nicole
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giovedì 23 novembre 2006
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bella la coreografia
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Bella la coreografia!! Solitamente è quello che si dice quando non c'è altro. In realtà, le immagini della splendida Versailles sono le uniche ad avere impressionato anche se ci sono stati solo scorci e per di più veloci. Quanto al resto, l'ho trovato decisamente mediocre. Se la Coppola voleva rappresentare il mondo fatuo e degenerato della corte francese di quei tempi, a parte qualche abbuffate e bevute non c'è niente delle dissolutezza di quel periodo. Anzi, Marie Antoinette mi è sembrata un po' sentimentale nei confronti del Casanova di turno e nell'amore per i figli. Se si voleva dare un quadro storico al film, beh, della tragica mancanza di un erede, della morte prematura del Delfino non è rimasto nulla e della Rivoluzione non si è visto niente a parte la famosa battuta "se non hanno pane da mangiare mangino brioche".
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Bella la coreografia!! Solitamente è quello che si dice quando non c'è altro. In realtà, le immagini della splendida Versailles sono le uniche ad avere impressionato anche se ci sono stati solo scorci e per di più veloci. Quanto al resto, l'ho trovato decisamente mediocre. Se la Coppola voleva rappresentare il mondo fatuo e degenerato della corte francese di quei tempi, a parte qualche abbuffate e bevute non c'è niente delle dissolutezza di quel periodo. Anzi, Marie Antoinette mi è sembrata un po' sentimentale nei confronti del Casanova di turno e nell'amore per i figli. Se si voleva dare un quadro storico al film, beh, della tragica mancanza di un erede, della morte prematura del Delfino non è rimasto nulla e della Rivoluzione non si è visto niente a parte la famosa battuta "se non hanno pane da mangiare mangino brioche". Il film mi è sembrato la storia di una piccola "Heidi", tutto "bio" che viene catapultata in un castello dove dimentica difficilmente le sue sane abitudini. Definirei il film decisamente scarso.
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wiju
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giovedì 23 novembre 2006
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questa è versailles
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Sofia Coppola ancora una volta ha dato ampia dimostrazione della sua bravura e si discosta dai maligni che le danno il titolo di raccomandata! La regista è riuscita in modo divino a inquadrare la realtà della vita a palazzo... ma non un semplice palazzo... ma Versailles!
Mi è piaciuta la briosità, la semplicità e quel pizzico di eros ke Sofia ha voluto mettere in evidenza in un contento non proprio così tranquillo.
Trovo divina Kirsten Dunst e Asia Argento, quest'ultima azzecatissima nel ruolo della Du Barry... eccezzionali le musiche e l'accuratezza nel descrivere alla perfezione la vita di corte!
A mio avviso a livello storico nn vi è stato nessun errore... cosa rara ultimamente soprattutto nei film storici.
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Sofia Coppola ancora una volta ha dato ampia dimostrazione della sua bravura e si discosta dai maligni che le danno il titolo di raccomandata! La regista è riuscita in modo divino a inquadrare la realtà della vita a palazzo... ma non un semplice palazzo... ma Versailles!
Mi è piaciuta la briosità, la semplicità e quel pizzico di eros ke Sofia ha voluto mettere in evidenza in un contento non proprio così tranquillo.
Trovo divina Kirsten Dunst e Asia Argento, quest'ultima azzecatissima nel ruolo della Du Barry... eccezzionali le musiche e l'accuratezza nel descrivere alla perfezione la vita di corte!
A mio avviso a livello storico nn vi è stato nessun errore... cosa rara ultimamente soprattutto nei film storici... Brava Sofia
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(di amaornella)
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[+] possiamo distingure il verosimile dal corretto?
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mavic
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mercoledì 22 novembre 2006
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la fine di un'epoca
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"Ma tutto questo... è ridicolo!" "Questo, Madame, è Versailles". Uno scambio di battute alla cerimonia del "lever" nel fastoso palazzo simbolo dell'assolutismo regale ben sintetizza la cifra stilistica del rutilante, sontuoso, avvincente affresco messo in scena dalla brava Sofia Coppola. I titoli di testa sono già una sorpresa scoppiettante di colori squillanti e musiche a tempo di rock, il film non perde mai il ritmo e cromaticamente sottolinea l'avanzare inesorabile verso il precipizio di un mondo al tramonto, che nulla ha più da offrire se non la folle anadiplosi dei suoi riti vuoti e fini a se stessi. Il racconto procede per accelerazioni spinte e vorticose, come quando descrive le abbaglianti toilette della sovrana o gli eccessi delle tavole imbandite, e per pause di elegiaca malinconia per un mondo perduto ed ormai lontano, ma ancora carico di suggestioni: bellissime le inquadrature dei giardini e delle fontane della reggia, ancora oggi Versailles incanta, ancora oggi nelle mani di un'abile regia ci restituisce il fascino senza tempo di una magnificenza ineguagliabile.
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"Ma tutto questo... è ridicolo!" "Questo, Madame, è Versailles". Uno scambio di battute alla cerimonia del "lever" nel fastoso palazzo simbolo dell'assolutismo regale ben sintetizza la cifra stilistica del rutilante, sontuoso, avvincente affresco messo in scena dalla brava Sofia Coppola. I titoli di testa sono già una sorpresa scoppiettante di colori squillanti e musiche a tempo di rock, il film non perde mai il ritmo e cromaticamente sottolinea l'avanzare inesorabile verso il precipizio di un mondo al tramonto, che nulla ha più da offrire se non la folle anadiplosi dei suoi riti vuoti e fini a se stessi. Il racconto procede per accelerazioni spinte e vorticose, come quando descrive le abbaglianti toilette della sovrana o gli eccessi delle tavole imbandite, e per pause di elegiaca malinconia per un mondo perduto ed ormai lontano, ma ancora carico di suggestioni: bellissime le inquadrature dei giardini e delle fontane della reggia, ancora oggi Versailles incanta, ancora oggi nelle mani di un'abile regia ci restituisce il fascino senza tempo di una magnificenza ineguagliabile. Il budget faraonico si vede tutto, perfetti i costumi di Milena Canonero, da applauso la fotografia e le musiche. Si può anche dire che il film è filologicamente corretto sul versante storico, se si eccettua la vicenda del conte Fersen, la cui relazione con la regina non è mai stata accertata fino in fondo, ma certo è perfettamente verosimile che sia andata così. Non era l'aderenza alla verità storica, tuttavia, che premeva alla regista, quanto piuttosto la descrizione dello spaesamento di una ragazza alle prese con un mondo incartapecorito ed incomunicabile. La leggiadria di Kirsten Dunst è innegabile, indossa con eleganza le più improbabili mise e riesce a restituirci emotivamente il personaggio; quella lunga corsa per la Galleria degli Specchi segnala efficamente l'estrema solitudine della sovrana, la consegna all'imperscrutabilità della Storia, ma di nuovo eternizza la magia del cinema.
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giacky89
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martedì 21 novembre 2006
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errore
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In realtà Maria Antonietta disse:Qu'ils mangaient des croissants (che mangino dei croissants) e non delle brioche.
Cmq il film è perfetto
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(di luigi xvi)
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giacky89
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martedì 21 novembre 2006
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stupendo
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Forse è vero che l'inizio è stato un pò lento, però man mano che il film procedeva, la bellezza del film aumentava.
Io che ho letto molti libri su Maria Antonietta posso dire che eccetto alcuni elementi, il film rispecchia la storia vera.
Comunque non si può pretendere che tutto il film sia movimentato dato che si tratta della vita di un personaggio storico.
Anzi sono riusciti a rendere il film divertente nonostante Maria Antonietta in realtà non ebbe una vita divertente.
Dunque questo film merita 5 stelle
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nick alias pedro
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martedì 21 novembre 2006
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marie antoinette é rock (tutt'altro che lenta!!!)
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Straordinaria rivisitazione in chiave glam-rock della regina di Francia più amata e più odiata. il film è scorrevole fin dall'inizio; e fin dall'inizio si colgono piccoli particolari che ne fanno un'ottimo film! Prima dell'uscita del titolo, si vede la straordinaria Kristen Dunst, alla quale vengono infilate le scarpe dalla serva,questa è anche la scena di apertura di Barry Lindon di Kubrick. Piccoli dettagli rock si vedono per tutto il film come le all star lilla, cult del punk,o i phoenix che suonano a pranzo e gli air che fumano insieme a Marie Antoinette. Anche il titolo del film è scritto nello stesso stile della copertina del disco "god save the qeen" dei sex pistols, forse è propio il caso di dirlo.
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Straordinaria rivisitazione in chiave glam-rock della regina di Francia più amata e più odiata. il film è scorrevole fin dall'inizio; e fin dall'inizio si colgono piccoli particolari che ne fanno un'ottimo film! Prima dell'uscita del titolo, si vede la straordinaria Kristen Dunst, alla quale vengono infilate le scarpe dalla serva,questa è anche la scena di apertura di Barry Lindon di Kubrick. Piccoli dettagli rock si vedono per tutto il film come le all star lilla, cult del punk,o i phoenix che suonano a pranzo e gli air che fumano insieme a Marie Antoinette. Anche il titolo del film è scritto nello stesso stile della copertina del disco "god save the qeen" dei sex pistols, forse è propio il caso di dirlo.Oltre a questi piccoli dettagli Sofia Coppola,ancora una volta, riesce a raccontarci le emozioni e i sentimenti della difficoltà di crescere che spesso vivono gli adolescenti. Insomma: belle musiche, belle scene, bei costumi, bella la storia, bravi gli attori.... un film assolutamente da vedere!!!
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corrado
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lunedì 20 novembre 2006
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sotto la facciata niente
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La contaminazione moderna del passato è un tema che il cinema tratta da sempre con una certa diffidenza. Il motivo, se ci pensiamo bene, è molto semplice : cercare di mescolare passato e presente comporta dei rischi notevoli riguardo la credibilità di una pellicola e la sua coerenza con se stessa, prima ancora che con la storia.
Dalla visione dell’ultimo trash-film di Sofia Coppola risulta chiara la pericolosità di una scelta stilistica e semantica come questa, che oltre a non elevare “Marie Antoinette” oltre la schiera dei mediocri prodotti ad alto budget ne determina anche una sostanziale ambiguità di fondo.
Alle volte sembra che la regista desideri rileggere in chiave moderna una vicenda di più di due secoli fa, trasformando una reale di Francia in una teen ager di oggi, che ridacchia dietro ai ragazzi, balla scatenata a ritmo di rock, spende tutte le sue energie nella ricerca della scarpa giusta o dell’acconciatura più eccentrica, si risveglia con una bottiglia in mano dopo una notte di bagordi ed esibisce delle invidiabili occhiaie da dopo sbronza.
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La contaminazione moderna del passato è un tema che il cinema tratta da sempre con una certa diffidenza. Il motivo, se ci pensiamo bene, è molto semplice : cercare di mescolare passato e presente comporta dei rischi notevoli riguardo la credibilità di una pellicola e la sua coerenza con se stessa, prima ancora che con la storia.
Dalla visione dell’ultimo trash-film di Sofia Coppola risulta chiara la pericolosità di una scelta stilistica e semantica come questa, che oltre a non elevare “Marie Antoinette” oltre la schiera dei mediocri prodotti ad alto budget ne determina anche una sostanziale ambiguità di fondo.
Alle volte sembra che la regista desideri rileggere in chiave moderna una vicenda di più di due secoli fa, trasformando una reale di Francia in una teen ager di oggi, che ridacchia dietro ai ragazzi, balla scatenata a ritmo di rock, spende tutte le sue energie nella ricerca della scarpa giusta o dell’acconciatura più eccentrica, si risveglia con una bottiglia in mano dopo una notte di bagordi ed esibisce delle invidiabili occhiaie da dopo sbronza. Pare tutto sommato un’attualizzazione di comodo, dal momento che per rendere più verosimili le frivolezze di un’adolescente del 1700 vengono usati gli stereotipi classici della gioventù moderna, con risultati troppo semplicistici per apparire reali e apprezzabili. Ne risulta, conseguentemente, una figura decisamente poco credibile, assolutamente incapace di comunicare altro che la sua superficialità e ben lontana dall’assumere i connotati di un personaggio ricco di sfumature celate dietro una maschera fragile e instabile.
Altre volte pare che la Coppola voglia porre l’accento sull’ingenuità e la genuinità di una ragazzina come tante, che abbraccia i nobili d’ancient regime invece che esibirsi nel canonico inchino e che ai fasti della corte di Francia preferisce un orticello nel quale passeggiare insieme agli amici e alla figlia, raccogliendo uova fresche e accarezzando le caprette, in un tripudio di spirito bucolico fastidioso e grottesco. Soprattutto non si riesce a capire dove finisca la Marie Antoinette frivola e superficiale e dove cominci invece la donna semplice e di saldi principi morali che cerca di mantenere intatta la sua integrità e soprattutto di dare un erede al trono di Francia, il cui concepimento, o tentativo di concepimento, è il vero leit motiv del film, dal momento che ne occupa circa la prima ora e mezza su due.
Ma nell’ultima mezz’ora l’onnipresente velo trash-patinato si solleva imprudentemente, e la pellicola mostra tutta la sostanziale vacuità di fondo, quando ormai finito il tempo del lusso e degli eccessi più sfrenati, di fronte alla rivoluzione francese tutto semplicemente si spegne, quasi come se la folla in tumulto fosse l’elemento guastatore di una fiaba dorata, l’impietoso e arcigno gigante che caccia via i bambini dal giardino incantato. Privo ormai di vestiti sgargianti, scarpe all’ultimo grido, parrucchieri audaci e sbronze in compagnia, il film si riduce ad un veloce riassunto degli ultimi giorni di vita di Marie Antoinette e della sua regal famiglia, col chiaro intento di far convergere le simpatie del pubblico su un personaggio che ne è assolutamente immeritevole.
“Marie Antoinette” non è un inedito ritratto psicologico della più famosa sovrana della storia recente, ma un bell’esercizio di stile confezionato con meritevole cura formale e una larga dose di superficialità.
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topus
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lunedì 20 novembre 2006
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bah.
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il giusto sottotitolo dovrebbe essere "la vita privata di una regina del 700 vista con gli occhi di un'americana cafona del 2006", unico scopo ridicolizzare al massimo tutte le cose ridicole che quei poveretti facevano. inutile dire che per quel poco che capisco mi sembrava storicamente abbastanza inaccurato con molte musiche di vivaldi e i nobili che ballavano una roba tipo circolo circasso, scarpe direttamente riprese dal film di prada, poi non si capisce come mai in mezzo a una regia molto accurata e pacata ogni tanto c'erano delle scene girate tipo videoclip. il momento migliore è stato quando il tamarro di turno, all'ennesima scena in cui il re luigi si addormentava senza toccare quel pezzo di figa di maria antonietta, se ne è uscito con "ma allora è proprio ricchione!!"
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gulliver
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lunedì 20 novembre 2006
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regnare o essere regnati?
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Chi era Maria Antonietta, passata alla storia come la più snob delle nobildonne francesi, simbolo dell'ancien regime e dello spregio dei nobili e del regno verso le classi più umili?
Era una ragazzina, portata a Parigi come un pacco postale, messa quasi direttamente nel letto del Delfino, un altro ragazzino spaurito e incapace sessualmente.
Il vero re è il protocollo: il protocollo è una routine indefettibile, che scandisce le ore e i giorni, e definisce la vita stessa. All'interno di essa, i divertimenti e le spese folli sono la sola evasione possibile, oltre a un giardino in stile campagnolo tuttora esistente.
Lontani da Parigi, lontani da tutto, i due regnanti perseguono un tiraccampà costosissimo e al solo scopo di allontanare la noia.
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Chi era Maria Antonietta, passata alla storia come la più snob delle nobildonne francesi, simbolo dell'ancien regime e dello spregio dei nobili e del regno verso le classi più umili?
Era una ragazzina, portata a Parigi come un pacco postale, messa quasi direttamente nel letto del Delfino, un altro ragazzino spaurito e incapace sessualmente.
Il vero re è il protocollo: il protocollo è una routine indefettibile, che scandisce le ore e i giorni, e definisce la vita stessa. All'interno di essa, i divertimenti e le spese folli sono la sola evasione possibile, oltre a un giardino in stile campagnolo tuttora esistente.
Lontani da Parigi, lontani da tutto, i due regnanti perseguono un tiraccampà costosissimo e al solo scopo di allontanare la noia. La fortezza dell'assolutismo, Versailles, costruita dal re sole al solo scopo di rendere inetti i nobili, è la stessa causa della inettitudine dei regnanti che sono seguiti?
Correttamente, nel film si mostra che la famosa frase delle Brioches, riportata da tutti i libri di storia, è una balla inventata dalla propaganda borghese. Proprio così: Maria Antonietta è la facile vittima della demagogia rivoluzionaria. Portati via da Versailles, i due giovani regnanti si mostrano per quelli che sono: due pupazzi nelle mani della storia.
Il film è ottimamente diretto, lontano dalla noia incredibile di Lost in Traslation: gli inserti musicali rock sono molto appropriati e creano un contrasto che non stride mai. Montaggio veloce alla Soderberg. Ottima fotografia, buon ritmo che non stanca mai, pur nella ripetitività del protocollo. La Dunst è bravissima, ormai può reggere un film da sola senza problemi: del resto è una vecchia volpe, recitava ( bene ) già da bambina. Molto bravo anche il re: mai eccessivo o caricaturale. La Coppola ha poi azzeccato il ruolo per Asia Argento, arrivando a coglierne tutta la volgarità nel volto.
Dunque, chi era Maria Antonietta? Una ragazza non peggiore di tante altre, semplicemente chiamata ad una carica quasi inutile, obnubilata dal lusso, dai vestiti, dai dolci e dai diamanti che aveva a profusione. Forse lo stesso lusso che obnubila le nostre menti moderne ?
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(di luigi xvi)
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(di flòraidh)
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(di marydee)
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(di gulliver)
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(di lalla bi)
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(di gulliver)
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requiem ii°
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domenica 19 novembre 2006
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che ignoranti!
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Ma studiate lavativi va là! Storici i costumi della canonero? Ma quando mai! Gli avvenimenti sono realmente successi? A me non risulta, io ho letto 7 biografie della regina, e nessuna di quelle cose che ci sono nello schifo di film corrisponde a realtà, quel film è una contraddizione continua, la costumista ha ricevuto tanti oscars? Bè significa che doveva prenderli, ormai l'oscar è come il festival di san remo, un anno vince uno un anno vince un altro, lo sanno già un anno per l'altro. E' una "vittoria" annunciata, a tavolino insomma, non ha senso "vincere" così! E' come vincere ai rigori, non c'è merito, ma comuque tale regista tale pubblico. Ignorante lei, ignorante il pubblico che la venera.
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Ma studiate lavativi va là! Storici i costumi della canonero? Ma quando mai! Gli avvenimenti sono realmente successi? A me non risulta, io ho letto 7 biografie della regina, e nessuna di quelle cose che ci sono nello schifo di film corrisponde a realtà, quel film è una contraddizione continua, la costumista ha ricevuto tanti oscars? Bè significa che doveva prenderli, ormai l'oscar è come il festival di san remo, un anno vince uno un anno vince un altro, lo sanno già un anno per l'altro. E' una "vittoria" annunciata, a tavolino insomma, non ha senso "vincere" così! E' come vincere ai rigori, non c'è merito, ma comuque tale regista tale pubblico. Ignorante lei, ignorante il pubblico che la venera. Saluti
Io comunque seguo il consiglio di requiem, cioè non lo vado a vedere, grazie socio per l'avvertimento.
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[+] ignorante sei tu!
(di luigi xvi)
[ - ] ignorante sei tu!
[+] non si parla...
(di reine)
[ - ] non si parla...
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