bubo
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martedì 17 febbraio 2009
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imbarazzante
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sono rimasto interdetto..non avevo parole..mai visto niente di peggio..non lo riesco a definire film..lasciando stare i comodi e economici espedienti utiizzati..è davvero insulso..non mette nè paura nè ansia..semplicemente non si capisce nulla..anzi una cosa si capisce..che la telecamera è in mano ad un branco di dementi, che si perdno in un bosco e preferiscono girare noegli stessi venti metri quadrati, quando potrebbero benissimo seguire il fiume andando a valle invece di girare come dei deficenti..un insulto per una persona con un minimo di cervello che sia mai andata almeno una volta in un bosco o anche solo in campeggio..può impressionare giusto qualche bambino americano cittadino che non è mai uscito di casa e che dorme con la luce accesa.
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sono rimasto interdetto..non avevo parole..mai visto niente di peggio..non lo riesco a definire film..lasciando stare i comodi e economici espedienti utiizzati..è davvero insulso..non mette nè paura nè ansia..semplicemente non si capisce nulla..anzi una cosa si capisce..che la telecamera è in mano ad un branco di dementi, che si perdno in un bosco e preferiscono girare noegli stessi venti metri quadrati, quando potrebbero benissimo seguire il fiume andando a valle invece di girare come dei deficenti..un insulto per una persona con un minimo di cervello che sia mai andata almeno una volta in un bosco o anche solo in campeggio..può impressionare giusto qualche bambino americano cittadino che non è mai uscito di casa e che dorme con la luce accesa..
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andrea 79
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domenica 15 febbraio 2009
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finalmente un prodotto originale e "diverso"
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L'ho rivisto a distanza di anni e confermo il giudizio positivo che ho dato la prima volta...è un horror psicologico, che non si basa sugli effetti speciali come molti filmacci horror hollywoodiani ( non si vedono traccie di sangue o squartamenti vari). L'angoscia sta nel calarsi nei panni di tre ragazzi che si perdono in un bosco, inseguiti da qualcosa che non si vede ma che molto probabilmente c'è. Il finale aperto lo rende un prodotto di qualità, e lascia spazio finalmente all'immaginazione dello spettatore (cosa che accade ormai raramente nei film dei giorni nostri)... Senz'altro molto meglio dei vari films tipo Hostel e Saw, che hanno bisogno di effetti speciali e della voglia repressa (e mai soddisfatta) di sangue dello spettatore medio, per far soldi al botteghino.
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L'ho rivisto a distanza di anni e confermo il giudizio positivo che ho dato la prima volta...è un horror psicologico, che non si basa sugli effetti speciali come molti filmacci horror hollywoodiani ( non si vedono traccie di sangue o squartamenti vari). L'angoscia sta nel calarsi nei panni di tre ragazzi che si perdono in un bosco, inseguiti da qualcosa che non si vede ma che molto probabilmente c'è. Il finale aperto lo rende un prodotto di qualità, e lascia spazio finalmente all'immaginazione dello spettatore (cosa che accade ormai raramente nei film dei giorni nostri)... Senz'altro molto meglio dei vari films tipo Hostel e Saw, che hanno bisogno di effetti speciali e della voglia repressa (e mai soddisfatta) di sangue dello spettatore medio, per far soldi al botteghino...Quattro Stelle.
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(di bubo)
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tfk
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giovedì 1 gennaio 2009
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bello ...
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mi è piaciuto molto bello ... qualcuno mi puo' solo spiegare come dannazione finisce perchè non si è capito niente , quello contro il muro alla fine era mike ? che stava facendo ? e josh ? perfavore rispondetemi
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(di andrea 79)
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ddd
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lunedì 29 dicembre 2008
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josh!!
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Il film seppur piacevole per le atmosfere che evoca, non è nulla di originale. Il vero capostipite di questo genere è Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, 1980. Il film di Deodato risale a vent'anni prima del nostro "Blair witch". D'altronde il film (italiano) di Deodato è stato visto più all'estero che in Italia, per via della censura: forse è per questo che al pubblico italiano sembrava così innovativo "Blair witch", anche se non lo era e non lo è.
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tore 717
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mercoledì 3 dicembre 2008
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se l'innovazione giustifica la bruttura
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Per me non basta che un film sia originale e porti qualcosa di nuovo, deve anche essere bello. In questo film la noia regna sovrana. Gli attori sono pessimi e la storia è ridicola, semplicemente. Come si può pensare che una persona terrorizzata, che scappa per salvarsi la virta, CONTINUI A FILMARE CON LA TELECAMERA? A parte queste idiozie è veramente penoso. L'ho visto tutto perchè ero cuioso ma alla mezzora ho cominciato a addormentarmi
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fls
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lunedì 27 ottobre 2008
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ricordo!
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comunque sia resta un piccolo cult del genere cinematografico in generale
per le spese (zer0)della produzione del film e i ricavi (1000) susseguenti
alla messa in onda dello stesso,se a questo s aggiunge che all'epoca
questo film ricevette un pubblicità mediatica e virtuale ( i primi anni dell
esplosione del web) si capisce perchè pur non essendo quello che si dice
un gran film vale la pena d essere visto,nonostante si ce ne esca con
una senzazione d aver guardato qualcosa di amatoriale,tipo un b-movie
ad esempio
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martixxx
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venerdì 12 settembre 2008
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sos nausea!
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Non voglio sbilanciarmi molto riguardo alla votazione del film, poiché sono riuscita a guardarne circa 1/4! Non per la paura, ma per la nausea che mi ha suscitato il tremito dello schermo.
Capisco che tale effetto fosse indispensabile per rendere più reale il film, ma persone come me non possono guardarlo per più di un minuto consecutivamente, ma ascoltarlo ad occhi chiusi. Risulta quindi sgradevole e noioso.
Detto questo immagino che visto correttamente possa essere un buon film innovativo, basato sull'angoscia dell'ignoto e dello smarrimento invece che sul sangue.
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lullaby.smith
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martedì 9 settembre 2008
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ma come si fa a dire che e bello sto film???????
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io nn capisco come si fà a dire che sia bello qsto film , ovviamente ognuno ha le sue opinioni , ma dire che è un film horror è un offesa ad altri film che nn sto qui nemmeno ad elencare .. mi sn annoiata a morte .. nn m ha fatto paura per niente .. gli attori mi hanno innervosito .. quella stupida che si perde ogni 2 secondi .. si sta morendo dalla paura e nn spenge quella cavolo di cinepresa .. insomma un film da 4 soldi per lattanti in cerca di 4 strilletti di paura al cinema ...
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francesco manca
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lunedì 8 settembre 2008
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"verita' - pubblicita'"
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Nel 1999, due giovani cineasti, Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, sparsero la voce di una presunta storia che vedeva tre ragazzi video amatori che, in seguito ad una escursione nei boschi del Maryland alla ricerca di informazioni sulla “leggenda”(?) della strega di Blair, non fecero più ritorno… Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato.
E’ bastato questo alla pellicola di Myrick e Sanchez per registrare, con la loro opera prima, incassi strabilianti ai botteghini americani (e non solo)? Ovviamente no!
Infatti, benché “Blair Witch Project” sia un prodotto superindipendente e realizzato interamente con attrezzatura di modesta qualità, vanta un movimento pubblicitario non indifferente, per cui si è impiegata la maggior parte del budget a disposizione.
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Nel 1999, due giovani cineasti, Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, sparsero la voce di una presunta storia che vedeva tre ragazzi video amatori che, in seguito ad una escursione nei boschi del Maryland alla ricerca di informazioni sulla “leggenda”(?) della strega di Blair, non fecero più ritorno… Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato.
E’ bastato questo alla pellicola di Myrick e Sanchez per registrare, con la loro opera prima, incassi strabilianti ai botteghini americani (e non solo)? Ovviamente no!
Infatti, benché “Blair Witch Project” sia un prodotto superindipendente e realizzato interamente con attrezzatura di modesta qualità, vanta un movimento pubblicitario non indifferente, per cui si è impiegata la maggior parte del budget a disposizione. E’ debito informare chi non abbia ancora avuto modo di vedere il film, che tutto ciò che è riportato nel documentario/horror di Myrick e Sanchez, non è altro che pura finzione, quindi, anche se posso sembrare eccessivamente drastico, vorrei comunque disilludere chiunque pensi di trovarsi di fronte ad una clamorosa “verità su pellicola”. La “genialata”, se si può definire tale, dei due registi, è stata appunto quella di aver saputo trascinare nelle sale milioni e milioni di spettatori, utilizzando una delle armi multimediali più potenti (e dannose) degli ultimi decenni: la pubblicità. Nella pellicola non si vede altro che la fitta boscaglia nel quale vagano, alla ricerca della “fantomatica” strega, i tre ragazzi, i quali riprendono con le loro due telecamere, tutto ciò che possa servire per vendere il loro reportage e fare successo. Ma allora dove sono le creature misteriose ed inquietanti che lo spettatore muore dalla voglia di vedere? O, come dice lo stesso titolo, la vera e propria Strega di Blair? La risposta è molto semplice: di tutte queste cose non vi è alcuna traccia. Il film gioca tutto sull’angoscia, sulla paura psicologica, sulle fobie della natura umana che si presentano quando ci troviamo sperduti nel nulla in balia del freddo, della fama e della ipotetica presenza oscura e maligna che non ci da tregua. Sono da sottolineare alcuni momenti di tensione che riescono a tenere, almeno per qualche istante, col fiato sospeso, ma subito, come dice anche la protagonista femminile Heather Dunahue, si ritorno nuovamente al sicuro sotto la luce del giorno. Leggende metropolitane e racconti del terrore ci narrano che le streghe sono solite a fare, nel cuore della notte, strani e inquietanti mugolii e agghiaccianti risatine, ma anche di ciò, assolutamente nulla, e a questo punto, c’è da chiedersi: è davvero questo che il pubblico cercava (e voleva) da “Blair Witch Project”? Resta un enigma, ma sicuramente la paura non visiva ma introspettiva che il film di Myrick e Sanchez riesce a trasmettere, seppur in poche occasioni, è la vera carta vincente che ha portato al successo i due giovani registi, che si sono aggiudicati anche il Premio Giovani al Festival di Cannes del ’99 come miglior film straniero. Nella maggior parte dei casi, la “legge del successo” vuole che, se un film riscuote un determinato e notevole successo, venga fatto immediatamente un seguito, e anche in questa occasione, così è stato; infatti, un anno più tardi, è stato realizzato il sequel intitolato “Il libro segreto delle streghe” diretto da Joe Berlinger. In sintesi, “Blair Witch Project” non è senz’altro da annoverare tra i più eclatanti horror sfornati negli ultimi periodi cinematografici, ma il tentativo è apprezzabile.
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io
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venerdì 5 settembre 2008
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ciao
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