nino raffa
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venerdì 27 novembre 2020
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i gemelli scott alle crociate
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Ridley Scott non delude le attese di spettacolarità. Alcuni ingredienti del successo – battaglie, medioevo, cavalleria, sacro, oriente... – sono intriseci al soggetto; la prevedibile aggiunta di una storia d’amore, con un idolo femminile per protagonista (Orlando Bloom: l’elfo Legolas del Signore degli Anelli) fa il resto.
Poi ci sarebbe la Storia, ma siamo sicuri sia così importante?
Qualcosa comunque bisogna dirla, e così i rapporti tra cristianità e islam incagliati da più di un millennio, vengono liquidati alla svelta distribuendo ai cattivi la tunica dei Templari. Filippo il Bello avrebbe applaudito, e gli stessi integralisti islamici finalmente approveranno un prodotto del diabolico Occidente, che senza scoraggiare il nostro pubblico – ormai insensibile a queste decrepite diatribe – farà felici i botteghini dal Marocco all’Indonesia.
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Ridley Scott non delude le attese di spettacolarità. Alcuni ingredienti del successo – battaglie, medioevo, cavalleria, sacro, oriente... – sono intriseci al soggetto; la prevedibile aggiunta di una storia d’amore, con un idolo femminile per protagonista (Orlando Bloom: l’elfo Legolas del Signore degli Anelli) fa il resto.
Poi ci sarebbe la Storia, ma siamo sicuri sia così importante?
Qualcosa comunque bisogna dirla, e così i rapporti tra cristianità e islam incagliati da più di un millennio, vengono liquidati alla svelta distribuendo ai cattivi la tunica dei Templari. Filippo il Bello avrebbe applaudito, e gli stessi integralisti islamici finalmente approveranno un prodotto del diabolico Occidente, che senza scoraggiare il nostro pubblico – ormai insensibile a queste decrepite diatribe – farà felici i botteghini dal Marocco all’Indonesia.
Altri dettagli strani, qualche confusione tra i vari ordini cavallereschi o nelle biografie dei personaggi storici, scorrono innocui in due ore abbondanti di spettacolo. Cinquanta cavalier che in puro argento spiegan la trionfal purpurea croce… recitava la Gerusalemme Liberata volando già di fantasia molto prima di Hollywood.
Trama non troppo originale che lo Scott (Ridley) contemporaneo attinge dall’omonimo Scott (Walter), padre ottocentesco del romanzo storico. Anche nel “Riccardo Cuor di Leone” abbiamo un re buono e malato (Baldovino IV nel film, Riccardo d’Inghilterra nel libro), due incalliti guerrafondai predoni di carovane (il solito Gran Maestro templare, spalleggiato dall’ambizioso barone di turno), il bel cavaliere mezzo spiantato che ama una parente del re. In ambedue, l’insospettata star è Saladino: liquida personalmente il suddetto bieco Gran Maestro, tiene alla salute dei Re cristiani e ha cura dei crocifissi (solo nel film, e su questo Al-Qaeda avrà giustamente a lamentarsi). Non manca l’emiro travestito da servo che prima è graziato in combattimento dal bel Baliano/Bloom e poi lo ricambia (nel romanzo, alla fine, risulterà essere Saladino stesso).
I gemelli Scott insomma giocano volentieri con la Storia. Ma se la leggerezza di Walter tutto sommato è giustificata dall’unica civiltà (la nostra) percepita nel suo secolo, a Riley non guasterebbe più accortezza, in un tempo dalle molte civiltà, che quasi mai si comprendono. Il giovane Scott addirittura finisce col prendersi troppo sul serio, scomodando concetti importanti, dei quali peraltro le sue fantasie epiche avrebbero potuto benissimo fare a meno.
“Non m’interessa il Santo Sepolcro, m’interessa la salvezza della gente“ dice Baliano al (non troppo) nemico Saladino, sotto le pericolanti mura di Gerusalemme. E da un vero cavaliere medievale la battuta suona parecchio stonata. A parte quelli – erano tanti – arrivati in Terra Santa per interesse, che non si curavano comunque della gente, i crociati credevano veramente in Gesù Cristo: seppellito nel Santo Sepolcro, e da lì risorto il terzo giorno per la salvezza dell’umanità intera. Per quanto a noi sembri incredibile, la Tomba di Cristo – pegno della salute eterna – era il baricentro del mondo; e così veniva rappresentata Gerusalemme nelle cosmografie del tempo. In realtà, nel XII secolo il Santo Sepolcro interessava quasi tutti: religiosi e laici, cavalieri, pellegrini, donne e uomini, mussulmani compresi.
Accettiamo l’ex fabbro Baliano amante di regine e difensore di Città Sante, convince meno l’anacronismo di farne un illuminista: un passo ancora e siamo alla religione oppio dei popoli. Scott (minor) s’è difeso sottolineando il messaggio di tolleranza del suo film. Encomiabile proposito cui non giovano però le ricostruzioni storiche a simpatia: forse le ragioni della tolleranza guadagnerebbero di più dalla corretta rappresentazione di pregi e difetti che ogni civiltà ha portato dentro la Storia.
Al contrario che nel film, i pacifisti del tempo – ma diremmo meglio gli operatori di pace – furono grandi testimoni della religione. Qualche decennio dopo, Francesco d’Assisi sbarcò a Damietta predicando la riconciliazione tra cristiani e mussulmani. La guerra continuò, ma il Poverello seppe conquistarsi l’amicizia del Sultano d’Egitto, proprio come campione della sua fede. Dopo la definitiva sconfitta dei crociati, gli arabi consentiranno solo al suo Ordine di rimanere in Palestina per custodire i Luoghi Santi e garantirne il pacifico accesso ai pellegrini cristiani.
La lezione sembrerebbe che le città (e i cuori) si perdono per smodata ambizione ma pure per mancanza d’ideali; si mantengono, rispettando gli altri e ottenendo insieme rispetto con la testimonianza dei propri valori.
Proprio questa è l’ombra, non del film, ma dell’intera civiltà occidentale. Ombra che non possiamo certo addebitare a Ridley Scott; lui voleva solo divertire con qualche cavalcata, due scimitarre e un soffio di sabbia del deserto.
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nero wolfe
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martedì 24 gennaio 2017
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stupendo
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Un film è un film. Non un testo storiografico, mr. De Carlo.
Forse lo ha dimenticato, obnubilato da un livore per ogni atomo del film, livore di cui non è data sapere la ragione. Ma un critico che scrive sotto i fumi del livore, mi lasci dire, non è un buon critico. E per quanto riguarda le letture di testi sulle Crociate, farebbe bene a leggerne anche lei qualcuno. E anche qualcuno dall' "altra parte". Magari aiterebbe a capire...
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stefano capasso
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giovedì 16 aprile 2015
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il rapporto con dio tra bene e male
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Ridley Scott racconta un episodio delle crociate e in particolare quella serie di eventi che portarono alla riconquista, da parte dei saraceni, di Gerusalemme. Il protagonista è Balian che da umile fabbro scopre di essere il figlio di Goffredo e che partirà per Gerusalemme dove nella battaglio contro Salah al Din avrà modo di mostrare il suo valore. Un film epico, con battaglie, suspance, personaggi estremi che fa luce sul rapporto dei vari protagonisti con la religione, la spiritualità e il potere. In quel periodo il nome di Dio veniva usato per combattere e conquistare e gli uomini si dividevano per la personale etica che essi facevano del loro rapporto con la religione.
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Ridley Scott racconta un episodio delle crociate e in particolare quella serie di eventi che portarono alla riconquista, da parte dei saraceni, di Gerusalemme. Il protagonista è Balian che da umile fabbro scopre di essere il figlio di Goffredo e che partirà per Gerusalemme dove nella battaglio contro Salah al Din avrà modo di mostrare il suo valore. Un film epico, con battaglie, suspance, personaggi estremi che fa luce sul rapporto dei vari protagonisti con la religione, la spiritualità e il potere. In quel periodo il nome di Dio veniva usato per combattere e conquistare e gli uomini si dividevano per la personale etica che essi facevano del loro rapporto con la religione. Assumere la responsabilità delle proprie azioni, con rigore e rispetto verso tutti è ciò che realmente metteva in contatto con Dio, piuttosto che operare in suo nome per scopi personali. E quello che aleggia per tutti è il senso del proprio destino da compiere, che ognuno è chiamato a svolgere secondo la scala di valore che sceglie per se stesso.
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jacopo b98
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venerdì 6 giugno 2014
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gran kolossal storico diretto da ridley scott
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Nel Medioevo Baliano (Bloom), fabbro francese, si unisce ad una compagnia di crociati diretti in Terra Santa, poiché desidera trovare perdono per le proprie malvagie azioni (un omicidio) e per il suicidio della moglie. Diventato cavaliere si schiera a fianco del re cristiano di Gerusalemme (Norton) e combatte strenuamente per la convivenza tra cristiani e musulmani. Ma ciò non basterà a far scoppiare una guerra sanguinosa che finirà con la presa musulmana di Gerusalemme. Alla fine se ne tornerà in Francia e ritornerà a fare il fabbro. Deluso e, in parte, sconfitto. La sceneggiatura, scritta da William Monahan (Oscar per The Departed di Scorsese), si basa su eventi realmente accaduti e, di fondo, Le crociate è un film storico.
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Nel Medioevo Baliano (Bloom), fabbro francese, si unisce ad una compagnia di crociati diretti in Terra Santa, poiché desidera trovare perdono per le proprie malvagie azioni (un omicidio) e per il suicidio della moglie. Diventato cavaliere si schiera a fianco del re cristiano di Gerusalemme (Norton) e combatte strenuamente per la convivenza tra cristiani e musulmani. Ma ciò non basterà a far scoppiare una guerra sanguinosa che finirà con la presa musulmana di Gerusalemme. Alla fine se ne tornerà in Francia e ritornerà a fare il fabbro. Deluso e, in parte, sconfitto. La sceneggiatura, scritta da William Monahan (Oscar per The Departed di Scorsese), si basa su eventi realmente accaduti e, di fondo, Le crociate è un film storico. Tuttavia la storia, seppur costellata di personaggi, lo stesso Baliano, realmente esistiti, è fittizia. È una storia di convivenza e di violenza, tradita dallo sciocco titolo italiano, che modifica il bello e intelligente titolo originale, notevolmente ironico e tragico: Kingdom of Heaven, letteralmente Il regno dei cieli. Perché Scott si immerge in un conflitto medievale tra cristiani e musulmani, ma alla fin fine ci narra la storia di un paese, Israele, che la pace alla fine non l’ha ancora trovata. Storia di battaglie, intrighi, amori, violenze, destini che si incrociano che vanno a formare un grande quadro, in cui però il personaggio più debole risulta purtroppo il protagonista Baliano, non tanto per l’interpretazione di Bloom, interprete funzionale seppur non eccezionale, ma perché è troppo semplice, troppo banale e in fondo, diciamolo, troppo “ridleyscottiano”, fondamentalmente è un nuovo Massimo ed è tale e quale a quello che sarà il Robin Hood del 2010. E non aiuta il fatto che egli vada in giro a sbandierare frasi palesemente fatte del tipo Che uomo è un uomo che non rende il mondo un posto migliore?. Dove Le crociate risulta potente è nella viva, potente, ammaliante messa in scena di Scott (tanto per cambiare!!), alla cui riuscita contribuiscono non poco la fotografia di John Mathieson (Il Gladiatore), le scenografie di Arthur Max, i costumi di Janty Yates e le musiche di Harry Gregson Williams. E inoltre tutto si può dire ma non che nel complesso, se si fa appunto eccezione per Baliano e, in parte per suo padre Goffredo (Neeson), i personaggi siano ben caratterizzati e i dialoghi ben scritti: rimangono particolarmente impressi la Sibilla di Eva Green (sarà anche per la sua impressionante bellezza?), il Baldovino di E. Norton (che non si vede mai in faccia ma lascia il segno) e soprattutto il Reginaldo di Brendan Gleeson, personaggio di sadica crudeltà e ferocia, uomo pazzo, in parte costretto a fare quello che fa poiché Qualcuno il lavoro sporco deve pur farlo, come dice in una scena particolarmente significativa. Nel complesso comunque, tra i lavori storici di Scott, Le crociate resta comunque il più riuscito!
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andyflash77
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mercoledì 1 agosto 2012
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grande affresco di ridley scott
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Anno 1187. Balian di Ibelin (Orlando Bloom), maniscalco francese, dopo il suicidio della moglie e varie vicissitudini è costretto ad arruolarsi per le Crociate in terra santa dove oltre a combattere valorosamente fino all’ultimo per difendere Gerusalemme si innamorerà della regina Sybilla (Eva Green).
Appunti di viaggio.
Ridley Scott ("Blade Runner") con il kolossal ormai ci ha preso gusto. Dopo aver riletto a modo suo la storia dell’antica Roma in "Il Gladiatore" (Oscar miglior film nel 2000) ecco la sua versione delle "Crociate". Costato 150 milioni di dollari è un film esteticamente molto bello e oleografico, ma di poca sostanza e parecchia retorica.
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Anno 1187. Balian di Ibelin (Orlando Bloom), maniscalco francese, dopo il suicidio della moglie e varie vicissitudini è costretto ad arruolarsi per le Crociate in terra santa dove oltre a combattere valorosamente fino all’ultimo per difendere Gerusalemme si innamorerà della regina Sybilla (Eva Green).
Appunti di viaggio.
Ridley Scott ("Blade Runner") con il kolossal ormai ci ha preso gusto. Dopo aver riletto a modo suo la storia dell’antica Roma in "Il Gladiatore" (Oscar miglior film nel 2000) ecco la sua versione delle "Crociate". Costato 150 milioni di dollari è un film esteticamente molto bello e oleografico, ma di poca sostanza e parecchia retorica. Prendendosi (parecchie) licenze storiche, Scott dirige questo polpettone tipicamente hollywoodiano tutto costruito sull’attore del momento Mr. Orlando Bloom che sopravvive senza neanche un graffio a naufragi e a sanguinose battaglie e trova l’America e l’amore in Terra Santa. Il giovane attore inglese è ormai un habitué dei film in costume. Prima di darsi alle Guerre Sante è stato Legolas ne "Il Signore degli anelli", pirata in "La Maledizione della prima luna" e guerriero greco in "Troy". Un bel ragazzo, non c’è che dire, ma dal punto di vista recitativo ha ancora molta strada davanti a sé: lo si vede nelle scene girate a fianco di due grandi leoni del cinema come Jeremy Irons e Liam Neeson (nel ruolo del padre di Balian). A quest’ultimo va la frase + bella di tutto il film: << Ho combattuto senza problemi con una freccia nei testicoli >> .
Tra l’altro per Bloom non era la prima esperienza con Ridley Scott: aveva avuto un piccolo ruolo nel bellissimo film di guerra "Black Hawk Down".
Al regista bisogna riconoscere il merito di aver realizzato un film americano che non mostra i musulmani come una manica di pazzi invasati e fanatici religiosi. Anzi forse forse in questa pellicola i + invasati sono proprio i cristiani. Una frecciata all’amministrazione Bush?
Da segnalare l’ennesima presenza di un’attrice francese in una produzione USA: Eva Green, una dei "Dreamers" di Bertolucci.
Ma perché le brave attrici italiane ad Hollywood non sono considerate?
Comunque, se vi piace il kolossal, Le Crociate è il vostro film.
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maverik82
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martedì 1 maggio 2012
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un film che tutti dovrebbero vedere
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Non ho messo il max di stelle solo per alcuni errori storici presenti nel film, cosa che era gia accaduta a Ridley Scott gia nel Il Gladiatore, è un film eccezionale nella ricostruzione sia dei luoghi costumi trucchi e vicende (la moglie che viene seppellita senza testa e al di fuori della città xche suicida e quindi indegna) ed altri dettagli all'interno del film, la storia potrebbe tranquillamente essere presa da un poema romantico come l'orlando furioso, in cui il protagonista è il tipico cavaliere senza macchia e coraggioso intento sempre a fare del bene e timoroso solamente di dio e mai del nemico, saggio e leale al suo re e al suo dovere.... va visto con l'occhio critico di poi portarlo ai giorni nostri come ci consiglia anche il regista alla fine della proiezione, la pace in terra santa è ancora sfuggente dopo 1000 anni.
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Non ho messo il max di stelle solo per alcuni errori storici presenti nel film, cosa che era gia accaduta a Ridley Scott gia nel Il Gladiatore, è un film eccezionale nella ricostruzione sia dei luoghi costumi trucchi e vicende (la moglie che viene seppellita senza testa e al di fuori della città xche suicida e quindi indegna) ed altri dettagli all'interno del film, la storia potrebbe tranquillamente essere presa da un poema romantico come l'orlando furioso, in cui il protagonista è il tipico cavaliere senza macchia e coraggioso intento sempre a fare del bene e timoroso solamente di dio e mai del nemico, saggio e leale al suo re e al suo dovere.... va visto con l'occhio critico di poi portarlo ai giorni nostri come ci consiglia anche il regista alla fine della proiezione, la pace in terra santa è ancora sfuggente dopo 1000 anni...
Nell'insieme è un film che scorre bene pur nella sua lunghezza e attira l'attenzione dello spettatore continuamente, le fotografie e le ambientazioni sono eccezionali e il regista è capace a farti provare il freddo o il caldo delle varie situazioni climatiche solo inquadrandole nei vari luoghi (francia fredda nevosa e tetra al contrario di gerusalemme, calda luminosa ed arida).Credo che anche Orlando Bloom se la sia cavata bene nella parte come tutti glia latri attori ache se bisogna ammettere che l'interpretazione migliore non puo non essere quella di edward noton che attraverso una maschera d'argento riesce a far trasparire tutte le emozioni del personaggio... quasi a far cambiarre d'espressione la maschera stessa...
Film piu che consigliato fossi un insegnante di storia lo utilizzerei come base x introdurre gli argomenti cercando ovviemente di tralasciare gli aspetti piu holliwoodiani.... e facendo notare gli errori (il re era un ragazzino nella realtà storica eGuido di LUsignano non era un meschino figuro assetato di potere ma fù l'organizzatore delle difesa di Gerusalemme). un film da conservare in videoteca
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dragonia
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sabato 25 febbraio 2012
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monumentale affresco storico
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Francia, 1184. Il giovane fabbro Baliano riceve una visita da parte di un cavaliere in viaggio per la Terra Santa, cavaliere che si rivela essere suo padre. Baliano lo segue per ottenere la salvezza dell'anima sua e di sua moglie, morta suicida. Alla morte del padre, ne eredita titolo e territori e difende Gerusalemme dai Musulmani, fino a salvarla dal massacro dei suoi abitanti per mano delle truppe di Saladino... Non è certo il capolavoro dei capolavori, non è certo la vicenda storica fatta pellicola, magari qualcuno potrebbe persino considerarlo brutto, ma secondo me, per quanto riguarda messinscena, accuratezza storica e interpretazioni, questo film non solo non ha niente da invidiare ad altri prodotti dello stesso genere (penso al Gladiatore e Troy), ma gli è addirittura superiore.
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Francia, 1184. Il giovane fabbro Baliano riceve una visita da parte di un cavaliere in viaggio per la Terra Santa, cavaliere che si rivela essere suo padre. Baliano lo segue per ottenere la salvezza dell'anima sua e di sua moglie, morta suicida. Alla morte del padre, ne eredita titolo e territori e difende Gerusalemme dai Musulmani, fino a salvarla dal massacro dei suoi abitanti per mano delle truppe di Saladino... Non è certo il capolavoro dei capolavori, non è certo la vicenda storica fatta pellicola, magari qualcuno potrebbe persino considerarlo brutto, ma secondo me, per quanto riguarda messinscena, accuratezza storica e interpretazioni, questo film non solo non ha niente da invidiare ad altri prodotti dello stesso genere (penso al Gladiatore e Troy), ma gli è addirittura superiore. Gli effetti speciali garantiscono riprese ad effetto (le torri d'assedio che cadono durante la battaglia finale), le musiche di Harry Gregson-Williams sono suggestive quanto bastano, i personaggi sono caratterizzati ottimamente sia dalla sapiente sceneggiatura dell'esordiente William Monahan che dall'interpretazione di un cast "tutte stelle" capeggiato da un Orlando Bloom che una volta tanto non è solo lì per esibire il suo bel viso (vedi Paride in Troy). Certo, qua e là qualche lieve incoerenza si nota, forse qualche passaggio è un po' sbrigativo, forse una parte del cast può apparire un po' sprecato (Liam Neeson scompare quasi subito), ma di questo è causa solo la produzione, che ha costretto Scott a tagliare tre quarti d'ora di film abbassando un po' il livello qualitativo del film (che peccato che non si trova la versione director's cut!). In ogni caso, si tratta di un'opera da gustarsi fino in fondo, in grado di emozionare come pochi prodotti oggi in circolazione, ingiustamente snobbato forse a causa della sua posizione più a favore dei Musulmani che dei Cristiani (a riprova che i critici vengono pagati per farsi piacere qualcosa o meno e che, per giustificare la loro scelta ricorrono a goffe giustificazioni campate per aria)...insomma, assolutamente da vedere.
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peter2001
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venerdì 2 dicembre 2011
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non facciamo crociate contro i film...
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Apprezzo una recensione equilibrata, senza animosi eccessi in un senso o nell'altro. Chi cerca in un film come questo il Cinema, inteso come Arte, penso che abbia sbagliato scelta; questo è intrattenimento, e come tale è ben fatto. La pietra filosofale dell'Arte Cinematografica è stata ed è nelle mani di pochi grandi registi, che hanno saputo e sanno mescolare i vari ingradienti in una pozione alchemica"perfetta". Questo film è uno spettacolo dignitoso, con recitazioni dignitose (d'accordo, Bloom è piuttosto legnoso), e non penso si riproponesse di essere un documentario storico, ma solo di fare del cinema di intrattenimento, allucinando, attraverso la rievocazione di un periodo storico, anche temi profondi senza - almeno spero - la presunzione di volerne fare il sneso del film.
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Apprezzo una recensione equilibrata, senza animosi eccessi in un senso o nell'altro. Chi cerca in un film come questo il Cinema, inteso come Arte, penso che abbia sbagliato scelta; questo è intrattenimento, e come tale è ben fatto. La pietra filosofale dell'Arte Cinematografica è stata ed è nelle mani di pochi grandi registi, che hanno saputo e sanno mescolare i vari ingradienti in una pozione alchemica"perfetta". Questo film è uno spettacolo dignitoso, con recitazioni dignitose (d'accordo, Bloom è piuttosto legnoso), e non penso si riproponesse di essere un documentario storico, ma solo di fare del cinema di intrattenimento, allucinando, attraverso la rievocazione di un periodo storico, anche temi profondi senza - almeno spero - la presunzione di volerne fare il sneso del film.
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george79
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venerdì 6 maggio 2011
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peccato per alcune scelte
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Scott sa fare questo genere di film, lo ha ampiamente dimostrato. Le Crociate è un bel film, in certi punti visivamente splendido, ma che pecca nella scelta di alcuni attori e nel tratto sbagliato dato ad altri personaggi. Orlando Bloom è la madre delle scelte sbagliate. Attore con un'unica espressione, per nulla carismatico, totalmente inadatto a fare il protagonista di un film del genere. Di attori bravi della sua generazione ce ne sono tanti altri e non si capisce come si possa dare un ruolo così a questo attore davvero sopravvalutato. Lo stesso Jeremy Irons poteva tranquillamente restare a casa, visto che viene utilizzato per una parte direi inseistente. I personaggi "cattivi", cioè Reginaldo e Guido vengono presentati in modo ridicolo e a tratti fastidioso.
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Scott sa fare questo genere di film, lo ha ampiamente dimostrato. Le Crociate è un bel film, in certi punti visivamente splendido, ma che pecca nella scelta di alcuni attori e nel tratto sbagliato dato ad altri personaggi. Orlando Bloom è la madre delle scelte sbagliate. Attore con un'unica espressione, per nulla carismatico, totalmente inadatto a fare il protagonista di un film del genere. Di attori bravi della sua generazione ce ne sono tanti altri e non si capisce come si possa dare un ruolo così a questo attore davvero sopravvalutato. Lo stesso Jeremy Irons poteva tranquillamente restare a casa, visto che viene utilizzato per una parte direi inseistente. I personaggi "cattivi", cioè Reginaldo e Guido vengono presentati in modo ridicolo e a tratti fastidioso. Queste note negative sono poche, ma secondo me molto stonate e portano a giudicare il film discreto, quando tutto il resto è davvero bello. Azzeccatissima la figura di Re Baldovino (molto suggestiva) e eccellente l'attore arabo che interpreta Saladino (bravissimo). Complimenti al doppiaggio di quest'ultimo fatto da Remo Girone , una sorpresa per me. In generale è un film piacevole da guardare, bello se si ama il genere Kolossal.
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foust
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domenica 1 maggio 2011
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un film d'azione però sempre onesto... da vedere
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Sono molte le scene memorabili di questo
film, vorrei semplicemente ricordarne una su tutte,
quando perplesso il baliano domanda al
saladino..., ma quanto vale gerusalemme...?
il saladino... nulla, e portando le mani al petto, tutto.
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