Per non dilungarsi poi sugli attori : lui una maschera di cera senza il minimo realismo umano, e la giovane studentessa (Myriam Catania) una isterica senza senso ottima più che a recitare ad urlare. [+]

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bryan_finley mercoledì 24 febbraio 2021
interessante ma freddo Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Una notevole e rigorosa struttura narrativa è alla base di questo interessante film di Emidio Greco. È fedele a se stesso in quanto non si discosta dalle sue altre opere più conosciute, da "L'invenzione di Morel" a "Una storia semplice", in quanto i film di Greco sono sempre curati come scenografia e come dialoghi. Qua forse l'eccessiva caratterizzazione del personaggio principale, un notevole Tommaso Ragno, lo rende un po' antipatico: a volte quella eccessiva sicurezza, unita al modo di fare scontroso seppure elegante, infastidisce. In particolare il breve dialogo con la commessa nel negozio di cravatte e il lungo interrogatorio dal Commissario sono "sopra le righe": lui sa di essere bello, affascinante, interessante, c'è proprio bisogno di mostrarsi così sicuro di sé e mettere in imbarazzo una donna (la commessa) che è indubbiamente attratta da lui o di far sentire un "nulla" un uomo (il commissario) che sta solo facendo il suo lavoro? Il momento forse più irritante è quando il professore, spiazzato dalla visita in commissariato e dal fatto che il ragazzo suicida lo stesse spiando e pedinando da qualche tempo, sente il bisogno di recarsi da una sua ex-fidanzata per essere rincuorato. [+]

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venerdì 1 marzo 2013
un uomo spiato... Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Emidio Greco non si smentisce e con questo film dimostra una volta in più la sua passione per il cinema lento, pensato, curato nei minimi dettagli. Mai una scena troppo veloce, ogni sequenza è studiata e raccordata con le altre seguendo una narrazione logica. Il protagonista (Tommaso Ragno) è un giovane professore bello, affascinante, elegante, ovviamente molto colto che ha raggiunto un equilibrio invidiabile, granitico, chiuso in se stesso lasciando la porta aperta solo a un numero ristretto di amici (e amiche...) selezionati. Amante della buona musica e delle cravatte, si concede molte avventure sentimentali che comunque non scalfiscono minimamente la sua condotta esistenziale. La realtà la scansa, o pensa in ogni caso di "plasmarla" secondo i suoi bisogni. [+]

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wally4ever lunedì 27 febbraio 2012
renderlo pubblico è stato un errore delittuoso Valutazione 1 stelle su cinque
30%
No
70%


Film didascalico con velleità didattico/evangeliche in cui il protagonista mantiene con ammirevole dedizione sempre la medesima espressione (una sorta di trisma tetanico) a metà fra l'annoiato e il supponente. Come se tutto questo non bastasse, il film (mi procura l'asma definirlo così) è massacrato da una regia che indulge compiaciuta nella esibizione di inutili culi femminili e di lungaggini soporifere a scopo riempitivo (vedi il dialogo privo di spessore e pathos tra lui e Silvia) e da una recitazione scolastica al punto che gli attori nemmeno per un istante ci consentono di dubitare che stiano leggendo. Perchè definire thriller questa sconcertante sequela di luoghi comuni in cui tutto passa in secondo piano di fronte all'evidente brana di incensare il protagonista? E ancora, perchè non dare subito la soluzione del mistero? Il giovanotto boccoluto si è suicidato per la noia di dover apparire in questa sconclusionata pubblicità di AD. [+]

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