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marco romano
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domenica 23 settembre 2007
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ferzan a metà
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Quando un regista ti abitua ad un crescendo è un po' difficile mandar giù un momento di pausa. Sono passati un po' di anni da "Il bagno turco" e da allora Ozpetek non ha fatto altro che maturare e offrire film sempre più raffinati ed emozionanti. Dopo lo stupendo "Cuore Sacro" in cui questa evoluzione sembrava aver portato il regista quasi oltre i suoi modelli è strano vedere come in quei modelli ci sia voluto tornare forse un po' a forza. "Cuore sacro" non ha ricevuto sempre ottime critiche, ma considero quel film l'atto coraggioso di un regista che essendo spesso anche autore dei suoi soggetti cerca di crescere spingendosi ogni volta un po' più in la. Vedere "Saturno contro" fa pensare che la difficile esperienza del precedente film lo abbia convinto a fare ritorno ad un ambiente più rassicurante e familiare.
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Quando un regista ti abitua ad un crescendo è un po' difficile mandar giù un momento di pausa. Sono passati un po' di anni da "Il bagno turco" e da allora Ozpetek non ha fatto altro che maturare e offrire film sempre più raffinati ed emozionanti. Dopo lo stupendo "Cuore Sacro" in cui questa evoluzione sembrava aver portato il regista quasi oltre i suoi modelli è strano vedere come in quei modelli ci sia voluto tornare forse un po' a forza. "Cuore sacro" non ha ricevuto sempre ottime critiche, ma considero quel film l'atto coraggioso di un regista che essendo spesso anche autore dei suoi soggetti cerca di crescere spingendosi ogni volta un po' più in la. Vedere "Saturno contro" fa pensare che la difficile esperienza del precedente film lo abbia convinto a fare ritorno ad un ambiente più rassicurante e familiare. Certo non mancano notevoli picchi emotivi e scene molto belle, supportate da bravissimi attori. Non manca il tentativo di addentrarsi nella realta di oggi (anzi dell'ultima ora) e non manca nemmeno la sua capacità di sfruttare la non professionalità di alcuni esordienti come Ambra per dare un tono fresco e meno impostato ai dialoghi. Ma quà e la si ha la sensazione che manchi qualcosa e che di tanto in tanto il ritmo precipiti quasi a zero. Per non parlare di come ho avuto la forte sensazione che con la "ricomparsa" del giovane gay colpito da un emorragia celebrale, offerta alla troppo sensibile tossicodipendente interpretata da Ambra, il film sembrava quasi concluso. Invece no. Tutto riprende ed è anche doveroso visto che fino ad ora perfino la morte viene raccontata in maniera forse un po' troppo romanzesca. Peccato che la parte più interessante, quella dei conflitti che si innescano dopo una violenta perdita vengono condensati nello spazio di una solo mezz'ora spesa, nella parte finale, in un'amena cornice in cui il regista ambienta una velocissima parabola che contiene rivelazioni, confessioni, un tentato suicidio ed una catartica partita di ping pong. Un peccato perchè sono i momenti più densi del film e a mio parere quelli più veri.
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silvia
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lunedì 26 febbraio 2007
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il cuore incrinato
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Il cuore incrinato. Così forse si potrebbe riassumere lo stato d’animo che mi ha suscitato la visione di questo film poetico e malinconico. E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che una pellicola mi ha tramortita in questo modo, tant’è che dopo due giorni continuo a pensarci e a trovare nuovi spunti di riflessione. La trama oramai è nota: un gruppo di amici affiatati e diversissimi tra di loro che cercano di sopravvivere e andare avanti dopo la perdita dell’anello aggregante del gruppo, il giovane Lorenzo che dopo la prima mezz’ora di film cade in coma e segna la svolta drammatica del racconto.
Mi sono avvicinata a Saturno contro con circospezione perché temevo che dopo avermi conquistata ed entusiasmata con La finestra di fronte e Cuore sacro Ozpetek potesse deludermi, anche perché non capivo il ritorno all’uso della coppia Accorsi-Buy.
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Il cuore incrinato. Così forse si potrebbe riassumere lo stato d’animo che mi ha suscitato la visione di questo film poetico e malinconico. E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che una pellicola mi ha tramortita in questo modo, tant’è che dopo due giorni continuo a pensarci e a trovare nuovi spunti di riflessione. La trama oramai è nota: un gruppo di amici affiatati e diversissimi tra di loro che cercano di sopravvivere e andare avanti dopo la perdita dell’anello aggregante del gruppo, il giovane Lorenzo che dopo la prima mezz’ora di film cade in coma e segna la svolta drammatica del racconto.
Mi sono avvicinata a Saturno contro con circospezione perché temevo che dopo avermi conquistata ed entusiasmata con La finestra di fronte e Cuore sacro Ozpetek potesse deludermi, anche perché non capivo il ritorno all’uso della coppia Accorsi-Buy. Invece ancora una volta ha saputo prendermi per mano e portarmi nella sua privata visione del mondo, dell’amicizia, dell’amore, del dolore e della perdita. Non ho mai pianto al cinema. Eppure Ozpetek ha saputo toccare alcune corde del mio animo evidentemente fragili e non ho saputo/voluto frenare le lacrime.
La scena che ho impressa nella memoria è il momento in cui gli amici (e non a caso l’infermiere chiede: “Voi siete i parenti di Lorenzo?”, come a dire che da adulti sono gli amici che diventano la nostra famiglia, i nostri parenti, considerazione che condivido pienamente considerato che i miei amici sanno alcune cose della mia vita che la mia famiglia non verrà mai a sapere) vanno tutti insieme lungo i corridoi che li porteranno alla camera mortuaria dove giace senza vita il corpo di Lorenzo. E la musica! L’uso sapiente che fa Ozpetek della ballata triste e dolente di Gabriella Ferri, ‘Remedios’..!
Numerosi altri momenti comunque hanno segnato il mio cuore e la mia mente. Per esempio la scena iniziale con Favino e Argentero girati di schiena che stanno cucinando per gli amici. Devo dire che in quel momento nella sala buia del cinema mi sono rilassata riconoscendo due elementi fondamentali dell’arte di Ozpetek: la cucina e l’intimità. Penso davvero che a questo grande regista basti un’unica inquadratura, anzi un unico fotogramma, per esprimere quello che sta pensando o che prova nei confronti dei suoi personaggi. E che dire di quella sicuramente scomodissima panchina di formica, come quasi non se ne trovano più negli ospedali, che viene mostrata per un breve momento dopo la morte di Lorenzo, ormai vuota?.. Simbolo dell’attesa, del dolore, della solidarietà, della speranza che ha unito questo gruppo di amici che hanno vegliato il giovane e tenero amico fino alla fine. Ancora Favino che si cucina un piatto di spaghetti insapori, solo nella sua cucina, immagine in antitesi con quella della tavola imbandita e colma di scherzi e risa quando il suo Lorenzo era in vita. Dunque la sua vita si è ridotta ad un piatto di pasta da consumare in piedi, da solo, nel silenzio di quella stanza che in precedenza aveva accolto così tanta vita?.. E quel tavolo da ping pong? La vita non è forse paragonabile ad una partita al tavolo da ping pong, con la pallina che va su e giù come gli avvenimenti delle nostre vite?.. Mi fermo qui, ma ci sarebbero molte altre scene da analizzare e da portarsi via da questo film.
Una parentesi per gli attori. Splendidi, magnifici, dal primo all’ultimo. Accorsi, padre e marito distratto che chiede e pretende di essere riconosciuto come Antonio, come individuo, prima ancora che come padre, mi è piaciuto per l’incisività con cui è riuscito a ritrarre questa figura fragile e a volte superficiale (non chiede alla moglie dei figli, blatera del suo matrimonio che sta per fallire quando Favino sta per perdere il suo compagno). Mi ha molto colpito la scena in cui Accorsi guarda teneramente (per la prima volta) la moglie che per una volta tanto lascia cadere la maschera della perfezione e confessa agli amici di essersi invaghita di un collega qualche anno prima. Uno sguardo che è d’amore, forse rinnovato o ritrovato. Perché per riconquistare la persona che amiamo a volte è sufficiente farsi vedere per quello che siamo. La Buy, perfetta come in qualsiasi ruolo, che cerca di comunicare con i suoi pazienti ma fallisce totalmente nel tentativo di comunicare con la figlia preadolescente che mostra i segni di un’iniziale anoressia. Rivedendo la coppia Accorsi-Buy non ho pensato nemmeno una volta a Le fati ignoranti, cosa non da poco, vuol dire che i personaggi in questo nuovo film funzionano davvero. Fantastico Pierfrancesco Favino, perfetto nell’incarnare un uomo innamoratissimo del suo compagno e superbo nel rappresentare lo strazio fisico, emotivo e mentale della perdita dell’amato. Delicate e intense le scene in cui mostra la casa ai genitori di Lorenzo, con quel letto matrimoniale fin troppo eloquente che il padre fissa sbigottito e Davide che sostiene che “non c’è niente da capire”. Appunto. Cosa c’è da spiegare, da capire?! Erano due uomini che si amavano e avevano deciso di vivere insieme. Punto. Niente Pacs, né Dico, né il Vaticano a imporre regole, solo la vita che è più forte e valida di mille leggi. Mi sarebbe piaciuto vedere più a lungo sullo schermo Luca Argentero perché ho il sospetto che sia molto di più di un bellissimo ragazzo. Ovviamente è anche grazie alla sua bellezza indubbia che riesce a delineare il carattere dolce, gentile e amabile di Lorenzo, un attore poco attraente a mio avviso non avrebbe sortito lo stesso effetto, eppure ha saputo dare spessore al suo personaggio. Mi auguro di vederlo di nuovo al cinema.
Grandi gli attori di contorno, la seppur poco sfruttata dal copione Isabella Ferrari, l’irresistibile Selma Yilmaz, attrice feticcio di Ozpetek (mi basta vederla sullo schermo per mettermi di buon umore), la vulnerabile e incasinatissima Ambra, un grande Fantastichini, frocio attempato ancora legato all’amore perduto.
Mi è piaciuta molto la scelta di non far sprecare inutili parole di conforto per Davide da parte dei suoi amici: chi ha vissuto un lutto, chi è davvero amico di chi ha perso qualcuno, sa che NON esistono parole. E’ sufficiente essere vicini, far sentire la propria presenza, condividere il dolore. Ecco perché trovo magica la scena finale con Favino inizialmente affranto e Accorsi che gli lancia la pallina da ping pong, strappandogli un sorriso e invitandolo a giocare. Invitandolo a vivere, per quanto sarà dura e difficile. Perché così avrebbe voluto Lorenzo.
Mi fermo qui ma avrei ancora tantissime cose da dire su questa pellicola indimenticabile e così emozionante. Lascio la mia mail per chiunque volesse discuterne: sunshinejc@libero.it
Ancora due cose veloci. Secondo voi è verosimile la scena in cui la moglie e l’amante si incontrano? E ancora, che cos’è quel pesciolino dentro la pallina di plastica che Lorenzo lascia vicino ai vestiti puliti per Davide?
Grazie mille e buona visione.
Silvia
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kla80
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lunedì 26 febbraio 2007
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realista e che piacevoli novita' ambra e luca
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Un film piacevole, che narra di diverse storie dove non sempre la realtà eterosessuale è quella dolce e quella gay impregnata sul sesso a go go, ma al contrario come nella realtà ci sono casi e casi, luca argentero dimostra un espressività splendida che rende bene la dolcezza e l alone di tristezza che l avvolge, ambra poi si è rivelata davvero la sorpresa maggiore, coinvolgente calda, un interpretazione splendida, ma in generale tutto il cast è davvero grande, dalle battute pungendi della connazionale di ozpetek all ormai sempre più brava margherita buy, personalmente è un film da vedere, pecca forse un pò di lentezza in alcuni punti ma fa riflettere e capire che amarsi è per tutti e non solo per alcuni e che il dolore del distaco è uguale per tutti.
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tiberiano
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lunedì 5 marzo 2007
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leggero, anzi inconsistente
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Dopo La finestra di fronte e Le fate ignoranti, mi aspettavo un'evoluzione sul tema del gruppo di amici. Invece...
Film lento e piuttosto piagnone, con un umorismo surreal-demenziale che ricorda le freddure di Groucho Marx.
I personaggi sono inconsistenti, immaturi e sopratutto senza quella sensibilità che la morte di una persona cara richiederebbe.
Argentero è il bambolotto gay e piacione, apparentemente dal cuore d'oro. In realtà vuol tenere tutti e tutto sotto controllo. Anche le corna della moglie del suo amico Accorsi.
La Yilmaz, Maga Magò turca onnipresente nei film di Ozpetek, petulante e invadente come sempre, vuol tenere anche lei sotto controllo la situazione.
Favino è francamente poco credibile come gay.
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Dopo La finestra di fronte e Le fate ignoranti, mi aspettavo un'evoluzione sul tema del gruppo di amici. Invece...
Film lento e piuttosto piagnone, con un umorismo surreal-demenziale che ricorda le freddure di Groucho Marx.
I personaggi sono inconsistenti, immaturi e sopratutto senza quella sensibilità che la morte di una persona cara richiederebbe.
Argentero è il bambolotto gay e piacione, apparentemente dal cuore d'oro. In realtà vuol tenere tutti e tutto sotto controllo. Anche le corna della moglie del suo amico Accorsi.
La Yilmaz, Maga Magò turca onnipresente nei film di Ozpetek, petulante e invadente come sempre, vuol tenere anche lei sotto controllo la situazione.
Favino è francamente poco credibile come gay.
Fantastichini è semplicemente sprecato.
Ambra è di uno squallore che più che ridicolo sembra patetico.
Metà del film è ambientato nelle corsie del Policlinico Gemelli e mentre il gruppo di fedelissimi se ne sta lì a fare le belle statuine, lei, proponendo oroscopi e pasticche, attacca bottone con la Vukotic, infermiera acidula e solo in apparenza cinica, che si rivela più matura di tutti loro messi insieme.
La matrigna di Lorenzo/Argentero giunge al funerale come se fosse una visita di cortesia.
Il marito, padre di Argentero, è di una serietà troppo composta per sembrare vero dolore per la morte di un figlio.
Accorsi è da dimenticare: interpreta il marito etero che tradisce la moglie e, non scoperto da lei glielo dice lui, restandoci male perchè la Buy la prende piuttosto male.
Non contento del misfatto, subito dopo la morte del piacione gay, chiede consiglio al disperato neovedovo Favino su come fare a tenersi la moglie senza rinunciare a scoparsi l'amante...
Insomma, una delusione, poteva andar bene per una fiction TV da due serate su Rai1, altro che evento cinematografico !!!
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darko
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domenica 25 febbraio 2007
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commedia amara sull'amicizia
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Con SATURNO CONTRO, Ozpetek recupera lo stile fresco de LE FATE IGNORANTI e allo stesso tempo ripulisce quel film togliendo molti orpelli e caricature. I due protagonisti gay della storia si sfiorano appena e sono in crisi già prima che il più giovane, fra l'altro voce narrante una volta tanto azzeccata, muoia in modo atroce a causa di un granuloma al cervello. Lo sfondo in realtà è più succulento delle due storie che stanno in primo piano. A primeggiare, diciamo così, ritroviamo l'accoppiata Accorsi-Buy, stavolta sposati ed eterosessuali entrambi (almeno su carta, perchè poi vediamo che invece anche il povero Accorsi circondato da quei due amici gay è finito inevitabilmente per frocizzarsi anche lui - vedi scena in cui si mette la cremina in faccia prima di andare a letto e la moglie gli ride quasi in faccia).
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Con SATURNO CONTRO, Ozpetek recupera lo stile fresco de LE FATE IGNORANTI e allo stesso tempo ripulisce quel film togliendo molti orpelli e caricature. I due protagonisti gay della storia si sfiorano appena e sono in crisi già prima che il più giovane, fra l'altro voce narrante una volta tanto azzeccata, muoia in modo atroce a causa di un granuloma al cervello. Lo sfondo in realtà è più succulento delle due storie che stanno in primo piano. A primeggiare, diciamo così, ritroviamo l'accoppiata Accorsi-Buy, stavolta sposati ed eterosessuali entrambi (almeno su carta, perchè poi vediamo che invece anche il povero Accorsi circondato da quei due amici gay è finito inevitabilmente per frocizzarsi anche lui - vedi scena in cui si mette la cremina in faccia prima di andare a letto e la moglie gli ride quasi in faccia). La trama del matrimonio è scontata, ma comunque divertente: lui la tradisce (esco mucciniano?) però stavolta non si va con la ragazzina-velina, ma con la donna matura, una splendida fioraia (Isabella Ferrari, stranamente brava e migliorata rispetto ai troiai che fa in tv). Egli, col senso di colpa, svela il tutto alla moglie psicologa, che prima reagisce freddamente e alla fine, con un aiutino da parte dell'amica turca (la sempre brava e spontanea Serra Ylmaz), maturerà e sarà addirittura in grado di stringere la mano all'amante del marito in una scena grottesca. Gli altri sono gli amici, e che amici. I due bambini che interpetano i figli sono bravissimi e la più grande eccelle nella rappresentazione realistica della nuova generazione italiana di figli, quella iperprotetta, ipercolta, ipermatura, ipersensibile, iperimpassibile, ipertutto. C'è poi Ambra Angiolini, in un debutto cinematografico da adulta decisamente brillante e di rilievo, che fa la tossicomane (si fa di sintetici di ogni genere) e maniaca di astrologia; poi c'è la turca insieme al marito carabiniere; un neolaureato bambolotto e naive; uno scrittore in pensione, anche lui omosessuale, "non gay, ma frocio, persino all'antica", interpretato raffinatamente dal sempreverde Fantastichini. Insomma, si capisce dunque che non siamo davanti al solito film di Ozpetek dove c'è una vicenda affliggente che si concentra sul dramma di due o quattro poveri ma borghesi disgraziati, qui siamo davanti ad una comitiva, un gruppo, insomma degli amici (anche loro borghesi, ebbene sì) e questo fa da potentissimo perno per tutto il film. SATURNO CONTRO scorre nonostante di fatti rilevanti non ne accadano poi moltissimi, ma questo non è un difetto, anzi. E' una manifestazione che Ozpetek è un cinematografaro abilissimo e che si eleva al di sopra di molti altri registi giovani che non sanno partire se non da trame estremamente semplici e televisive, con personaggi dal carattere che sembra tagliato con l'accetta. Il film è quasi metafisico, perchè tratta un argomento che è altissimo e nobile (l'amicizia). Le musiche sono vivaci, nonostante il film parli della morte e dei rapporti della gente con essa, e accompagnano il film in un montaggio fluido e aggraziato. Buona la scena in cui la cinepresa insegue Accorsi e l'amante in una piazza per poi raggiungerli fino al loro rifugio d'amore e infine si allontana di nuovo mostrando la folla, la vita che continua a scorrere mentre loro tentano di fermarla alla ricerca disperata di una felicità effimera. Il film, senza toccare male le corde del patetismo, è sentimentale ma non strappalacrime. Le lacrime scendono, ma semplicemente perchè è bello.
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edward
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lunedì 26 febbraio 2007
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bella prova
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Che Stefano Accorsi e Margherita Buy fossero due attori di indiscussa bravura si sapeva già ma che anche Ambra e L. Argenteri non fossero da meno è stata una sorpresa.Profondi i temi trattati(anche se alcuni solo di striscio);azzeccata la colonna sonora.Nobile e coraggioso il tentativo da parte del regista di portare avanti la causa dei più deboli e dei diversi.Temi un pò abusati, è vero, da parte di molti artisti-registi ma non importa!è un bene riproporre spesso dei valori che certa gente,troppa gente, vorrebbe spacciare per devianze.
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antonello villani
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martedì 20 marzo 2007
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ozpetek dovrebbe chiedere scusa al cinema
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Dio, che pasticcio! Dopo l’ottimo esordio con “Il bagno turco” ed il commuovente “Le fate ignoranti” Ferzan Ozpetek sembra aver smarrito la strada. L’ennesima storia omosex –per vincere la discriminazione o solo per essere alla moda?-, il regista turco è diventato paladino di giustizia portando sullo schermo gli amori di gay e trans che non perdono occasione per farci la morale. Così è stato, solo che stavolta il cinema è lontano mille miglia da questo “Grande Freddo” all’italiana. Perché “Saturno contro” pur con le migliori intenzioni è di quanto più noioso si possa immaginare, un pistolotto su come si debba affrontare la vita nei momenti di difficoltà condito dalla filosofia di bar che ci propinano i protagonisti.
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Dio, che pasticcio! Dopo l’ottimo esordio con “Il bagno turco” ed il commuovente “Le fate ignoranti” Ferzan Ozpetek sembra aver smarrito la strada. L’ennesima storia omosex –per vincere la discriminazione o solo per essere alla moda?-, il regista turco è diventato paladino di giustizia portando sullo schermo gli amori di gay e trans che non perdono occasione per farci la morale. Così è stato, solo che stavolta il cinema è lontano mille miglia da questo “Grande Freddo” all’italiana. Perché “Saturno contro” pur con le migliori intenzioni è di quanto più noioso si possa immaginare, un pistolotto su come si debba affrontare la vita nei momenti di difficoltà condito dalla filosofia di bar che ci propinano i protagonisti. Show must go on, il cumulo di banalità è davvero enorme ma Ozptek ha pure il demerito di dirigere un film piatto e senza passione, si affida alla malattia per guardarsi dentro e far uscire l’indicibile. Amici di vecchia data frequentano la casa di due omosessuali, l’uno scrittore e l’altro pubblicitario, sniffano cocaina ed hanno attività sessuali promiscue, ricordano i tempi che furono, progettano viaggi e gite fuori porta: tavola sempre imbandita, la pasta fa tanto italiano e le pastarelle pure, il rito culinario viene bruscamente interrotto da un ricovero in ospedale; tutti riuniti al capezzale dell’amico, l’occasione è propizia per confessare alla moglie qualche tradimento, mentre un’appassionata di astrologia cerca il futuro nelle stelle ed un medico con velleità letterarie non trova alcuna collocazione. La storia vuole strappare qualche lacrima con i familiari che ritrovano il figliolo in coma, ma gli attori –Margherita Buy, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Ennio Fantastichini, Ambra Angiolini e l’immancabile Serra Yilmaz- sono davvero molesti. Ozptek cerca la normalità restando intrappolato nella troppa normalità; i protagonisti sono stereotipati, qualche volta si sfogano con l’amico del cuore ma poi si perdono nelle disquisizioni sulla vita e sulla morte. Salvo ritrovarsi davanti un buon bicchiere di vino. Sì, perchè la cucina non manca certo in questo film, sempre in primo piano e confidente intimo di quarantenni in crisi di mezz’età: il bancario sposato che prende una sbandata per un’altra donna, l’aspirante scrittore che cerca il suo mecenate, l’ex che si ritrova senza amore e con qualche anno in più, la ragazza che fa uso di stupefacenti. In tanta noia il regista turco cerca di ravvivarsi nel finale con il protagonista svegliatosi nella camera mortuaria ed il compagno dato per disperso; un vero cilicio per gli spettatori che a più riprese sperano che il martirio sia finito, ma come nelle scatole cinesi la scena madre nasconde un’altra scena madre sino all’inevitabile conclusione. Con saturno contro è davvero impossibile sollevare le sorti di un film senza capo né coda: stavolta l’oroscopo condanna tutti alo fallimento.
Antonello Villani
(Salerno)
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jer
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mercoledì 29 agosto 2007
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il film è finito e ancora sto sudando
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... si parla di omosessualità? all'inizio sembra di sì. forse di amicizia? andando avanti penso che sia quello l'argomento. oddio no, la degenza, un decesso? che si parli di eutanasia? forse allora è questo l'argomento. ah dimenticavo, l'adulterio: forse si parla di tradimenti, sia omo che etero? sono confuso. qualcuno si droga. allora forse si parla del disagio giovanile della droga? e il fumo? forse si parla del vizio mortale del fumo. sto sudando e ancora il film non è finito. ah, forse ho capito: si parla di amore! amore? quale amore? l'amore con la A maiuscola, come direbbe qualcuno? l'amore tradito, l'amore perso, l'amore sbiadito, il vecchio e il giovane, un futuro amore? non ci capisco più niente.
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... si parla di omosessualità? all'inizio sembra di sì. forse di amicizia? andando avanti penso che sia quello l'argomento. oddio no, la degenza, un decesso? che si parli di eutanasia? forse allora è questo l'argomento. ah dimenticavo, l'adulterio: forse si parla di tradimenti, sia omo che etero? sono confuso. qualcuno si droga. allora forse si parla del disagio giovanile della droga? e il fumo? forse si parla del vizio mortale del fumo. sto sudando e ancora il film non è finito. ah, forse ho capito: si parla di amore! amore? quale amore? l'amore con la A maiuscola, come direbbe qualcuno? l'amore tradito, l'amore perso, l'amore sbiadito, il vecchio e il giovane, un futuro amore? non ci capisco più niente. arrivo alla fine. piccola scena catartica, qualcuno è resuscitato (allora è un film di fantascienza, un horror forse!); tutti insieme, di nuovo, si piange, si ride; il tavolo da ping pong: inizia una partita: 1 a 0, 2 a 0, etc. ah, porca miseria, me lo potevano dire subito...è un film di sport, da solo non ci sarei mai arrivato!
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luana
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domenica 25 febbraio 2007
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l'omosessuale villoso e rude
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Dopo notevoli aspettative e un prorompente “battage” pubblicitario arriva nelle sale l’ultima fatica del regista turco trapiantato in Italia con un cast di attori “veramente eccezziunale” per il panorama italiano e comprendente alcuni della combriccola dei soli noti: Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Margherita Buy, in primis. Completano il quadro la brava Angiolini, l’innesto della connazionale turca Serra Yilmaz, la evergreen Isabella Ferrari, la televisiva Lunetta Savino con accento nordico, e qualche altro nome di secondo piano, tra i quali anche un reduce di una serie del Grande Fratello. Il film, semplice nella trama, narra le vicende di un gruppo di amici formato, e qui è la novità, da coppie e “single” omo e etero sessuali.
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Dopo notevoli aspettative e un prorompente “battage” pubblicitario arriva nelle sale l’ultima fatica del regista turco trapiantato in Italia con un cast di attori “veramente eccezziunale” per il panorama italiano e comprendente alcuni della combriccola dei soli noti: Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Margherita Buy, in primis. Completano il quadro la brava Angiolini, l’innesto della connazionale turca Serra Yilmaz, la evergreen Isabella Ferrari, la televisiva Lunetta Savino con accento nordico, e qualche altro nome di secondo piano, tra i quali anche un reduce di una serie del Grande Fratello. Il film, semplice nella trama, narra le vicende di un gruppo di amici formato, e qui è la novità, da coppie e “single” omo e etero sessuali. La vita dei benestanti e probabilmente di idee progressiste protagonisti scorre tranquilla; ben felici naturalmente di vivere negli agi del mondo contemporaneo comprendente il modaiolo stile della casa con parquet e cucina ampia per cene di stampo festicciolo. Quand’ecco che l’impasticcata di turno cede al giovane bancario gay dell’improbabile coppia omosessuale protagonista, la fatidica quantità di dose letale che manda all’altro mondo il malcapitato ragazzotto dopo una non lunga agonia. E qui arriviamo ai “nodi del pettine “ del film: il regista non riesce a creare, tranne che in una scena, alcun “pathos” per la disgrazia appena avvenuta. Gli amici del moribondo se la spassano con battute sull’oroscopo le lunghe attese nella struttura universitaria creando un clima, più che surreale, irreale. Quello che più salta agli occhi è l’assoluta mancanza, non tanto delle conseguenze giuridico-penali che una vicenda del genere produrrebbe nella vita reale, ma l’assenza di quelle morali o quantomeno investigative degli amici e dell’unico ascendente della vittima nei confronti di chi ha “fatto la frittata”; legittimando la situazione in una farsa fatalistico-grottesca che alla fine comunque si risolve nella massima dell’andare avanti perché la vita (ma và?) continua. Il tutto condito dalla “performance” dell’ Accorsi, idolo delle teen ager, ora compresso tra due donne mature e sensuali incalanate però verso la cinquantina (non sono forse i trent’anni e dintorni l’età migliore per i masculi potendo essi avere il raggio d’azione più ampio possibile nei confronti del gentil sesso?) indeciso tra obblighi coniugali e innamoramento extra familiare; dalla polemica (o speculazione? ) sempre attuale dei pacs o dico (che dir si voglia); dalla scena amorosa dei due uomini ancora ripugnante anche per i più di più ampie e larghe vedute; dall’imbabbocciata interpretazione del Favino ex stereotipo del duro (i gay non devono essere più per forza eccessivamente effiminati o dark-queen, ma sono ancora immaturi i tempi dell’omosessuale villoso e rude) e dall’ostinato e di cattivo stile indugiamento della macchina da presa sul cartellone pubblicitario, laddove altri si erano sempre limitati ad inquadrature con discrezione e stile. Dell’ originale e matura opera dell’unico grande maestro iberico, comunque ne esiste una sola. Di imitazioni, valutate naturalmente come tali da parte di chi recensisce, negli ultimi tempi se ne son viste fin troppe.
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[+] a presto ti dirò la mia!a dopo cara prestigia!
(di scorpio giux)
[ - ] a presto ti dirò la mia!a dopo cara prestigia!
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(di scorpio giux)
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(di frankie)
[ - ] ...
[+] l'interpretazione
(di manuel peruzzo)
[ - ] l'interpretazione
[+] d'accordissimo
(di peter)
[ - ] d'accordissimo
[+] grazie prestigia!
(di luana 1)
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[+] ciao frankie!
(di luana 2)
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[+] ciao peter !
(di luana 3)
[ - ] ciao peter !
[+] non hai proprio capito niente!!!!!!!!!!!
(di biribissi)
[ - ] non hai proprio capito niente!!!!!!!!!!!
[+] non hai proprio capito niente tuuuu!!!!!!!!
(di francisko frank)
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[+] e chi lo sa?
(di flavio)
[ - ] e chi lo sa?
[+] luana torna a recensire i vanzina
(di matteo 1)
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[+] x luana
(di matteo 2)
[ - ] x luana
[+] x luana (ho finito, tranquilla)
(di matteo 3)
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[+] commento ignorante(=che non conosce) e bacchettone
(di marghe)
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[+] che film hai visto?
(di gioia63)
[ - ] che film hai visto?
[+] raggiungici e raggiungeteci alla compagnia del p.
(di olivia)
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[+] x matteo
(di luana)
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[+] che ne pensi?
(di olivia pr (c.p))
[ - ] che ne pensi?
[+] a ps. ma siete fuori!!!!!!!
(di olivia pr.(c.p))
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[+] x matteo2
(di luana)
[ - ] x matteo2
[+] ehiiiiiiiiiiiiiiiiiii
(di olivia)
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[+] x matteo3 (ho finito anch'io eh!)
(di luana)
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[+] x olivia
(di luana)
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[+] x marghe
(di luana)
[ - ] x marghe
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(di luana2)
[ - ] x marghe
[+] eccotiiiiiiiiiiiiii
(di olivia pr (c.p))
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[+] ciao chicchi/e siete così arrabbiati?
(di luana)
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[+] a gioia 63
(di luana)
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[+] x marghe (e chiudo)
(di luana)
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[+] cessione di droga??
(di sami)
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[+] x gioia63 (e chiudo davvero)
(di luana)
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[+] siamo nel 2007
(di k80)
[ - ] siamo nel 2007
[+] laurus immaturo
(di luana)
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[+] siamo nel 2007!
(di luana)
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[+] ciao chicchi/e nn vi arrabiate così tanto!
(di luana)
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[+] non siamo arrabbiati ma...
(di lollo)
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[+] per tutti
(di luana)
[ - ] per tutti
[+] per tutti2
(di luana)
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[+] per luana
(di lollo)
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[+] x lollo
(di luana)
[ - ] x lollo
[+] x lollo (ma chi 6?)
(di luana)
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[+] per luana
(di rudy)
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[+] non avrai sbagliato film?
(di longjohn)
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[+] mi azzecco e pungo chi mi tocca
(di zecca )
[ - ] mi azzecco e pungo chi mi tocca
[+] e pungo chi mi tocca
(di zecca )
[ - ] e pungo chi mi tocca
[+] e trafiggo la pella lercia degli uomini
(di zecca )
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[+] e come spillo entro in villo,sicchè io zecca tillo
(di zecca )
[ - ] e come spillo entro in villo,sicchè io zecca tillo
[+] x rudy
(di luana)
[ - ] x rudy
[+] ciao rudy!
(di luana)
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[+] x longjohn
(di luana)
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[+] x la zecca turpe e velenosa
(di luana)
[ - ] x la zecca turpe e velenosa
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(di luana)
[ - ] x la zecca turpe e velenosa
[+] mhhhhhhhhhhh..........
(di guarin)
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[+] sicchè lascio punte persino le rose!
(di zecca turpe e velenosa)
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[+] curiosi!
(di toozie)
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[+] zecca turpe e velenosa
(di luana)
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[+] il tuo dire è gran cosa
(di luana)
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[+] x toozie
(di luana)
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[+] cosa fumate?
(di toozie)
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[+] dai aiutatemi col pesciolinoi!
(di ggggggggg)
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[+] ciao ggggggg prestigiosa
(di luana)
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[+] x guarin
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[+] x toozie
(di luana)
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[+] vedo che la tua recensione...
(di lollo)
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[+] liberi di pensarla come la si vuol
(di luana)
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[+] ciao ratzinger
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[+] favino è bravissimo, capito????????
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[+] no,no,non ci siamo....
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