marcbett
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venerdì 3 marzo 2006
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un malick poco ispirato...
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..e sotto tono ,forse un po' distratto dalla natura bellissima .Gli indigeni mi sono parsi un po' troppo teatrali,la storia d'amore fra il capitano e la ragazzina indigena trasmette poco perche' molto lantana dai nostri stilemmi...il finale bello tragico..mi e' venuto anche sonno.A differenza del penultimo suo film credo che malick non si sia troppo soffermato sulla gestazione di questo film e purtuppo si vede.
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paolo
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venerdì 10 febbraio 2006
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peggio della bibbia
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giuro, che nn ho mai visto un film cosi pesante ma cosi pesante dove la meta delle persone sedute e andata via a film nn ancora terminato..di una lentezza snervante il protagonista poi dopo il bidone di alexander c e ne ha tirato un altro...assssolutisssimamente da evitare se
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j.d.
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venerdì 10 febbraio 2006
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altro che global world!
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Ho letto i vari commenti a questo film. La maggior parte ha cercato di demolirlo. Beh, dico solo una cosa: di film che soddisfano i requisiti richiesti da molti ce ne sono tanti....vada a vedersi quelli chi non sa apprezzare The New World . Questa non è una recensione. E' una presa di posizione contro la banalità imperante. Magari più spesso riuscissi a imbattermi in un film che fa vibrare in modo così intenso le corde dell'anima. La purezza di un sogno infranto da una società cinica e incapace di immergersi in un mondo semplicemente evocativo, nella struggente bellezza di una natura ancora intatta , nelle poche e fondamentali parole, in quel mondo primordiale che continuiamo a disturggere con la nostra ansia di consumare tutto nel tempo minore possibile, oggi come ai tempi delle conquiste, oggi più che mai.
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Ho letto i vari commenti a questo film. La maggior parte ha cercato di demolirlo. Beh, dico solo una cosa: di film che soddisfano i requisiti richiesti da molti ce ne sono tanti....vada a vedersi quelli chi non sa apprezzare The New World . Questa non è una recensione. E' una presa di posizione contro la banalità imperante. Magari più spesso riuscissi a imbattermi in un film che fa vibrare in modo così intenso le corde dell'anima. La purezza di un sogno infranto da una società cinica e incapace di immergersi in un mondo semplicemente evocativo, nella struggente bellezza di una natura ancora intatta , nelle poche e fondamentali parole, in quel mondo primordiale che continuiamo a disturggere con la nostra ansia di consumare tutto nel tempo minore possibile, oggi come ai tempi delle conquiste, oggi più che mai. Ripeto, passatempi che soddisfano questo tipo di necessità ce ne sono moltissimi nel Global World. Evviva lentezza, ripetitività, pallosità, incomprensibilità. Uscendo dagli schemi diventano parole meravigliose...Ciao a tutti
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paolo
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giovedì 9 febbraio 2006
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il film+ pesante e noiso che abbia mai visto
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nn ho parole per descrivere questo orrendo film di una lentezza
pateticita indescrivibile mi sono girato dietro di me in sala e tutti dormivano,molti nn hanno nemmeno finito di vederlo...l unica cosa che si salva sono i paesaggi il resto e da buttare compreso il protagonista che dopo il flop di alexander ne ha collezionato un altro....cambia mestiere...sconsigliatissimo!!!
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(di zorro)
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kino
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mercoledì 8 febbraio 2006
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grandioso malick
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Dopo i noti cartoni della Walt Disney ecco (finalmente) giungere, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, la storia (più o meno romanzata) della principessa indiana “Pocahontas" che, all’inizio del 1600, accolse i primi coloni inglesi nel Nuovo Mondo.
Ha curato la regia il bravissimo Terrene Malick, assicurando così al film non solo una sostanzioso spessore ma anche (ne sono particolarmente convinto) un ottimo successo di pubblico e di critica.
La vicenda ha il suo avvio nel 1607 quando alcune navi inglesi giungono sulle coste della Virginia. A bordo il capitano John Smith, con l'incarico di esplorare la regione per consentire all’ambizioso Monarca inglese Giacomo I di allargare sul “nuovo mondo” le proprie mire espansionistiche.
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Dopo i noti cartoni della Walt Disney ecco (finalmente) giungere, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, la storia (più o meno romanzata) della principessa indiana “Pocahontas" che, all’inizio del 1600, accolse i primi coloni inglesi nel Nuovo Mondo.
Ha curato la regia il bravissimo Terrene Malick, assicurando così al film non solo una sostanzioso spessore ma anche (ne sono particolarmente convinto) un ottimo successo di pubblico e di critica.
La vicenda ha il suo avvio nel 1607 quando alcune navi inglesi giungono sulle coste della Virginia. A bordo il capitano John Smith, con l'incarico di esplorare la regione per consentire all’ambizioso Monarca inglese Giacomo I di allargare sul “nuovo mondo” le proprie mire espansionistiche. Smith durante una perlustrazione, resa difficile a causa della natura particolarmente incontaminata, viene fatto prigioniero dalla tribù Powhatan. Pochahontas, figlia del Re indiano si adopera per risparmiargli la vita e (fatalmente) se ne innamora.
Successivamente Smith torna in patria, la principessa viene adottata dalla comunità inglese, è battezzata (col nome di Rebecca) e sposa un bravissimo colono John Rolfe dal quale ha un erede. Condotta in Inghilterra viene ricevuta a corte con tutti gli onori… dopo aver incontrato il suo amore e aver capito che oltre la passione bisogna vivere nella fedeltà al marito e al figlio muore (a ventidue anni) durante il viaggio di ritorno in America.
Malick mi pare sia riuscito a confezionare un film grandioso dove i dialoghi sono essenziali e abbastanza rari, la fotografia è eccezionale, ma soprattutto i silenzi lunghi, intensi profondi primeggiano in tutto il film. In “The new world” a parlare non sono le parole ma i sentimenti, le sensibilità, la purezza della natura incontaminata, l’altissima statura morale dei cosiddetti selvaggi, l’amore grandioso e al contempo semplice della principessa e del suo popolo. Un eloquentissimo silenzio d’oro pervade ogni cosa come la “Sottile linea rossa” dell’altro insuperato capolavoro firmato Malick.
Questo film ha il potere di incantarmi: l'erba alta ora sfiorata ora battuta con violenza dal vento, i mari dello stesso colore del cielo e i fiumi dello stesso colore del mare; i saettanti passaggi di stormi d’anatre fra le bianche nuvole, la bellezza primordiale e il linguaggio degli indiani e… la voce fuori campo perenne (quasi un sussurro d’anima) che fa da coro (come nelle tragedie greche), pensiero, poesia, sentimento, emozione e coscienza.
Malick è un genio nell’uso della telecamera: mai approssimativo o veloce, ti prende per mano, d’improvviso si ferma, quasi volesse adagiarsi… riflette prima di parlare… peccato solo che il film sia (forse) un po’ lungo. Eppure l'opera vale, ha spessore, ti scava dentro, ti chiama verso i segreti dell’anima. Non una parola volgare, una scena oseè.. un film pulito nonostante la storia (la violenza dei coloni inglesi, il loro disprezzo per i “selvaggi”); un film che sa tratteggiare la dolcezza dei sentimenti, la profonda cultura antropologica degli indiani a tentare di far muro contro gli inglesi veramente incivili. Ma è Lei, la principessa che più affascina: mi pare tanto una metafora straordinaria del vero progresso: capisce tutto, è umana e pulita, cambia le regole senza arrivare agli estremi, si integra con le nuove quando è arrivato il momento. In Inghilterra ritrova il grande amore, il tormentato Smith, il cuore sarebbe dalla sua parte, ma lei rimane da questa parte, dove c'è un marito affidabile e innamorato, dove c'è un figlio.
KINO
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riccardo
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sabato 4 febbraio 2006
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ci siamo!!
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Suoni,colori,silenzio,pace,poesia:sono questi gli elementi che caratterizzano il film di Terrence Malick,dove il rapporto tra uomo e natura è al culmine della sua grandezza.Il silenzio e la pace sono parte degli stessi abitanti di quella "lontana" India,dove l'invidia,la rivalità e l'odio sono sconosciuti e l'omicidio è del tutto disprezzato.Il suono delle foglie sfiorate dal vento,il rumore dell'acqua marina che con delicatezza si espande sulla sabbia e la melodia dello scorrere del fiume sulle pietre e i canti degli uccelli sono gli unici elementi a rompere il silenzio.Il sole illumina i prati e si riflette nelle acque;la luna e le stelle splendono nell'oscurità portando silenzio e tranquillità:quel luogo che gode di tutta la grazia divina,è un paradiso.
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Suoni,colori,silenzio,pace,poesia:sono questi gli elementi che caratterizzano il film di Terrence Malick,dove il rapporto tra uomo e natura è al culmine della sua grandezza.Il silenzio e la pace sono parte degli stessi abitanti di quella "lontana" India,dove l'invidia,la rivalità e l'odio sono sconosciuti e l'omicidio è del tutto disprezzato.Il suono delle foglie sfiorate dal vento,il rumore dell'acqua marina che con delicatezza si espande sulla sabbia e la melodia dello scorrere del fiume sulle pietre e i canti degli uccelli sono gli unici elementi a rompere il silenzio.Il sole illumina i prati e si riflette nelle acque;la luna e le stelle splendono nell'oscurità portando silenzio e tranquillità:quel luogo che gode di tutta la grazia divina,è un paradiso.Poi arrivano i coloni inglesi e tutto cambia:il fumo dei cannoni e dei fucili si unisce alle nuvole velando il cielo e la terra;la natura(fino allora lasciata crescere selvaticamente e in libertà) è continuamente "mutata"dall'uomo per far spazio a costruzioni nettamente contrastanti con l'ambiente;i suoni melodici del creato vengono sostituiti dai "battiti" assordanti dei tamburi e dagli spari. Ma in questa atmosfera caotica nasce la nota storia d'amore tra la bella principessa Pocahontas(Q'Orianka Kilcher) e il capitano inglese John Smith(Colin Farrell) :qui a entrare in scena non sono i soliti dialoghi d'amore(invece quasi del tutto assenti)ma i sentimenti e i pensieri "noblili" dei due personaggi,dominati dall'irrefrenabile voglia di un amore impossibile e da bellissime frasi poetiche e romantiche("Tu scorri attraverso me come un fiume").Intorno a loro,però,continua la guerra tra gli abitanti della terra e gli occupatori stranieri che prima credono di essere più potenti ma ben presto dovranno fare i conti con la realtà,proprio quando si ritrovano prigionieri nelle proprie "mura" e circondati dai nemici("intrappolati come una vespa nella bottiglia")e lo "stupore" è la loro unica sensazione. Abbiamo, infine,un altro mutamento del racconto,quello in cui Pocahontas arrivando in Inghilterra scopre un mondo totalmente diverso da quello che ha appena abbandonato con tanta nostalgia:la natura selvatica in cui era abituata a correre a piedi nudi e libera scompare dai suoi occhi facendo posto a una nuova terra dove l'opera umana e perciò l'architettura occupano quasi completamente il territorio e gli unici elementi naturali (gli alberi e il prato nei giardini della residenza in cui dimora)sono anch'essi "storpiati" e mutati dall'uomo. I vestiti pregiati che indossa le stanno stretti,la opprimono,ma nonostante tutto continua a fingere;lei vorrebbe solo prendere per mano il figlioletto e tornare a correre per quelle foreste incontaminate(o,almeno,come lei vuole ricordarle),camminare a piedi nudi sull'erba e sentirne la morbidezza;attraversare le acque gelide e pure sentendone tutto il piacere e la bellezza;lei,che adesso si mostra nobile,educata e controllata nelle azioni,è in realtà ancora uno "spirito libero".Un gran bel film che,nonostante la durata,non annoia ma attira l'attenzione dello spettatore fino alla fine grazie alla splendida fotografia e alle bellissime musiche.
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(di gakki)
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sabato 4 febbraio 2006
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sopravvissuto
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Una flebo mortale....l' unica cosa ke mi ha evitato di prendermi i piedi a colpi di spranga è stato seguire il culo di Porcaontas per due ore e mezza. Tutto il film si sarebbe potuto riassumere in 20 minuti di pellicola senza tutta quella musica e riprese da documentario. Le scene si susseguivano spesso senza un filo logico e quelle poche in cui i dialoghi e il movimento prendevano piede erano mal recitate e senza struttura logica. Al confronto Dogville è un capolavoro.
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agnese
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giovedì 2 febbraio 2006
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che noia!
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Il film più noioso e assurdo che io abbia mai visto! Non so proprio come ho resistito fino alla fine...forse speravo sempre che accadesse qualcosa. L'unica cosa bella era la fotografia, ma che noia 2 ore e mezza di belle fotografie alla fine tutte uguali!
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hts
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giovedì 2 febbraio 2006
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come si fa?
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Mentre lo vedevo ho avuto il dubbio che il tempo si era fermato, così come le macchine fuori dal cinema e tutto il resto.
Quando sono uscito avevo paura che mia nipote di 12 anni avesse preso già la patente, si era sposata e avesse fatto dei figli.
Io non ricordo un film così, nonostante sono uno a cui piace "farsi male" con pellicole lente...
L'unica cosa che si è accesa durante la proiezione è stata la mia "sfida interna" che diceva:"NO...Non mi sconfiggerai, resterò qua fino alla fine....Vincerò io!"
Non nego poi di avere sperato in una di quelle lunghe pause buie dicendomi:"Eccolo,...è finito..!" e invece poi il supplizio ricominciava...Comunque ho vinto io, non sono andato via.
Quando sono uscito non capivo più niente, fumavo caramelle e masticavo sigarette ma ce l'ho fatta, mi sono sacrificato io per voi, non c'è bisogno che andiate.
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Mentre lo vedevo ho avuto il dubbio che il tempo si era fermato, così come le macchine fuori dal cinema e tutto il resto.
Quando sono uscito avevo paura che mia nipote di 12 anni avesse preso già la patente, si era sposata e avesse fatto dei figli.
Io non ricordo un film così, nonostante sono uno a cui piace "farsi male" con pellicole lente...
L'unica cosa che si è accesa durante la proiezione è stata la mia "sfida interna" che diceva:"NO...Non mi sconfiggerai, resterò qua fino alla fine....Vincerò io!"
Non nego poi di avere sperato in una di quelle lunghe pause buie dicendomi:"Eccolo,...è finito..!" e invece poi il supplizio ricominciava...Comunque ho vinto io, non sono andato via.
Quando sono uscito non capivo più niente, fumavo caramelle e masticavo sigarette ma ce l'ho fatta, mi sono sacrificato io per voi, non c'è bisogno che andiate.
Comunque rispettiamo l'arte del Regista Malick.
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[+] perché questo sonno?
(di rica)
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stefano
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domenica 29 gennaio 2006
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indefinibile
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Nell'intento di far superare il filtro della censura alla mia recensione così che tutti la possano leggere, cercherò di lasciare all'immaginazione del lettore la scelta dell'aggettivo più negativo che si possa attribuire ad un film nella certezza che, qualunque esso sia, è certamente adatto a descriverlo. Io per buona educazione mi limiterò a definirlo col termine "anestetico generale". Risparmiate il vostro denaro cari.
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