andrejuve
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giovedì 24 marzo 2016
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la paura di affrontare la vita
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante.
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante. Lavora come cameriera in un bar e la sua vita scorre senza particolari cambiamenti rispetto al passato. Però, nel giorno della morte di Lady Diana, Amélie scopre che all’interno della sua abitazione è nascosta una piccola scatola contenente dei ricordi di infanzia di colui che ha abitato in quella casa molti anni prima. Riesce ad individuare chi sia il proprietario della scatola e gliela consegna, emozionandolo e rievocandogli ricordi passati. Amélie capisce che da quel momento in poi lo scopo della sua vita debba essere quello di rendere felici le altre persone, migliorando la loro esistenza. Amélie nel frattempo comincia a conoscere i suoi bizzarri condomini, con particolare riferimento a Raymond Dufayel, un pittore affetto da gravi problemi alle ossa, il quale da molti anni non varca più la porta di casa sua. Un giorno Amélie all’interno della stazione ferroviaria scorge un uomo di nome Nino Quincampoix, il quale è intento a cercare frammenti di foto sotto una macchina adibita alle fototessere. Amélie si innamora immediatamente di Nino ma, a causa della sua timidezza, non sa a quale espediente ricorrere al fine di incontrarlo.
La pellicola incentra la sua attenzione sulla complessa figura di Amélie. Quest’ultima, a causa delle continue restrizioni che è stata costretta a subire sin dalla tenera età, non è mai riuscita veramente ad stabilire dei contatti con il mondo circostante e con la realtà esterna. A causa di questa drammatica situazione il mondo di Amélie è costituito da un piccolo recinto pieno di limitazioni e rinunce che si è autoimposta a causa dell’atteggiamento morboso dei genitori nei suoi confronti. Amélie quindi è incapace di instaurare legami affettivi, sentimentali e di amicizia in quanto non è in grado di rapportarsi con le persone attorno a lei. L’unica persona con la quale riesce a creare uno stretto legame è Raymond, il quale come Amélie è rinchiuso in sé stesso all’interno della sua piccola realtà che gli trasmette sicurezza e fiducia. Amélie confessa a Raymond tutte le sue inquietudini, le sue incertezze e i suoi dubbi. Invece di cercare di spezzare la monotonia di un’esistenza insoddisfacente e noiosa, Amélie preferisce rendere gioiose le vite degli altri assumendo il ruolo di una paladina della giustizia che vaga per le strade di Parigi migliorando le esistenze di soggetti attanagliati dalla solitudine, dalla tristezza e dalle incertezze. In realtà le persone che circondano Amélie rappresentano lo specchio di sé stessa in quanto anche lei vive in un continuo stato di ansia, di preoccupazione e di terrore nei confronti della vita stessa. Amélie non vuole affrontare la vita ma cerca di aggirarla e di scavalcarla in qualsiasi modo. Spesso la vita scorre davanti ai nostri occhi senza che noi possiamo accorgercene e quando ce ne rendiamo conto ormai è troppo tardi. Vivendo con il timore di cambiare e mutare la propria esistenza inevitabilmente non si assaporano i piccoli piaceri che l’esistenza sa offrire e si diventa incapaci di confrontarsi con gli altri. Di conseguenza non si è in grado di provare emozioni e sentimenti che costituiscono l’essenza della vita e caratterizzano l’essere umano in quanto tale. Amélie sin da piccola vaga con la fantasia, creando un mondo immaginario e fantastico frutto della sua creatività. E’ più semplice immaginare la vita che una persona vorrebbe condurre piuttosto che rischiare di viverla realmente temendo di subire delusioni e dolori e assumendosi responsabilità che possono rivelarsi gravose e scomode. Amélie rispecchia l’immaturità e l’infantilità di una persona che non vuole reagire, preferendo vivere nel perenne rimpianto di non aver potuto fare ciò che avrebbe fortemente desiderato. La vita deve essere vissuta intensamente e pienamente cercando di renderla più felice e coinvolgente possibile. L’unico modo per farlo è trovare il coraggio di mettersi in gioco e di sfidare le proprie inquietudini e i propri timori che impediscono di opporsi alla snervante monotonia e all’infelicità. Raymond percepisce il disagio di Amélie e comprende che questa ragazza cosi gentile, altruista e sensibile merita di uscire dal suo piccolo guscio e di assaporare la vita facendosi trasportare dalle emozioni. Raymond non vuole che Amélie commetta il suo stesso errore di non aver trovato il coraggio di vivere, e per questo motivo incentiva e sprona Amélie affinché possa accendersi in lei il desiderio di ribellarsi e di sfidare la vita. Un bel film che, attraverso una commedia brillante, divertente e atipica, riesce a coinvolgere lo spettatore affrontando tematiche importanti con leggerezza e leggiadria. Il regista utilizza uno stile fiabesco e fantastico, ricorrendo alla descrizione di personaggi caricaturali proprio al fine di trasporre efficacemente sullo schermo la visione del mondo che Amélie vorrebbe vivere, dando spazio illimitato alla sua fantasia. Tutti i protagonisti sono brillantemente caratterizzati e questo compito non era semplice, data la mole di personaggi che si susseguono. Ottime le interpretazioni di tutti gli attori con particolare riferimento ad Audrey Tautou, nei panni di Amélie Poulain, di Mathieu Kassovitz, in quelli di Nino Quincampoix, e di Serge Merlin, nella parte di Raymond Dufayel. Da vedere.
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elgatoloco
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lunedì 21 ottobre 2019
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amélie ueber alles
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"Le fabuleux destin d'Amélie Poulain"(2001, Jean-Pierre Jeunet), film comunque rassicurante, dopo varie prove dello stesso regista dedicate(particolarmente un film della serie"Alien")a componenti disforiche della nostra esistenza... Si dirà. opere consolatorie, no; la capacità che certe persone hanno di scoprire, anche quando la"fortuna"non sembra pendere decisamente dalla loro parte, di vedere le meraviglie che si annidano(assieme o distinte dagli orrori, ritiene l'estensore di questa nota)nella"realtà"o meglio in quella che consideraimao tale, a torto o a ragione è difficile a dirsi, Film che s embra tutto armonico, tutto"in brodo di giuggole"(espressione italiana che, da persona cresciuta in contesto plurilingue, non ho mai ben capito, ma questa è un'altra storia)ma in cui Amélie, ragazza semplice e gentile, ma all'occorrenza capace di punire gli ipocriti e gli arroganti, sa cioè "dire su poco"(per dirla in spagnolo)a chi lo merita, inverando il detto virigliano"parcere subiectis et debellare superbos"(perdonare agli sconfitti e vincere i superbi)che, nella mia interpretazione, non è mera apologia della"monarchia illuminata"augustea e potenzialmente magari di altre dittature(cosa cui Virglio non avrebbe mai pensato, certo non prestandosi a un gioco simile.
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"Le fabuleux destin d'Amélie Poulain"(2001, Jean-Pierre Jeunet), film comunque rassicurante, dopo varie prove dello stesso regista dedicate(particolarmente un film della serie"Alien")a componenti disforiche della nostra esistenza... Si dirà. opere consolatorie, no; la capacità che certe persone hanno di scoprire, anche quando la"fortuna"non sembra pendere decisamente dalla loro parte, di vedere le meraviglie che si annidano(assieme o distinte dagli orrori, ritiene l'estensore di questa nota)nella"realtà"o meglio in quella che consideraimao tale, a torto o a ragione è difficile a dirsi, Film che s embra tutto armonico, tutto"in brodo di giuggole"(espressione italiana che, da persona cresciuta in contesto plurilingue, non ho mai ben capito, ma questa è un'altra storia)ma in cui Amélie, ragazza semplice e gentile, ma all'occorrenza capace di punire gli ipocriti e gli arroganti, sa cioè "dire su poco"(per dirla in spagnolo)a chi lo merita, inverando il detto virigliano"parcere subiectis et debellare superbos"(perdonare agli sconfitti e vincere i superbi)che, nella mia interpretazione, non è mera apologia della"monarchia illuminata"augustea e potenzialmente magari di altre dittature(cosa cui Virglio non avrebbe mai pensato, certo non prestandosi a un gioco simile...), ma capacità di rendere merito a chi ha dei merti reali, anche nella sconfitta(che non è detto sia qualle militare), colpendo invece chi è sempre e comunque prepotente.... Da considerare, da vedere nella sua complessità, laaciandosi anche affascinare dalle sequenze di pura bellezza del film. Dopo tanta violenza inutile, dopo tanto sesso visto nei suoi aspetti più repellenti e bassi, degradanti e"scatologici", perché non lasciarsi affascinare dalla bellezza?Una bellezza, oltre a tutto, che Jeunet ci dà a piene mani, con intelligenza ma anche con"misura armonica", quasi avesse studiato il canone armonico vivaldiano... Audreay Tautou, la cui carriera precedente e successiva non mi è nota, è l'interprete giusta al posto giusto, così che il fillm non è inutilmente retorico né"larmoyant, ma realmente azzeccato e nell'ambito del"puro bello"nel 2001 segnato da ciò che sappiamo(Twin Towers ei similia)una vero fiorie nel deserto, un qualcosa che rincuora pensando al fatto che poco dopo c'"è"Desert Storm".... El Gato
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mister bluff
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domenica 31 maggio 2009
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tutto bellissimo, ma...
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Onestamente, il film mi è piaciuto un sacco, l'ho visto diverse volte e l'ho trovato favoloso (e poi a me la Tautou piace di per sè), ma non riesco ancora a farmi convincere dalla storia d'amore fra i due protagonisti. Non so... mi sembra strana, priva di vere e proprie fondamenta, i due si vedono, si parlano, si incontrano, ma si parleranno due o tre volte prima di baciarsi. Non che preferisca le storie d'amore banali e stereotipate, ma questa mi ha lasciato un senso di smarrimento, come se non si adattasse benissimo al resto del film. E' solo un mio parere personale, spero che adesso a nessuno venga in mente di bestemmiarmi dietro, anche perchè, come già ribadito, a me il film è piaciuto!!!
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andrea b
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mercoledì 29 dicembre 2010
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una storiella colorata e divertente
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Amelie è una ragazza che ama rendere una vita normalissima una vera e propria favola.Trova per caso,il giorno della morte della principessa Diana,un cofanetto che decide di restituire al proprietario cominciando così ad aiutare tutti coloro che hanno bisogno.La trama è semplice soprattutto perchè le avventure della protagonista sono eventi comuni della vita di ognuno.L' ambiente è colorato e talvolta stucchevole con uno svolgimento della narrazione abbastanza prevedibile privo di colpi di scena.La colonna sonora è apprezzabile ma l' interpretazione dei personaggi non è sempre convincente.Amelie talvolta è troppo estasiata in alcune sezioni del film diventando poco credibile.
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Amelie è una ragazza che ama rendere una vita normalissima una vera e propria favola.Trova per caso,il giorno della morte della principessa Diana,un cofanetto che decide di restituire al proprietario cominciando così ad aiutare tutti coloro che hanno bisogno.La trama è semplice soprattutto perchè le avventure della protagonista sono eventi comuni della vita di ognuno.L' ambiente è colorato e talvolta stucchevole con uno svolgimento della narrazione abbastanza prevedibile privo di colpi di scena.La colonna sonora è apprezzabile ma l' interpretazione dei personaggi non è sempre convincente.Amelie talvolta è troppo estasiata in alcune sezioni del film diventando poco credibile.Una pellicola piuttosto piacevole che non va però presentata come capolavoro assoluto.
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luca scialò
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venerdì 18 febbraio 2011
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una favola sulle piccole cose della vita
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Amélie è una bimba con genitori alquanto possessivi e pieni di manie. Viene visitata dal padre al cuore una volta al mese ed essendo quello l'unico contatto che ha con lui, le batte forte il cuore tanto che egli crede che ella abbia una patologia e non la mandano a scuola. Così cresce chiusa in casa, privata dei contatti con i suoi pari. Poi l'ennesima sventura: la madre muore schiacciata dal corpo di una suicida. Il tragico evento finisce per chiudere ancora di più il padre e la povera Amélie attende la maggiore età per trasferirsi a Parigi ed avere una nuova vita. Qui lavora in un Bar-ristorante, dove ci sono vari personaggi strani, come altri che incrocia in città.
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Amélie è una bimba con genitori alquanto possessivi e pieni di manie. Viene visitata dal padre al cuore una volta al mese ed essendo quello l'unico contatto che ha con lui, le batte forte il cuore tanto che egli crede che ella abbia una patologia e non la mandano a scuola. Così cresce chiusa in casa, privata dei contatti con i suoi pari. Poi l'ennesima sventura: la madre muore schiacciata dal corpo di una suicida. Il tragico evento finisce per chiudere ancora di più il padre e la povera Amélie attende la maggiore età per trasferirsi a Parigi ed avere una nuova vita. Qui lavora in un Bar-ristorante, dove ci sono vari personaggi strani, come altri che incrocia in città. La sua vita ha però una svolta il giorno della morte di Lady Diana. Sconvolta dalla sua morte, le cade di mano il tappo di una bottiglia che cozza vicino ad una mattonella del bagno. Qui scopre che vi è nascosta una scatola con degli oggetti e si mette alla ricerca del proprietario. Rendendolo felice, scopre che la missione della sua vita è rendere felici gli altri e così per lei inizia una nuova vita...
Commedia piacevole, delicata, divertente, particolare. Una sorta di favola che decanta l'importanza delle piccole cose della vita e dell'aiutare gli altri. Un film dal discreto successo commerciale, molto apprezzato dalla critica, che fa sentire bene, già al solo ricordo.
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dounia
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venerdì 10 giugno 2011
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una fiaba
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Il film, visto nel passato, mi è presente, ho le immagini davanti agli occhi e mi ricorda tanti momenti simpatici, vissuti mentre lo guardavo. Il cinema francese mi piace molto e, secondo il mio parere, non lascia mai a desiderare, anche quando racconta delle piccole storie come questa, dove l'attrice principale riesce a creare un'atmosfera da fiaba.
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simona
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lunedì 4 febbraio 2002
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musica, colori ambientazione suggestiva
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Ho trovato il film come un mosaico, come dei bei quadri messi vicini,fatto di tanti pezzetti stupendi, ma staccati l'uno dall'altro e non ho avuto il senso della continuità
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(di stockton)
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luca
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giovedì 7 febbraio 2002
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insomma
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L'inizio è davvero brillante. Tutto molto colorato ed ispirato ho pensato"Cazzo,che energia". Poi invece le intuizioni cominciano a diventare un pò più rare,qualcuna prevedibile,qualcuna troppo sdolcinata. Il film resta originale e gradevole ma perde in ritmo,l'ultima mezz'ora del primo tempo è di una noia mortale e il finale indugia troppo,la scena del bacio è infinita.Mi è piaciuto molto l'uomo di vetro,era davvero come un ramo secco e fragile,dava quell'idea perfettamente.Cosi anche il paranoico-geloso.Lei invece è un pò irritante,con quegli occhi sempre spalancati,sembra
una cocaionomane.Dopo dieci minuti,il pubblico ha cominciato a ridere ad ogni spostamento d'aria e questo forse ha influenzato la mia visione.
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L'inizio è davvero brillante. Tutto molto colorato ed ispirato ho pensato"Cazzo,che energia". Poi invece le intuizioni cominciano a diventare un pò più rare,qualcuna prevedibile,qualcuna troppo sdolcinata. Il film resta originale e gradevole ma perde in ritmo,l'ultima mezz'ora del primo tempo è di una noia mortale e il finale indugia troppo,la scena del bacio è infinita.Mi è piaciuto molto l'uomo di vetro,era davvero come un ramo secco e fragile,dava quell'idea perfettamente.Cosi anche il paranoico-geloso.Lei invece è un pò irritante,con quegli occhi sempre spalancati,sembra
una cocaionomane.Dopo dieci minuti,il pubblico ha cominciato a ridere ad ogni spostamento d'aria e questo forse ha influenzato la mia visione.Film carino,niente di più.
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[+] mah...
(di cisco)
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angry tobe
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giovedì 11 settembre 2003
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esile,esile,esile
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Se tutti i personaggi che si dicono anticonformisti hanno uno stesso modo di atteggiarsi e di presentarsi,non sono più tanto anticonformisti.Le frasi fatte e le idee rintracciabili su tutte le agende colorate delle adolescenti sono i mattoni di questa sceneggiatura.La trama è pasticciata e il montaggio altrettanto,nell'intento di non farlo notare ai più distratti.Cammuffato da film di classe,propone "gag" che chissà perchè in un film francese sono stuzzicanti e frizzanti e in un film italiano sono le solite "gag di grana grossa".Dove sono le trovate geniali che dicono?Veramente è geniale che un tecnico addetto alla manutenzione delle macchine per le fotografie...?Comunque,la fotografia è molto buona,ma niente di speciale.
[+] daccordo ma solo in parte
(di luca to)
[ - ] daccordo ma solo in parte
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(di cisco)
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