Anno | 2007 |
Genere | Storico |
Produzione | Portogallo, Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Manoel de Oliveira |
Attori | Ricardo Trepa, Leonor Baldaque, Manoel De Oliveira . |
MYmonetro | 2,90 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO SÌ
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L'ultima opera di Manoel de Oliveira rivendica le radici portoghesi del grande navigatore genovese. Se il dibattito intorno alle origini di Colombo divide da secoli gli accademici, i ricercatori "messi in scena" da de Oliveira non hanno dubbi nell'individuare il luogo di nascita dell'esploratore a Cuba, un piccolo villaggio nel sud del Portogallo che ha dato il nome alla più grande delle isole caraibiche.
L'azione del film si svolge intorno alla vita di due studiosi, legati in matrimonio e nella comune passione per la ricerca. Lasciato il Portogallo nel 1946 alla volta dell'America, quarant'anni dopo i due coniugi attraversano di nuovo l'oceano per visitare la casa che vide i natali di Cristovão.
Ispirato liberamente al libro "Cristovão Colon (Colombo) era Português", dei ricercatori portoghesi Manuel Luciano da Silva e sua moglie Sílvia Jorge da Silva, il film ripropone una teoria dimenticata, non certo nuova, esponendo le incongruenze intorno alla nascita, alla vita e (soprattutto) alla genovesità dell'esploratore. Insomma non sembrano esserci prove che la attestino e la "politica del sigillo", che occultava le scoperte fatte dal Portogallo, contribuì non poco ad aumentare i segreti e alimentare i misteri di quell'epoca storica.
Manoel de Oliveira, "eterno giocatore e ricercatore", come lo ha definito Michel Piccoli, continua a costruire e a esibire la sua realtà cinematografica con l'impegno compositivo che lo contraddistingue: ricorrendo alle consuete riprese frontali e alle inquadrature fisse delimitate da una finestra, come nel lirico epilogo che apre sull'oceano. Le conversazioni, quelle intime e quelle teoriche, sono inframmezzate da un ritornello visivo, il mare aperto, consegnato alla riflessività dello spettatore.
Come fu per Palavra e Utopia, biopic sul celebre gesuita portoghese del Seicento António Vieira, anche questa volta il maestro portoghese rimane fedele a se stesso nel tentativo di dare vita a un cinema di parole. Un film che rivela nell'impianto didattico ascendenze rosselliniane: il cinema inteso come registrazione audiovisiva, come riproduzione rinnovatrice della materia logorata della nostra tradizione o, specificatamente, delle contraddizioni storiografiche.
"Christophe Colomb, l'énigme" : Manoel de Oliveira en quête d'une Histoire poétique Le nouveau film de Manoel de Oliveira - il aura 100 ans le 12 décembre - tourne autour d'une idée simple, à la fois sérieuse et ironique, une hypothèse historique, un pari, un postulat romanesque : Christophe Colomb n'était pas génois, mais portugais. Et le cinéaste centenaire de livrer un petit bijou qui, avec une [...] Vai alla recensione »
Un altro omaggio ai maestri del Cinema. Questa volta al grande, grandissimo Manoel de Oliveira, nome tutelare del cinema portoghese, che, con vitalità giovanile e miracolosa freschezza, alla vigilia dei suoi cento anni (è nato nel 1908), ci ha regalato un altro dei suoi film misteriosi e affascinanti, prendendo lo spunto non solo dalla possibilità di sostenere che Cristoforo Colombo fosse portoghese [...] Vai alla recensione »
Manoel de Oliveira, da La vana gloria del comando a Parole e utopie, da Un film parlato a Il quinto impero, anticipando Sarkozy e Fioroni, ma sulla falsariga delle preoccupazioni morali di Rossellini (per il quale «rispetto» non significa alzarsi in piedi quando arriva il maestro, ma combattere l'eurocentrismo che quel maestro, varrà inculcare agli allievi), ha intrapreso una crociata per l'insegnamento [...] Vai alla recensione »
Sono da poco usciti alcuni libri sul mistero di Cristoforo Colombo: era davvero italiano oppure no? Manoel de Oliveira si unisce al dibattito con il suo film fuori concorso Cristovao Colombo. O Enigma. Dice che il navigatore non era di Genova e neanche italiano; che in vita usò sempre il cognome portoghese Colòn; che il suo vero nome era Salvador Fernando Zarco, figlio del re e di una dama di Corte. [...] Vai alla recensione »
Il più vecchio dei cineasti viventi è anche uno dei più prolifici. Un film all'anno tiene lontano ogni malanno, diremmo. E Manoel De Oliveira, ultranovantenne, a conferma che il mestiere di regista è il meno usurante che esista, porta al Lido il suo ennesimo film «Cristoforo Colombo, un enigma». L'astuto vegliardo prende un tema di moda: la rivendicazione della scoperta delle Americhe, e la tratta [...] Vai alla recensione »
Cristoforo Colombo era portoghese. Parola di Manoel de Oliveira. A 99 anni, il maestro vegliardo desidera la consacrazione delle glorie patrie legate alle scoperte geografiche e ai navigatori. Per lui il celebre genovese si chiamava, in realtà, Salvador Zarco e battezzò Cuba l'isola nelle Antille proprio nel ricordo del paese in Alentejo dove era nato.
Il film di Manoel De Oliveira, Cristovao Colombo: O enigma fa venire il latte alle ginocchia come quando si gira per un museo interminabile. Sebbene si stia seduti, in sala, la storia è di insofferente statica e i dialoghi sono ingessati. Al centro della vicenda, chiaramente ispirata al libro Cristovao Colon (Colombo) era Portugués, dei ricercatori portoghesi Manuel Luciano da Silva e sua moglie Silvia [...] Vai alla recensione »
Che c'entra Cristoforo Colombo con Johann Sebastian Bach? Niente. Come poco unisce il decano mondiale dei registi Manoel De Oliveira allo spagnolo Pere Portabella. Ma si trovano insieme alla Mostra a rappresentare e difendere, rispettivamente con Cristoforo Colombo - l'enigma e con Il silenzio prima di Bach, la consapevolezza di un comune patrimonio culturale europeo e l'idea che anche quando fa appello [...] Vai alla recensione »