Assault on Precinct 13

Roberto Nepoti

Fare il remake di un film come Distretto 13 le brigate della morte di John Carpenter, mitico cult di frontiera tra il classico western e le nuove paure metropolitane, sembrava a priori impresa buona per presuntuosi, o per incoscienti. E invece il francese Jean-Francois Richet, senza mettersi in testa di far concorrenza all’originale, ha realizzato una serie B archetipica efficace e rigorosa, che non supera di certo il mode!lo ma non lo fa neppure rimpiangere. E l’ultima notte per un posto di polizia in disarmo, i cui inquilini si preparano al trasloco. Sono un agente ossessionato da fantasmi personali (Ethan Hawke, tutto ansia patologica), un suo collega prossimo alla pensione e una bella segretaria; ma la compagnia si allarga inaspettatamente con l’arrivo, causa maltempo, di un convoglio di criminali in trasferta, tra cui il carismatico, seduttivo e pericoloso Laurence Fishburne.
La vecchia stazione diventa sempre più affollata, perché ci si mettono anche dei poliziotti corrotti (al posto dei criminali-zombi della versione carpenteriana) risoluti a tutto pur di far tappare la bocca a un testimone, non lasciandosene altri alle spalle.
La buona notizia è che Richet fa il contrario della maggioranza dei suoi colleghi alle prese con soggetti simili. I più avrebbero adottato un montaggio frenetico e ridotto il tutto a videogame. Lui si prende il tempo per lavorare l’inquadratura, fa esistere i personaggi e lascia respirare lo spettatore.
Da La Repubblica, 9 dicembre 2005


di Roberto Nepoti, 9 dicembre 2005