luca
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sabato 10 febbraio 2007
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mythos & logos a holliwood boulevard
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Chissà, forse prima di accendere il fuoco, prima di scorrazzare sulla ruota, l'uomo delle caverne fu costretto a seguire diversi sentieri, disegnare diverse tracce, linee della mente, per così dire, differenti fra loro. in effetti può essere che esistano diversi modi di percorrere le stanze dell'immaginario,e che ci sia stata (forse) una selezione di esse, alla fine una, sola, una dialettica sia imposta sulle altre, e abbia vinto la conquista, la territorializzazione della nostra mente. almeno sui più di noi, e comunque non totalmente. Forse quello che chiamiamo inconscio é molti inconsci, molti sensi, che, di fatto, sono paragonabili in tutto é per tutto al nostro, sono logiche 'altre', associazioni mentali altre, e infinite catene di queste associazioni, ed immagini legate fra di loro all'infinito.
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Chissà, forse prima di accendere il fuoco, prima di scorrazzare sulla ruota, l'uomo delle caverne fu costretto a seguire diversi sentieri, disegnare diverse tracce, linee della mente, per così dire, differenti fra loro. in effetti può essere che esistano diversi modi di percorrere le stanze dell'immaginario,e che ci sia stata (forse) una selezione di esse, alla fine una, sola, una dialettica sia imposta sulle altre, e abbia vinto la conquista, la territorializzazione della nostra mente. almeno sui più di noi, e comunque non totalmente. Forse quello che chiamiamo inconscio é molti inconsci, molti sensi, che, di fatto, sono paragonabili in tutto é per tutto al nostro, sono logiche 'altre', associazioni mentali altre, e infinite catene di queste associazioni, ed immagini legate fra di loro all'infinito. il conscio é uno, gli inconsci sono molti. Nononstante ciò noi abbiamo un'ossessione e cioé quella di inventare storie, ci hanno educati ad ascoltare o a vedere qualcosa in cui noi possiamo scorgere una coerenza, che però é, partendo da questi presupposti, sempre un'unica identica coerenza, e ci é quasi impossibile immaginare un'altra coerenza (o quasi). Mentre invece le coerenze, i fili della mente, sono tanti.
é un ossessione certo, anche se, ed é questo il problema, noi non andiamo al cinema, per ricostruire i fatti: non andiamo certo al cinema per poterci assicurare che ogni film abbia una sua coerenza e cioé che biancaneve dopo aver mangiato la mela si svegli in ogni film su biancaneve. Al contrario ci andiamo per provare piacere, per godere di qualcosa .Eppure abbiamo bisogno di coerenza, perché? forse il piacere ha bisogno di spiegazioni? allora si può dire che il nostro rapporto con le storie é come quello del masochista col sesso, e cioé abbiamo bisogno di ammanettarci, abbiamo bisogno di una metrica, un vincolo entro il quale gestire il piacere, altrimenti non lo riconosciamo e non lo proviamo, il piacere. più riduci il campo e più vedi che la mente é vincolata a questo logos, questa coerenza che noi pretendiamo, e che diamo per scontata, ma che a pensarci bene, non é così ovvia. il punto é che il logos viaggia solitario, come un cacciavite piantato nei fianchi di un'attrice , mentre invece tutte le logiche che noi abbiamo represso sono intrecciate, rinchiuse dietro la porta col numero 47. esse sono il linguaggio del mito.
che forse la maggior parte dei gesti che facciamo per provare piacere hanno un senso e allora perché un film dovrebbe avere senso?
il punto é che questo film un senso ce l'ha. ha il senso propriamente inteso e cioé come piacere, come 'senso'. é sicuramente tra i film più liberi dal logos di david lynch ma forse proprio per questo il più 'codificabile' in qualche modo. é un' opera surrealista. mai come prima, mi pare, i film di lynch aveva dei rimandi freudiani così precisi: le lingue straniere in psicanalisi sono associate al rapporto col padre, e che il film simboleggi i complessi primari é più che evidente. surreale in tutto é per tutto non lo era mai stato lynch, forse in eraserhead, sarà un percorso. Io credo poi che la scena dei titoli di coda del film così come quella dei titoli di testa di Muloholland dr. riflettano la struttura del film lynchano.Immaginate una stanza piena di oggetti meravigliosi. questi oggetti sono punti di snodo delle logiche diverse di cui ho parlato su, delle icone, figurate nel film di lynch da persone che ballano, perché esse vanno in direzioni diverse.
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silvio
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domenica 11 febbraio 2007
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il tempo del cinema
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Avete presente quando una telecamera riprende un’altra telecamera che sta inquadrando la scena con dietro un enorme videowall o una foto di uno specchio che riflette davanti ad un altro specchio? La scena si ripete all’infinito, fino a perdersi e ciò che testimonia la scena diventa, allo stesso momento, parte della scena, un mondo dentro altri mondi infiniti che si perdono all’orizzonte dello sguardo, scatole cinesi che si autocontengono, la più grande contiene una più piccola che ne contiene un’altra fino ad una piccolissima, che però, riesce a contenere la prima che a sua volta le conteneva tutte.
INLAND EMPIRE forse è questo, è lo ieri, l’oggi, il domani, l’adesso, il dopo, il mentre, il sempre e il mai.
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Avete presente quando una telecamera riprende un’altra telecamera che sta inquadrando la scena con dietro un enorme videowall o una foto di uno specchio che riflette davanti ad un altro specchio? La scena si ripete all’infinito, fino a perdersi e ciò che testimonia la scena diventa, allo stesso momento, parte della scena, un mondo dentro altri mondi infiniti che si perdono all’orizzonte dello sguardo, scatole cinesi che si autocontengono, la più grande contiene una più piccola che ne contiene un’altra fino ad una piccolissima, che però, riesce a contenere la prima che a sua volta le conteneva tutte.
INLAND EMPIRE forse è questo, è lo ieri, l’oggi, il domani, l’adesso, il dopo, il mentre, il sempre e il mai. E’ l’accaduto, l’accade, l’accadrà, l’accadendo, l’accadente e il non accaduto.
Parabola del cinema forse, l’azione accade durante le riprese, ma è già accaduta durante la stesura della sceneggiatura, ma nel montaggio accadrà domani, ma in sala non è ancora accaduta ed accadrà solo quando lo spettatore coglierà l’istante della proiezioni, che sono terminate da tempo ma che esistono solo in quell’istante. E’ il remake del make o del “non make”.
Il cinema (il film) non può esistere senza spettatore, lo spettatore non può esistere senza cinema (il film). Si divorano e si alimentano uno dell’altro.
Sei spettatore o sei il film? il film è lo spettatore o lo spettatore è il film? Stai guardando o sei guardato? Chi sta osservando e che cosa?
E’ la finzione nella realtà o è la realtà nella finzione?
INLAND EMPIRE è la domanda ma anche la risposta, che si scambiano i ruoli, la risposta diventa domanda e viceversa, in continuazione senza sosta, inafferrabili.
Il tempo dell’azione (Ciak, Azione!) dipende non dal momento dell’azione, ma dall’istante dal quale se ne sentono gli effetti, da quando qualcuno ne percepisce le conseguenze. Eppure è già accaduta.
Stai guardando ora quello che guarderai domani quando ne farai parte.
Stai guardando il divano dove domani ti vedrai seduto, il giorno prima.
SPECCHI DIFRONTE CHE SI SPECCHIANO: chi specchia e chi è specchiato?
INLAND EMPIRE è mille risposte per infinite domande.
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(di bobby perù)
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athos
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giovedì 22 febbraio 2007
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il delirio di lynch
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La mia modesta interpretazione: il film è tutto un'allucinazione della ragazza mora seduta sul letto che soffre l'astinenza da droghe pesanti. Di lei ne parla la ragazza orientale nella scena della finta morte della Dern. Ella soffre, mischia ricordi, o meglio pseudoricordi, si "fonde" il cervello. Ma la cosa più importante è che Lynch lo fonde a noi il cervello. Io sconsiglio a due generi di esseri umani di vederlo: a quelli facilmente influenzabili mentalmente e ai cosiddetti "razionali"(che poveretti si definiscono positivisti e pensano che la dea Ragione spieghi qualunque cosa). Lynch è un regista irrazionale (pazzo?), in lui prevalgono i sentimenti e gli istinti più profondi. E tutto questo ce lo sbatte di fronte in un delirio totale.
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La mia modesta interpretazione: il film è tutto un'allucinazione della ragazza mora seduta sul letto che soffre l'astinenza da droghe pesanti. Di lei ne parla la ragazza orientale nella scena della finta morte della Dern. Ella soffre, mischia ricordi, o meglio pseudoricordi, si "fonde" il cervello. Ma la cosa più importante è che Lynch lo fonde a noi il cervello. Io sconsiglio a due generi di esseri umani di vederlo: a quelli facilmente influenzabili mentalmente e ai cosiddetti "razionali"(che poveretti si definiscono positivisti e pensano che la dea Ragione spieghi qualunque cosa). Lynch è un regista irrazionale (pazzo?), in lui prevalgono i sentimenti e gli istinti più profondi. E tutto questo ce lo sbatte di fronte in un delirio totale. Personalmente sono rimasto affascinato, shoccato e sconvolto. Capolavoro alla MD!
Ps non posso far a meno di ricordare l'omaggio esplicito a John Carpenter ("il seme della follia", un bellissimo film!) nella scena della Dern che entra nel cinema e vede sè stessa.
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jj smoke
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domenica 12 agosto 2007
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david linch sei obsoleto e ridicolo
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mulholland drive, gran film, sempre teso al punto giusto, angosciante, ben realizzato... inland empire... il peggiore film mai visto. con piacere noto molti pareri negativi sul film, sono qui a visitare un forum perchè ieri sono andato a vedere inland empire al cinema, sono uscito verso la fine con uno scazzo addosso tale da voler dire la mia da qualche parte e sono capitato qui. forse david linch riuscirà ancora ad affascinare alcuni patetici appassionati nostalgici di quando campanava ancora qualcosa, affiora un sorisetto ogni volta che leggo commenti come "inland empire, il capolavoro", ma smettiamola di masturbarci perfavore, passare 3 ore seduti al cinema passando tra noia e angoscia per non arrivare a nessuna soluzione finale, a nessun click che faccia tornare il tutto o comunque a nessuna possibilità interpretativa significa essere presi per il culo, sveglia vari intenditori e cineasta che con le vostre parolone commentate positivamente questa cacata pazzesca di un vecchio che ormai non sa fare altro che spiattellarci in faccia la sua disperata e patetica frustrazione folle.
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mulholland drive, gran film, sempre teso al punto giusto, angosciante, ben realizzato... inland empire... il peggiore film mai visto. con piacere noto molti pareri negativi sul film, sono qui a visitare un forum perchè ieri sono andato a vedere inland empire al cinema, sono uscito verso la fine con uno scazzo addosso tale da voler dire la mia da qualche parte e sono capitato qui. forse david linch riuscirà ancora ad affascinare alcuni patetici appassionati nostalgici di quando campanava ancora qualcosa, affiora un sorisetto ogni volta che leggo commenti come "inland empire, il capolavoro", ma smettiamola di masturbarci perfavore, passare 3 ore seduti al cinema passando tra noia e angoscia per non arrivare a nessuna soluzione finale, a nessun click che faccia tornare il tutto o comunque a nessuna possibilità interpretativa significa essere presi per il culo, sveglia vari intenditori e cineasta che con le vostre parolone commentate positivamente questa cacata pazzesca di un vecchio che ormai non sa fare altro che spiattellarci in faccia la sua disperata e patetica frustrazione folle. trito e ritrito noioso senza senso patetico, patetico, patetico, patetico, bella li, johnny. mi censurerete?
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oblivion7is
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venerdì 23 settembre 2011
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terrificante estremismo che cerca la perfezione.
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Lynch cerca la perfezione stilistica ma trova solo le legnate che gli darebbero quelli che non hanno voglia di godersi "esperienze visive" (come si suol dire essenzialmente di tutte le sue pellicole) per tre ore senza una trama facile da spiegare (sento già le voci dei suoi detrattori: "trama?"). Polonia degli anni '50: una prostituta viene picchiata. Salto temporale: ai giorni nostri una ragazza in lacrime guarda la TV, ci sono dei coniglietti che parlano e dopodiché anche degli uomini, in polacco anch'essi. Poi in TV qualcos'altro prende vita. Un'attrice di nome Nikki riceve una visita da una vicina di casa allucinata che le racconta strane storie apparentemente prive di senso o di morale e dopodiché le chiede se c'è un omicidio nel film in cui costei sta per recitare.
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Lynch cerca la perfezione stilistica ma trova solo le legnate che gli darebbero quelli che non hanno voglia di godersi "esperienze visive" (come si suol dire essenzialmente di tutte le sue pellicole) per tre ore senza una trama facile da spiegare (sento già le voci dei suoi detrattori: "trama?"). Polonia degli anni '50: una prostituta viene picchiata. Salto temporale: ai giorni nostri una ragazza in lacrime guarda la TV, ci sono dei coniglietti che parlano e dopodiché anche degli uomini, in polacco anch'essi. Poi in TV qualcos'altro prende vita. Un'attrice di nome Nikki riceve una visita da una vicina di casa allucinata che le racconta strane storie apparentemente prive di senso o di morale e dopodiché le chiede se c'è un omicidio nel film in cui costei sta per recitare. La risposta è "no"? Dovrebbe esserla, ma invece... ed è qui che comincia un impossibile viaggio vorticoso di film nel film nel film con tradimenti, violenza misogina e tunnel senza fine. Nikki, infatti, è sposata con un uomo molto geloso di lei, ma comunque non può che innamorarsi dell'attore che, al suo fianco, interpreta il film. Ma il problema è un altro: Nikki crede di essere Sue, il personaggio che lei interpreta. O forse è il contrario? Già il solo raccontare la trama fa venire il mal di testa. Ed è questo il problema: sì che la pellicola abbia un che di iniquo e difficile da decifrare (stile "Mulholland Drive"), ma, come in "Eraserhead", qui il nostro ha esagerato. E la telecamera a mano fa venire un tale mal di testa! La cosa più bella però è che ho elencato solo i difetti: sono due e sono grandini, ma non abbastanza da eliminare il fascino di questa pellicola, un fascino che viene mostrato da immagini inquietanti, terrificanti, estreme e apparentemente scollegate, tutte protagoniste di storie a sè stanti che appaiono su uno schermo davanti agli occhi della "Lost Girl" che piange, una ragazza che ha più importanza per la trama di quanto sembri. Ora arriviamo ai meriti tecnici: la fotografia è abbastanza anonima, ma nulla di veramente negativo in quanto l'idea registica è anche lo spaesamento (la telecamera a mano spesso si muove su e giù appositamente per dare un'idea di alienazione); la scenografia è molto varia e per questo spesso geniale; la sceneggiatura... beh, a volte ti lascia a bocca aperta per come è assolutamente perfetta e a volte ti lascia l'amaro in bocca per dei dialoghi banalotti, ma niente che non si possa aggiustare piano piano. Del resto, il film dura 3 ore e di momenti buoni che riparino quelli brutti ce ne sono a bizzeffe! La Dern (che io odio, ma quello è un problema mio, personale) è molto brava, anche se in alcune scene pare che sappia solo piangere, urlare e digrignare i denti; quasi superiori Theroux e Irons; Stanton simpatico ma non sorprende; divertentissimi i minuscoli cameo di Macy e della Harring (l'uno dopo meno di 20 minuti, l'altro alla fine); brave la Ladd, la Ormond e la Zabriskie; la Gruszka è brava benché si veda abbastanza poco e quasi sempre con la stessa espressioni.
Ora passiamo ad una spiegazione "logica" del film, che mischia alcune cose notate da me con altre spiegazioni trovate sul web fino a raggiungere quello che penso io del film. Attenzione, da cui in poi la recensione è SPOILER, ovvero rivela molti particolari del film, quindi chi non l'ha visto dovrebbe starne alla larga (se però morite dalla voglia di leggere, nulla vi toglie dall'irrefrenabile impulso di farlo tranne voi stessi... se leggete non offendetemi perché rivelo troppo, è colpa vostra):
Scusate se sarò sgrammaticato;
In Polonia, in un tempo non precisato che potrebbe essere collocato negli anni '50, c'era un uomo chiamato Phantom (io il film l'ho visto in inglese quindi non so come e/o se è stato tradotto il suo nome in italiano... Fantasma?) che era malvagio e teneva su un circo. Piotrek Krol, colui che nel circo teneva gli animali, era sposato con una donna, la Lost Girl della televisione, dalla quale aveva un figlio. Però Phantom la desiderava, e quindi l'ha stuprata e rinchiusa in una camera d'albergo a guardare la tv 24 ore su 24. La camera è in realtà magica (la spiegazione del film quindi va nel paranormale, a differenza di quella di "Mulholland Drive" che si poteva spiegare semplicemente rileggendosi delle teorie di Freud sull'interpretazione dei sogni) e senza tempo. Lei in tv vede i conigli, che possono essere sia una sitcom americana che delle rappresentazioni dei tre maghi polacchi che appariranno più tardi nel film. Loro, dallo schermo tv, la vedono e le danno la possibilità di viaggiare tra i mondi. Krol andava in giro alla ricerca di sua moglie, ma quando era spinto fino alle baracche del circo, gli fu detto da un collega che Phantom era scomparso. Poi i tre maghi polacchi lo chiamarono alle loro camere. Gli hanno mostrato la sua moglie (Lost Girl), ma lui non riusciva a vederla ma solo a sentirla. Gli dissero che l'uomo ha lavorato per (cioè Phantom) era responsabile, e gli diedero una pistola che aveva il potere di uccidere Phantom. Krol ha lasciato il circo ed è arrivato in America, dove ha sposato Sue Blue, ma non gli sembrava davvero di amarla. Ha lasciato la pistola che può uccidere Phantom nel cassetto della camera da letto. Ad un certo punto, durante la preparazione di un barbecue, gli amici del circo di Krol si presentano a lui puntualmente alle 3 del pomeriggio, in maniera inquietante. Trascurata da Krol, Sue è diventata l'amante di un uomo ricco di nome Billy Side. Quando Sue dice a Krol che lei è incinta, Krol si rende conto che lei deve avere una relazione poiché lui è sterile e la picchia selvaggiamente. Sue va a casa di Billy per cercare di ottenere il suo aiuto, ma lei è confusa e spettinata dal pestaggio. Billy si rifiuta di riconoscere Sue di fronte alla sua moglie Doris moglie e al figlio, e la manda via. Si reca alla casa accanto, dove vede Phantom. Lui le fa paura, e lei prende l'arma più vicina a lei, un cacciavite. Alla fine, Sue finisce per le strade. Il fantasma prende la forma di Sue e si mescola con le prostitute. Sue intravede la sua sosia dall'altra parte della strada, che è spaventosa, ma vede anche Doris, travestita da prostituta. Ha paura che Doris voglia ucciderla, così lei va in un club. Dopo essere stata un po' seduta, lei viene scortata da una donna in pizzo rosso (una specie di mago?) verso una stanza al piano superiore dove uno dei Conigli parlanti (che scompare verso l'invisibilità, forse perché non lo può vedere) e un ragazzo con occhiali storti sono seduti. Nella stanza, si sente in dovere di fornire una serie di monologhi che descrivono la sua storia di violenza e spiegano un sacco di retroscena che hanno a che fare con leggende polacche (come il fatto che Phantom ha una con una gamba sola sorella). Ma quando il ragazzo con gli occhiali storti si alza per rispondere al telefono, lei si intrufola di nuovo sulla strada e in compagnia di prostitute. Essendo una sorta di persona violenta, che sta per dimostrare ai loro come darsi un violento aborto con un cacciavite, quando Doris esce, prende il cacciavite, e la accoltella. Mentre sanguina a morte mentre le sue colleghe prostitute scappano urlando, Sue inciampa per qualche metro e poi si piazza contro un muro, dove alcune persone senza fissa dimora sono sedute. Nel suo ultimo attimo, mentre osserva il nulla, Sue ha una visione nello stile di "Mulholland Drive" (anche se MD è più alla Freud, mentre qui è più alla Jung), in una fantasia in cui lei è una star del cinema glamour di nome Nikki Grace. In questa fantasia, lei vive in una villa simile a quella di Billy, ben arredata. Ha servi e un maggiordomo premuroso, Krol è suo marito ed è solo una figura indistinta sullo sfondo. Tuttavia, il primo buco nella sua fantasia appare quando si riceve una visita inaspettata da Grace Zabriskie, che le dice che avrà una parte in un film di prossima uscita, ma che il film contiene un omicidio. Zabriskie racconta anche una storia di un ragazzo polacco (Krol?) che ha lasciato una casa (Polonia?) creando una propria riflessione, ed è così che il male (il fantasma?) è uscito la prima volta nel mondo. In questa storia, c'è anche una ragazza (Sue? O ragazza perduta?) che si sono persi in un vicolo dietro un mercato (scenografia di Nikki? Il teatro di Sue? L'hotel della Lost Girl?) ma ha trovato la strada per il Palazzo (il paradiso? L'hotel della Lost Girl?). Il film si chiama "On High In Tomorrows Blue" ed è la storia della vita di Sue Blue fino a pochi secondi dopo il punto della sua morte. Durante la lettura primo script, Nikki si ritrova straordinariamente commossa dalla storia. Mentre sta provando una scena con Devon (uguale a Billy) e il regista con il suo aiutante, si sente uno strano rumore in sottofondo, e Devon va a indagare. Il rumore strano si rivela essere Nikki se stessa, a bussare in giro per la sua fantasia. Il regista dice loro che il film è basato su un film polacco chiamato "47" e che si tratta di un remake di un film che non fu mai completato perché i due attori protagonisti sono morte in circostanze misteriose (non si capisce a cosa si riferisca questo fatto, probabilmente è la vita reale di Sue il problema). Nonostante le minacce (o forse a causa di) i pericoli della fantasia di Krol, Nikki e Devon si trovano stranamente disegnati per stare insieme, e finiscono per fare sesso in una stanza di un motel che assomiglia fortemente alla camera da letto di Billy. La fantasia di Krol si nasconde e poi sparisce per il resto della fantasia (il fatto che egli scompaia, a questo punto, è ciò che fa credere che Hollywood è una fantasia e la periferia/Polonia è la realtà.) Quando Nikki e Devon fanno sesso, questo catapulta Nikki di nuovo nel "film" (storia della vita di Sue Blue ), che vivrà come se quello successo il giorno prima fossero riprese di una scena del film poi persa durante le riprese. In un caso di perdita nel remake della propria vita, Sue è un flash-forward del proprio futuro. Vede le prostitute semi-fecili in un soggiorno confortevole, e una di loro le dice come ottenere più visioni per il futuro bruciando un buco in un pezzo di seta, con una sigaretta, e poi guardarci dentro (come non ha notato quasi nessuno nei siti che ho visto, questa è una metafora del cinema: la "bruciatura di sigaretta", infatti, è un pallino che appare nell'angolo in alto a destra dello schermo del cinema quando cambia la bobina). Attraverso il buco, lei può vedere il giorno della propria morte, e guardare sè stessa dire monologhi all'uomo con gli occhiali storti. Infine Sue si vede morire per strada, e lei ritorna al suo personaggio di Nikki, ma non può più accettare integralmente la fantasia. Scopre la pistola di Krol e vaga nella stanza 47, dove spara al Fantasma, che muore con la faccia di Sue. Questo apre la porta alla camera di Lost Girl. Nikki arriva e la bacia, permettendole di riunirsi con il suo Krol da tanto tempo perduto Krol così come con il figlio di Billy Side, che potrebbe essere stato il figlio di Krol e di Lost Girl sotto ipnosi (non si capisce però se qua c'è di nuovo qualcosa di paranormale o se anche questa è tutta una fantasia di Nikki/Sue). Nikki prende il suo posto davanti alla TV di Lost Girl, ma trova ben presto sé stessa in Purgatorio, che sembra un sacco come la dimora di Billy, dopo tutto, dove balla con la sorella di Phantom (bionda e con una gamba sola), Niko (la scimmia), e una serie di altri personaggi creati da Lynch quasi Camilla Rhodes di "Mulholland Drive".
Insomma, un casino.
Spero di essere stato esauriente e di nuovo mi scuso se ho messo degli errori grammaticali e dei cambi nel tempo della scrittura.
Un saluto!
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blackdragon89
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mercoledì 9 maggio 2012
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i meandri della mente secondo lynch
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Una prostituta sottomessa, un uomo in ardente ricerca di un ingresso, una ragazza in lacrime davanti al televisore. Sono queste le premesse che introducono all'impervio mondo dell'attrice Nikki Grace, la cui carriera sta per avere una svolta. Una misteriosa vicina le fa visita, frammentando ogni concezione di spazio e tempo tramite un discorso apparentemente privo di logica; i presupposti ora ci sono tutti, e la stravagante donna mostra alla padrona di casa quel ciò avverrà il giorno successivo. Nikki viene scelta per un film, ma quando il regista (Jeremy Irons) svela a lei e al co-protagnonista Devon che il soggetto è un remake dall'oscuro passato, il caos Linciano ha finalmente il suo incipit.
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Una prostituta sottomessa, un uomo in ardente ricerca di un ingresso, una ragazza in lacrime davanti al televisore. Sono queste le premesse che introducono all'impervio mondo dell'attrice Nikki Grace, la cui carriera sta per avere una svolta. Una misteriosa vicina le fa visita, frammentando ogni concezione di spazio e tempo tramite un discorso apparentemente privo di logica; i presupposti ora ci sono tutti, e la stravagante donna mostra alla padrona di casa quel ciò avverrà il giorno successivo. Nikki viene scelta per un film, ma quando il regista (Jeremy Irons) svela a lei e al co-protagnonista Devon che il soggetto è un remake dall'oscuro passato, il caos Linciano ha finalmente il suo incipit. Nulla sembra avere più senso, e il Nastro di Möbius si arrotola senza sosta in un intricato volume di eventi assurdi e inspiegabili, di cui si fatica a tenere il filo. E come aveva predetto la fantomatica vicina il tempo perde di significato, l'oggi può diventare il domani, il domani ieri; realtà, finzione e sogno si mescolano senza indugio, e persino i racconti e le visioni dei protagonisti rimandano a concetti di allucinazione e pazzia, moltiplicando all'infinito le ardue sensazioni. Nel suo lindo euforico Nikki intravede spesso un gruppo di ragazze, quasi a rappresentare le fattezze di una personalità multipla; ma si tratta veramente di Nikki, o ci troviamo al cospetto di Susan, sua controparte cinematografica? Il dilemma preponderante non fa che infittirsi, grazie anche ad abili presupposti che ne sdoppiano la corporatura. Come in "Mulholland Drive" Lynch ripropone lo strumento del film dentro il film, in modo tale da aumentare il distacco dalla realtà e incrementare le sensazioni, nascondendole però sotto un doppio velo; e così la mente si ritrova incarnata da molteplici personalità, una ragazza guarda una storia che diventa la storia, intrappolando la protagonista nel suo stesso film. Le molte facce dell'accidentato percorso si agganciano a una trama fittizia in maniera eterogenea, in una sorta di linea principale dotata di parecchie traverse, al pari quindi delle diverse interpretazioni che si prestano all'occhio dello spettatore. Gli eventi si rincorrono, in perenne fuga, fuga dalla storia o dalla mente stessa, in una cornice di un pericolo opprimente, forse proveniente dal passato e abilmente rappresentata dalla metonimia della sitcom "Rabbits", recente lavoro dello stesso Lynch.
Una struttura senza dubbio lontana dall'essere lineare, che intreccia le proprie fasi in maniera casuale, obbligando il pubblico a forzare la memoria per ripercorrere l'istante di riferimento. E tramite una duplice modalità di ripresa, amatoriale o prettamente cinematografica, la pellicola viene incollata agli occhi dello spettatore, balzando tra una prospettiva e l'altra tra i corridoi e le stanze, rendendo impossibile distinguere la linea di demarcazione tra realtà ed illusione; il simbolismo poi è pane per i denti del regista, che ancora una volta torna a raffigurare l'arcano all'interno degli oggetti, mentre l'universo tocca punti che l'immaginazione non riesce a raggiungere: in fondo alla strada è la casa dell'enigmatica vicina, in fondo alla strada avviene un omicidio, e in fondo alla strada si trova un luogo di natura ancora indecifrabile.
Un'esperienza più che un mero prodotto cinematografico, "Inland Empire" è un collage nel quale prendono vita molti degli esperimenti compiuti e non del colosso statunitense, che insieme costituiscono quello che è il suo intricato ideale della psiche umana. Una panoramica dei mondi presenti all'interno della mente, che di certo si presta puramente all'interpretazione dello spettatore, il quale ha il decisivo compito di intuirne i costumi in base a ciò che vede e sente in una miscela di immagini e suoni che non possono non dare nell'occhio. E così come il cast si presenta colmo di vecchie "conoscenze" (Laura Dern, Harry Dean Stanton, Justin Theroux e Grace Zabriskie) così il prodotto finito, dai forti contenuti esageratamente celati, è considerato adatto solo a un pubblico fedele al genere, che ne possa apprezzare quindi lo scisma dalla prassi comune.
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ema
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domenica 11 febbraio 2007
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lynch non stupisce più
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E' stato definito un'esperienza, qualcosa a cui lasciarsi andare, ma anche considerandolo così il film resta comunque noioso: non spaventa, non crea mistero, non disorienta, e gli espedienti a cui ricorre Lynch suonano datati, una celebrazione di se stesso, in conclusione è semplicemente tempo perso.
In questo Inland Empire è come trovare frammenti dei suoi precedenti film: stupiva venti anni fa in Velluto Blu, il culmine dell'evoluzione era Mulholland Drive del 2001, ma alla fine ci si abitua a tutto, e i 180 minuti risultano davvero noiosi. I film di Lynch sono "spiazzanti", ma terminano di esserlo nel momento in cui sai cosa ti aspetti. Basta Lynch, regalaci esperienze nuove.
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stemar
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venerdì 2 marzo 2007
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i sogni anche se non comprensibili sono precisi.
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La storia c'è. Ed è perfetta. nulla è lasciato al caso, simbologia compresa. Una donna e un uomo, polacchi, un marito e una moglie. Lui all'insaputa di lei è sterile. Il vero dramma accade quando lei confessa al marito di essere incinta, al che lui le rivela la sua sterilità. Lei infatti aveva una relazione extraconiugale con Billy. Lui parte con un gruppo di circensi e attraverso la magia di uno di essi, denominato fantasma, una donna qualunque viene ipnotizzata e mandata ad uccidere con un cacciavite la moglie.
A questo punto parte la trasfigurazione della donna morente che proietta, nel momento del trapasso, la sua vita nella facoltosa e borghese hollywood e Laura Dern può essere una bella e ricca attrice che sta per mettere in scena il remake della sua vita vera, un film mai completato per la morte dei protagonisti.
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La storia c'è. Ed è perfetta. nulla è lasciato al caso, simbologia compresa. Una donna e un uomo, polacchi, un marito e una moglie. Lui all'insaputa di lei è sterile. Il vero dramma accade quando lei confessa al marito di essere incinta, al che lui le rivela la sua sterilità. Lei infatti aveva una relazione extraconiugale con Billy. Lui parte con un gruppo di circensi e attraverso la magia di uno di essi, denominato fantasma, una donna qualunque viene ipnotizzata e mandata ad uccidere con un cacciavite la moglie.
A questo punto parte la trasfigurazione della donna morente che proietta, nel momento del trapasso, la sua vita nella facoltosa e borghese hollywood e Laura Dern può essere una bella e ricca attrice che sta per mettere in scena il remake della sua vita vera, un film mai completato per la morte dei protagonisti. Dietro gli occhi piangenti della ragazza davanti alla TV ritroviamo l'assassina ipnotizzata che segue una sit-com nella stanza 47, in cui i conigli trasfigurati sono i tre personaggi che l'avvicinano e la manipolano (li vediamo verso la fine intorno ad un tavolo) e rivive il suo drammatico ruolo senza consapevolezza.
Ma il vero "impero della mente" ha una falla, come in Matrix, si tratta di un' apertura spazio-temporale è la porta AXX NN situata dietro la piazza del mercato, che può essere identificato come la via buia dietro il mondo di cartone di Hollywood, attarverso questa porta Laura Dern può finalmente sorprendere se stessa in procinto di mettere in scena il film-remake. Vi interessa sapere come va a finire???
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mark
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sabato 10 febbraio 2007
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senza parole!
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3 ore, sono lunghe a passare! Spesso al cinema volano via, inseguendo trame e personaggi.
Qui credo che il regista si proponga un rimpiattino con lo spettatore, ma il gioco si fà barocco, stucchevole e dispersivo, un gioco di specchi che non porta da nessuna parte, e che credo renda faticoso lo scorrere del tempo.
3 ore sono molte, e in uno spazio così dilatato si potrebbe raccontare di tutto, tanto vale farlo bene, raccontarlo bene.
Conosco poco il regista, è vero, ma anche se questo film non fosse trama o romanzo, ma piuttosto "esperienza sensoriale" (tra l'altro, bel modo di esprimere la cosa, anche andare in bagno è un esperienza sensoriale, e almeno non costa 7 euro) andiamo a vedere cosa lascia:
perplessità, fastidio, nonsense.
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3 ore, sono lunghe a passare! Spesso al cinema volano via, inseguendo trame e personaggi.
Qui credo che il regista si proponga un rimpiattino con lo spettatore, ma il gioco si fà barocco, stucchevole e dispersivo, un gioco di specchi che non porta da nessuna parte, e che credo renda faticoso lo scorrere del tempo.
3 ore sono molte, e in uno spazio così dilatato si potrebbe raccontare di tutto, tanto vale farlo bene, raccontarlo bene.
Conosco poco il regista, è vero, ma anche se questo film non fosse trama o romanzo, ma piuttosto "esperienza sensoriale" (tra l'altro, bel modo di esprimere la cosa, anche andare in bagno è un esperienza sensoriale, e almeno non costa 7 euro) andiamo a vedere cosa lascia:
perplessità, fastidio, nonsense..
Possibile che sia ciò che il regista si prefiggeva, ma personalmente ciò che ho imparato è a informarmi per bene riguardo al regista e a impegnare 3 ore di "esperienza sensoriale" in altre cose.
Dietro di me, al cinema, qualcuno ha preso sonno.
Beati loro!
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adalberto
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lunedì 12 febbraio 2007
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ma lynch......ci è o ci fa ?
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Pur rischiando si sembrare una “voce fuori dal coro”, devo ammettere che, lynchiano di prima ora, sin dai tempi di ERASERHEAD, ho avuto l’impressione che in INLAND EMPIRE, il nostro si sia perso totalmente nei suoi sogni/incubi, al punto da far sembrare che, giunto sui set, si sia sbizzarrito ad ordinare alla troupe di girare quello che gli veniva in mente, salvo poi divertirsi al montaggio.
E qualcuno potrebbe anche essersi chiesto: ma Lynch ci è o ci fa ?
Concepito e strutturato nei termini in cui è mostrato, il film, già di per se disturbante ed interminabile, potrebbe durare all’infinito (e non sarebbe certo un’accezione positiva!).
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