princessgirl
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giovedì 2 agosto 2007
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un thriller avvincente ma non mozzafiato
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devo dire che credevo che fosse più sanguinolento e invece... ma comunque è una bella storia. e se maria maddalena fosse davvero esistita?
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(di livio)
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gaia
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lunedì 30 luglio 2007
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film venuto meno a delle grandi aspettative
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Se posso permettermi trovo che questo film è stato parecchio deludente. Questo potrebbe essere uno dei rarissimi casi in cui sia il pubblico, sia la critica sono d'accordo. Certo, ha battuto ogni record d'incassi sia in Italia che nel mondo, ma ritengo che questo primato sia dovuto alla grande fama scandalistica del romanzo: 52 milioni di persone (e ritengo che questo numero continuerà a salire) avevano letto il libro e ne erano rimaste colpite (chi positivamente, chi negativamente); è NATURALE che, all'uscita del film, queste si presentino puntuali all'entrata dei cinema per vederlo insieme a, aggiungerei, altri milioni di curiosi.
La trama è molto comune, la classica caccia al tesoro che fanno fare ai bambini durante le feste; ma il ritmo è molto veloce ed è alquanto difficile l'immediata comprensione degli indizi.
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Se posso permettermi trovo che questo film è stato parecchio deludente. Questo potrebbe essere uno dei rarissimi casi in cui sia il pubblico, sia la critica sono d'accordo. Certo, ha battuto ogni record d'incassi sia in Italia che nel mondo, ma ritengo che questo primato sia dovuto alla grande fama scandalistica del romanzo: 52 milioni di persone (e ritengo che questo numero continuerà a salire) avevano letto il libro e ne erano rimaste colpite (chi positivamente, chi negativamente); è NATURALE che, all'uscita del film, queste si presentino puntuali all'entrata dei cinema per vederlo insieme a, aggiungerei, altri milioni di curiosi.
La trama è molto comune, la classica caccia al tesoro che fanno fare ai bambini durante le feste; ma il ritmo è molto veloce ed è alquanto difficile l'immediata comprensione degli indizi. A questa confusione si devono aggiungere anche gli sfumati flashback, che non sono molto esaurienti.
Tom Hanks francamente è ridicolo nei panni dell'avvenente professore (e pensare che il Brown suggeriva dei probabili interpreti nel libro!) e la Toutou sembra una bambolina che cerca di sembrare adulta. L'unico che si salva, a mio parere, è l'attore albino: grandissima la sua interpretazione con il cilicio.
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roby 90
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giovedì 26 luglio 2007
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valeria
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Cara Valeria,
sono Roby 90 t volevo dire....6 SUPER BONA...
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andre
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martedì 24 luglio 2007
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questione di parzialità
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Mettendo per un attimo da parte il caos mediatico che l'opera di Dan Brown- e il film di Ron Howard ad essa ispirato- hanno sollevato per ragioni di carattere storico, religioso, etico, politico..., resta una storia. A mio avviso, una buona storia. Un thriller abbastanza coinvolgente, abbellito da citazioni storiche e da interessanti aneddoti. Che poi si tratti di citazioni storiche inventate o campate per aria, se il risultato è un film interessante e godibile, cosa importa? Se la vena creativa di uno scrittore, o di un regista, crea interesse nel lettore/spettatore, perchè condannarla? Ben vengano invenzioni letterarie e cinematografiche capaci di attirare un così alto numero di persone, nel bene e nel male.
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Mettendo per un attimo da parte il caos mediatico che l'opera di Dan Brown- e il film di Ron Howard ad essa ispirato- hanno sollevato per ragioni di carattere storico, religioso, etico, politico..., resta una storia. A mio avviso, una buona storia. Un thriller abbastanza coinvolgente, abbellito da citazioni storiche e da interessanti aneddoti. Che poi si tratti di citazioni storiche inventate o campate per aria, se il risultato è un film interessante e godibile, cosa importa? Se la vena creativa di uno scrittore, o di un regista, crea interesse nel lettore/spettatore, perchè condannarla? Ben vengano invenzioni letterarie e cinematografiche capaci di attirare un così alto numero di persone, nel bene e nel male. Ben vengano storie inventate che appassionano, disgustano, attraggono, respingono, fanno discutere... Perchè la bravura è anche fantasia. Tornando al film, non condivido nè l'ipotesi- di pochi- che si tratti di un gran thriller, nè però quella- di molti- che si tratti di un "filmetto". S'intitolasse "Omicidio al Louvre", anzichè "Il codice da Vinci" non sarebbe stato attaccato in questo modo, ma si sarebbe parlato di un film discreto, scorrevole- benchè un po' noioso nella seconda parte-, incalzante. Insomma, un film da tre stelle, non certo da due o una.
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memole
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sabato 21 luglio 2007
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capire il vero significato di dio e del mondo
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io sn una credente il film mi ha fatto riflettere,dio puo esistere cme no, è davvero un mistero.Ma a volte penso che troppa malvagità gira nel paineta e stia sconfiggendo il bene. L'amore per il prossimo non esiste , dio aveva gia previsto che l'uomo e la donna sarebbero stati la fine del nostro modo,nessuno a rispetto del nostro pianeta. le diverse religioni, cristiana ,ebrea o altro non sanno arrivare ad un accordo. tutto è un mistero,l'uomo è un mistero, dio e un mistero, e la morte. ho ancora molti dubbi ,ma so che amare è una cosa stupenda e però non è reciproca.
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(di vale '93)
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klizia
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giovedì 19 luglio 2007
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per capitan uncino
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Capitan uncino devi ritornare il ragazzo di prima capito???...Ti ricordi come eri e come 6?? Anche se ogni tanto non ragioni.....spero ke non ti dimentikerai di me. Ciao Valeria,rispondi
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(di capitan uncino)
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giuly
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martedì 17 luglio 2007
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film eccezionale
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Waooo io adoro questo film,e spettacolare e soprattutto adoro la colonna sonora,poi siccome mi è piaciuto tanto il film nn vedevo l'ora di andare a PARIGI e vedere il LOUVRE cosa ke ho fatto solo 2 seetimane fa KE BELLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!
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livio
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domenica 15 luglio 2007
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un film di genere innocuo e commestibile
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Il più grande difetto del film: cercare di essere il più fedele possibile al libro di Brown senza riuscirci. Il ritmo è troppo veloce. Il problema è che il Codice da Vinci non è un film d'azione. Mandar giù tutti gli enigmi, le spiegazioni storiche, i rimandi e i simbolismi a questa velocità diventa un'impresa ardua. Alcune atmosfere sono azzeccatissime, i flashback una sorpresa, lo stile è bello, ma la sostanza manca. Al di là del contenuto più o meno blasfemo, il punto è: Ron Howard è riuscito a rendere compatto un film dai mille tasselli? la risposta è no. I personaggi sono abbozzati: Tom Hanks non riesce proprio a entrare nella parte, forse per quel bizzarro taglio di capelli, il monaco col cilicio sembra un serial killer allucinato (avrebbe fatto bella figura in thriller come Seven o Saw), Sophie Neveu sembra una scolaretta, Jean Reno è un pasticcione devoto.
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Il più grande difetto del film: cercare di essere il più fedele possibile al libro di Brown senza riuscirci. Il ritmo è troppo veloce. Il problema è che il Codice da Vinci non è un film d'azione. Mandar giù tutti gli enigmi, le spiegazioni storiche, i rimandi e i simbolismi a questa velocità diventa un'impresa ardua. Alcune atmosfere sono azzeccatissime, i flashback una sorpresa, lo stile è bello, ma la sostanza manca. Al di là del contenuto più o meno blasfemo, il punto è: Ron Howard è riuscito a rendere compatto un film dai mille tasselli? la risposta è no. I personaggi sono abbozzati: Tom Hanks non riesce proprio a entrare nella parte, forse per quel bizzarro taglio di capelli, il monaco col cilicio sembra un serial killer allucinato (avrebbe fatto bella figura in thriller come Seven o Saw), Sophie Neveu sembra una scolaretta, Jean Reno è un pasticcione devoto. In conclusione: che cos'è il Codice da Vinci? un film di genere senza troppe pretese storico-antropoligiche, innocuo e commestibile.
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drugoromano
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giovedì 12 luglio 2007
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meno brutto di quel che si dice.
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Ho visto il film pensando di vedere chissà quale immonda schifezza avendo letto le recensioni, in realtà nonostante la lunghezza per me è risultato sin troppo "veloce". Gli enigmi da risolvere si presentano uno dopo l'altro...e il buon vecchio Tom con un abilità fin troppo marcata li risolve uno ad uno. Purtroppo Howard non riesce a farci entrare nel film, si limita a riproporre con troppa velocità tutti gli argomenti del libro elencandoceli piu che analizzandoli. Alcune scene avrebbero meritato ben piu spazio. Altre sarebbero dovute essere elimnate, vedi scena flashback del pozzo e tutti i rimandi durante il film...non è assolutamente influente... Il punto piu basso del film si tocca con la faccia della Tautou dopo che Hanks gli dice di essere l'unica discendente di Gesu Cristo.
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Ho visto il film pensando di vedere chissà quale immonda schifezza avendo letto le recensioni, in realtà nonostante la lunghezza per me è risultato sin troppo "veloce". Gli enigmi da risolvere si presentano uno dopo l'altro...e il buon vecchio Tom con un abilità fin troppo marcata li risolve uno ad uno. Purtroppo Howard non riesce a farci entrare nel film, si limita a riproporre con troppa velocità tutti gli argomenti del libro elencandoceli piu che analizzandoli. Alcune scene avrebbero meritato ben piu spazio. Altre sarebbero dovute essere elimnate, vedi scena flashback del pozzo e tutti i rimandi durante il film...non è assolutamente influente... Il punto piu basso del film si tocca con la faccia della Tautou dopo che Hanks gli dice di essere l'unica discendente di Gesu Cristo....no comment.
Per quanto riguarda le discussioni della Chiesa mi sembrano abbastanza fuori luogo, è un film tratto da un romanzo basato su STUDI VERI ma EVENTI FINTI, e quindi non c'era bisogno che dicessero nulla...insomma ormai mettono il becco dappertutto, e in politica e nel cinema e nella musica...bha. Ognuno crede in quel che vuole, loro pensassero ai bambini in Africa non a Tom Hanks..
Per finire attori abbastanza sottotono, ma il film non è da buttare...certo con le attese che c'erano ci si aspettava di meglio...ma gli occhi mi continuano ad andare su quei 217mln di dollari solo in America di incasso. A Howard avevano chiesto questo, un bel filmotto commerciale per eguagliare il successo del romanzo, e mi sembra ci sia riuscito. Voto: 3
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robert pocket
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giovedì 12 luglio 2007
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un viaggio credibile nell'inverosimile
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La trama, inutile dirlo, e' risaputa. E lasciamo perdere il polverone sollevato da cattolici, ferventi credenti, fanatici, critici, i quali hanno avuto il fegato e l'ardire di prendere sul serio il romanzo di Dan Brown e passiamo ad altro concentrandoci sui meriti di questo "Codice Da Vinci". Cominciamo pure col dire che il talento di Tom Hanks e' fuori discussione cosi' com'e' altrettanto vero che la francesina Audrey "Amelie" Tautou e' ad oggi una delle attrici piu' sopravvalutate del momento. E diciamo pure che Dan Brown sa scrivere romanzi e che Akiva Goldsman li sa sceneggiare tanto quanto il bravo Ron Howard li sa portare sullo schermo confezionando, come in questo caso, un prodotto commerciale che nella sua durata di 150 minuti ci regala un prologo e un epilogo che valgono da soli l'intero prezzo del biglietto.
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La trama, inutile dirlo, e' risaputa. E lasciamo perdere il polverone sollevato da cattolici, ferventi credenti, fanatici, critici, i quali hanno avuto il fegato e l'ardire di prendere sul serio il romanzo di Dan Brown e passiamo ad altro concentrandoci sui meriti di questo "Codice Da Vinci". Cominciamo pure col dire che il talento di Tom Hanks e' fuori discussione cosi' com'e' altrettanto vero che la francesina Audrey "Amelie" Tautou e' ad oggi una delle attrici piu' sopravvalutate del momento. E diciamo pure che Dan Brown sa scrivere romanzi e che Akiva Goldsman li sa sceneggiare tanto quanto il bravo Ron Howard li sa portare sullo schermo confezionando, come in questo caso, un prodotto commerciale che nella sua durata di 150 minuti ci regala un prologo e un epilogo che valgono da soli l'intero prezzo del biglietto. Io poi che adoro quello che amo definire "cinema notturno" sono rimasto letteralmente folgorato dalla prima mezz'ora (la magia del Louvre, le riprese notturne in esterni) e dagli ultimi dieci minuti (notturni anche quelli) carichi di una rara intensita' emotiva con un Tom Hanks che nell'ordine: si rade, sanguina, ha una folgorazione (epifania?), legge, capisce e corre nella magica notte parigina, declamando versi mentre la straordinaria musica in crescendo di Hans Zimmer suggella il climax, l'apice, la fine di un film che non ha piu' bisogno di critiche feroci quanto gratuite. "Il Codice" dunque sta tutto qui: nelle riprese notturne, nella magia del LOUVRE e nel bellissimo finale. Il resto sono solo chiacchiere da bar. Perche' (poche balle ragazzi!) Dan Brown e' un bravissimo romanziere: sa scrivere, sa catturare il lettore e sa come tirar fuori il marcio della chiesa. Perche' la chiesa e' marcia sia chiaro, marcia fino al midollo con tutte le porcate che ha commesso in passato e che per certi versi sta continuando a perpetrare ai danni dell'umanita' - non ultima l'etichettare chi abortisce di essere un terrorista quando, al massimo, i veri terroristi sono proprio loro che negano ancora oggi l'ultilizzo degli anti-contraccettivi con l'idea malsana che il sesso debba essere praticato solo per procreare mettendo cosi' a rischio la vita di milioni di persone - (fedeli?). Ma lasciando perdere anche i vaneggiamenti della Chiesa e dell'Opus Dei che si sono scagliate (per paura che si diffondesse una sorta di verita'?) contro quest'opera letteraria manco si fosse trattato del libro delle "bestie di satana" e lasciando stare il divino che forse poi tanto divino non e' come teorizza (a ragione?)lo stesso Dan "Robert Langdon" Brown ribadiamo quanto appena detto, ovvero: che Akiva Goldsman rimane(giustamente) fedele al romanzo dall'intreccio inverosimile da risultare quasi credibile, che Ron Howard gira con mestiere, competenza e quel pizzico di furbizia (tutta hollywoodiana) che non gusta regalando uno spettacolo assicurato, e che Tom Hanks e' riuscito a regalarci un professore senza frusta e cappello, spaesato al punto giusto in un mondo non suo (e dico questo in risposta a chi lo criticava affermando a torto che la sua recitazione fosse senza spessore). Anzi, semmai la vera spaesata sembra essere proprio la francesina Tautou che forse non realizzava di recitare in un kolossal da 100 e passa milioni di dollari e non nel (suo) "Favoloso mondo di Amelie". Per il resto chiudiamo dicendo che: Paul Bettany risulta fin troppo credibile, Ian McKellen seppur sopra le righe resta estremamente coinvolgente, mentre per Jean Reno varrebbe lo stesso discorso fatto per la sua connazionale se non fosse che lui, al contrario di lei, ha gia’ dato prova di saper recitare. Infine da segnalare il grandissimo successo di pubblico italiano che, al contrario di quello (finto-bigotto-moralista) americano ha dimostrato coi fatti di saper apprezzare.
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