giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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tornatore/rappoport thriller e sentimento giomo891
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Il film tratta in maniera efficace il tema della schiavitù sessuale delle ragazze che entrano nel nostro paese dalla frontiera orientale fa da sfondo al film fino al colpo di scena finale, degno dei migliori thriller dei grandi gialli.
L'interpretazione della protagonista, Irene (Xenia) è intensa e fluida, anche se, volendo trovarci un difetto, un po' troppo lineare, rispetto alla storia narrata.
In particolare le sevizie di un orribile Placido (come nonbsi era mai visto).
Ma è la mano del regista che dà a questa pellicola quell' atmosfera, ora cupa, ora assolutamente sentimentale, tipica dei film di Tornatore, in questo caso arricchita da un andamento thriller.
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Il film tratta in maniera efficace il tema della schiavitù sessuale delle ragazze che entrano nel nostro paese dalla frontiera orientale fa da sfondo al film fino al colpo di scena finale, degno dei migliori thriller dei grandi gialli.
L'interpretazione della protagonista, Irene (Xenia) è intensa e fluida, anche se, volendo trovarci un difetto, un po' troppo lineare, rispetto alla storia narrata.
In particolare le sevizie di un orribile Placido (come nonbsi era mai visto).
Ma è la mano del regista che dà a questa pellicola quell' atmosfera, ora cupa, ora assolutamente sentimentale, tipica dei film di Tornatore, in questo caso arricchita da un andamento thriller.
Alla fine, forse, mancano le possibili introspezioni degli altri attori, soprattutto di Favino, capace, come sappiamo, di caratterizzare al meglio i personaggi (e quello del padre della bambina dovrebbe essere fondamentale). Bene Piera Degli Esposti, e la bambina che è molto brava, soprattutto nel descrivere il disagio psichico, prima dell'intervento terapeutico da parte della "tata"- presunta mamma biologica. Finale superbo, nella soluzione e nell'inquadratura che passa dal campo lungo al primo piano. Altra chicca la colonna sonora nellr mani sapienti di Ennio Morricone.
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giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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tornatore/rappoport thriller e sentimento giomo891
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La schiavitù sessuale delle ragazze che entrano nel nostro paese dalla frontiera orientale fa da sfondo al film fino al colpo di scena finale, degno dei migliori thriller dei grandi gialli.
L'interpretazione della protagonista (Xenia) è fluida, anche se, volendo trovarci un difetto, un po' troppo lineare.
Ma è la mano del regista che dà a questa pellicola quell' atmosfera, ora cupa, ora assolutamente sentimentale, tipica dei film di Tornatore.
Orribile il personaggio interpretato da Placido, aguzzino senza pietà.
Alla fine, forse, mancano le possibili introspezioni degli altri attori, soprattutto di Favino, capace, come sappiamo, di caratterizzare al meglio i personaggi (e quello del padre della bambina dovrebbe essere fondamentale).
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La schiavitù sessuale delle ragazze che entrano nel nostro paese dalla frontiera orientale fa da sfondo al film fino al colpo di scena finale, degno dei migliori thriller dei grandi gialli.
L'interpretazione della protagonista (Xenia) è fluida, anche se, volendo trovarci un difetto, un po' troppo lineare.
Ma è la mano del regista che dà a questa pellicola quell' atmosfera, ora cupa, ora assolutamente sentimentale, tipica dei film di Tornatore.
Orribile il personaggio interpretato da Placido, aguzzino senza pietà.
Alla fine, forse, mancano le possibili introspezioni degli altri attori, soprattutto di Favino, capace, come sappiamo, di caratterizzare al meglio i personaggi (e quello del padre della bambina dovrebbe essere fondamentale). Tra tutti, gli altri grandi attori, a parte Placido, la bambina appare veramente molto brava, soprattutto nel descrivere il disagio psichico, prima dell'intervento terapeutico da parte della "tata"- presunta mamma biologica.
Ma non mancano altri spunti di riflessione che non vanno raccontati ma lasciati alla libera intuizione del pubblico.
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giovedì 8 luglio 2021
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pagate uno psicanalista a tornatore....
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Ho visto oggi....purtroppo...il polpettone thriller..La sconosciuta ...mandato in onda alle 16, ora in cui molti ragazzi e bambini...sono davanti alla TV...Film di una violenza eccessiva e gratuita , di cui si poteva fare a meno....Scopiazzamenti di altri Registi....SGRADEVOLE. Una sola nota positiva...la presenza di una grande attrice Ksenia Rappaport che da sola vale tutto il film e il biglietto eventuale......FLOP INEVITABILE sul mercato.....!
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venerdì 13 aprile 2018
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terni e trieste
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Molte delle scene in esterno sono state girate A Terni. Chiaramente riconoscibile il cinema Citiplex Politeama Lucioli, il sottopassaggio di viale Cesare Battisti e la Piazza delle Bambine e dei Bambini .Quali sono le scene girate a Trieste?
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gianni quilici
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venerdì 14 giugno 2013
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un film abile
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Un film sincero,
ma anche un film abile.
Un film che vuole comunicare,
ma anche abbindolare.
C’è un sentimento forte: la maternità.
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Un film sincero,
ma anche un film abile.
Un film che vuole comunicare,
ma anche abbindolare.
C’è un sentimento forte: la maternità.
C’è una grande attrice: Xenia Rappoport.
C’è l’abilità con cui è stato costruito:
l’atmosfera di mistero,
con cui lentamente il film si disvela.
C’è una spettacolarizzazione della violenza,
un uso esibito della musica,
molti personaggi di maniera
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cinefilos
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sabato 19 gennaio 2013
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thriller intrigante e travolgente
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L'accoppiata Tornatore-Morricone tutta made in Italy è artefice di un grande successo cinematografico, scandito da un ritmo incalzante, scene travolgenti che rapiscono lo spettatore, portandolo a riflettere sulla piaga della prostiuzione e della violenza sulle donne, ma non meno sul tema della maternità e dell'amore incondizionato verso i propri figli. Un thriller tutto da vivere. Bravissimo, come sempre, Tornatore.
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bruce harper
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lunedì 10 settembre 2012
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elogio del carnefice.
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L’incipit scimmiotta Eyes Wide Shut. Li maschere fredde e anonime scatenavano identità sommerse e pulsioni primordiali, qui maschere ugualmente alienanti nascondono identità superflue perché al servizio di corpi perfetti e intercambiabili. L’inizio è laconico,accattivante, ambiguo. Di quelli che catturano. D’improvvisò però veniamo informati attraverso uno dei tanti troppi virtuosismi che punteggiano l’opera (flashback a getto continuo,montaggi frenetici,dissolvenze in nero,profondità di campo laboriose) che si tratta appunto di un flashback, un antefatto ingombrante di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. E qui cominciano i problemi.
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L’incipit scimmiotta Eyes Wide Shut. Li maschere fredde e anonime scatenavano identità sommerse e pulsioni primordiali, qui maschere ugualmente alienanti nascondono identità superflue perché al servizio di corpi perfetti e intercambiabili. L’inizio è laconico,accattivante, ambiguo. Di quelli che catturano. D’improvvisò però veniamo informati attraverso uno dei tanti troppi virtuosismi che punteggiano l’opera (flashback a getto continuo,montaggi frenetici,dissolvenze in nero,profondità di campo laboriose) che si tratta appunto di un flashback, un antefatto ingombrante di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. E qui cominciano i problemi.
Se nulla si può dire sul talento adamantino della impressionante protagonista,personaggio allo stato larvale,schiva, cerebrale, sempre in bilico sui labili confini che separano un contegnoso distacco dallo scatenamento compulsivo di passioni distruttive, è la costruzione psicologica del personaggio in questione a fare cilecca non tanto in quanto a definizione volumetrica ma a causa di uno scarto incolmabile,confuso,che si crea tra le motivazioni della donna e il suo agire in corso d’opera. Diventando agente del proprio maniacale progetto,Irena si dimostra donna disposta a tutto, spinta da una passione viscerale, soverchiante, scomposta, che affonda le radici in una rimozione forzata e traumatica (e figurati se non c’era di mezzo un trauma..) e che da il là ad una serie di azioni tanto sproporzionate quanto eticamente condannabili (come nei confronti dell’anziana paralitica). Intendiamoci, il fine giustifica i mezzi, siamo tutti d’accordo. Ma in questo eccedere in meschinità e ignominia, specie nel suddetto caso, viene meno quel processo cardine di ogni fruizione filmica che è l’Identificazione con l’eroe, il transfert, e noi spettatori ci sentiamo quasi disorientati e sballottati in una terra di nessuno in qui viene meno ogni istanza emotiva per cedere il passo all’unica consolazione cerebrale della Detection,la ricerca di risposte, lo svelamento dei perché. Certo, suspense narrativa e orchestrazione della tensione formale non sono estranei al regista di Bagheria, sennonché man mano che si va avanti essi smettono di fare breccia e slittando il film dai binari del noir a quelli del dramma psicologico perdono quell’inevitabile piedistallo costituito da una profonda adesione emotiva alle gesta dell’instabile eroina.
E la messa in scena non fa che subire questo corto circuito.
Intendiamoci, se è lecito appellarsi alla furia dell’istinto materno che provoca accecamento piuttosto che folgorazione, impeto piuttosto che calcolo, riscatto invece di resa, non lo è altrettanto l’atteggiamento di passiva condiscendenza della regia che non fa che infarcire la storia di episodi artefatti, moventi additive (urca non può più avere figli! urca le hanno ammazzato e sepolto l’amante in una discarica… e figurati se non respirava ancora! urca non è mica la prima volta: ha più figli lei di Bob Marley!) che sembrano quasi essere sovrapposti ex-post solo per giustificare a valle, e non alimentare a monte,le iniziative risolute della bella anti-eroina. La frustrazione di un corpo violato,offeso, usurpato senza freni e senza pietà, non basta a rendere verosimile una tale onda d’urto emotiva e comportamentale, a rendere una madre mezzo, macchina,agente, movente, estrema ratio di una logica lineare ma spietata,aberrante ma umanista,la cui costruzione trasuda biblico livore ma anche tanta maldestra compassione (lo si vede nel funzionamento inaspettato del rapporto madre-figlia, nell’ignobile finale palesemente commissionato). Non basta, ripeto, ad alimentare un modo di fare tanto crudo,freddo, implacabile e degno di una cellula tumorale.
Da ultimo emerge il problema irrisolto di un senso, una tesi, un messaggio complessivo che trattandosi di un film a soggetto si deve necessariamente raccattare da qualche parte. Scartato il film d’evasione (ovvio), quello di denuncia,di impegno o il registro cronachistico rimane un melodramma di finzione che scimmiotta il docu-drama quando tenta di documentare le condizioni disumane delle prostitute Uraliche (ma proiettandole in contesti tanto manierati quanto barocchi). Una donna arriva in un mondo chiuso, stagno, un microcosmo autosufficiente e pacifico portandosi dietro un bagaglio di disperazione, ossessione e odio tale da gettare in assoluta disgrazia le lineari esistenze di una famiglia borghese. Quella donna è carnefice non vittima, resa non riscatto,vigliaccheria non coraggio (di farsi una nuova vita,di convertire le proprie congetture in certezze), miseria senza splendori che di sicuro concorrerà a gettare in disgrazia persino la povera figlia ricongiunta.
A rigore una stella in meno anche per le lacune e le ridondanze della sceneggiatura. Per esempio quando l’input dato dal rinsavimento della vecchia colf rimane inspiegabilmente lettera morta. E gli assegni? E i soldi? Mah! Va un po’ a capirci qualcosa.
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filippo catani
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venerdì 26 agosto 2011
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una sconosciuta come (purtroppo) tante altre
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Una giovane donna ucraina cerca lavoro come domestica. Attraverso l'aiuto del portiere di un palazzo, riuscirà a muovere i primi passi all'interno di un piano ben stabilito per cercare di entrare nella casa della famiglia Adacher. La giovane ucraina conserva infatti dentro di se terribili e inconfessabili segreti.
Un film duro e coraggioso allo stesso tempo che prende di petto una questione scottante: la tratta delle donne specialmente dell'est Europa. Da quì si sviluppano tutti i rami del racconto: c'è il terribile padrone che avvia le donne alla strada e le controlla a suon di botte, la giovane ucraina arrivata con tanti sogni nel cassetto e vede spezzato l'unico vero amore, la famiglia perbene che nasconde al suo interno grandi e piccoli problemi.
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Una giovane donna ucraina cerca lavoro come domestica. Attraverso l'aiuto del portiere di un palazzo, riuscirà a muovere i primi passi all'interno di un piano ben stabilito per cercare di entrare nella casa della famiglia Adacher. La giovane ucraina conserva infatti dentro di se terribili e inconfessabili segreti.
Un film duro e coraggioso allo stesso tempo che prende di petto una questione scottante: la tratta delle donne specialmente dell'est Europa. Da quì si sviluppano tutti i rami del racconto: c'è il terribile padrone che avvia le donne alla strada e le controlla a suon di botte, la giovane ucraina arrivata con tanti sogni nel cassetto e vede spezzato l'unico vero amore, la famiglia perbene che nasconde al suo interno grandi e piccoli problemi. Un affresco a tratti desolante che serve però a farci mantenere alta la guardia verso questo terribile giro di sfruttamento. Splendida regia e meraviglioso il cast con un trio fantastico composto da Rappoport, Placido e Gerini.
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olghina
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domenica 30 gennaio 2011
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da pelle d'oca!
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Sarà per l'argomento crudo ed ahimè molto attuale(Le donne ridotte in una vera e propria schiavitù) , sarà per le musiche del nostro "vantotuttoitaliano" Morricone, sarà per la fotografia(gustata fotogramma dopo fotogramma).. sicuramente è per questo mix che per tutta la durata del film ho avuto la pelle d'oca! Secondo il mio parere in questa pellicola il regista, che si distacca (anche se non riesce a farne a meno del tutto) dalle sue sicule origini, ci rivela un Tornatore inedito e molto competente in questa veste. Un nota positiva va anche alla attrice, il suo sguardo mi ha veramente toccata...ed a Placido, che quando interpreta il cattivo lo sa fare veramente bene!Quattro stelle da parte mia.
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lady libro
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martedì 16 novembre 2010
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la meraviglia dell'oscurità
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Una donna dal passato oscuro e violento, alla ricerca di qualcosa di molto importante che è stato perduto, con il solo bagaglio di un amore scomparso...
Uno dei più bei film di Tornatore che dimostra la sua bravura in ogni pellicola. Ksenia Rappoport recita meravigliosamente con un realismo impressionante.
Film stupendo e assai consigliato.
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