alessio novarelli
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lunedì 19 febbraio 2007
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inland empire in pillole
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INLAND EMPIRE , David Lynch specifica che il titolo sia scritto tutto in maiuscolo,titolo che prende forma tra i ricordi d’infanzia di un quaderno finito dietro ad un armadio.
Laura Dern, Justin Theroux, Jeremy Irons e l’attore feticcio Harry Dean Stanton prendono parte al suo inconfondibile stile narrativo e visivo sviluppato tra personaggi e i loro doppi,realtà sogno set e semplici ossessioni quotidiane.
Al limite della sperimentazione con un maniacale utilizzo di luci e dettagli, imbarazzi, deformità fisiche e psichiche i film di Lynch sono riconoscibili per la loro forte componente surrealista,immagini crude e strane accompagnate da un sonoro estremamente suggestivo e angosciante (firmato Angelo Badalamenti), sequenze oniriche perversioni sessuali e situazioni ripugnanti.
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INLAND EMPIRE , David Lynch specifica che il titolo sia scritto tutto in maiuscolo,titolo che prende forma tra i ricordi d’infanzia di un quaderno finito dietro ad un armadio.
Laura Dern, Justin Theroux, Jeremy Irons e l’attore feticcio Harry Dean Stanton prendono parte al suo inconfondibile stile narrativo e visivo sviluppato tra personaggi e i loro doppi,realtà sogno set e semplici ossessioni quotidiane.
Al limite della sperimentazione con un maniacale utilizzo di luci e dettagli, imbarazzi, deformità fisiche e psichiche i film di Lynch sono riconoscibili per la loro forte componente surrealista,immagini crude e strane accompagnate da un sonoro estremamente suggestivo e angosciante (firmato Angelo Badalamenti), sequenze oniriche perversioni sessuali e situazioni ripugnanti.
Presentato per la prima volta in anteprima mondiale al Festival Cinematografico di Venezia il 6 settembre 2006,nella sezione fuori concorso,la versione proiettata riporta una durata di due ore e quarantotto minuti.
Primo film girato interamente in DV (digital video),Lynch ha dichiarato che continuerà a girare in digitale e non più su pellicola tradizionale, per deformare gli spazi, stare attaccato alla pelle e alle cose ma soprattutto per far entrare nelle immagini una quantità di realtà fino ad ora inedita.
Il titolo è tratto anche dal nome dell’omonima area metropolitana situata ad est di Los Angeles,dove appunto il film viene ambientato; girato in gran parte anche a Lodz in Polonia con attori locali.
Il film non ha una vera e propria sceneggiatura ma è stato scritto giorno per giorno.
Un attrice,un primo attore e un regista,una famiglia di conigli ed una sensazione di disagio; questi alcuni degli elementi che accompagneranno lo spettatore nel comprendere ad un diverso livello emozioni e stati d’animo difficilmente trasformabili in semplici parole.
Un viaggio labirintico tra passato e futuro,dimensioni parallele, esseri umani con la testa di coniglio intrappolati nella ripetizione della stessa scena,deformazioni di alcuni personaggi che si presentano con la bocca più grande del normale,un puzzle con piani temporali e narrativi che s’alternano creando straniamento.
Un’attrice accetta di girare un film che sembra essere maledetto,legato a morti e sparizioni irrisolte,scene violente e complicazioni sentimentali, sangue e cacciaviti infilzati nella pancia ,s’intrecciano e trascinano lo spettatore in un viaggio allucinato nel paese di Alice e il bianconiglio.
Il tema portante del film è un’ossessione ricorrente del cinema Lynchiano: la dualità, le due facce di uno stesso mondo,il doppio ,le maschere delle persone.
Un cubo di Rubik sempre ricombinabile sotto ogni punto di vista,un occhio che cambia interpretazione e ci inventa spettatori attivi,osserviamo,valutiamo cerchiamo di comprendere,ci sforziamo nel analizzare anche il piccolo dettaglio,elaboriamo l’immagine e il suo significato.
Sediamoci comodamente e allacciamoci le cinture, il viaggio ha inizio e alla guida c’è David Lynch (Leone d’Oro alla carriera 2006) lasciamoci trascinare senza opporre troppa resistenza alle immagini ,facciamo lavorare i fotorecettori e il nervo ottico sino alle aree corticali, qui abbandoniamoci per una migliore comprensione inconscia.
INLAND EMPIRE è uno show,non è un “Circo”ma lo vorrebbe essere.
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marco
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domenica 25 febbraio 2007
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lynch, tra budda e matte blanco.
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Ma il film non è solo un bombardamento di immagini e suoni, esiste una storia, eccome, solo narrata scardinando le categorie della logica classica, avvicinando lo spettatore al linguaggio bi-logico che combina pensiero asimmetrico e simmetrico. Una donna nei guai...questo il sottotitolo, infatti si tratta di una storia di sperdimento, come accade nella vita e come tante volte cinema e letteratura hanno narrato. Una vicenda di innamoramento e adulterio che coinvolge un'attrice e, come in un gioco di specchi o di scatole cinesi, anche il personaggio che interpreta e, ancora, la donna della leggenda da cui il film in lavorazione trae spunto. Il labirinto e i sentieri inestricabli che ne derivano descrivono benissimo la disintegrazione di un'anima lacerata tra amore familiare e passione extraconiugale, fino alla moltiplicazione della protagonista nelle prostitute che la accompagnano in questa sua discesa agli inferi come un coro da tragedia greca.
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Ma il film non è solo un bombardamento di immagini e suoni, esiste una storia, eccome, solo narrata scardinando le categorie della logica classica, avvicinando lo spettatore al linguaggio bi-logico che combina pensiero asimmetrico e simmetrico. Una donna nei guai...questo il sottotitolo, infatti si tratta di una storia di sperdimento, come accade nella vita e come tante volte cinema e letteratura hanno narrato. Una vicenda di innamoramento e adulterio che coinvolge un'attrice e, come in un gioco di specchi o di scatole cinesi, anche il personaggio che interpreta e, ancora, la donna della leggenda da cui il film in lavorazione trae spunto. Il labirinto e i sentieri inestricabli che ne derivano descrivono benissimo la disintegrazione di un'anima lacerata tra amore familiare e passione extraconiugale, fino alla moltiplicazione della protagonista nelle prostitute che la accompagnano in questa sua discesa agli inferi come un coro da tragedia greca. Ma, diversamente dalla tragedia, qui c'è il lieto fine, con la ricomposizione dell'anima nell'universo dell'amore familiare...scelta che potrebbe prestare il fianco ad accuse di moralismo, ma che funziona benissimo nella logica generale della storia, e risulta profondamente commovente.
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riccardo
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giovedì 12 luglio 2007
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allucinogeno
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Lynch non crea un film che deve essere semplicemente guardato, piuttosto vissuto, percepito, avvertendone gli effetti sulla propria mente. Lo spettatore fluttua, come in un sogno, tra le colorate o cupe scene, non ordinate secondo un senso logico, bensì confuse, sparse, ripetitive. Si rimane quasi ipnotizzati e non si segue alcuna trama....si fissa solo lo schermo, le luci stroboscopiche lì riflesse. Una bozza di storia l'abbiamo solo all'inizio: un'attrice viene presa per la parte della protagonista in un film che si scoprirà essere un remake; ma c'è un mistero riguardo a quest'ultimo....i protagonisti furono assassinati. Nikki, l'attrice, parte così per Hollywood, non senza ricevere prima la visita della nuova e inquietante vicina.
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Lynch non crea un film che deve essere semplicemente guardato, piuttosto vissuto, percepito, avvertendone gli effetti sulla propria mente. Lo spettatore fluttua, come in un sogno, tra le colorate o cupe scene, non ordinate secondo un senso logico, bensì confuse, sparse, ripetitive. Si rimane quasi ipnotizzati e non si segue alcuna trama....si fissa solo lo schermo, le luci stroboscopiche lì riflesse. Una bozza di storia l'abbiamo solo all'inizio: un'attrice viene presa per la parte della protagonista in un film che si scoprirà essere un remake; ma c'è un mistero riguardo a quest'ultimo....i protagonisti furono assassinati. Nikki, l'attrice, parte così per Hollywood, non senza ricevere prima la visita della nuova e inquietante vicina. Partono, una volta cominciate le riprese del film, sequenze d'immagini che disorientano lo spettatore, che non distingue più la realtà dalla finzione....Nikki a volte interpreta la protagonista, a volte s'incarna in lei, in un gioco confusionario e "allucinogeno" che non può non lasciare il segno. Uscire dalla sala, è come risvegliarsi dopo un lungo incubo, abbandonare un mondo, in cui si è rimasti imprigionati per tutta la duarata della pellicola. Il film è stato girato con una telecamera digitale semiprofessionale e la regia è dunque poco soddisfacente. L'eccessiva durata ( 172 min.) a tratti si fa sentire. Grande interpretazione di Laura Dern.
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resi_mone
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lunedì 2 novembre 2009
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inland empire
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Che Lynch sia un folle (in senso positivissimo) credo sia più o meno universalmente riconosciuto, perciò il film non poteva che essere folle anch'esso (ma stavolta in senso purtroppo piuttosto negativo). Diciamola tutta, ha voluto strafare, ha esagerato, ha fatto il cazzone (stavolta davvero troppo). Questo film non ha senso, o forse ha tutti quelli che si trovano sui forum online, il che significa non averne. E' inquietante certo, visionario d'accordo, ma che serve fare un videoclip di quasi tre ore? C'è chi dice che è astratto e illuminante, o quelli che 'un film non deve avere per forza un significato, un senso, ecc. ecc...ecco questi son quelli che vogliono fare gli intellettuali a tutti i costi(la maggior parte senza averne le doti).
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Che Lynch sia un folle (in senso positivissimo) credo sia più o meno universalmente riconosciuto, perciò il film non poteva che essere folle anch'esso (ma stavolta in senso purtroppo piuttosto negativo). Diciamola tutta, ha voluto strafare, ha esagerato, ha fatto il cazzone (stavolta davvero troppo). Questo film non ha senso, o forse ha tutti quelli che si trovano sui forum online, il che significa non averne. E' inquietante certo, visionario d'accordo, ma che serve fare un videoclip di quasi tre ore? C'è chi dice che è astratto e illuminante, o quelli che 'un film non deve avere per forza un significato, un senso, ecc. ecc...ecco questi son quelli che vogliono fare gli intellettuali a tutti i costi(la maggior parte senza averne le doti).., quelli che quando non ci capiscono nulla allora è un capolavoro, eh no...occorre essere critici, mooolto critici, soprattutto coi grandi artisti. Lynch mi piace oltremodo assai tantissimo ma non si può accostare Inland a Velluto Blu, su tutti, a Fuoco Cammina con Me, a Strade Perdute a Cuore Selvaggio..su dai siamo sinceri...anche i grandi sbagliano e cagano fuori dal vaso, ma questo non significa sminuirli..stavolta si è fatto prendere la mano.. questo non è un gran film, punto.. e non intendo per la fotografia o per il digitale, nel complesso..artificioso, macchinoso, inconcludente, ed anche accondiscendente (con certa parte del suo pubblico)..il fatto è che a un certo punto della carriera i grandi registi provano a fare il loro personale '8 e 1/2'e il 95% toppa..a Fellini è andata bene, magnificamente, Lynch è finito in quel 95%..capita!..non me ne vogliate ma, voto: 4,5 personalmente non lo consiglierei a nessuno..piuttosto(ri)guardatevi un'altro qualunque della filmografia dell'autore...meglio, molto meglio,e se quello scelto poi è Velluto Blu, allora meglissssssimo...!!!
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frankb
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martedì 31 gennaio 2012
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inland empire - recensione personale
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Salve a tutti. Ho a che fare con il film in questione già da cinque anni, e nonostante la mia tenera età dei tempi in cui lo scoprii (quattordicenne/neo-quindicenne), lo apprezzai sin dal primo fotogramma; sin dal primo istante dell'avvio della sua splendida (e sfuggente) colonna sonora. Questo film, a parer mio non va capito. La prima volta basta osservarlo; la seconda deve essere guardato, come anche la terza, la quarta, la quinta, ecc.. Non ha una storia ben precisa. Ha solamente l'incipit, elemento fondamentale per questo film, nonostante la sua APPARENTE inutilità. Tutto inizia con un'attrice che riesce ad ottenere la parte in un film, che lei tanto desidera.
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Salve a tutti. Ho a che fare con il film in questione già da cinque anni, e nonostante la mia tenera età dei tempi in cui lo scoprii (quattordicenne/neo-quindicenne), lo apprezzai sin dal primo fotogramma; sin dal primo istante dell'avvio della sua splendida (e sfuggente) colonna sonora. Questo film, a parer mio non va capito. La prima volta basta osservarlo; la seconda deve essere guardato, come anche la terza, la quarta, la quinta, ecc.. Non ha una storia ben precisa. Ha solamente l'incipit, elemento fondamentale per questo film, nonostante la sua APPARENTE inutilità. Tutto inizia con un'attrice che riesce ad ottenere la parte in un film, che lei tanto desidera. Poi, da un momento all'altro, improvvisamente, il film prende una via diversa. Una via la cui strada non la si può vedere nè recepire nemmeno con la luce più potente che ci sia. Perchè prende proprio questa via? Perchè il film viene creato dallo spettatore. La storia, le motivazioni di determinate azioni compiute dai vari attori, TUTTO viene interpretato dallo spettatore, trasformando quest'ultimo in sceneggiatore, regista, CREATORE di questo immaginifico ed allucinante film. Lynch supera sè stesso, tornando sui propri passi lasciati dai tempi di Eraserhead (film che a parer mio può essere reputato come una delle opere più "perversamente" meravigliose che la storia del cinema abbia mai veduto. Laura Dern stessa, pur non essendo una delle mie attrici preferite, in questo film riesce ad entrare in una specie di contatto psico-fisico con lo spettatore, rendendolo quasi come un Dio che giustifica tutto ciò che lei fa durante le tre ore di film (attimo più, attimo meno). Conigli (?) in una stanza, improvvise scene shock spaventosissime, dialoghi -apparentemente- privi di senso, attori semisconosciuti, bordelli, ballerine semi-nude: questi sono gli elementi che il genio di Lynch offre con estrema naturalezza (ed evidente generosità) ai suoi spettatori. Un Capolavoro. Il nostro Capolavoro. Il Capolavoro di chi guarda questo film. Verrà ricordato sempre come un'opera incredibile, e questa non è solo una sensazione, perchè anche dopo anni dalla sua uscita, molti critici ne stanno ancora parlando; e molte persone lo stanno studiando, cercando di venire a capo sul senso della storia.
P.S.= Lynch con quest'opera è riuscito a fare ciò che MAI nessun altro regista prima di lui (eccetto Kubrick con il suo 2001), cioè far partecipare in primissima persona lo spettatore in un suo prodotto, riuscendo quindi a far svanire completamente (dal punto di vista psicologico) il confine tra lo schermo (quindi una realtà astratta) e la realtà.
Una definizione per questo film: Puro Cinema.
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darko
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domenica 23 aprile 2006
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il più ardito e sperimentale dopo eraserhead
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Preparatevi fan di Lynch, questo film sarà una cosa mai vista... Il cineasta americano è ormai agli sgoccioli: il suo ultimo film INLAND EMPIRE - che è il curioso nome d'una zona residenziale di Los Angeles - è stato girato liberamente, lontano dai vincoli degli studios hollywoodiani.
Da ormai i tempi di FUOCO, CAMMINA CON ME (1992) e STRADE PERDUTE (1997), i suoi film vengono finanziati dalla Francia, che lo lascia lavorare per quanto tempo vuole e in piena libertà creativa. Della trama non si sa nulla o sarebbe meglio dire che non è una vera trama. Per la prima volta nella sua carriera infatti Lynch ha voluto girare il film senza l'ausilio di una sceneggiatura e sopratutto ha abolito l'uso delle normali pellicole cinematografiche.
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Preparatevi fan di Lynch, questo film sarà una cosa mai vista... Il cineasta americano è ormai agli sgoccioli: il suo ultimo film INLAND EMPIRE - che è il curioso nome d'una zona residenziale di Los Angeles - è stato girato liberamente, lontano dai vincoli degli studios hollywoodiani.
Da ormai i tempi di FUOCO, CAMMINA CON ME (1992) e STRADE PERDUTE (1997), i suoi film vengono finanziati dalla Francia, che lo lascia lavorare per quanto tempo vuole e in piena libertà creativa. Della trama non si sa nulla o sarebbe meglio dire che non è una vera trama. Per la prima volta nella sua carriera infatti Lynch ha voluto girare il film senza l'ausilio di una sceneggiatura e sopratutto ha abolito l'uso delle normali pellicole cinematografiche. Il nuovo film di Lynch è tutto girato in DV, che sarebbe il digitale delle normalissime cineprese a mano che ultimamente sono state utilizzate non solo da lui (vedi il thriller psicologico marino OPEN WATER o NIENTE DA NASCONDERE di Michael Haneke) nel cinema contemporaneo. Da grande artista qual è Lynch sostiene di avere più controllo sui suoi film se gira in questo modo ed ha perfino azzardato dire che probabilmente non adopererà mai più le pellicole da film. Non c'è da temere se il "look" del DV sembra un po' granuloso e amatoriale, a Lynch piace questo tipo di immagine e i programmi di editing a computer gli permettono di modificare molto l'estetica del film. Gli attori sono i migliori della sua carriera, con aggiunta di un grandissimo che mai ha lavorato con lui finora: Jeremy Irons e il ritorno inaspettato nell'universo lynchano di Kyle McLachlan, alias l'agente special Cooper di TWIN PEAKS. Per il resto del cast tecnico, rimangono i suoi fedelissimi Angelo Badalamenti, che cura le musiche, e la moglie Mary Sweeney, produttrice e montatrice. Un'altra novità è la location. Oltre a Los Angeles, il film si svolge anche in Polonia, dove Lynch è andato due volte in occasione di un festival della fotografia e dove ha trovato attori e luoghi che immediatamente hanno catturato il suo interesse. Il film purtroppo è ancora in fase di postproduzione e quindi non è stato possibile selezionarlo nella lista ufficiale dei film che competono al Festival di Cannes di quest'anno. Dovremo aspettare ancora diverso tempo, ma l'attesa sarà sicuramente ben ricompensata.
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darko
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domenica 17 dicembre 2006
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data d'uscita
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Il film dovrebbe uscire nelle sale italiane, distribuito dalla BIM, intorno ai primi di gennaio.
La versione che uscirà sarà quella integrale, anche se molto probabilmente doppiata...e questo fa temere poichè il film potrebbe perdere molto del suo fascino in un tentativo dei doppiatori di rendere più "comprensibile" l'opera.
Nel cast, oltre ai nomi già presenti in questo sito nella scheda tecnica (DERN, IRONS, STANTON e THEROUX) sono presenti anche,le due attrici Grace Zabriskie e Diane Ladd, già presenti nella filmografia di Lynch: la prima ha interpretato con grazia e originalità la madre turbata di Laura Palmer nella fortunata serie tv TWIN PEAKS e nel film che ne fa da prequel, FUOCO CAMMINA CON ME; la seconda è la madre di Laura Dern, che in CUORE SELVAGGIO interpreta Marietta, la madre di Lula.
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Il film dovrebbe uscire nelle sale italiane, distribuito dalla BIM, intorno ai primi di gennaio.
La versione che uscirà sarà quella integrale, anche se molto probabilmente doppiata...e questo fa temere poichè il film potrebbe perdere molto del suo fascino in un tentativo dei doppiatori di rendere più "comprensibile" l'opera.
Nel cast, oltre ai nomi già presenti in questo sito nella scheda tecnica (DERN, IRONS, STANTON e THEROUX) sono presenti anche,le due attrici Grace Zabriskie e Diane Ladd, già presenti nella filmografia di Lynch: la prima ha interpretato con grazia e originalità la madre turbata di Laura Palmer nella fortunata serie tv TWIN PEAKS e nel film che ne fa da prequel, FUOCO CAMMINA CON ME; la seconda è la madre di Laura Dern, che in CUORE SELVAGGIO interpreta Marietta, la madre di Lula.
L'attrice Natassja Kinski, figlia del leggendario Klaus Kinski (attore feticcio del regista europeo Werner Herzog), che ha recitato in molti film anche italiani, ma il più noto è PARIS, TEXAS di Wenders, in cui recita a fianco di Harry Dean Stanton - una delle star dell'attuale film di Lynch.
Scott Coffey, Naomi Watts e Laura Elena Harring (le due protagoniste di "Mulholland Dr.") nei ruoli della sitcom dentro il film, RABBITS, che indossano costumi da conigli.
L'attrice Julia Ormond, star del film IL SENSO DI SMILA PER LA NEVE, interpreta nel film il ruolo di Doris Side.
L'attore Stanley Kamel ("Domino", la serie "Monk" nel ruolo del Dr. Kroger e altre serie come "Beverly Hills" e "Melrose Place").
IAN ABERCROMBIE, vecchio e monumentale attore inglese classe '37, interpreta il ruolo di Henry, un maggiordomo.
L'attore australiano Cameron Daddo e anche William H. Macy ("Fargo" dei fratelli Cohen, "Psycho" di Gus van Sant, "Magnolia" di Paul T. Anderson).
Austin Jack Lynch, figlio di David Lynch, è anche presente.
La sorellastra di Laura Dern, Jordan Ladd.
David Lynch per la prima volta ha fatto a meno, dopo 11 lavori insieme, del suo compositore e collega ANGELO BADALAMENTI, che lo ha aiutato nel successo specialmente con la sigla della serie Twin Peaks ma anche con tutte le altre colonne sonore dei suoi film e in un ruolo minore in "Mulholland Dr." (era uno dei fratelli Castigliani). Tutta la colonna sonora del film è fatta da Lynch, che canta addirittura nel pezzo musicale udibile nel trailer del film.
Il film, cosa rara per un regista noto, è girato totalmente in DV (digital video), cineprese digitali che gli hanno permesso di contenere i costi di produzione del film e che segnano indelebilmente un cambio di stile visivo in modo netto, differenziandolo dalla patina molto cinematografica dei suoi precedenti film, girati invece su normale pellicola.
Il film è lungo quasi 3 ore e nonostante una storia ce l'abbia, elude ogni tipo di comprensione di tipo razionale. Il consiglio spassionato del regista infatti è di farsi catturare dalla capacità di stimolare le facoltà sensoriali in noi spettatori e di lasciarci andare al tripudio di immagini ed eventi che si avvicenderanno sullo schermo in ordine estremamente irrazionale e caotico, come in un sogno infinito ad occhi aperti.
INLAND EMPIRE, prima di tutto, è un film sul cinema e prosegue idealmente e in modo più "angusto" la premessa metacinematografica dello stello MULHOLLAND DRIVE.
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giuseppe marino
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martedì 27 febbraio 2007
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anche i morti sognano
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Il vecchio Bukowski avrebbe definito “troppo sensibili” molti rappresentanti della critica e del pubblico cinematografico. Persone che hanno una paura fottuta di potersi annoiare al cinema, di non comprendere ogni passaggio narrativo, di trovarsi di fronte a ripetizioni, digressioni, mutismi. Il cinema non deve necessariamente divertire, coinvolgere, distrarre. In fondo nessuno dà per scontato di dover spegnere il cervello quando vede una mostra, o ascolta un concerto, o legge un saggio. Lo fa per acquisire qualcosa e, quando va bene, per provare piacere. Con Inland Empire Lynch accentua l’elemento puramente visivo e la costruzione onirica che infettano in maniera più o meno profonda gran parte delle sue opere, restituendo quello che è sia il suo film più personale, in quanto espressione di un talento meramente cinematografico, sia quello meno originale, in quanto approfondimento di suggestioni già proposte.
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Il vecchio Bukowski avrebbe definito “troppo sensibili” molti rappresentanti della critica e del pubblico cinematografico. Persone che hanno una paura fottuta di potersi annoiare al cinema, di non comprendere ogni passaggio narrativo, di trovarsi di fronte a ripetizioni, digressioni, mutismi. Il cinema non deve necessariamente divertire, coinvolgere, distrarre. In fondo nessuno dà per scontato di dover spegnere il cervello quando vede una mostra, o ascolta un concerto, o legge un saggio. Lo fa per acquisire qualcosa e, quando va bene, per provare piacere. Con Inland Empire Lynch accentua l’elemento puramente visivo e la costruzione onirica che infettano in maniera più o meno profonda gran parte delle sue opere, restituendo quello che è sia il suo film più personale, in quanto espressione di un talento meramente cinematografico, sia quello meno originale, in quanto approfondimento di suggestioni già proposte. Quel che offre Lynch non è un prodotto classicamente cinematografico, ma un’allucinazione, che è possibile ritrovare in un cartone di Oshii, in un pezzo free jazz o in un sonno inquieto. La ricerca di un’espressione puramente cinematografica conferisce all’opera un respiro più ampio, lontana dall’abitudine del mezzo ma più assimilabile e direttamente correlabile alle abitudini e alle esperienze dell’uomo. Bisogna anche specificare che questo film niente ha a che fare con la videoarte, riferimento che ricorre allorquando l’intreccio di un film risulta meno palese del solito. Ogni frazione del film ha una forte coerenza interna, anche narrativa, e rimandi di luoghi, situazioni, oggetti, fanno dell’opera una compatta visione di quasi tre ore. Il ricorso a una narrazione onirica non significa di certo mancanza di narrazione, ma la possibilità di creazione di diversi piani e diversi raccordi, significa tendenza alla sospensione, alla suggestione, all’incompletezza. In un continuo rincorrersi e sovrapporsi di diverse realtà, piuttosto che cercare di ricondurre ogni segmento alla nuova dimensione svelata (che sarà presto anch’essa messa in discussione), converrà lasciare che ogni frazione narrativa viva della propria coerente autosufficienza, della propria plausibilità, esattamente come in un sogno. Se quello che abbiamo visto e abbiamo pensato facesse parte della realtà filmica si rivela d'un tratto essere oggetto di finzione all'interno del film stesso, in quest'opera non credo sia conveniente rivedere lo statuto di verità di quel segmento-mondo, piuttosto conviene aggiungere un altro livello, prendere atto della sua esistenza. Come in Mulholland il film può essere letto come il sogno di un morto, fatto di personaggi indefiniti, di illusioni e bruschi ritorni alla realtà passata, attraverso un progressivo decadimento del corpo e dell’animo del personaggio. Con la differenza che in Inland Empire non è facile neanche stabilire l’origine del sogno. Inland Empire è girato in digitale. In alcuni casi questo rende evidenti alcune costruzioni di derivazione televisiva, con primi piani e lunghe pause da soap opera; in altri momenti il digitale contribuisce a rendere asettiche le luci marce e artificiali, facendo corrispondere alle frazioni più tematicamente (iper)realistiche soluzioni visivamente espressioniste . Ne risulta un film freddo, spesso capace di colpisce e suscitare ammirazione, che rinuncia all’immedesimazione e all’empatia: l’opera incuriosisce non sul cosa succederà nella scena successiva, ma su cosa si vedrà nella stessa.
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shostakovich
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domenica 18 febbraio 2007
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una "terza sinfonia" con qualche stecca
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Inland Empire riprende il meccanismo narrativo di (almeno) due precedenti film di Lynch: Strade Perdute e Mulholland Drive. L'arcano è presto svelato: lo spettatore non deve lambiccarsi a ricostruire una trama tradizionalmente intesa, ma è sollecitato da mille piccoli "motivi" (ad es. il cacciavite, la lampada, numerose frasi ripetute, ecc.), che vanno a costituire altrettanti temi di una "sinfonia di immagini". In questo senso non ha significato chiedersi, al pari di quando si ascolta una sinfonia di Beethoven, quale sia la trama, e cosa voglia significare. E' importante che l'esperienza sensoriale (visiva o musicale) ci trasmetta qualcosa, ci arricchisca in qualche modo, ci comunichi un messaggio che non possa tradursi (o meglio ridursi) in parole.
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Inland Empire riprende il meccanismo narrativo di (almeno) due precedenti film di Lynch: Strade Perdute e Mulholland Drive. L'arcano è presto svelato: lo spettatore non deve lambiccarsi a ricostruire una trama tradizionalmente intesa, ma è sollecitato da mille piccoli "motivi" (ad es. il cacciavite, la lampada, numerose frasi ripetute, ecc.), che vanno a costituire altrettanti temi di una "sinfonia di immagini". In questo senso non ha significato chiedersi, al pari di quando si ascolta una sinfonia di Beethoven, quale sia la trama, e cosa voglia significare. E' importante che l'esperienza sensoriale (visiva o musicale) ci trasmetta qualcosa, ci arricchisca in qualche modo, ci comunichi un messaggio che non possa tradursi (o meglio ridursi) in parole.
E sin qui le note positive: Lynch regista coraggioso, originale, inventore di un linguaggio personale, che crea film in grado di dire qualcosa (cosa assai rara di questi tempi!).
Ma il film ha anche (secondo il mio modesto parere) numerosi difetti.
Infatti Lynch appare forse affetto da una crisi di idee: vi sono situazioni ed atmosfere che ricordano sin troppo da vicino altri suoi film (da Velluto Blu a Strade Perdute a Mulholland Drive), vi è un gusto eccessivo per la ripetizione di gesti ed azioni, si percepisce qualche calo di tensione, ed una mano troppo restia a "tagliare" scene superflue.
Il tutto induce anche il fan più accanito del grande regista a chiedersi se questo film sia proprio necessario, se esso aggiunga o meno qualcosa alla poetica del suo autore; si può essere addirittura innervositi da quest'opera satura di autocitazioni e di azioni ripetute.
Per ora sospendo il giudizio: mi ripropongo di rivederlo almeno una volta!!
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marcom_to
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lunedì 4 maggio 2009
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favoloso
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Commento personale. Dopo l'introduzione al film il regista catapulta lo spettatore nel suo universo. Onirico, surreale e denso di significati simbolici. Nessuno si aspetti una trama lineare, e tantomeno pensi di averci capito qualcosa senza conoscere i capolavori di David Lynch. Numerosi i richiami dei suoi precedenti lavori, come 'Darkened Room' per la bruciatura di sigaretta, o per la Sit-com 'Rabbits', presente nello stesso film. Cito annche Twin Peaks, nella scena verso la fine della pellicola, dove appare l'uomo con la camicia a quadri in stile Country. Per chi non conosce il regista questo capolavoro e' il piu' difficile da comprendere (in confronto Mulholland Drive e' un film logico e lineare).
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Commento personale. Dopo l'introduzione al film il regista catapulta lo spettatore nel suo universo. Onirico, surreale e denso di significati simbolici. Nessuno si aspetti una trama lineare, e tantomeno pensi di averci capito qualcosa senza conoscere i capolavori di David Lynch. Numerosi i richiami dei suoi precedenti lavori, come 'Darkened Room' per la bruciatura di sigaretta, o per la Sit-com 'Rabbits', presente nello stesso film. Cito annche Twin Peaks, nella scena verso la fine della pellicola, dove appare l'uomo con la camicia a quadri in stile Country. Per chi non conosce il regista questo capolavoro e' il piu' difficile da comprendere (in confronto Mulholland Drive e' un film logico e lineare). Adoro la scena delle prostitute che ballano 'The Locomotion'. Diverse persone hanno provato a sviscerare questo film per darne un significato, ma la cosa piu' importante, come per ogni artista degno di nota, e' il dopo. Ovvero il film non finisce dopo averlo visto, ma ci si interroga, si suppone. Dopo quasi tre ore di pellicola (e mai noisoso) il film e' ancora tutto in discussione. Inoltre, ricordiamoci del titolo, 'INLAND EMPIRE', tutto in maiuscolo. Perche' non a caso questo film non accetta di essere contenuto nello schermo, ma va ben oltre. Inland Empire e' la zona di Hollywood che crea e distrugge i personaggi del cinema, che fa sognare, che da speranza a chi non arrivera' mai. Ma forse e' proprio quello di cui aveva bisogno la donna dell'Est costretta a prostituirsi e poi emigrata negli States, che con la mente uccide il suo compagno per evadere dalla sua triste esistenza. Ricordiamo inoltre il messaggio del regista: non siamo noi a controllare il film ma lui a controllare noi.
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[+] lineare, quasi prevedibile. o no?
(di giordano giordani)
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